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giovedì 29 settembre 2016
Gli altri film del mese (Settembre 2016) Parte 1
mercoledì 28 settembre 2016
I film visti in tv in questo mese di Settembre
Anche se sono passati un po' di giorni da quando li hanno mandati in onda in televisione, e da alcuni dalla mia visione ecco le mie quattro recensioni dei film visti durante questo mese, cominciando da The Danish Girl, controverso e delicato film del 2015 diretto da Tom Hooper (Les Misérables e Il discorso del re) che si avvale di un cast di livello, da Eddie Redmayne ad Alicia Vikander, da Ben Whishaw a Matthias Schoenaerts, per raccontare il dramma umano e sociale nella Danimarca di inizio '900, quello Einar Wegener, una delle prime persone a essere identificata come transessuale e la prima a essersi sottoposta a un intervento chirurgico di riassegnazione sessuale. Il film infatti, liberamente ispirato alle vite dei pittori danesi Lili Elbe e Gerda Wegener, adattamento del romanzo La danese (The Danish Girl), scritto nel 2000 da David Ebershoff, racconta di un pittore danese, (che sente prorompere in sé una natura femminile), pioniere del transgender che da Copenaghen (quando le problematiche sull'identità di genere venivano viste esclusivamente come patologie o, peggio, veri e propri casi di schizofrenia) arriva fino a Dresda per coronare il sogno di diventare donna. Aiutato e supportato attraverso molte difficoltà da una moglie da cui è sempre meno attratto, Einar conscio che quella che intende provare è un'operazione mai tentata prima e dai rischi immani, decide ugualmente di tentare poiché l'idea che muove il personaggio è chiara, piuttosto che rimanere se stessi nel corpo di qualcun altro, meglio la morte. Il messaggio del film invece non lo è altrettanto, così preso a rimanere equilibrato tra il dipinto agiografico di un pioniere dell'omosessualità e la condanna ad una medicina rozza ed incapace, in cui solo un coraggioso dottore ripudiato dalla scienza ufficiale capisce la tragedia interiore del protagonista. La parte migliore del film è la prima, quando la vera natura di Einar si palesa prima per scherzo, e per la complicità involontaria della moglie Gerda (una splendida Alicia Vikander), poi sempre più consapevolmente per entrambi i coniugi, con una metabolizzazione della nuova realtà infarcita di paura mista ad amore incondizionato.
lunedì 26 settembre 2016
La teoria del tutto (2014)
sabato 24 settembre 2016
Sinister 2 & Paranormal Activity 5 (2015)
In questa settimana appena trascorsa ho visto due film demoniaci, due spaventose e maligne presenze (che prendono di mira i bambini), e quindi ho deciso di metterli insieme soprattutto perché tutti e due i film mi hanno leggermente deluso. A partire dall'attesissimo sequel di uno dei migliori film horror degli ultimi tempi Sinister, il primo capitolo era infatti un mezzo capolavoro, perché anche se non rappresentava una rivoluzione in ambito horror, dato che si ispirava a tanti altri (Shining, The Ring e Il villaggio dei dannati), mescolati in un curioso mix, si presentava tuttavia come un dignitoso prodotto di genere, impreziosito dalla presenza di un buon cast (Ethan Hawke e Vincent D'Onofrio). Era perciò lecito attendersi un sequel, meno attendersene uno così privo di appeal. Perché nonostante alcune scene che potrebbero impressionare molti, non convince tanto. Ma non perché è brutto, ma perché diverso, per esempio è molto più violento, però il collegamento tra i due capitoli e un po' sballato e addirittura ci sono meno Jumpscare, anche se quei pochi fanno fare un grande salto dalla poltrona. Sinister 2 infatti prosegue sulla falsariga del predecessore, però senza offrire particolari spunti innovativi sulla trama (non offre alcun spunto particolarmente originale) ma rincarando la dose di orrore a base di sanguinolente stragi familiari. L'elemento più interessante e spaventoso di tutto poiché l'orrore generato dalla visione dei terrificanti filmini amatoriali rendono il film appetibile anche se dal seguito di una storia di per se interessante era lecito aspettarsi qualcosa di più. Colpa probabilmente di Scott Derrickson, che in questo lavoro passa il testimone della regia a Ciaran Foy, rimanendo comunque alla sceneggiatura, ma senza riuscire a dare a questo film del 2015 la direzione giusta. Film che indaga ancora di più in profondità sul misterioso demone che spinge i bambini a trucidare la propria famiglia, il tutto documentato sulle vetuste ma suggestive pellicole super 8. Tale film, infatti, approfondisce e si concentra su aspetti che nel primo film non erano stati evidenziati (soprattutto in riferimento alle scene che vedono coinvolti i bambini e i loro "mezzi" di coinvolgimento), e anche se non spiega tutto, ha un buon filo logico e un'interessante storia, nonostante si riallacci al precedente capitolo in modo confuso.
