Nonostante negli ultimi tempi io faccia di tutto per evitare parecchi film del tutto evitabili, come potrete vedere nella ormai abituale lista di fine post, anche in questo mese, a cui si aggiunge il mese scorso in cui non ho potuto stilare questa ennesima lista dei peggiori film visti nel mese corrente, mi sono ritrovato a vedere film che non mi hanno soddisfatto in pieno o che più semplicemente ho trovato mediocri e non sufficientemente gradevoli da meritarsi appunto la sufficienza. Di questi, alcuni davvero pessimi, altri non brutti ma banali ed altri belli ma non del tutto convincenti. Ma tutti film e recensioni personali che in ogni caso è bene precisare non forniscono un giudizio negativo assoluto, ovvero che siete ben liberi di seguire o meno i miei consigli, l'importante è avervi avvisato.
Verso la fine del mondo (Drammatico, Usa 2014): Inserendosi nel filone dei film catastrofisti, anche se in questo caso gli "effetti speciali" sono praticamente assenti, Parts for Billion (il titolo originale), tramite le vicende di tre coppie, una felice coppia di anziani, una giovane coppia non ancora sposata e una coppia sposata ma in crisi di matrimonio, e tutti alle prese con le conseguenze di un virus letale, voleva forse far riflettere lo spettatore sul senso della vita. Secondo le intenzioni di regista (lo sconosciuto Brian Horiuchi) e sceneggiatore infatti, questo doveva essere un film sul significato della vita, argomento affrontato inevitabilmente dalle tre coppie che si trovano in questo drammatico frangente, e infatti lo è, ma con risultati a mio avviso piuttosto scadenti. Non c'è difatti la profondità di certi altri e neanche l'intensità di molti altri film, anche perché i dialoghi scivolano tra l'ovvio e il melenso, senza elementi che possano interessare uno spettatore mediamente preparato, e quindi alla fine il film risulta perfino noioso, nonostante la durata che non supera l'ora e mezza e nonostante il buon cast comunque abbastanza sprecato, Frank Langella, Josh Hartnett, Alexis Bledel, Rosario Dawson e Teresa Palmer. E neanche il (preannunciato, tra le righe) colpo di scena finale (anch'esso peraltro piuttosto banale) può risollevare le sorti di una pellicola noiosa e deludente. Voto: 4
La cena di Natale (Commedia, Italia 2016): L'inutile sequel del mediocre Io che amo solo te è, al pari del precedente, anzi più del primo, l'ennesimo esempio stereotipato e banale di un'Italia che, cinematograficamente a volte, non sa più cosa inventarsi. La bellissima cittadina pugliese di Polignano a Mare, la serenità dell'atmosfera e dei personaggi infatti, non sorreggono una pellicola del tutto priva di una storia, piatta, monotona e scontatissima. In più il film, ambientato durante le feste natalizie, e con lo stesso mediocre regista Marco Ponti, con lo stesso cast (compreso Riccardo Scamarcio), con aggiunta la presenza della zia Veronica Pivetti, che si riallaccia alle vicende lasciate in sospeso nel primo capitolo, non cambia, ad eccezione di qualche piccola variante comunque retorica, le tematiche e le dinamiche, risultando però ancora più superficiale e inverosimile. Anche perché La cena di Natale è inconcludente, e soprattutto, poco interessante, poco dinamico e poco simpatico, dove dialoghi e scenette non suscitano nessuna grande ilarità né sentita partecipazione. Voto: 4,5
La Famiglia Fang (Commedia, Usa 2015): Non conoscendo il romanzo omonimo da cui è tratto il film, ho trovato l'argomento di cui parla, una specie di riflessione sulla relazione tra arte e rapporto genitori-figli, assai forzato e fuori da ogni forma di realismo. E così è, perché la pellicola, diretta e interpretata da Jason Bateman (che qui dimostra grossi limiti alla regia), per colpa appunto della storia davvero surreale, poco aderente alla realtà, disarmonica da un punto di vista narrativo, e con personaggi troppo ambigui e poco definiti, seppur si lasci guardare, non accende emozioni né intriga particolarmente. Anche perché nonostante una sufficiente fotografia molto nostalgica, che riesce a far immergere lo spettatore grazie al gusto