Negli ultimi due concitati mesi mentre cercavo e cerco adesso di vedere i migliori telefilm dell'anno negli scorsi mesi rinviati (non avevo Premium, ora sì, al contrario di Netflix non pervenuto) per poco tempo e spazio, che vedrò entro fine anno, ho visto anche altre tre serie tv, le prime due da Sky, la terza in streaming, tutte e tre molto interessanti, anche se il risultato è stato al disotto delle mie aspettative in tutti i casi. A partire da Minority Report (trasmessa dalla Fox dal 21 settembre al 30 novembre 2015, ideata da Max Borenstein), la serie tv che si preannunciava essere il sequel ideale e costruttivo dell'omonimo film di Steven Spielberg che vedeva in Tom Cruise l'indiscusso protagonista, e invece nonostante il buon incipit e l'idea iniziale di proseguire in modo onesto il cult del 2002, molto e tanto non ha funzionato a dovere, cominciando dalla storyline e il pilot, solo nei primi 15 minuti davvero accattivante, pura gioia per il cuore e l'anima, fantascienza allo stato puro, il resto prevalentemente solo noia e prevedibilità. Questo perché la formula adottata non è stata affatto innovativa, ci sono (come quasi tutte le serie procedurali) dei casi da risolvere (e la componente delle visioni del futuro del protagonista non sono neanche del tutto nuove, visto che esiste già una serie tv, Person of interest, in cui si cercano di prevenire dei crimini) ed i due protagonisti si aiutano l'un l'altra. La storyline perciò, proprio per prevedibilità della trama stessa, banale e non eccezionale, non riesce mai ad arginare e tappare i buchi di una sceneggiatura sciatta e che fa acqua da tutte le parti, soprattutto perché nonostante l'inserimento efficace di aggeggi tecnologici, dialoghi sferzanti e colpi di scena telefonati, proprio in questi particolari, comunque minimamente innovativi, la serie non riesce a decollare e cade in un pantano in cui l'annaspamento era prevedibile. Ma per capire meglio ecco la trama, nel 2065, a Washington, il dipartimento pre-crimine della polizia, il quale sfruttava le capacità precognitive di tre bambini, definiti precogs, per cercare di impedire il verificarsi di crimini futuri, è ormai chiuso da dieci anni. Uno dei precogs, Dash, tuttavia, ancora tormentato dalle visioni, decide di ritornare a collaborare con la polizia per cercare di impedire gli omicidi di cui viene a conoscenza. Inizia quindi a collaborare con la detective Lara Vega, anche se le sue visioni sono solo frammentarie, essendo la sua abilità condivisa con quella del fratello gemello Arthur, anche lui precog, con il quale non è più in contatto da tempo. Ma dopo varie vicissitudini interne ed esterne, e le solite diatribe, si formerà la squadra che cercherà di salvare la vita dei tre pre-cognitivi dal governo che vorrebbe riaprire illegalmente la pre-crimine, e non è detto che ci riusciranno (sì come no..).
Ma se nella storyline non s'intravedono quindi spunti di innovazione, è però nella costruzione dei due protagonisti e nell'uso degli effetti speciali che Minority Report riesce a incuriosire. Non è molto, in effetti, soprattutto quando si ha a che fare con un poliziesco e le indagini devono sempre avere un determinato percorso narrativo, ma la componente fantascientifica è forse l'unico elemento minimamente salvabile. Lo show è infatti ambientato nel 2065, e gli autori hanno immaginato come sarà New York, il sistema di trasporto pubblico sarà molto efficiente, le case potranno beneficiare delle nuove tecnologie, le comunicazioni saranno all'avanguardia e, soprattutto, anche le indagini faranno uso di strumenti che inevitabilmente richiamano al film e la cui presenza nel telefilm permette al pubblico di trovarsi di fronte ad un'epoca in cui tutto è touch e ciò che usiamo oggi (che sia un iPod o un'applicazione come Tinder) è vintage. Insomma bello e spettacolare, ma se a questo si aggiunge (però come ovvio) la discussione etica di fronte alla possibilità di modificare il futuro con le varie conseguenze del caso, tutto è scontato. In ogni caso, per non sembrare banale, la cosa che riesce a dare quel tocco di originalità alla serie sono due elementi, uno è costituito dai momenti più leggeri che derivano dalle differenze tra la detective Vega e Dash, la