giovedì 22 settembre 2016
Spectre (2015)
Spectre è uno spettacolare film d'azione del 2015, l'ultimo di una delle serie filmiche più longeve di sempre, quella di 007. Questo difatti è il ventiquattresimo film di James Bond, il quarto che vede protagonista Daniel Craig, che ha però già annunciato il suo ritiro come agente segreto, questo infatti è il suo ultimo film nei panni di 007. In questo nuovo episodio, oltre a Craig, nel cast ci sono anche Christoph Waltz, nel ruolo dell'antagonista Ernst Stavro Blofeld (che ritorna dopo 32 anni dall'ultima apparizione, nel film Mai dire mai interpretato da Max von Sydow), a capo dell'organizzazione criminale Spectre con cui ancora una volta il nostro eroe si scontra dopo il precedente capitolo. Infine tornano nei rispettivi ruoli del cast anche Ralph Fiennes, Ben Whishaw, Naomie Harris e Judi Dench (in un cameo, dato che è stata uccisa in Skyfall), senza dimenticare Léa Seydoux, che interpreta la nuova bond-girl insieme a Monica Bellucci, nel ruolo di Lucia Sciarra, la bond-girl più anziana di sempre. Il film è nuovamente diretto da Sam Mendes, ex marito di Kate Winslet e discreto regista, che aveva entusiasmato nel 2012. Anche in questo lo fa ma qualcosina in meno, nonostante una partenza col botto e un finale sufficientemente accettabile. Difatti comincia con una delle scene, una delle sequenze d'apertura più belle, sia visivamente che registicamente, dell'intera saga. Quella che da un messaggio criptico (che durante la pellicola scopriremo) proveniente dal suo passato manda James Bond in missione prima a Città del Messico e poi a Roma. In Messico, durante la Festa dei Morti (una delle feste più incredibili di sempre, già ampliamente conosciuta e benissimo nel film d'animazione Il libro della vita, che se non l'avete ancora visto vi consiglio di farlo) infatti la macchina da presa comincia a seguire i movimenti di un misterioso uomo mascherato, tramite un impressionante (e bellissimo) piano sequenza di (circa) cinque minuti. La misteriosa figura si rivelerà essere il buon vecchio James che, ci delizierà con una camminata sui tetti, un'esplosione con conseguente crollo di un palazzo e un combattimento corpo a corpo all'interno di un elicottero in volo, tutto fantastico. Ma il suo colpo di testa (dove in ogni caso sventa un attentato e uccide Marco Sciarra, terrorista legato a Spectre, una misteriosa organizzazione criminale e tentacolare) gli aliena Gareth Mallory, il nuovo M alle prese con pressioni politiche e Max Denbigh (Andrew Scott), membro del governo britannico che non vede l'ora di mandare in pensione i vecchi agenti dell'MI6 e di controllare con tanti occhi le agenzie del mondo. Congedato a tempo (in)determinato, Bond prosegue la sua indagine contro il parere di Mallory (Ralph Fiennes) e con l'aiuto dei fedeli Q (Ben Whishaw) e Moneypenny (Naomie Harris), segretamente arruolati, e tra un funerale e un inseguimento, una vedova consolabile (Monica Bellucci) e una gita in montagna, l'agente 007 stana Mr. White (Jesper Christensen), una vecchia conoscenza con crisi di coscienza e una figlia da salvare. Bond si fa carico di entrambe e protegge anche Madeleine Swann (Léa Seydoux) dagli scagnozzi di Spectre, amministrata dal sadico Franz Oberhauser (Christoph Waltz). È lui l'uomo dietro a tutto (l'uomo che si prefisse l'obbiettivo di far soffrire Bond, diventando "l'artefice delle sue sofferenze", molti dei lutti e delle difficoltà che l'agente segreto ha dovuto patire sono state infatti orchestrate da Blofeld e dalla sua Spectre), è lui il megalomane da eliminare.
