Pagine

venerdì 16 dicembre 2016

The Green Inferno (2013)

Solo dopo la visione non tanto eccezionale di questo film mi è sorto un dubbio, ma era davvero un film horror? No perché anche se tutto sommato mi è abbastanza piaciuto, mi aspettavo di meglio da questo film, soprattutto sul piano dell'orrore, infatti a parte poche scene di violenza ce né poca, forse in 2 scene, per il resto ordinaria amministrazione. Salvo poi scoprire che la versione appena vista era quella cut (censurata), e subito mi sono incavolato, perché senza le parti "crude" (sì ho fatto la battuta) di The Green Inferno, film del 2013 scritto, prodotto e diretto da Eli Roth, è un film a metà, senza senso, senza gusto. Che senso ha far vedere e promuovere un film violento se poi quello che dava quel minimo interesse lo tagli? certo la versione uncut la puoi comprare così stai apposto e puoi capire i motivi della scelta di vietarlo ai minori di 18 anni (in sala l'anno scorso mi sembra di capire), ma allora che senso ha vietare ai minori di 14 anni un film che di così orripilante e sanguinolente non ha niente? Di persone mangiate ne ho visti di peggio in film con gli zombie, quelli sì ha volte disgustosi, perciò che sono cannibali che cambia? per me niente. Anche se devo dire che la mia cultura di genere alla visione di questo e di altri film sui cannibali è relativamente limitata, neanche il discusso Cannibal Holocaust (il film più censurato di sempre) ho visto (e come si poteva soltanto 15 anni fa?), perciò non posso paragonare i due film, anche se alcuni film riguardante il cannibalismo ho visto, da Il silenzio degli innocenti a Le colline hanno gli occhi, quelli sì che facevano 'accapponare' la pelle, questo The Green Inferno invece niente di particolare, solo disgusto per un film, nella versione vista, inutile. Inutile dato che non è neanche il remake del film di Ruggero Deodato, a cui il regista dedica la pellicola, perché se lo era forse qualcosa di meglio poteva esserci, anche se probabilmente l'avrebbero ugualmente tagliato, dato che l'odiatissimo politically correct, sta raggiungendo livelli davvero ridicoli e insopportabili, in più da quello che mi è sembrato di capire anche nella versione integrale qualcosa è stato tolto, il che mi sembra davvero strano. La storia poi ovviamente è scontata ma è in funzione del massacro degli indigeni/cannibali a danno dei poveri mal capitati di turno, un gruppo di studenti attivisti che raggiunge l'Amazzonia per condurre sul luogo la battaglia per proteggere una tribù di indios che rischia l'estinzione. Nella giungla, però, il gruppo si ritroverà ad essere ostaggio degli stessi indigeni che ha provveduto a mettere in salvo.
Ma la cosa che mi ha più disturbato di questo The Green Inferno è l'ambiguità del messaggio, sia ambientalista che progressista (in senso negativo), del regista in cui emerge di più il lato politico, non è chiaro infatti quale sia il fine effettivo del film, dal finale fa intendere un pensiero giusto e ambientalista, dallo svolgimento il contrario. Tutti i personaggi poi sono troppo stereotipati, il fattone, la ragazza 'hopauraditutto', il tipo grasso ucciso per primo, la vergine ecc. Ma non è momento di giocare altre carte? Si è un omaggio, ma ormai ci si è stancati di questi luoghi comuni. Altra pecca sono appunto gli indios, i cannibali, il punto cardine del film, efferati e vendicativi per la distruzione del loro luogo natio...e quindi mangiano le persone? Mi sembra un'ipocrisia, insomma gli indios ritratti così sono davvero poco attendibili. Nella pellicola infatti trovano solamente un gusto perverso alla violenza, e usare un semplice pretesto per mostrare più efferatezze possibili (che poi non sono manco tante dato che non succede nulla nei primi 50 minuti), senza poi nella pratica farle vedere è inutile. The Green Inferno difatti parte in maniera estremamente lenta, tanto che all'intervallo (a 45' su 90') praticamente non era successo ancora nulla di rilevante, se non il trascinarsi sullo schermo di storie superflue e mal recitate. Però se l'attesa fosse valsa la pena sarebbe stato pure perdonabile...e invece no. Le scene d'azione sono scarne e quelle di violenza molto poco violente, o comunque molto meno di quanto fosse lecito aspettarsi, soprattutto pensando che questo è un film ispirato a Cannibal Holocaust (e quello si che era un film molto violento). Certo, alla fine è un film che scorre bene e che intrattiene il giusto, ma mi aspettavo di più, dato che non si vede nulla di scioccante. Il film comunque ha la sua buona dose di momenti violenti e sanguinolenti, ma probabilmente c'era da aspettarsene un po' di più, anche solo mettendo a confronto i suoi lavori, soprattutto Hostel (in fin dei conti solo un buon film di genere e nulla più che oltre al merito di essere il primo torture porn arrivato agli occhi del grande pubblico non ha nient'altro), il film che l'ha consacrato a 'maestro dell'horror' senza avere le giuste doti. Basta vedere Knock knock per constatare che qualcosa che riguardi l'horror c'è ben poco. Eli Roth infatti non mi ha mai convinto troppo. Eppure in quel film mi aveva pure spaventato per la crudeltà, ma qui neanche l'ombra.
Certo non m'aspettavo da The Green Inferno un capolavoro del genere horror, ma sicuramente si poteva dare di più, la delusione è grande almeno quanto grandi erano le mie aspettative. Il film tenta di scioccare con qualche scena di violenza buttata lì ficcandoci a forza un messaggio ambientalista che però non arriva. E' debole, non colpisce e non fa riflettere. Ma tenendosi sul generale tutto in questo film è dannatamente forzato, ironia, caratterizzazioni dei personaggi e citazioni comprese. I cannibal movie hanno sì sempre utilizzato personaggi stereotipati e l'estrema violenza per veicolare un messaggio sociale, ma è evidente che Eli Roth in questo caso ha tentato di fare suo un genere che non è nelle sue corde. Un grosso (probabilmente più di tutti) errore però è stato quello di aver dipinto i cannibali come dei sadici torturatori assetati di sangue anziché un tribù con delle proprie tradizioni che cerca di difendersi dal nemico che minaccia il proprio territorio. Cosa che penalizza e nemmeno poco il messaggio che il film cerca di mandare. In più anche se le scene di violenza sono ben fatte, non colpiscono lo spettatore come magari è successo nei due film precedenti del regista, in questo è più gratuita e il messaggio sociale che negli Hostel si intravedeva, qua si perde e lascia il film nell'anonimato facendo dimenticare il film allo spettatore poco dopo averlo visionato. In ogni caso carina la colonna sonora, la denuncia sociale invece no, resta troppo nascosta e troppo timida. Gli attori poi a parte Lorenza Izzo (moglie del regista se non ricordo male, comunque sempre bella e gnocca), gli altri sono poco più che amatoriali, e a volte cadono nel ridicolo. In definitiva però non che sia un film totalmente da cestinare, c'è comunque un buon lavoro di regia, delle belle ambientazioni (anche se un po' ripetitive e prive del senso di prigionia che vorrebbero suggerire) e un buon ritmo che non rende mai il film noioso e pesante da seguire. Di sicuro è un'ora e mezza che vola e ci si può anche divertire, ma di più non lascia. E' un film fuori tempo massimo che anche se fosse uscito all'epoca d'oro del genere sarebbe finito nel dimenticatoio, come probabilmente farà in futuro. Stantìo, scialbo, senz'anima e, per essere un cannibal movie, all'acqua di rose. Per quanto mi riguarda Eli Roth si conferma quindi un regista decisamente sopravvalutato. In conclusione perciò film sconsigliabile. Voto: 5