estetico che pervade il tutto, il film a metà strada perde colpi. Il filo conduttore delle tematiche infatti si sfalda a furia di ripetersi, la componente mistery non ingrana, il soggetto diventa sempre più lineare e la conclusione scade nel prevedibile e nel retorico. Quello che difatti poteva essere un dramma dai sentimenti forti o anche una commedia esilarante, purtroppo invece ne viene fuori un prodotto piatto (poco fluido, troppo patinato e intellettualoide), quasi frettoloso che, nonostante il buon cast e alcune performance interessanti, Nicole Kidman e Christopher Walken, si fa fatica a digerire. Tuttavia vedibile, ma per i miei gusti poco entusiasmante. Voto: 5,5
The Gerber Syndrome - Il contagio (Horror, Italia 2010): Visto probabilmente troppo tardi o forse fuori tempo massimo, ho trovato questo film italiano davvero mediocre per non dire pessimo. Anche perché non di facile catalogazione è la pellicola stessa, che di bello ha solo la locandina e di originale ha solo l'idea, poi nel tempo diventata banale, ovvero un mockumentary, con un budget ridotto (che comunque non lo salva, perché è brutto a prescindere), sugli zombie (più o meno), ma poi il nulla. La trama infatti e come già detto ha un tocco di originalità e potrebbe essere interessante se non fosse per il fatto che in realtà non succede nulla, ma proprio nulla. Tanto che non si capisce dove voleva andare a parare il regista, un certo Maxì Dejoie. Inoltre la soglia di attenzione scema drasticamente dopo mezz'ora e ci si comincia a chiedere quand'è che il film prenda quota, ovviamente questo non accade mai, anche perché la recitazione, così come i dialoghi, rasentano lo zero. Insomma qualcosa di davvero mediocre e quindi evitabile. Voto: 5
Il piano di Maggie - A cosa servono gli uomini (Commedia, Usa 2015): Forse sono io che ormai certe commedie non le digerisco più, ma questa commedia sofisticata e alquanto "alternativa" di Rebecca Miller (che gira con sensibilità e un occhio di riguardo verso il gentil sesso, seppur l'esito artistico non è tra i più memorabili che tale genere ricordi), non m'è proprio piaciuta. Soprattutto per il fatto che la pellicola, che racconta una ronde sentimentale che nasce in parte casualmente ed in parte è 'provocata' dalla pianificazione di una giovane donna che tenta di indirizzare ogni fatto della sua vita, ma poi il destino o il caso ci mettono lo zampino, è troppo inverosimile e poco divertente da seguire. Il piano di Maggie infatti, sembra un goffo e mal riuscito tentativo di rileggere certi film di Woody Allen. Solo che non è ai suoi livelli, anzi, in più di un'occasione il ritmo rallenta troppo e soprattutto, fattore grave per una commedia, fa poco o per niente ridere, strappando al massimo qualche sorriso, facendolo apparire, in realtà, una copia abbastanza sbiadita. Certo, i temi sono comunque, seppur non sempre ben sviluppati, molto interessanti ed attuali (fecondazione assistita, l'instabilità delle coppie e delle famiglie allargate, il rapporto genitori-figli) e le interpretazioni di tutti sono discrete, da Julianne Moore a Ethan Hawke, da Greta Gerwig a Travis Fimmel, ma è davvero ben poca cosa per un film altalenante e curioso (ma soprattutto irrisolto), che in mani più capaci avrebbe potuto regalare emozioni (e risate) in più. Voto: 5+
Le colline della morte (Dramma, Australia 2010): Mi sono sempre piaciuti i film storici e di guerra, ma questo, in origine dal titolo Beneath Hill 60, proprio non m'ha soddisfatto. Perché seppur ci si trova di fronte ad una (relativamente) piccola produzione australiana che parla di un eroe nazionale che porta il nome di Oliver Woodward (qui interpretato da Brendan Cowell), che nel 1916 prese parte alle azioni della Prima compagnia australiana, impegnata a scavare gallerie sul fronte occidentale per minare le fortificazioni tedesche e che riuscì con la più grande esplosione a memoria d'uomo (udibile fino a un migliaio di chilometri di distanza) a prendere il controllo di una strategica collina, niente brilli davvero a parte la giovane e bella Isabella Heathcote. Certo, la sceneggiatura è quella che è, il livello è quello che è, ma al contrario di tanti quello che qui manca è l'elemento cardine, l'intensità e profondità. Lontano infatti dallo stile inconfondibile di certi grandi autori, Jeffrey Sims si dimostra artigiano troppo ligio alle esigenze della produzione, tanto che seppur il suo film, in realtà, non arrischia affatto d'esser sgradevole, esso, svicolato dal suo contesto nazionale, finisce per arrivarci attraverso sentieri più e più volte percorsi, finendo per smarrirsi nell'anonimato dei film di mestiere. Voto: 5,5