mercoledì 21 settembre 2016
Contagius (2015) & Left behind (2014)
In questo post per cercare di raggruppare un po' di film ho messo insieme questi due film, che nonostante siano diametralmente opposti come genere, storia e altro (anche nel risultato), hanno un elemento in comune, l'apocalisse, nel primo una strana post-apocalisse zombie, nel secondo una misteriosa pre-apocalisse divina. E quindi ecco le recensioni, partendo da Contagious: Epidemia mortale (Maggie), un atipico film horror del 2015 diretto da Henry Hobson, dove una terribile epidemia ha colpito gli Stati Uniti, trasformando le persone in zombie. Un misterioso e non specificato virus infatti consuma la carne di uomini, donne e bambini fino a ridurli in mostri da abbattere. Per evitare che l'epidemia si diffonda ulteriormente, gli infettati vengono perciò portati in zone di quarantena, aspettando l'attesa fine. Molti vivono gli ultimi istanti con le loro famiglie, così è per Maggie, una ragazza sedicenne, riportata a casa dal padre Wade dopo mille ricerche. Ma Wade in cuor suo spera ancora di poterla salvare, di poterla sottrarre a quella metamorfosi dolorosa. Contro di lui il tempo e la polizia, che veglia sulla cittadinanza ed è decisa a preservare la sicurezza degli scampati. Contagious è un'operazione singolare, affascinante e parecchio interessante, poiché al contrario dei migliaia di film sugli zombie si sofferma più sul lato umano del problema, sulla lotta di un padre che deve decidere se internare la figlia contagiata in quarantena da dove sa non uscirà più viva o porre termine lui stesso alla sua vita. Una parabola di vita e morte, di amore e odio, di pace e rabbia, che condurrà gli ultimi giorni di un'adolescente, destinata ad andarsene come nessuno vorrebbe, anche se in questo dramma familiare che si smarca intelligentemente dal genere, diventare uno zombie non significa annullarsi come essersi umani. Si continua ad essere se stessi, a vivere come si è sempre vissuto. Nella dimensione del proprio quotidiano, fare ciò che si è sempre fatto, e mentre la malattia degenera, si rimane coscienti fino all'ultimo istante, soffrendo terribilmente, prigionieri agonizzanti di un corpo repellente fuori controllo in preda ad un incontenibile mordace istinto ferino.
lunedì 19 settembre 2016
Romantic Weekend: Tutte le strade portano a Roma (2015), Una promessa (2013), Tre cuori (2014) e Romeo & Juliet (2013)
Da questo post e da ora in poi per facilitare la grande mole di film che vedo, ho deciso di snellire leggermente le mie solite lungaggini per le recensioni (soprattutto per i film che non mi sono piaciuti), cosa che non credo sia un male, ma poiché a volte è meglio vederlo un film più che scoprirlo e spiegare tutto, credo sia meglio anche per me di concentrare la recensione in un modo preciso, ovvero spiegare solamente le caratteristiche e le peculiarità (positive o negative) della pellicola e dire il mio pensiero e il mio giudizio anche con dei voti. Questo cambio è doveroso poiché certe volte proprio per le mie difficoltà e quelle di certi film perdo davvero troppo tempo, quindi in questo modo sarà più facile sia per me che per voi leggere. Comunque sembrerà strano ma comincerò partendo da questo post dove recensirò ben 4 film romantici (visti essenzialmente durante il weekend), non un genere mio preferito, anzi, ma a volte fa bene vederli perché alcuni sono davvero belli, ovviamente alcuni no, come in questo caso poiché a parte forse uno, sono tutti mediocri sia nella sostanza sia nella narrativa. Ebbene, senza perdere altro tempo eccoli qui.
