L'attrice inglese Samantha Morton (due volte nominata agli Oscar), interpreta Naomi, che lavora per conto di un perfido assicuratore inglese, Tom (il pacatissimo e sempre bravo John Hurt, attore inglese vincitore di un Golden Globe per Midnight Express), da cui viene incaricata di recuperare a qualunque costo i diamanti rubati. Parallelamente il poliziotto Khalil, il giovane talento francese Tahar Rahim (vincitore di due Cesar), inizia una propria indagine sul furto. Le indagini però faranno emergere una pericolosa alleanza tra banche e criminalità, estesa in tutta Europa. Il cast comprende anche il croato Goran Bogdan. La storia è una storia che conosciamo tutti: di guardie, ladri e (finto) onore. Attraverso l’Europa conosciamo le Pantere, le ultime Pantere rimaste, figlie di una generazione oramai dimenticata di ladri gentiluomini che, come Robin Hood, "rubavano ai ricchi per dare ai poveri". La storia non parla né di inglesi né di Inghilterra, è una storia europea, tra Francia, Serbia e Balcani, dove uccidere non è un problema e dove rubare è (quasi) una regola. Vecchie bande, nuova criminalità, i diamanti giù per la trachea legati a un dente, e un mondo fatto di pallottole e minacce, tatuaggi sbiaditi e cicatrici slabbrate. Ma non convince, lento e poco credibile. La serie punta soprattutto su personaggi coerenti, che possano resistere al di là del racconto. Il poliziotto buono, l’assicuratore avaro, il ladro costretto, letteralmente, a rubare. Ma sbaglia molto, troppi sentimentalismi, troppa drammaticità, troppa complessità ed interiorità, troppi 'ricordi', e troppa poca azione. Unico vero pregio i titoli di testa, ma sfortunatamente per noi, che dopo vent'anni che era ritornato a comporre una colonna sonora, è purtroppo recentemente morto, infatti la canzone d'apertura è stata composta da David Bowie, Blackstar, qui. Intrigante, potente, cruda ma leggermente soporifera e inconcludente. Da vedere sì, ma non aspettatevi un granché. Voto: 5,5
Deutschland 83 è una miniserie televisiva tedesca, in Italia è andata in onda dal 2 al 23 dicembre 2015 su Sky Atlantic. E' la risposta tedesca alle spy story dedicate alle tensioni Est-Ovest (dopo The Americans), un racconto di un'epoca che ha segnato indelebilmente la Germania e il mondo intero, la Guerra Fredda come non l'abbiamo mai vista. Raccontata da una nuova prospettiva, con un nuovo approccio rispetto a narrazione e contenuti, è incentrata sulle tensioni tra Est e Ovest prima della caduta del muro di Berlino, soprattutto il conflitto tra le due Germanie e i rapporti con Usa e Urss, ma a differenza delle fiction americane, il punto di vista della narrazione è quello della Repubblica democratica tedesca. Confrontandolo con quello di The Americans si nota una maggiore attenzione all'analisi storica e sociologica delle due Germanie e dei suoi due popoli e il clima, cupo dello show statunitense, viene sostituito da una leggerezza e da un tocco pop che danno nuova vita a questo genere di serie. Protagonista il giovane e talentuoso Jonas Nay che interpreta il ruolo di Martin, un militare della Ddr, circuito dalla Stasi e "convinto" a diventare una spia nella Germania Ovest, il quale accetta, a malincuore, l'incarico, con la promessa che lo Stato avrebbe ricollocato la madre ai primi posti della graduatoria per un trapianto di reni. Da quel momento dovrà assumere l'identità di Moritz Stamm, sottoporsi a un periodo di addestramento, cambiare il suo modo di vestire e di parlare per trasformarsi in un giovane militare dell'Occidente, e infiltrarsi in sua vece nel ruolo di assistente di un alto generale tedesco: assistendo così agli incontri con gli esponenti della Nato e scoprire i piani degli americani contro i sovietici e la DDR. All'epoca l’occidente stava preparando Able Archer, una simulazione di attacco nucleare. Tra i vertici moscoviti e di Berlino Est scoppia il panico in quanto, complici la paranoia e la malafede di alcuni agenti segreti, si convinsero e presumettero che dietro la facciata dell’esercitazione si nascondesse un attacco reale, che queste mosse erano progettate per colpire l'est con il cosiddetto primo colpo nucleare. Ma la Storia è andata diversamente, per nostra fortuna.