Manglehorn (Drammatico, Usa 2014): La favola di redenzione dell'uomo che odia e poi si converte ha senz'altro avuto giorni migliori, perché questo film diretto da David Gordon Green e interpretato da Al Pacino, Holly Hunter e Chris Messina, è un film davvero insulso, lento nel senso negativo del termine e incapace di dare un senso compiuto all'angoscia del protagonista, un protagonista che vive il suo quotidiano perennemente aggrappato al rimorso di una scelta sbagliata, una sliding doors errata che lo ha sempre tormentato fino a diventare un uomo arido e misantropo, fino a quando un incontro inatteso cambierà la sua prospettiva. Non certo quella dello spettatore che si ritroverà di fronte ad una "lagna" perpetua che nemmeno un fuoriclasse come Al Pacino riesce a sollevare. Il film infatti, tedioso, risaputo, banale e per lunghi tratti davvero soporifero non fa breccia, non desta meraviglia alcuna (gli inserti onirici non aiutano) e si fa poco apprezzare. Tanto che gli interpreti, per quanto di valore compresa una sufficiente Holly Hunter, possono poco davanti a questo film che risulta inconsistente, vacuo, aleatorio, che nasce male e finisce peggio. Voto: 5
Clash (Drammatico, Egitto 2016): Va bene il film di denuncia, soprattutto se parliamo di un fatto di cronaca e culturale, di quella polveriera che fu l'Egitto nel 2013, quando gli scontri tra gli attivisti pro e contro la Fratellanza Musulmana degenerarono, però esso dovrebbe far riflettere e pensare, questo invece, pur intrattenendo, spiega ma non mostra mai momenti di cinema audace o sperimentale, con niente che porti a riflessioni complesse post-visione. Il film infatti, che immagina che in un furgone della polizia vengano, membri delle due fazioni, obbligati a coabitare nello stesso claustrofobico spazio, preferisce intrattenere e, quando è necessario, "colpire" per rendere il mondo edotto su quel che è successo, succede e succederà nella terra delle Piramidi. Però senza indugiare sulle efferatezze, ma facendo percepire la costante presenza della morte, seppur fuoricampo. Inoltre molte delle sequenze chiave del film di Mohamed Diab (la confusione tra i ruoli e l'impossibilità di stabilire con certezza l'appartenenza all'uno o all'altro schieramento), che si basano banalmente tramite cellulari e riprese video, seppur interessanti lasciano il tempo che trovano. E quando il regista si avventura in qualche simbolismo (la metafora del tris senza vincitori né vinti, ad esempio) la fragilità del suo linguaggio emerge con disarmante evidenza. In ogni caso non brutto, ma non del tutto riuscito. Voto: 5,5
The Forger - Il falsario (Thriller, Usa 2014): Ancora un film con John Travolta e ancora un altro buco nell'acqua (dopo Criminal Activies), perché l'attore coinvolto in uno strano mix tra thriller e il dramma (e dove il regista Philip Martin sembra non sapere che pesci prendere), riesce nuovamente a non brillare. Anche per colpa appunto di questo film classificato thriller, perché di rapine e truffatori qui si parla (di un boss, un quadro, una truffa e la polizia), che invece funziona meglio nella sua parte drammatica, quello dove il figlio, interpretato da Tye Sheridan (l'unico elemento positivo di un progetto confuso), ha un tumore. Ma la suddetta storia, che per altro non accende nessuna emozione, anche se in parte ripudia i cliché (a parte la parte "truffaldina"), non sempre funziona egregiamente (anche perché complessivamente la trama è da rivedere). La pellicola infatti stenta a decollare e quando lo fa è troppo tardi, perché il finale (seppur ben realizzato) è ormai scontato. Incredibile poi come neanche Christopher Plummer riesca a mettere una pezza bella grossa ad un film non malvagio, ma abbastanza caotico e in cui il ritmo latita parecchio. Voto: 5,5