sabato 17 settembre 2016
Maze Runner: La fuga (2015)
Maze Runner: La fuga (Maze Runner: The Scorch Trials) è una pellicola di fantascienza ambientata in un futuro distopico, e prende il nome dal romanzo La fuga: Maze Runner (The Scorch Trials) scritto nel 2010 da James Dashner, e sequel del film Maze Runner: Il labirinto, di cui avevo già parlato quasi un anno fa in questo post. Il film, del 2015 diretto da Wes Ball, lo stesso del primo capitolo, riprende esattamente da dove si era interrotto, con i protagonisti che erano riusciti dopo mille peripezie ad uscire indenne dal quasi mistico labirinto ma quello che già avevamo intravisto e che loro capiscono all'inizio del film è che quello era solo un primo test, Thomas era infatti convinto che la fuga dal labirinto avrebbe ridato la libertà a lui e ai compagni, ma invece era solo una prova e ora che ne sono evasi devono confrontarsi con la realtà, non prima però di un'altra evasione. Sembra infatti che da una prigione all'aria aperta i ragazzi siano finiti in una al chiuso, fatta di regole, una nella quale non sono liberi e di cui capiscono e sanno poco. Ci vorrà una fuga per trovarsi realmente nel mondo esterno e scoprire il motivo di tanta segretezza, tanti problemi e di un simile controllo. Ma a rendere più difficile la missione e l'attraversamento di una Terra devastata dalle radiazioni solari e da una malattia mortale, ci saranno le macchinazioni di un gruppo denominato 'cattivo', anche se le loro intenzioni non sono chiare. Maze Runner è sicuramente una delle saghe teen più atipiche, se nelle altre (Divergent/Insurgent e Hunger Games) le componenti fondamentali sono giocate con l'elemento amoroso e con la messa in scena di una società apparentemente perfetta ma con lati oscuri, nella saga di James Dashner tutta la tensione si deve a una "primitività" dell'ambientazione (il labirinto, un deserto post apocalittico) e alla quasi assenza dell'amore, comunque presente ma in maniera meno invadente. Il primo film proprio per questo mi era piaciuto tantissimo, anche per una certa originalità e anche per una certa maturità nelle sequenze, nelle immagini e nei dialoghi che sinceramente non mi aspettavo e ciò mi aveva sorpreso moltissimo, aspettavo perciò con ansia questo secondo capitolo ma invece questo sequel abolisce quasi totalmente ciò che c'era di buono nel primo capitolo. Spariti i labirinti infatti, vero (unico) punto di forza estetica, spettacolare del primo capitolo, cade anche ogni pretesa di originalità e iniziativa, crollano i sostegni distintivi di un'opera che così s'ammoscia appiattendosi pericolosamente nell'ammucchiata fantasy teen. Un pericolo che purtroppo la sceneggiatura non è riuscito ad evitare.
venerdì 16 settembre 2016
Big Game & Tracers (2014)
Big Game: Caccia al Presidente (Big Game) è un atipico e originale (non tanto però) film d'azione finlandese del 2014 diretto da Jalmari Helander. Il film, presentato al Toronto International Film Festival 2014, vede come protagonisti principali il bravissimo Samuel L. Jackson e il giovane Onni Tommila. Il film appare fin da subito un'imitazione delle grandi pellicole hollywoodiane, una specie di omaggio al cinema action-avventuroso a cavallo tra anni '80 e '90, parecchie sono infatti le citazioni, alcune delle quali palesi, da E.T. a Indiana Jones, passando per The Karate Kid, giù sino ad accenni più o meno vaghi al filone action-complottista anni '90. Ma Big Game va oltre la mera operazione nostalgia, proponendo un intrattenimento familiare anche se in modo atipico, dato che in questo film il presidente al contrario di quello di Wolfgang Petersen in 'Air force One', che vedeva il presidente americano trasformarsi in una sorta di Rambo per sbarazzarsi dei dirottatori che lo tenevano in ostaggio, qui invece l'inquilino della Casa Bianca (Samuel Lee Jackson in versione Barak Obama), è distante anni luce da quello intraprendente e pugnace interpretato da Harrison Ford, addirittura le sue sorti (queste si altrettanto funeste) vengono affidate al piccolo Oskari, il tredicenne che lo aiuterà a salvarsi da chi lo vuole morto. Si perché anche qui l'Air Force One, in questo caso diretto a Helsinki, per un pre-vertice del G8, è soggetto a un attentato terroristico. Un gruppo terroristico infatti, lancia da terra dei missili che colpiscono l'aereo e i caccia che lo scortano, ma solo dopo che il presidente (sotto consiglio del capo della sicurezza) entra in una capsula di salvataggio per salvarsi. Poiché il piano complottistico ordito contro di lui non prevede difatti solo l'abbattimento dell'Air Force One, ma di rapirlo ed esibirlo come un trofeo. Ma ovviamente i piani cambieranno quando il giovane Oskari, che si trova nei paraggi per un rito di passaggio all'età adulta (deve infatti dimostrare di essere un uomo tramite una battuta di caccia), aprirà la capsula e l'aiuterà a mettersi in salvo. I due quindi dovranno far fronte a un diverso tipo di caccia in cui interpretano il ruolo di prede anche se Oskari non dimenticherà la sua missione.