prima vuole svolgere il proprio lavoro con concentrazione, ma deve anche preoccuparsi di tenere a bada il collaboratore, non abituato a vivere nella società e, soprattutto, propenso a dare avvertimenti legati anche alle piccole cose che stanno per avvenire. Si crea, così, un mix tra indagini e battute che abbiamo visto in numerose altre serie tv poliziesche e che serve a smorzare la tensione del caso, anche se manca l'empatia a causa di un cast del tutto anonimo ed inespressivo, a parte la sensuale e avvenente Meagan Good (l'unica attrice più o meno conosciuta e minimamente salvabile), e lo stesso storytelling è svogliato e costruito senza una vera cognizione di causa. Insomma non granché, perché dopo aver gustato ed assaporato il pilot, che doveva ma non è stato l'episodio più bello, quello che poteva e doveva costruire le basi per convincere lo spettatore a proseguire nella visione, e invece dopo poco tempo ci si stufa. Minority Report ha dunque peccato d'orgoglio credendo di vincere facile, allorché la presenza come produttore esecutivo proprio di Spielberg, faceva pensare qualcosa di meglio, e invece ci si ritrova davvero di fronte ad un prodotto asettico, senz'anima che non toglie e non aggiunge nulla ad un 'franchise' che era già bello di per se. La serie infatti prende dal film di Spielberg solo i suoi canoni più classici, le atmosfere ed i temi d'interesse comune, il resto è un crime drama come tanti senza né arte né parte. Un peccato perché poteva davvero sorprendere. Francamente evitabile. Voto: 4,5
Senza saperlo nel mese di novembre tramite il temporaneo nuovo canale Sky Generation, hanno proposto la seconda stagione di Ballers, dramedy sportivo che nella prima stagione aveva entusiasmato anche me, e per fortuna sono riuscito a registrare e vederlo in soli due giorni, le puntate infatti non duravano più di 25 minuti, purtroppo però tutto quello di buono fatto nella scorsa stagione, che trovate qui, è andato a farsi benedire. I difetti su cui nella prima ci si poteva passare sopra qui non hanno tante scuse che tengano, non bastano gli ascolti eccellenti, ci vuole una sceneggiatura ancora più dinamica, cercando di non incorrere nei classici errori che spesso capitano nei sequel, e invece le vicissitudini di Spencer, ex campione di football che lavora come mentore e consulente finanziario delle nuove promesse dello sport, non reggono tantissimo. Ballers infatti, nonostante una produzione quasi identica (Levinson, Weiss ed HBO all'esecutivo, Farino alla regia, casting del duo Jaffe-Georgianne Walken), oltre a The Rock (comunque bravo nel suo ruolo), convince poco, anche se ci sono le solite musiche azzeccatissime, ma nient'altro. Soprattutto è mancata una certa incoerenza di fondo, perché nonostante i continui dolori alla schiena di Strassmore fossero spariti nella prima stagione (dopo essere stati praticamente la colonna portante nella trama), grazie ad una tac pulitissima, qui magicamente ritornano, dopo che Spencer, ragazzo d'oro a tutto tondo, che alterna una bontà quasi preternaturale e una capacità di mediare degna di Gandhi, ad una rissa del tutto fuori contesto, rissa che lo costringerà ad un intervento all'anca, l'intervento sarà infatti l'unico leitmotiv. Infine troppo spazio viene dato alla fidanzata Tracy (Arielle Kebbelle, rediviva e bravina), addirittura impelagata in una battaglia per i diritti delle donne doppiamente incredibile in un contesto del genere, dato che l'opportunità (comunque minore alla precedente) di mostrare donne nude e sculettanti c'è sempre. Per il resto, i 'Ballers' (John David Washington, figlio di Denzel, Omar Benson Miller, Donovan Carter) continuano con la loro pochissima professionalità, il fatto poi che non passino mai troppo tempo sullo schermo (un due minuti a testa e quasi mai di seguito, per episodio) non gli da modo né di crearsi un carattere che li distingua l'uno dall'altro in maniera netta, né di far crescere una vera affezione nel pubblico, come invece era successo nella prima (anche se ugualmente scadente su questo punto), probabilmente per una paura quasi atavica della rete di far sprofondare Ballers, per ora ben ancorato nel mondo 'light comedy', nel terreno 'introspettivo' o peggio ancora 'drammatico', anche