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giovedì 13 ottobre 2016

Predestination (2014) & Il luogo delle ombre (2013)

Continuano i film 'doppi', in questo caso per raggruppare alcuni 'simili', oggi vi parlerò di due thriller fantascientifici, il primo sci-fi temporale, il secondo sul paranormale. I viaggi nel tempo hanno costituito, soprattutto dagli anni '80, un presupposto stimolante e intelligente per sviluppare una serie di pellicole che, da Ritorno al futuro in avanti, sono divenuti un vero e proprio genere nel genere. Predestination, opera dei due fratelli registi Spierig, segue questo filone e ha una trama la cui vicenda ufficiale forse la dirò tra poco. La sua 'vera' storia tuttavia è un ingarbugliato via vai temporale che non può proprio essere raccontato, se non si vuole svelare il nodo cruciale della vicenda, bruciando lo stesso film e devastandone la visione. Diciamo che, mettiamo il caso sognate di poter viaggiare nel tempo, sognate il più grande paradosso temporale possibile e troverete questo film. Posso solo dire perciò che tutta la complessa (e pure molto macchinosa vicenda) si basa sull'enigma principe che affligge l'uomo allorquando egli si interroghi sulle incognite inerenti la nascita della vita sulla Terra: ovvero 'è nato prima l'uovo o la gallina?'. Comunque per chiarezza, questo  thriller fantascientifico del 2014, adattamento cinematografico del racconto Tutti voi zombie (...All You Zombies...) del 1959 di Robert A. Heinlein, parla di un viaggiatore del tempo che si sposta freneticamente da un anno all'altro per dare la caccia a un attentatore dinamitardo che sconvolge gli Stati Uniti. Il suo viaggiare però lo porta a incrociare persone e storie che lentamente dispiegano il loro significato, in un quadro surreale denso di incognite temporali che minerà le sue residue certezze sul significato da attribuire al tempo ed alla sua stessa identità. Come detto in precedenza Predestination è un film con una trama all'apparenza complessa, ma che grazie ad un'ottima regia riesce a farsi capire alla perfezione e ad apparire allo stesso tempo prevedibile ed improbabile, rischiando anzi di cadere nel banale, salvo poi stupirci poi effettivamente con tutta una serie di avvenimenti che è davvero pressoché impossibile indovinare dall'inizio, scoprendo nel finale altarini che per un'osservatore attento erano visibili fin da subito, ma che alla fine rendono rocambolesco ed eccessivamente convulso il via vai temporale.
Dopo un inizio lento e didascalico (e monotono) infatti che sorprende per la meticolosa narrazione, il film decolla in un crescendo di incastri e viaggi nel tempo che disorientano, sembra praticamente che non si capisca nulla, ma verso la fine del film, fortunatamente, si cominciano a capire i vari collegamenti che ci sono tra i protagonisti (o dovrei dire IL protagonista) e si riescono quindi a collegare piano piano le varie vicende che ci sono state raccontate nel corso della narrazione, lasciando però alla fine il dubbio che una vicenda simile sia umanamente possibile. Difatti, la pecca più evidente di questa pellicola è proprio il finale, sembra infatti che tutta la complessità della trama non si risolva affatto. Certo, si comprende che, in realtà, il protagonista è unico però non esiste una spiegazione sulla sua vicenda. Insomma, sembra quasi un "Inception" a cui manca qualcosa per essere completo. In effetti sembra quasi un assemblaggio tra Inception e Minority Report. In ogni caso questo è un ottimo esempio di cinema fantascientifico, i fratelli Spierig interpretano magistralmente un'opera di Heinlein traducendo l'ambientazione letteraria in un contesto scenografico semplice ma efficace. E anche se in effetti è tutto molto cervellotico, anche se è proprio questo il ruolo della fantascienza, negare un unico postulato scientifico, elaborare una trama coerente che conduce all'impossibile, lentamente ma inesorabilmente, per farci infine trovare nel nulla, alla ricerca di un punto di riferimento che non esiste, tutto funziona abbastanza bene. Ma oltre ad un'ottima storia abbiamo un Ethan Hawke più che ispirato, accompagnato una buonissima regia e un'altrettanto buona fotografia. L'interpretazione di Sarah Snook però è la meglio riuscita, risulta benissimo (in verità non tantissimo) sia nei panni di donna che in quelli di uomo, soprattutto in questi ultimi, poiché a un primo sguardo, quando interpreta John, assomiglia incredibilmente e un po' forzosamente ad un giovane Leonardo di Caprio. Addirittura nei panni di donna a volte non è credibile, anche se lei è davvero molto brava e bella, comunque vista e piaciuta precedentemente nel valido catastrofico These final hours e nel discreto horror Jessabelle. Nel complesso quindi un'ottimo lavoro, anche se da un lato con alcuni piccoli accorgimenti sarebbe potuto diventare uno dei film più avvincenti degli ultimi 10 anni dall'altro lato la linearità della trama ha consentito di rendere comprensibile a tutti una storia, o meglio un concetto, tutt'altro che scontato. In ogni caso Predestination, che sembrerebbe essere un film d'azione, ebbene, non lo è, o almeno non del tutto, è tutt'altro che pessimo. Il film infatti, basato su un racconto di Heinlein che personalmente non ho letto, che di certo, però, non bisognerebbe leggerlo per capirlo meglio, si fa apprezzare per l'atmosfera retrò e da B-movie che lo rende simpatico ed apprezzabile, anche se le riserve di cui sopra, ed i luoghi comuni ormai abusati in tema di viaggi ed assurdi temporali, la furbizia di fondo che lavora molto (troppo) sulla supposta predisposizione del pubblico a farsi raggirare come e più che si può, lo rendono un progetto interessante, curioso più che riuscito a tutti gli effetti. In definitiva però, che mal di testa che viene. Voto: 6+