A parte la struttura un po' schematica della prima puntata, Deutschland 83 è abbastanza avvincente, già dalla prima puntata, emergono le differenze tra Est e Ovest. Emblematica la scena in cui Martin, all'inizio in difficoltà, un po' frettoloso e ingenuo, davvero goffo nel suo ruolo di spia, ma dopo diventa un po' più scaltro, cattivo e cinico, entra in un supermercato di Bonn e rimane costernato di fronte agli scaffali pieni di scatole di ogni colore e colpito dall'opulenza dell'Occidente, in forte contrasto con l'estrema sobrietà delle abitudini degli abitanti dell'Est. Un'altra scena chiave per cogliere la peculiarità del telefilm è infatti il training a cui Martin viene sottoposto e che comprende anche un corso rapido di tedesco della Germania Ovest per imparare l'accento e le parole nuove. I riferimenti storici e culturali sono ovviamente molti e accurati, c'è perfino un cenno al derby di quell'anno che grazie ad un gol di Littbarski assegna la coppa di Germania al Colonia. Strappa un timido sorriso la rappresentazione dello sgomento che investe i capoccioni della Stasi al cospetto di un floppy disk e tanti altri piccoli gadget tecnologici. Un esempio i walkman di contrabbando, dove insieme ad autoradio e locali, esce buona musica per sottolineare la forte aderenza della storia al tempo, e delle piccole storie alla Storia. Perché la musica e la colonna sonora qui meritano un capitolo a parte, un vero e proprio viaggio attraverso la musica tedesca e internazionale degli anni '80. Perché la scelta delle musiche evidenzia ancora di più l'intenzione degli autori e dei registi di raccontare, più che una semplice storia di spionaggio, un'intera generazione, un'epoca storica che ha segnato profondamente e indelebilmente la Germania. La parte più bella della serie, non male anche la sigla, bella e interessante. Ma se però nelle intenzioni dei registi c'era anche quello di creare un action-spy-thriller, nel corso delle otto puntate ci sono (pochi, pochissimi) momenti action che sono effettivamente ben orchestrati e perfino ben girati. Un problema è il troppo spazio lasciato agli aspetti soap dei rapporti personali, infatti come sempre i subplot sono tanti, e riguardano le famiglie dei protagonisti, quella di Martin e quella del generale, che interagiscono tra di loro e con gli Eventi. L'altro problema è la scrittura a tratti imbarazzante. Ci sono poi due spettri a fare ombra alla vicenda, uno è l'AIDS (che era ancora considerato da molti un'esclusiva degli omosessuali) e l'altro è l'impero del male (ovvero l'Unione Sovietica nelle parole suggestive, e molto cinematografiche, pronunciate dall'attore Ronald Reagan in un famoso discorso del marzo 1983, con il quale terminava ufficialmente il periodo della distensione tra le superpotenze ed iniziava quello più caldo della guerra fredda, d'altronde il programma di difesa missilistica intercontinentale era denominato Star Wars…). Nonostante tutto, però, non scaraventiamo la serie nell'inceneritore. Gli attori sono tutti più o meno bravi, e le otto puntate sono un buon entertainment. Ma non sappiamo se ci sarà un seguito, che francamente meriterebbe, ma che difficilmente ci sarà (dovrebbero cambiare nome allo show), perché la serie vale, la Storia e l'argomento sono interessanti, poiché mi piacerebbe almeno sapere cosa succede ai protagonisti fino alla caduta di quel dannato muro. Voto: 7
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