se non sono loro i protagonisti, come il titolo potrebbe far pensare, ma il team di agenti, e meno male perché recita decisamente meglio, ma non tantissimo, The Rock non fa proprio meglio, Andy Garcia, la new entry, buttato frettolosamente nella mischia non riesce a impressionare, bravo invece Joe, Rob Corddry, simpaticissimo nonostante passi da co-protagonista a uno dei tanti. Insomma di efficace quasi niente, neanche la sceneggiatura, senza direzione, senza ambizioni (a parte quella di spingere tutti gli ex atleti a fare continui check alla schiena), senza un qualcosa di veramente originale. Eppure non tutto mi è dispiaciuto ma la terza stagione non parte con buoni auspici. Sconsigliato a chi non ha visto la prima e forse anche a quelli che l'hanno vista. Voto: 5+
Quando ho saputo che avrebbero prodotto e poi mandato in onda la serie tv Supergirl (prima su Premium Action dal 2 aprile al 2 luglio 2016 e successivamente dal 2 settembre al 7 ottobre 2016 in chiaro su Italia 1) francamente non mi aspettavo di vedere una versione femminile di Superman, cioè si ci può stare, il personaggio quello è, ma non è normale che viva una vita identica (ma proprio del tutto) a quella del cugino. Questo infatti se si conoscono i fumetti o altro di Superman (come me), è forse il maggior difetto della serie poiché purtroppo non posso fare a meno di pensare a come tutta una serie di similitudini, ad essere buoni, abbiano privato di personalità il personaggio e di conseguenza la serie. Una serie che comunque era partita abbastanza dignitosamente, soddisfando pienamente tutte le aspettative, solo che già dal terzo episodio ci si può rendere conto che il signor Berlanti, lo stesso (creatore) di Arrow e The Flash, sembra che le faccia con lo stampino le sue serie. I suoi ingredienti sono sempre quelli, un eroe, un team di supporto per l'eroe, un villain principale (qui addirittura un parente) e altri villain usa e getta. Certo sono ingredienti necessari per il genere, soprattutto per poter produrre 20 episodi, ma davvero troppe similitudini, come quando praticamente tutti i suoi personaggi in un modo o nell'altro finiscano per far parte di un team di supporto, Arrow ha il Team Arrow, Flash gli STAR Labs, Supergirl (Kara Zor-El, per l'occasione Kara Danvers, che dopo dodici anni trascorsi sulla Terra in incognito decide di iniziare ad usare i suoi poteri per proteggere gli abitanti della sua città, National City) ha dietro il DEO, organizzazione segreta guidata da Hank Henshaw (che poi scopriremo non essere quello che dice di essere) per la quale già lavora la sorella, Alex Danvers. Con il loro supporto cattura alcuni fuorilegge alieni fuggiti da una prigione spaziale che è arrivata insieme alla navicella con cui è arrivata Kara, e quando necessario a salvare la città da criminali terrestri dotati di particolari abilità. Intanto sul piano personale e privato nei panni di una terrestre lavora per Cat Grant alla CatCo World Wide Media come assistente, e per quanto il suo capo sembri cinico e totalmente indifferente alla situazione della sua assistente, in realtà funge da mentore e si preoccupa per lei, anche se rimarrà comunque una s*onza. Ma nella 'squadra' ci sono anche l'informatico Win (innamorato segretamente della protagonista) e il fotografo Jimmy Olsen (l'amicone di Superman mai stato così ben piazzato fisicamente) che l'aiutano anche segretamente per scovare i cattivi. Sempre la stessa solfa quindi, ma per fortuna dopo un inizio altalenante le cose sono cambiate, perché con lo scorrere degli episodi la storia è migliorata, coinvolgendo un po' di più. Solo che, altro difetto, i personaggi non vengono mai delineati approfonditamente, e vivono in funzione dell'eroe, non hanno una vita propria, non hanno uno sviluppo che non sia legato all'eroe stesso, insomma niente di nuovo. In più nessuno di questi personaggi secondari (l'unica che si salva è infatti solo lei, la bella Melissa Benoist), riesce a rendersi particolarmente interessante, a parte forse Cat Grant (interpretata in ogni caso splendidamente da Calista Flockhart, Ally McBeal) che però è un personaggio odioso e troppo stereotipato come la sorella (interpretata comunque dalla bellissima, sì forse più di Kara, Chyler