Passione innocente (Drammatico, Usa 2013): Dopo il discreto lavoro svolto con Equals, Drake Doremus ci riprova e nuovamente con l'amore e la passione, ma qualcosa non va come dovrebbe andare. Perché il film, che racconta di famiglie felici (apparentemente) che nascondono profondi disaccordi e dolori, e di una liaison tra un professore (Guy Pearce) ed una studentessa (Felicity Jones), non intriga, non emoziona, non coinvolge e non appassiona (se non per brevissimo tempo). Anche perché, seppur non male è il tutto, il ritmo troppo lento, i pochi dialoghi e le situazioni psicologiche troppo protratte nel tempo, non aiutano alla riuscita di un film dove forse il regista poteva osare di più. Dato che comunque l'idea della trama è buona (seppur abbastanza banale), la durata è giusta e gli attori/attrici (tra cui la bravissima Mackenzie Davis e la bellissima Jones) offrono una discreta interpretazione. Senza dimenticare che in parte Breathe In (titolo originale) risulta un buon film per riflettere su certe dinamiche interiori dell'anima che capitano anche agli uomini (non solo alle donne), ma curando meglio alcuni aspetti nella regia, ne poteva uscire qualcosa di meglio, peccato. Voto: 5,5
Sopravvissuti (Fantascienza, Usa 2015): A mancare nella trasposizione del romanzo omonimo, scritto nel 1974 da Robert C. O'Brien, è soprattutto l'intensità di un mondo distopico neanche troppo originale, che frana presto in turbine di luoghi comuni dove il triangolo amoroso è una comedy rosa dallo scarso coinvolgimento. Z for Zachariah infatti, a metà tra fantascienza (comunque componente del tutto assente) e sentimento, strutturato in modo errato, insensato, che non spiega né accenna il motivo o la causa dell'inospitalità del pianeta, ormai preda di radiazioni nocive e letali per l'essere umano, e dove una donna (e che donna) e un uomo sono gli unici sopravvissuti (e prevedibilmente nasceranno gelosie quando poi gli uomini saranno due), è un film vacuo. Anche perché il regista Craig Zobel punta molto (forse troppo) sulla psicologia, peccando però, come le situazioni in corso d'opera, d'intensità, non riuscendo così a fare quel passo in più per rendersi incisive e abbastanza interessanti. Ma Sopravvissuti soprattutto non riesce a convincere perché i protagonisti sono caratterizzati in modo maldestro e la storia (altresì poco fluida) si complica in modo prevedibile, non c'è infatti un punto di svolta, non c'è interesse per il destino dei personaggi, è tutto statico, posato e snervante. Tanto che, seppur discrete sono le interpretazioni (Margot Robbie, Chris Pine e Chiwetel Ejiofor) e le ambientazioni, deludente è il film, un film lento, noioso e scontato. Voto: 5
Mechanic: Resurrection (Azione, Usa, Thailandia, Francia 2016): Gli amanti di Jason Statham e del cinema d'azione potranno apprezzare questo film, sequel del remake di Professione assassino uscito nel 2011, ma chi cerca una narrazione solida pur contestualizzata al genere rimarrà probabilmente deluso. Qui infatti la sceneggiatura (scritta forse coi piedi) è un elemento totalmente secondario e l'attenzione è tutta concentrata sulle adrenaliniche (comunque discrete) sequenze in cui il protagonista, sicario di professione, deve prima eliminare tre obiettivi sparsi per il mondo ed in seguito salvare la bella (Jessica Alba) di turno. A mancare perciò non sono le sequenze d'azione, ben realizzate e varie, e né il ritmo né l'azione (e neanche una piacevole colonna sonora), ma le emozioni e la verosimiglianza (dei dialoghi è meglio non parlare). Perché nel film, diretto dal personalmente sconosciuto Dennis Gansel, l'evoluzione della trama, compresi pochi colpi di scena e finale compreso, sono estremamente prevedibili e già visti. Senza dimenticare personaggi non interessanti ma stereotipati, un paio di comparsate inutili (Michelle Yeoh e Tommy Lee Jones veramente sprecati) ed una storia degna di un videogioco. Un videogioco comunque non brutto, ma trascurabile per trama e contenuti. Perché anche se nel complesso è un onesto action-movie, ormai si è troppo abituati a certe sequenze che quasi non fanno più effetto. Voto: 5,5