mercoledì 14 settembre 2016
Star Wars: Il risveglio della Forza (2015)
Chissà perché ma neanche a farlo apposta questo è il mio 300esimo post, niente di incredibile ma in questa occasione è capitato di recensire il film più atteso, poiché dopo un'attesa di 9 mesi (no non è nato nessuno), e dopo aver assistito a due mesi di pubblicità, trailer e cose varie (dribblando anche gli spoiler), finalmente grazie a Sky sono riuscito a vedere l'ultimo capitolo di una delle saghe di fantascienza più longeve, famose e conosciute di sempre, Star Wars. Perché io, nonostante non sono un fan accanito (ma solo amante del cinema e della fantascienza) ero impaziente di vedere, conoscere e capire le dinamiche, le situazioni e i nuovi personaggi di questo settimo capitolo. Star Wars: Il risveglio della Forza (Star Wars: The Force Awakens) è infatti il settimo episodio della saga di Guerre stellari, il sequel della trilogia originale, così simile nei contenuti a quella straordinaria che dopo aver visto questo, mi è venuto il dubbio che questo fosse un remake sotto mentite spoglie. E difatti è proprio per ciò che il film mi è piaciuto tanto, per le sensazioni (e non solo) simili provate a distanza di anni. Eccezionali le sequenze d'azione, i personaggi e i momenti più drammatici, anche se le emozioni non sono più le stesse, ma era scontato, d'altronde son passati quasi 40 anni. Il film poi come è ovvio riprende la storia, il film (del 2015 diretto, co-scritto e co-prodotto dal bravissimo J. J. Abrams) è infatti ambientato all'incirca trent'anni dopo gli eventi de Il ritorno dello Jedi, e racconta della ricerca di Luke Skywalker (scomparso ormai da tempo) da parte dell'indipendente e solitaria Riley (Daisy Ridley), il soldato pentito Finn (John Boyega) e il pilota di caccia Poe (Oscar Isaac), grazie ad una traccia nascosta nel droide BB-8 e della loro lotta al fianco della Resistenza, guidata da veterani dell'Alleanza Ribelle come la principessa Leila (Carrie Fisher), divenuta un generale, che insieme a nuovi amici, nemici e volti noti, come quello di Ian Solo (Harrison Ford) e del fidato Chewbecca, lotteranno contro il minaccioso Kylo Ren (Adam Driver) e il Primo Ordine, successore dell'Impero Galattico, sotto il comando del leader supremo Snoke (Andy Serkis).
lunedì 12 settembre 2016
Outcast (1a stagione)
sabato 10 settembre 2016
Italian Comedy Week: Solo per il Weekend (2015), Non c'è due senza te (2015), Bianco di Babbudoiu (2016) & A Napoli non piove mai (2015)
Durante i primi giorni di settembre ho visto ben quattro commedie italiane, molto diverse tra di loro, ma paradossalmente uguali nel risultato, mediocre e inconcludente. Ecco perché ho deciso di raggrupparli in un unico post in modo da non sprecare molto tempo, poiché queste quattro commedie, vuoi per il tema, vuoi la trama e i personaggi non convincono ma soprattutto non fanno ridere (al massimo sorridere) e non divertono o intrattengono almeno sufficientemente. Perciò nonostante le buone intenzioni di alcuni di questi, molti sono abbastanza deludenti e neanche lontanamente interessanti. A partire da una surreale e alquanto improbabile commedia di Gianfranco Gaioni, in arte Director Kobayashi (perché poi non si sa), ovvero Solo per il Weekend che racconta tutto quello che succede nella durata, appunto, di un unico (delirante e psichedelico) weekend, a cinque personaggi alle prese con dei malavitosi in una città di Milano completamente evanescente e per lo più notturna. I cinque personaggi in questione infatti vivono molte avventure, alcune anche pericolose (altre esilaranti un poco), al fine di recuperare una valigetta piena di soldi in mano ad un tizio di colore proveniente dalla città di Las Vegas. E tra bische clandestine, strade deserte ed individui assai improbabili e con gusti ed atteggiamenti particolari, si snoda l'intera vicenda che ovviamente si risolverà pienamente ed a buon fine. Come si evince dalla trama perciò si intuisce di come il film giri tra il grottesco e il surreale, ma anche se alquanto irreale ed esasperata, costituisce però il "motore" di questa pellicola dove non è tanto importante la verisimiglianza bensì la tipologia dei personaggi assurdi ed ognuno con caratteristiche proprie particolari. Personaggi che nonostante vanno spesso a braccetto con l'eccesso, e anche se non c'è una minima capacità di empatia con questa serie di personaggi assurdi che non esprimono altro che una volgarità senza limiti, vengono comunque interpretati in grande stile da un cast formidabile. Su tutti spicca Stefano Fresi (eccezionale nel ruolo di scheggia impazzita che vive di espedienti sempre al centro di equivoci e disastri annunciati) che già si era distinto nel film "Smetto quando Voglio" e che già per fattezze fisiche desta simpatia e complicità, anche se il suo personaggio utilizza degli anziani come dei pirla da truffare (una cosa che rasenta il fastidio oltre il limite della tolleranza e di decenza) o come "pervertiti sessuali" come l'assurdo prete che paga la giovane prostituta (la bellissima Matilde Gioli che non passa mai inosservata) per fare da "cameriera". Lei che al suo secondo ruolo di spicco dopo Il capitale umano, conferma il proprio talento grazie alla forte presenza scenica e a una mimica affascinante.