6 commenti:

  1. E manco a farlo di proposito... a me è piaciuto un casino.
    Visto al cinema, preso il dvd, rivisto con amici proprio una settimana fa.
    Una grandissimo omaggio a Cannibal Holocaust senza scimmiottarlo.
    CH lancavia un messaggio importante, all'epoca: chi sono i veri cannibali?
    Green Inferno rilancia, in modo ancora più stronzo e ambiguo (lo hai detto anche tu) e dà schiaffi al politically correct da salotto, tipico di certi fastidiosi ambienti.
    E' comunque un film del suo tempo -ossia oggi- ma anche CH lo era, dopotutto^^

    Moz-

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Beh ci credo, per chi ha visto al cinema il film era integrale, invece per chi come me l'ha visto senza il meglio non mi ha proprio soddisfatto, e poi non è giusto che per rivedere tutto bisogna per forza comprare il dvd..
      Comunque il film come anche tu hai sottolineato in parte funziona, ma proprio per la scelta insensata di censurarlo mi ha infastidito non poco..

      Elimina
  2. A me non è piaciuto affatto invece, capisco l'omaggio a Cannibal Holocaust ma mi è sembrato un film proprio senza anima... boh. Il quasi contemporaneo Knock Knock invece mi ha divertito :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Almeno tu la pensi come me, infatti nonostante non c'entri con l'horror e nonostante tutto, Knock Knock è meglio, tanto meglio di questo senza sostanza, che sì un po' mette soggezione ma non a livello dell'originale ;)

      Elimina
  3. Ciao.
    Non ho visto Green inferno e nemmeno ci tengo a vederlo.
    Ho letto parecchie recensioni negative su questo film e adesso anche la tua.
    Il genere Cannibal movie ha fatto il suo tempo.
    Cannibal Holocaust è un gioiellino sia per le immagini contrastanti come violenza ,splatter e sangue con location paradisiache e musiche che sono vere e proprie sinfonie.
    Forse era il primo nel suo genere gia a quegli anni e poi ha datto origine a tanti film copia...però per quegli anni e quel contesto potevano anche starci.
    Unico grande neo che mi uccide sul piano personale il film ,sto parlando del film di Deodato naturalmente è che le violenze perpetuate agli animali che si vedono nel film purtroppo sono reali.
    Quindi abbasso Cannibal Holocaust...sul piano morale!
    Ciao Pietro
    Massimiliano

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao, probabilmente hai fatto bene, comunque anch'io credo che sia superato soprattutto perché non fa più così tanto clamore, al contrario di quel classico, certamente migliore in tutto a parte qualche dettaglio come quello da te descritto. Bye Max ;)

      Elimina