Storie pazzesche è un film argentino del 2014, co-prodotto anche da Pedro Almodóvar. E' stato candidato come miglior film in lingua straniera all'87ª edizione degli Academy Awards. Il premio è poi andato a La Grande Bellezza, di cui in parte è simile nei contenuti, un mosaico della contemporaneità dolorosamente realistica. Secondo me però meritava l'Oscar perché francamente è migliore. Vendetta, corruzione, malvagità, tradimento e tante altre meschinità sono gli argomenti del film. Il film è un'antologia di sei cortometraggi uniti dal tema comune della violenza e della vendetta. A partire dal prologo (forse il migliore, fantastico): un uomo decide di vendicarsi di tutti quelli che gli hanno fatto del male riunendoli in un luogo improbabile; un gangster capita per caso nel diner dove lavora la figlia di una delle sue vittime; un diverbio fra automobilisti si trasforma in un massacro; un ingegnere vessato dalle multe trova il modo di vendicarsi; un incidente automobilistico dà il via ad una gara fra avvoltoi; un matrimonio da favola sfocia in un'escalation di insulti e ricatti. Sei storie che potranno apparire inverosimili ed esasperate, ma le cronache quotidiane dei nostri tempi, sulla stampa, in TV, online, raccontano storie ancora più pazzesche. Sei storie indipendenti l'una dall'altra, senza un apparente filo conduttore che le unifichi, ma il filo conduttore, che riunisce vicende tanto diverse, in effetti idealmente esiste. Consiste nella difficoltà di conciliare i diversi comportamenti umani. Il tentativo di far prevalere ragioni personali e, pur avendone a volte sacrosanta, di ragione, non intravedendo altre soluzioni, la scelta orrenda di risolvere tutto con la violenza. Le sofferenze causate da ingiustizie e umiliazioni, il desiderio di rivalsa, seguito dalla vendetta, se non si trovano soluzioni diverse, il contrasto tra l'aspirazione alla giustizia e lo scontro con una selva di regolamenti nei labirinti burocratici. Storie argentine, certamente esasperate, ma forse riproducibili nel resto del mondo. Alle difficoltà del vivere si risponde con la vendetta? Oppure adeguandosi, rassegnati, alla vita così com'è?
Storie pazzesche riflette sui mostri della modernità lasciandosi dietro un retrogusto amaro, l'imprinting della commedia all'italiana è fortissimo, ma rispetto ai film comici a episodi prodotti in Italia in tempi recenti Storie pazzesche rimane saldamente agganciata alla realtà del paese che racconta, e tanto i dialoghi quanto le svolte narrative mantengono un occhio alla contemporaneità e un orecchio al vero modo di esprimersi della gente. Si ride ma intelligentemente. Non è un film moralista, è un film cattivo, crudele ma nel contempo scherzoso e leggerissimo, al di là del tema pesante ed inquietante. Ottima recitazione, ottima la sceneggiatura, ottimo il montaggio. Forse è un peccato che si tratti di un film ad episodi. La colonna sonora poi, fa da contrappunto tragicomico alle vicende narrate in modo eccezionale, e non disdegna gli excursus nel pop, da Flashdance a Lady lady lady. Gradevolmente ironico ed esagerato, trova, proprio nell'esagerazione, la sublimazione dei fatti reali e della violenza stessa. Non è da ritenersi un film violento, e alla fine di ogni episodio, sanguinario e, a tratti truculento, trionfa sempre una forma sui generis di giustizia: i cattivi sono puniti, laddove entrambi i protagonisti si azzannano per futili motivi, entrambi muoiono carbonizzati e vengono trovati abbracciati, suscitando sorridenti ipotesi sulla loro fine. Gli sposi si rappacificano. etc. Insomma, divertente, e poi, non dimentichiamo che anche nella fiaba di Cappuccetto rosso, di sangue se ne sparge molto e poi, in queste "sane" vendette troviamo tutti noi soddisfazione delle angherie subite. Voto: 7-
Storie pazzesche riflette sui mostri della modernità lasciandosi dietro un retrogusto amaro, l'imprinting della commedia all'italiana è fortissimo, ma rispetto ai film comici a episodi prodotti in Italia in tempi recenti Storie pazzesche rimane saldamente agganciata alla realtà del paese che racconta, e tanto i dialoghi quanto le svolte narrative mantengono un occhio alla contemporaneità e un orecchio al vero modo di esprimersi della gente. Si ride ma intelligentemente. Non è un film moralista, è un film cattivo, crudele ma nel contempo scherzoso e leggerissimo, al di là del tema pesante ed inquietante. Ottima recitazione, ottima la sceneggiatura, ottimo il montaggio. Forse è un peccato che si tratti di un film ad episodi. La colonna sonora poi, fa da contrappunto tragicomico alle vicende narrate in modo eccezionale, e non disdegna gli excursus nel pop, da Flashdance a Lady lady lady. Gradevolmente ironico ed esagerato, trova, proprio nell'esagerazione, la sublimazione dei fatti reali e della violenza stessa. Non è da ritenersi un film violento, e alla fine di ogni episodio, sanguinario e, a tratti truculento, trionfa sempre una forma sui generis di giustizia: i cattivi sono puniti, laddove entrambi i protagonisti si azzannano per futili motivi, entrambi muoiono carbonizzati e vengono trovati abbracciati, suscitando sorridenti ipotesi sulla loro fine. Gli sposi si rappacificano. etc. Insomma, divertente, e poi, non dimentichiamo che anche nella fiaba di Cappuccetto rosso, di sangue se ne sparge molto e poi, in queste "sane" vendette troviamo tutti noi soddisfazione delle angherie subite. Voto: 7-