The Ones Below (Thriller, Gran Bretagna 2016): L'avevo dapprima scartato ma poi l'ho visto, e forse avrei fatto meglio a non vederlo, anche se comunque tanto pessimo non è, anzi, perché questo thriller in cui due donne, entrambe in dolce attesa, diventano dapprima vicine di casa e poi amiche, e poi dopo un incidente l'idillio si spezza, lasciando una coppia nella più grande disperazione e l'altra con un forte senso di colpa, presenta certamente qualche spunto interessante, ma lascia però anche dei punti di domanda che non trovano un riscontro del tutto convincente, soprattutto nel finale. Il film infatti, diretto da David Farr, non convince in toto dal punto di vista narrativo, troppe forzature, ma soprattutto è piuttosto grave l'incapacità di occultare a dovere i segreti compresi nella sceneggiatura. Giacché inquadrature insistite, continui ammiccamenti e depistaggi troppo blandi rivelano allo spettatore più smaliziato dove si andrà a parare in men che non si dica. La credibilità difatti latita e il piano ordito dalla coppia satanica è davvero facilmente prevedibile, così come anche assai poco probabile, per fortuna. Tuttavia il cast è sufficiente, soprattutto la volitiva e solare Clemence Poesy che si rivela una volta in più un'attrice internazionale in grado di adattarsi alle mille sfaccettature di personaggi anche diametralmente opposti e a cinematografie di paesi più disparati, ma anche Stephen Campbell Moore, David Morrissey e la bellissima e biondissima Laura Birn, la regia è asciutta, la narrazione lineare e la storia tutto sommato si lascia guardare tranquillamente. Quindi non male ma non del tutto riuscito. Voto: 5,5
Proprio lui? (Commedia, Usa 2016): Quando vorresti far ridere ma non sai come fare, buttala sul volgare e incrocia le dita. Sembra questa la filosofia della pellicola, una pellicola (diretta da John Hamburg) stracolma di parolacce e volgarità, spesso gratuite, e con pochissimi spunti divertenti. Il film infatti, che sullo sfondo del Natale, e mettendo (purtroppo in modo tanto becero e mediocre) a confronto due generazioni e due modi di vivere e lavorare, ci racconta l'ennesima (intrigante ma inutile) variazione di una storia e di un tema vecchio come il cinema, quello del fidanzato strambo (stavolta ricco e pazzo) che non piace (inizialmente) al padre di lei (in questo caso la bella Zoey Deutch), ma dopo qualche scintilla, come da copione consolidato, la famiglia si ricompatterà alla grande e tutto si sistemerà per il meglio. Tutto già visto e riciclato insomma, perché anche se nella mente degli sceneggiatori c'era la volontà di provare a variare qualche cosa (trovando nuove strade per divertire e intrattenere), lo stereotipo la fa da padrone, tanto che lo sforzo non raggiunge il livello sperato alla lettura del cast, innegabilmente valido a partire da James Franco (istrionico ma fin troppo sopra le righe, apparendo altresì finto e per nulla naturale) sino a Megan Mullally (lei sì calata nella parte e decisamente in parte). Anche perché si ricorre ad un turpiloquio francamente, al di la del moralismo, eccessivo. Il voler inserire lo scontato conflitto padre-fidanzato ripetuto in antiquato-tecnologico e informatico-cartaceo non risolleva infatti le sorti di un film oggettivamente modesto e slegato. Si salvano alcune scene (soprattutto grazie a Bryan Cranston, che da un po' di colore al film, anche se il suo talento è sprecato per questo genere di commedie) non sufficienti però per indurre a consigliare la visione dell'intero, anche nonostante la colonna sonora con i successi dei Kiss, e l'apparizione dei Kiss invecchiati, ma sempre ben truccati. Voto: 5,5