venerdì 9 settembre 2016
Sharknado 4 (2016)
mercoledì 7 settembre 2016
Interstellar (2014)
lunedì 5 settembre 2016
Scream Queens (1a stagione)
sabato 3 settembre 2016
Ricordi d'estate a Misano Adriatico
Anche se l'estate è già praticamente finita non potevo non parlarvi delle più belle vacanze passate in Romagna, spinto dalla voglia di raccontare (l'anno scorso, qui, parlai di quelle estati passate a Castellaneta Marina con i nonni) e grazie a Vanessa Varini e la sua ultima vacanza passata in quei posti (qui e qui) che mi ha fatto ripensare e ricordare, vorrei sfogliare l'album dei ricordi a quando quell'estate del 1995 mia madre spinta dalla voglia di viaggiare, 2 giorni prima di Ferragosto decise di fare le valigie e partire senza una meta precisa. Difatti neanche lei sapeva dove volesse andare, disse solamente 'sopra' (ovvero verso il Nord) per visitare altri posti. Perché non è che il mare da noi non ci fosse, anzi, vivendo in Puglia (provincia di Bari), meta ambita da tutti, il mare splendido e pulito ce ne a volontà. Difatti l'idea era andare verso Foggia, verso Vasto o Vieste, ma quando arrivammo vicino all'uscita decidemmo di proseguire, e Pescara sembrava adatta alle esigenze ma trovandoci vicino alla Romagna non resistemmo (soprattutto io e mio fratello) a proseguire, in quegli anni la Costiera Romagnola era ambitissima (e lo è anche adesso) perciò volevamo andarci nonostante non fosse l'idea iniziale. Una volta arrivati a Rimini però non riuscivamo a trovare un albergo, per fortuna girando finimmo a Misano Adriatico (più precisamente Misano Brasile) perché trovammo un albergo carinissimo, l'Hamilton. Qui per avere una stanza dovevamo per forza stare tre giorni, non un grande problema direte voi ma i soldi erano proprio giusti giusti, però arrivati lì cosa potevamo fare? arrangiarci e basta. Che poi la cosa buffa è che proprio alla partenza, fortunatamente solo dopo fuori paese, tornammo indietro perché li avevamo dimenticati! A dir la verità tornammo indietro un'altra volta (sempre allo stesso punto) perché non avevamo preso il mio salvagente. Insomma una piccola odissea che però valse la pena di affrontare perché fu davvero bellissimo. L'hotel si trovava a soli 200 metri dal mare e neanche a farlo apposta festeggiava il 25esimo anniversario, tanto che nel giorno di Ferragosto prepararono una porchetta gigantesca (un giorno forse ve la mostrerò anche se gli animalisti non saranno felici). In quei tre giorni ci divertimmo tanto anche se il tempo non era bello, il mare non era granché e la movida non ci interessava, ma passammo tre giorni di relax, passeggiando soprattutto la sera sul lungomare (abbastanza buio anche se successivamente l'avrebbero aggiustato facendolo diventare bellissimo come si evince dalla foto del post scattata nel 2004), passando mattina e pomeriggio sulla spiaggia (la mia foto del profilo attuale, che trovate più giù, è stata infatti scattata lì) e la sera divertendoci a goderci il paesaggio e andare sui dei mini go-kart sulla pista adiacente la spiaggia. In più anche all'interno dell'hotel ogni tanto mettevano la musica (quell'anno il 1995 era festa appunto) e si ballava come nelle balere con Casadei.