Una folle passione (Serena) è un film del 2014 diretto da Susanne Bier, ispirato al romanzo Serena dello scrittore Ron Rash e interpretato da Jennifer Lawrence e Bradley Cooper. Film in cui si narra di un ricco possidente di terreni che sposa la donna di cui è follemente innamorato e con la quale dividerà la propria attività concernente il commercio di legname, facendola prosperare in maniera considerevole. Soci, sceriffo ed 'ecologisti', ostinati a rilevare le foreste e a farne un parco, intralciano però i loro piani di gloria. Serena è una giovane donna forte, passionale e senza paura: supervisiona i taglialegna, dà la caccia a serpenti a sonagli e salva addirittura la vita di un uomo in mezzo alla natura selvaggia. Una donna con un passato tragico e il desiderio di appartenere a qualcuno nel presente, ma ambiziosa e pronta a tutto pur di tutelare il suo amore e la sua fortuna, persuade George a spingersi oltre i limiti della legalità. Forti del loro potere, dell’ascendente e del carisma che esercitano sugli altri, i Pemberton non permettono a nessuno di ostacolare il loro amore folle e le loro ambizioni. Quando Serena, però, scopre il passato segreto di George e si trova a fare i conti con il proprio ineluttabile destino, l’unione passionale dei Pemberton comincia a sgretolarsi, col tempo e per svariati motivi che comprendono la perdita di un figlio non ancora nato, la presenza di un altro figlio illegittimo concepito con una donna occasionale e la tremenda gelosia della moglie, il matrimonio si deteriora sino ad un punto di non ritorno e sino all'estremo epilogo. Cosa si arriva a fare per amore? Una folle passione racconta effettivamente di un amore talmente forte da trasformarsi in follia, di un sentimento che diventa un’ossessione in grado di raggiungere i meandri più bui dell’animo umano. Serena è l'indiscussa protagonista, un personaggio forte e tosto, una donna contro che nella società classista e sessista dei primi anni '20 riesce ad imporsi in diversi aspetti della vita sociale insieme al marito, dal passato tragico che gli eventi non hanno reso più remissiva o debole ma proprio l'opposto, l'hanno indurita sin troppo, forse. Da una parte infatti si cerca di mettere in evidenza il mutamento caratteriale, o meglio il crollo psicologico di Serena dopo l'aborto spontaneo e dall'altra si cerca di tracciare un profilo sociologico ed etnografico della società chiusa e montanare della Carolina dei primi novecento, il tutto condito dalla Grande Depressione economica che bussa alle porte del Nuovo Mondo. Una donna senza pregiudizi sociali che accetta il fatto che suo marito abbia un figlio illegittimo e lei stessa è fermamente convinta che quella donna e quel bambino non siano assolutamente d'intralcio nella relazione tra lei e George.
L'evento catalitico e drammatico però la cambia drasticamente, portando in superficie tutte quelle ambiguità, debolezze e ossessioni che lei stessa era riuscita a tenere nascoste per anni. Da quel punto in poi, il suo amore per George diventa non più un sentimento profondo e indissolubile ma un mezzo per giustificare le sue insicurezze, togliendo di mezzo chiunque agli occhi suoi sia d'intralcio alla loro relazione. Dagli operai in procinto di denunciare i Pemberton per truffa e corruzione, finendo con l'ex amante dell'uomo e suo figlio illegittimo. Serena diventa un forza distruttiva irrefrenabile ma la sua voglia di distruggere non comporterà altro che la sua stessa tragica fine. In generale il film può essere definito come un drammone, ma al di là di tutto ciò lo si apprezza sia per la vicenda, tutto sommato alquanto avvincente, che soprattutto per la regia elegante, precisa e, direi, "tagliente" della regista. A ciò poi si devono aggiungere le ottime interpretazioni dei due attori principali, Bradley Cooper e Jennifer Lawrence, il cui connubio era già risultato vincente ne "Il Lato Positivo" mostrandone l'affiatamento spontaneo, nonché la loro avvenenza fisica che sicuramente contribuisce al successo ed al plauso del pubblico. Ma la coppia non ripete il successo e lo spessore del precedente, la performance del duo non è malvagia se pur troppo accentuata e spesso forzata, ma è scialba e monodimensionale, però quello che manca veramente è lo spessore della narrazione che si perde in una trama noiosa e scontata. Finale prevedibile anche se troppo crudele, la trama è un po' sconclusionata, con effetti troppo truculenti, con la polizia che praticamente non fa mai niente, si può uccidere senza grossi problemi, tanto che vuoi che sia. Il tutto resta in superficie e non vi sono approfondimenti, spiegazioni o chiarimenti nei diversi buchi della sceneggiatura. E nonostante la coppia Lawrence-Cooper, i due non riescono a lasciare il loro marchio distintivo, tantomeno a risollevare una pellicola sottotono e dal debole impatto narrativo nonostante gli svariati spunti (decisamente interessanti) offerti. Un dramma classico che vira, nel finale, alla follia pura in un crescendo di brutalità e malvagità. Non abbiamo bisogno di tanta violenza gratuita e compiaciuta di sé quando il nostro quotidiano è già pieno di orrori. A imbellire esteticamente il film è senza dubbio la sua confezione esterna, la splendida fotografia naturale dei paesaggi selvaggi e incontaminati (il film è stato girato nella meravigliosa Repubblica Ceca) conditi da una ambientazione fedele ed impeccabile degli anni venti, visibili nell'attenzione ai dettagli di abiti, trucco, capigliatura, autovetture etc. Il risultato ottenuto però resta un prodotto certamente valido e degno di nota, visivamente resta impeccabile e a tratti suggestivo. Complessivamente una pellicola che si può vedere ma senza grandi aspettative. E sicuramente non è un "film per tutti". Voto: 6
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