CHiPs (Commedia, Usa 2017): E' da tanto che non vedo una puntata della serie televisiva originale degli anni '80, ma credo di ricordare che non fosse per niente un giallo poliziesco volgare, rozzo e semplicistico. Però è quello che sembra venire fuori da questo adattamento del 2017 da parte della Warner Bros, che non si sa perché decide di travasare, snaturare in tutto e per tutto la concretezza della serie tv in una pellicola fatta sì di action, ma anche di tanta comicità e commedia, assurda e troppo demenziale. Il regista ed interprete di uno dei due agenti motociclisti della California Higway Patrol, che hanno la missione di sventare una banda di rapinatori che si annida nel comando di polizia, Dax Shepard infatti (un attore mediocre e adesso anche mediocre regista), cambia i toni, così tanto che il film poteva avere qualsiasi altro titolo e sarebbe stato forse meglio. Nel film difatti, anche se non mancano sparatorie, esplosioni e una certa violenza, quello che abbonda è la volgarità, non a parole ma con i gesti (rozzi), e con certe scene alquanto inutili (seppur intriganti). Ma il difetto principale è la semplicità, giacché il regista svela praticamente subito il mistero, è chiaro nei primi minuti infatti cosa succederà, come finirà e chi sono i colpevoli. Senza dimenticare le battute, poche e nemmeno tanto divertenti, cosa deludente in un film del genere, anche perché inspiegabilmente spesso e volentieri il film vira su fastidiose e ripetute battute a sfondo sessuale (che non danno niente in più al film e non fanno ridere), scene trash (Baker è di stomaco debole e tende a vomitare…), momenti splatter un po' fuori luogo (teste mozzate ad esempio) che non rafforzano ma indeboliscono il film. Un film che se avesse seguito di più i dettami dell'action comedy (dopotutto non male sono gli inseguimenti in moto, e sufficienti sono le sequenze d'azione come la colonna sonora ritmata, senza dimenticare una giovane e sexy Rosa Salazar) poteva essere una simpatica parodia del telefilm, invece è uscita proprio una bella vergogna. Soprattutto perché, in questa classica commedia poliziesca piena zeppa di cliché, tutto sa di già visto e il ritmo non è certo appassionante. Infine gravemente insufficiente il cast, che comprende un poco ispirato Michael Peña, mediocre interpretazioni di Adam Brody, Maya Rudolph, Kristen Bell, lo stesso Shepard e uno sprecato Vincent D'Onofrio. Imbarazzante invece il cameo di Erik Estrada, che avvilisce ancor di più questa pellicola di per sé insufficiente. Voto: 5
The Oath - Il giuramento (Thriller, Islanda 2016): Rifacendosi al giuramento di Ippocrate, questo thriller psicologico islandese, dalle atmosfere affascinanti, diretto ed interpretato da Baltasar Kormákur (regista del non convincente del tutto Everest), nonostante implicazioni morali notevoli, proprio non fa breccia. Il film infatti, vanificato da un eccesso di convenzionalità che depotenzia almeno in parte le premesse del film stesso, non riesce nel suo intento di farci riflettere, perché anche se il tema, incentrato esclusivamente sulle complicazioni etiche e morali di un padre (qui chirurgo) o madre che per la loro figlia (apparentemente in difficoltà) farebbero qualsiasi cosa, allo spettatore arriva (ed esplode in faccia), è ormai troppo tardi. Anche perché scialbo più che altro risulta lo sviluppo della trama, che in puro stile hollywoodiano il regista scandisce con suggestive panoramiche e tappeto sonoro incalzante. Scelte che configgono con una progressione sinceramente asfittica, gelida come la location, in cui giorno e notte si mescolano. Gli importanti dilemmi morali che si affacciano vengono difatti fagocitati dall'eccessiva convenzionalità con cui viene raccontata questa storia, di per sé, peraltro, alquanto familiare. Una storia declinata attraverso gli stilemi del thriller noir e in cui però il regista non riesce a far venire fuori la forza insita nel soggetto. Un soggetto di grande impatto ma banale anche nelle emozioni. Perché seppur le pressioni psicologiche subite dal personaggio (del padre, interpretato proprio da Kormákur) ci toccano, e questo non lo si può negare, poco può fare quest'empatia a fronte di un avvicendarsi degli eventi così calcolato e perciò prevedibile, o che comunque fatica a tenerci incollati come avviene con il protagonista Finnur. Il film per questo delude un po', anche se così brutto non è tanto da sconsigliarlo. Voto: 5,5
