Pagine

martedì 6 dicembre 2016

Marte (1a stagione) [Prima parte]

Ha debuttato poco meno di tre settimane fa in tv, tra lo stupore generale, uno dei progetti cinematografici e televisivi più ambiziosi di sempre, quello de 'La più grande avventura di sempre nella storia dell'uomo', ovvero la colonizzazione del pianeta rosso, cioè Marte. Un progetto che non sembrava essere straordinario, invece dopo aver visto le prime tre puntate, la quarta delle sei totali andrà in onda stasera, ne sono rimasto affascinato. Ecco perché nonostante io sia arrivato soltanto a metà non potevo esimervi nel consigliare di vederla, perché Marte, la nuova miniserie evento di National Geographic Channel è qualcosa di veramente eccezionale. In più è diretta da un certo Ron Howard (straordinario regista) e prodotta da lui stesso insieme a Brian Grazer (uno dei produttori più famosi di Hollywood), perciò cosa volere di più? Niente, soprattutto se le vicende narrate sono a dir poco fantastiche. Le vicende narrate infatti si sviluppano tra il presente e l'anno 2033, alternando dati scientifici e rappresentazione cinematografica, vicende che ci trasportano direttamente alla vigilia della prima missione dell'uomo sul pianeta rosso. Difatti nell'anno 2033 lo sbarco dell'uomo su Marte sta per diventare realtà. Mancano 90 secondi all'atterraggio e l'equipaggio della navicella Daedalus, che vive con ansia questi ultimi tormentati momenti che li separano dal toccare terra sul pianeta rosso, è pronto per questo storico avvenimento. Nonostante però abbia avuto il miglior addestramento e abbia le migliori risorse disponibili, l'equipaggio dovrà spingersi sull'orlo delle capacità umane per riuscire a creare con successo la prima colonia eco-sostenibile su Marte. A metà tra un documentario (grazie alle testimonianze delle menti più brillanti della scienza) e un film (con ricostruzioni fedeli e precise di una perfetta missione spaziale), Marte infatti ci racconta in modo strabiliante come sarà finalmente possibile replicare lo sbarco dell'uomo sulla Luna sul pianeta rosso. Un racconto che via via si fa sempre più incredibile. Storia che perseguendo il doppio scopo di informare, come è abitudine e forza della rete televisiva internazionale, racconta una storia avvincente, un ibrido innovativo e interessante, soprattutto per come la serie è strutturata e sulla sua particolarità.
Marte infatti è composta da due anime parallele e distinte, da una parte c'è quello che ci si aspetterebbe da una produzione National Geographic, lo spirito divulgativo, la descrizione e analisi delle caratteristiche e difficoltà di una missione che si prefigge lo scopo di portare l'uomo sul quarto pianeta del nostro Sistema solare, dall'altro la cosiddetta fiction, la finzione e il sogno, una storyline ambientata nel 2033 e che racconta il risultato dei progetti che parallelamente ci vengono descritti, seguendo l'avventura spaziale dell'equipaggio della prima missione umana su Marte e il viaggio di sei astronauti alla volta del pianeta rosso. Un viaggio a cui non mancheranno ostacoli, imprevisti e drammi, come è intuibile dall'inizio. Marte però funziona perché utilizza le caratteristiche tipiche dei film per raccontare il futuro, unendo insieme gli elementi del docu-verità per raccontare il presente. Ed è attraverso le interviste delle menti più brillanti e innovative della scienza moderna che la miniserie ci rivela come la ricerca e lo sviluppo stiano creando la tecnologia spaziale che renderà possibile il nostro primo tentativo di missione su Marte. E per fare ciò Marte utilizza interviste a persone direttamente coinvolte in progetti per la "conquista" del Pianeta rosso. A partire da Elon Musk, fondatore di SpaceX, l'azienda aereospaziale statunitense che sta lavorando allo sviluppo di tecnologie che riducano i costi dell'accesso allo spazio, Charles Bolden, amministratore della NASA e ex astronauta, James Lovell comandante dell'Apollo 13Jennifer Trosper, mission manager di Mars2020, e Andy Weir, autore di The Martian. Informazioni così essenziali che vanno quindi dalla descrizione delle tecnologie ipotizzate per l'impresa ed una descrizione esaustiva dei pericoli insiti in un viaggio del genere e delle conseguenze sull'organismo umano di una permanenza così prolungata a gravità zero. Insomma rappresenta una porzione della serie che riesce nel suo scopo, di informare e proporre una panoramica interessante e mediamente approfondita, come ci si aspetterebbe da una produzione del settore. Una panoramica che riesce a trovare un equilibrio anche con l'altra metà di Marte, quella che ci immerge nella missione del Dedalus del 2033 in compagnia dei sei membri dell'equipaggio, selezionati per questa storica missione sulla base delle loro incomparabili competenze in settori essenziali per il successo del progetto.
Un progetto dove troviamo il comandante Ben Sawyer (Ben Cotton, Battlestar Galactica: Blood and Chrome), la pilota coreana Hana Seung (Jihae) la cui sorella gemella fa parte della squadra di controllo a terra con base a Londra, l'idrologo e geochimico spagnolo Javier Delgado (Alberto Ammann, Narcos), la fisica e biochimica francese Amelie Durand (Clementine Poidatz, Profiling), l'ingegnere meccanico nigeriano Robert Foucault (Sammi Rotibi, Batman v Superman: Dawn of Justice) e l'esobiologa e geologa russa Marta Kamen (Anamaria Marinca, Fury). Di certo perciò non attori famosi, ma utili alla causa, perché è anche grazie a loro, ma anche alle interessanti musiche di Nick Cave e Warren Ellis, oltre che dei costumi dell'italiana Daniela Ciancio, che Marte è imperdibile. Ma soprattutto il continuo alternarsi di realtà documentaristica e finzione in Marte provoca un effetto unico, che non può essere trascurato nel valutare la riuscita di quello che va considerato un esperimento, e anche se talvolta il montaggio e l'affinità tematica tra quello che ci viene proposto accresce e amplifica l'interesse, e altre volte il passaggio è straniante e in qualche modo fa uscire lo spettatore dalla storia, la serie di National Geographic è da considerarsi apprezzabile e interessante anche e soprattutto in prospettiva futura, quando questo nuovo modello di format proposto dal popolare network scientifico avrà raggiunto una sua maturità e sarà capace di dare equilibrio ad ogni sua parte per un'esperienza totalmente appagante sotto ogni punto di vista. Nel frattempo, godiamoci questo viaggio su Marte e sogniamo il giorno in cui anche la metà fantascientifica di questa storia potrà essere realtà. Una storia che emoziona, ti coinvolge, ti appassiona, ma soprattutto diverte grazie a veri personaggi, vere storie che rimangono impresse, perché belle, interessanti e convincenti come la serie. Una serie innovativa, efficace ed elettrizzante che vi farà dimenticare tutto, perché se ti prende non la lasci più. 7/10

2 commenti:

  1. Cavolo, quindi è così bello!
    Inedito come format, questo divulgativo-fiction, e potrebbe funzionare anche per altri progetti.
    A me lo spazio e la fantascienza non piacciono proprio (è un argomento che non mi ha mai appassionato molto), quindi spero di vedere progetti analoghi su altri temi.
    Howard è una garanzia, come regista. Il compitino lo svolge sempre bene :)

    Moz-

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Certo che è bello soprattutto perché unico, visivamente spettacolare e interessante anche se rivolto a chi ama il genere o i temi :)
      Non solo la regia è ottima ma anche i costumi e la musica ;)

      Elimina