Leigh), un po' finta nel suo personaggio statico. Non manca ovviamente il triangolo amoroso tra lei e i suoi due amici e le solite scaramucce tra ex-fidanzati o nuovi/vecchi amori. Praticamente le stesse cose che succedevano a Superman, ma le somiglianze non finiscono, abbiamo Maxwell Lord che praticamente è il Lex Luthor della situazione, c'è il Bizzarro personale di Supergirl, Indigo (la sua Brainiac), tutta una serie di momenti ispirati ai fumetti de l'Uomo d'Acciaio, il villain 'Non' prende il posto di Zod e così via. C'è persino una Lane (la fida di Jimmy) così possono nominare una puntata si l'altra pure Lois e di conseguenza Superman, Clark Kent e il Daily Planet così da ricordarci che stiamo parlando della cugina di Superman come se la S sul costume non era già sufficiente. Per cui sembrerebbe che non mi sia per niente piaciuta, e invece no, perché nonostante la staticità e prevedibilità di tutto ci sono state anche tante cose che mi son piaciute e che mi hanno divertito, il fatto che mi piacciono i supereroi ha contato, ma su tutti il crossover con Flash e alcuni piccoli momenti e situazioni, comunque pochi davvero. Ovviamente era chiaro che ci sarebbero state puntate dalla qualità altalenante, era anche prevedibile, non era invece prevedibile che sarebbero state gestite così arrivando ad uno dei finali di stagione più noiosi e banali di sempre. Infine gli effetti speciali non sono proprio ottimi, ma solo discreti, si poteva perciò fare meglio. Ed è quello che spero accada nella seconda stagione, perché il potenziale c'è, la protagonista è brava ed è perfetta nella parte. Ma in definitiva, la prima stagione la reputo soltanto sufficiente ma lontana dall'eccellenza. Voto: 6
Anch'io ho trovato scontata e troppo prevedibile questa serie, merita giusto la sufficienza!😊
RispondiEliminaOvviamente parlavo della serie "Supergirl"!😊
EliminaSì l'avevo capito, so che l'hai vista :D
EliminaMa non è tanto la trama è proprio le serie sui supereroi che sembrano sempre tutte uguali, a parte rari casi, e questo non è in effetti uno di quelli ;)
Su Minority Report mi ero già ampiamente informato, nonostante non ami la fantascienza. Mi sembrava un'ottima cosa fare un sequel del film sottoforma di serie tv, poi quando ho visto che gli attori sono cambiati e quindi hanno fatto un recasting allora stica.
RispondiEliminaIl secondo che citi non lo conosco, mentre Supergirl ho visto spot su spot ma secondo me è una cagatina come Arrow, telefilm che davvero non si possono guardere XD
L'unico personaggio valido in casa DC, che si presta a una serie figa, cupa, ecc.. è Batman. Ma lo fanno cazzeggiare con Superman in un universo cinematografico DC che mai mi cagherò.
Moz-
L'idea era ottima, e molte serie partono da buoni incipit, peccato che non sempre il risultato è quello sperato..
EliminaSono un po' tutto fumo e niente arrosto, però riescono a intrattenere ma non tutti effettivamente in modo concreto :)
Per il momento anche per me lui è l'unico eroe DC degno di nota ;)
Io esco da due esperienze seriali davvero significative. Ovvero Lost e Dexter. Sto cercando una serie ripiego, ma ho paura che dopo queste due qui troverò praticamente il nulla estremo. XD
RispondiEliminaSupergirl? Ho visto la prima puntata insieme a mio figlio (8 anni), che era fan di Arrow, ma non ce l'ha fatta nemmeno lui. ;-)
Non sono per niente due serie qualsiasi in effetti, non è facile tornare sulla terraferma anche se quest'anno parecchie serie ottime ci sono state ma proprio nessuna di queste sono allo loro altezza :)
EliminaAddirittura, allora ha proprio fallito come nuova serie Supergirl, peccato comunque perché poteva sorprendere ma non c'è riuscito ;)
Oggi ho visto Timeless su Sky. Delusione.
RispondiEliminaDi già alle prime puntate? Non ho ancora visto però non m'aspettavo così presto di leggere giudizi negativi, comunque saprò meglio quando la vedrò ;)
Elimina..e pure Mon roi con Cassel. Un'altra tramvata...
EliminaAltra cosa che devo ancora vedere :D
EliminaPlaying it cool. Lo consiglio vivamente. spigliato, originale, godibile.
EliminaQuesto l'ho visto, se vuoi cercalo tra le recensioni con una ricerca e vedrai che anch'io la penso come te ;)
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