Ecco infine i film scartati ed evitati passati in tv e in altri lidi:
Per amor vostro Dramma impegnato certamente bello ma banale, e con Valeria Golino che altresì non sopporto
La legge del mercato Dramma certamente attuale e di grande impatto, ma personalmente poco interessante
Il sogno di Francesco Meglio lasciar perdere e non dire parolacce
La lettera di fuoco Fantasy per ragazzi altamente perdibile
7 minuti - Rapina fuori controllo Banalissimo e probabilmente imbarazzante heist movie americano
Ballerina Semplicemente non fa per me
Love Is in the Air - Turbolenze d'amore Banale commedia romantica francese
La guerra dei cafoni Praticamente una cafonata in pieno stile italiano
Oldboy L'inutile e similmente mediocre remake del bellissimo cult coreano
Golden Years L'heist movie dei poveri e dei vecchi per eccellenza, probabilmente neanche lontanamente avvicinabile a Insospettabili sospetti
Elvis and Annabelle Inedito dramma sentimentale sinceramente evitabileAssolo Commedia banale personalmente perdibile
Sinkhole Assurdo e ridicolo film trash di fantascienza
Un amore di famiglia Commedia vista e rivista, meglio evitare
L'ottava nota Dramma certamente bello ma personalmente poco interessante
Babbo Natale non viene da nord L'ennesima cialtronata italiana
Natale con i tuoi Commedia natalizia troppo fuori tempo massimo ed evitabile nonostante Robin Williams
7 giorni per cambiare Interessante il cast ma proprio neanche lontanamente questa commedia convenzionale
Across the Line Dramma sportivo sconosciuto e di poco interesse
Due destini Commedia sentimentale francese ordinario e similmente prevedibile
Red Line Thriller statunitense scontato e dozzinale
Castelli di carte Lo spagnolo remake dei poveri e inutile di The Dreamers
Animali feriti Dramma erotico spagnolo per niente intrigante
Mister Felicità Commedia italiana insipida e scontata possibilmente da evitare
Sniper: Scontro totale Banale e prevedibile action statunitense
Surf's Up 2: WaveMania Sequel inutile di un solo passabile film d'animazione
I.T. Ridicolo e banale thriller con Pierce Brosnan
Starship Troopers - Attacco su Marte Film d'animazione giapponese poco interessante
Quella peste di Sophie Adattamento personalmente inutile di un banale romanzo per bambini
Piccoli crimini coniugali Non m'ispira proprio per niente questo dramma italiano intimista e teatrale
Absolutely Fabulous - Il film Road movie sboccato ma similmente inconsistente
When the Bough Breaks Thriller passionale banale e poco intrigante
La parrucchiera Ho un ricordo vivido e consistente di alcuni attori di Gomorra che rivederli in questa commedia banale proprio non mi va
Master Spy - Una spia per amico Avventura per ragazzi tranquillamente evitabile
I combattenti Banale e similmente mediocre action di serie B con Mickey Rourke
End of a Gun Evitabile action con Steven Seagal
The Asian Connection Un altro action di serie B con il roccioso attore americano di arti marziali
Ciao Pietro! Perfettamente d'accordo con te su "Io che amo solo te" e "La cena di Natale"...personalmente li ho trovati pure di una noia mortale!
RispondiEliminaDevo invece spezzare una lancia a favore di "Ballerina"...io l'ho amato! Ma sai che sono a mia volta una ballerina part-time, quindi...mi sa che è proprio un cartone animato per noi 'addetti ai lavori'!
Soprattutto ridicoli e inverosimili in molti frangenti!
EliminaInfatti l'ho scartato solo perché lontano dai miei gusti, poiché certamente a chi ama la danza le sarà piaciuto ;)
E, anche questa volta, fortunatamente di quelli da te elencati ne ho visto solo uno ma solo perché ero nel pieno dell'atmosfera natalizia e qualsiasi cosa poteva andar bene: "La cena di Natale". Tremendo, tremo al pensiero brrr
RispondiEliminaUn saluto,
Fede. :)
Già, davvero tremendo nonostante il paesaggio stupendo ;)
EliminaDi TUTTI quelli elencati ho visto solamente L'ottava nota e concordo, davvero poco interessante.