Il luogo delle ombre (Odd Thomas) è un atipico e alquanto inusuale thriller horror del 2013 diretto da Stephen Sommers (La mummia 1 e 2, Van Helsing), adattamento cinematografico de Il luogo delle ombre di Dean R. Koontz, primo romanzo della serie Odd Thomas. Il protagonista, un ragazzo di venti anni che conduce la propria esistenza nella città desertica di Pico Mundo, in California, è interpretato dal compianto Anton Yelchin (qui davvero bravo) prematuramente scomparso poco tempo fa. Lui però che sembrerebbe un ragazzo come tanti altri, ha un dono speciale, può percepire la presenza dei defunti con qualcosa di sospeso e non solo. I defunti infatti con i quali però non può parlare ma, nel caso siano deceduti per morte violenta, può cercare di risalire ai colpevoli, gli appaiono per aiutarlo a risolvere i crimini di cui sono stati vittime ed aiutarlo per prevenire future carneficine. Un giorno però nella tavola calda dove lavora, appare un misterioso uomo, che Odd soprannomina "Fungus Man" (a causa della sua carnagione che ricorda la muffa e del suo bizzarro taglio di capelli), seguito da un grande sciame di Bodachs, creature oscure che appaiono solamente durante i periodi antecedenti a morti e carneficine (una variante del goblin o del bogeyman). E grazie al suo dono soprannaturale, Odd intuisce che il misterioso uomo è collegato da un'imminente catastrofe che sta per abbattersi sulla città, ma Odd avrà solo 24 ore di tempo per sventarla. In questa sua missione sarà aiutato dalla sua giovanissima e bellissima fidanzata Stormy (la meravigliosa Addison Timlin) di cui è follemente innamorato a cui è legata dal destino. I due credono negli ideali idealissimi, e Odd, accompagnato da una figura paterna sostitutiva quale è il capo della polizia locale (interpretato da un William Dafoe comunque sempre bravo anche se un po' alleggerito dalle sue parti solitamente drammatiche), ha tutte le carte in regola per essere il poliziotto giustiziere paranormale della cittadina, che deve difendere dal male imminente e ovviamente ci riuscirà, non senza danni collaterali. Il luogo delle ombre è un prodotto americano accettabile, il film infatti mi è piaciuto. Non solo per l'interpretazione del confine labile tra vita e morte, ma anche per la trama che tiene bene un certo ritmo. Non ho visto difatti vere incoerenze di fondo, probabilmente ce ne sono numerose in altri film con ottime valutazioni, ma in questo si possono reggere. Il film però che in ogni caso mi è parso 'strano' fin dall'inizio perché soffre troppo di una vena commediante, sembra soltanto una commedia, rovinando in parte la trama, questo perché il film attraversa bruscamente diversi generi, dal comico all'horror fino al fantasy con qualche sprizzata di giallo, ma gli equilibri non sono ben dosati e lisci, semmai abbastanza didattici e meccanici, come se mancasse quel po' di rodaggio per far decollare il film. Non mancano ovviamente le sorprese, anche improvvise, soprattutto nel finale (che mi ha lacerato il cuore), ma non lasciano un grandissimo effetto, tutto scorre via in un deserto di sopravvivenza, contro i nemici di turno, per meritarsi l'Aldilà. Ci sarebbe molto da dire su questo punto, molto ideologico e moralistico, ma bisognerebbe aprire porte che vanno al di là del film. Mi limito a dire che è il solito ritornello, giustizia infinita, un po' troppo forzato. C'è da dire però che il regista è un professionista esperto in effetti speciali e anche in questo caso dimostra una particolare attenzione in materia offrendo ai temibili Bodach (davvero fatti bene e pure spaventosi) molteplici possibilità di apparizione. Per il resto però la sceneggiatura, per quanto basata su un romanzo di Dean Koontz, non risulta particolarmente originale se non per i colpi di scena che animano la parte finale, perché al centro ci sono un nerd che non è tale in quanto dotato di sensibilità extrasensoriali. Molto infatti viene lasciato in disparte senza spiegazione, poiché di carne al fuoco ce n'era eccome, ma mentre Koontz riusciva a districarsi agevolmente tra mood variegati e plumbee tematiche mortifere (sagaci le incursioni di black humour, su pellicola invero assenti), dando un senso pregnante a termini abusati quali weird o creepy, il regista de Il luogo delle ombre non se la cava altrettanto bene. Sembra perdersi a livello visuale tra luoghi spettrali, antri di decadenza e disfacimento, trattandoli con un'estetica eccessivamente commerciale. Il film risulta, così, slegato, e la premura del regista di inserire più elementi possibili del novel, lo fa risultare addirittura pretenzioso. Peccato perché ci sono serie televisive che, in materia, trovano sin dal pilot una più ampia articolazione narrativa di questo. È proprio l'equilibrio tra commedia (il fatto che il protagonista fedelissimo alla sua Stormy sia attraente per altre interessanti fanciulle) e horror (non mancano momenti efficaci su questo versante) che risulta un po' fragile indebolendo così l'esito complessivo. In ogni caso è un film interessante, fresco e originale a suo modo, da vedere ma senza grosse aspettative. Lo consiglio soprattutto per chi ama questo genere di film. A tratti mi ha ricordato Constantine (personaggio accattivante), ma questo appare molto più credibile. Voto: 6+

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