RispondiEliminaAllora ho fatto bene, meglio così ;)
EliminaIo non ne ho visto mezzo!!!
RispondiEliminaE hai fatto bene :D
EliminaMi dispiace solo che abbia messo nel calderone degli inguardabili, The forger, che ritengo, in mezzo ad una quantità di zozzerie indicibile, un film davvero sopra la media... non ho scorto tracce di Unless... ecco, se ti capita (su Sky), vorrei sapere proprio cosa ne pensi...ahahah
RispondiEliminaMe l'avevi accennato che poteva anche essere sufficiente, però io sinceramente c'ho visto ben poco di sopra la media...
EliminaCome ben sai vado un po' alla cieca su Sky, ovvero non vedo subito certi film, e tra questi c'è Unless, che forse vedrò a febbraio e poi ti dirò ;)
In Mechanic però è stato bello rivedere l'Alba :D
RispondiEliminaPer l'appunto i Kiss è l'unica cosa buona come la loro stupenda canzone ;)
Zero per me, anche stavolta, e mi chiedo sempre più come cazzo ti piglia di vedere proprio ogni cosa che passano XD
RispondiEliminaIl primo titolo a esempio mi ricorda sai cosa? Quei filmetti estivi su Canale 5: fuori 40 gradi e in tv la storia del virus letale XD
Peccato per Langella.
Moz-
Molti li avevo registrati, ma stai sicuro che in futuro saranno sempre meno, almeno è quello che mi auguro ;)
Eliminano la famiglia fang mi è piaciuto :( ma come si dice, tutti i gusti sono gusti :)
RispondiEliminaMa comunque non ho detto che è proprio brutto brutto, solo che personalmente inefficace ;)
EliminaPeter, a proposito di peggiori film, ecco un premio per te
RispondiEliminahttps://rikynova.blogspot.com/2018/01/liebster-award-glorius-edition.html
Con 11 bad taste domande :D
Ah, grazie...ma non dovevi disturbarti :D
EliminaA me di principio non piacciono i film sulla fine del mondo, mi ricordano in qualche modo le sette con tutti quei profeti svitati che predicano l'imminente fine del mondo e sono ancora più sorpresa di vedere nomi come Alexis Bledel e Josh Hartnett (che a me piacciono molto) in un film del genere, ma poi se ci pensi l'hanno fatto anche Nicolas Cage, e tanti altri attori bravi che alla fine forse ci sta...
RispondiEliminaDevo dire che mi sorprende vedere tanti nomi famosi in film giudicati pessimi, ma credo che chiunque possa sbagliare, però siccome Julianne Moore e Ethan Hawke sono attori che io reputo molto espressivi e bravi sono molto motivata adesso a vedere il film Il piano di Maggie.
Ah, io il film "Proprio lui?" l'ho abbandonato a metà, troppo stereotipato e noioso...
Saluti,
Flo
Il problema dei film sulla fine del mondo poi, è che sono sempre gli stessi, intriganti ma non sempre fino in fondo, risultando altresì forzati e mediocri..
EliminaCredo che sul quel film, Il piano di Maggie, contano soprattutto i gusti, quindi potrebbe anche piacerti ;)
Proprio noioso non credo, anche perché succede di tutto in Proprio lui?, però certamente finto, stereotipato e volgare..
A parte Proprio Lui? non ho visto altro e me ne terrò alla larga, a meno che non mi capitino per sbaglio ma non credo non mi attira nessuno.
RispondiEliminaQuando mi metto a guardare questo genere di commedie so già cosa aspettarmi, quindi non mi aspetto il filmone.
La trama non è nulla di che, concordo con te ma le singole scene e le gag mi sono piaciute tutte (tranne quella del piscio di non ricordo quale animale), grazie anche agli attori, che alla fine salvi anche tu.
Per la volgarità non saprei, non ne ricordo molta a parte le scene in cui parlano di bukkake o quando la madre è fatta (ma neanche tanto quest'ultima), ci sono tanti film ben peggiori che mostrano gratuitamente peni e scroti.
Sì, può essere che altri film siano più volgari, e di certo lo sono, ma questo lo è non tanto nelle scene ma a parole, con tantissimi vaffa ed altro...
EliminaGli attori certamente ed alcune scene certo, ma non sempre può bastare ;)