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venerdì 17 febbraio 2017

The Exorcist (1a stagione)

Dopo la mediocre e neanche tanto eccezionale prova di Outcast, la Fox è tornata sul tema demoniaco e l'ha fatto rispolverando un classico della cinematografia, The Exorcist di William Friedkin. Un ritorno in grande stile dato che la lotta contro il famigerato demone sumero Pazuzu, che è proseguito senza esclusione di colpi in questa serie, è stata così intensa che secondo me ha fatto personalmente diventare, la serie, uno degli show targati Fox più ipnotici, sorprendenti e, perché no, divertenti degli ultimi anni. Perché The Exorcist, serie televisiva americana del 2016, ideata da Jeremy Slater e trasmessa dal 23 settembre 2016 dall'emittente Fox, rivela fin dal pilot un'ottima direzione tecnica che vede svilupparsi principalmente una scenografie e fotografia da Oscar, le atmosfere fumose e dark e l'utilizzo di una luce fredda quasi asettica danno alla serie la giusta atmosfera da brividi. Anche se quello che manca ed è mancata per buona parte è ed è stata soprattutto una giusta dose di 'terrore', quello vero, poiché nonostante la serie è stata indubbiamente capace di creare tensione, merito principalmente di una regia capace e di una storyline costruita ad hoc, è stata ben lontana dall'essere lo sconvolgente show figlio di uno dei film più spaventosi di tutti i tempi. Colpa probabilmente e ovviamente di una sceneggiatura non originale, anche se l'autore (in una famosa intervista di qualche tempo fa) si dichiarava intenzionato a creare qualcosa di nuovo, di inedito e alternativo, limitarsi a ricalcare la formula del film originario non gli interessava, il suo The Exorcist non avrebbe rappresentato un reboot né un remake, e non avrebbe esaurito le sue potenzialità in seguito a qualche 'classica' scena dedicata a un paio di preti intenti a spruzzare un po' d'acqua santa sulla faccia di una povera ragazzina con le guance sporche di muco. Il rispetto per la pellicola diretta da William Friedkin avrebbe rappresentato una componente importante, certo, eppure la necessità di raccontare una storia completamente nuova, fresca, solida e convincente avrebbe dovuto avere la priorità su tutto. Ed è quello che è successo, perché nonostante non nutrivo grandi aspettative, a proposito di questo particolare progetto, un po' perché il film è uno dei miei classici horror preferiti di sempre, un po' perché la Fox ci ha dimostrato, nell'arco delle ultime cinque o sei stagioni televisive, di riuscire ormai a partorire solo idee trite, concentrati di banalità e sceneggiati iper-commerciali, volgarotti o semplicemente stantii, e anche se in tutta onestà io non posso considerarmi un esperto della saga originale, a tal punto non vorrei mai lanciarmi in chissà quale paragone dettagliatissimo, dico che il risultato è più che soddisfacente.
The Exorcist infatti, è molto di più di un reboot, molto di più di un remake, ripropone l'inquietudine del male tout court, il demonio, meglio dei troppi epigoni che dal film di William Friedkin sono venuti fuori, con lo scopo di trasporre il romanzo d'origine di William Peter Blatty (recentemente scomparso) in un modo meno convenzionale, senza abbandonarsi alla tentazione continua degli effetti digitali o dei semplici salti sulla sedia ma, piuttosto, insinuandosi con violenza nelle pieghe più deboli delle paure primordiali. E quindi, essendo la storia conosciutissima e assai collaudata, il pilot diretto da Rupert Wyatt (L'alba del pianeta delle scimmie) e scritto da Jeremy Slater (The Lazarus Effect) ha buon gioco a costruire un meccanismo tutto sommato funzionante, che scorre via in maniera precisa e comprensibile, con l'aggiunta di qualche momento effettivamente inquietante. Buona invece l'idea, non necessariamente scontata, di spalmare l'intera storia originale su una serie in più episodi, costruendo dunque una narrativa orizzontale di più ampio respiro invece di prendere spunto dal libro di Blatty per montarci sopra una struttura verticale da 'esorcismo della settimana'. The Exorcist difatti riesce a costruirsi la propria strada prendendo alcune distanze dall'ingombrante ombra del film cult. Al posto dell'anziano Padre Merrin di Max Von Sydow e delle desertiche location irachene, troviamo il forzuto e deciso Marcus in azione tra le simil-favelas di Città del Messico, in costante rottura con i protocolli della Chiesa e con una scomunica che gli pende sulla testa. Al contrario, la storia in sé, ben nota e ripresa dalla serie per sommi capi, è quella classica di due esorcisti, uno vecchio ed esperto, l'altro alle primissime armi, chiamati a risolvere il caso di una ragazzina posseduta dal Maligno. Dallo scetticismo iniziale, specie da parte del prete più giovane, si passa alla consapevolezza di avere di fronte una forza effettivamente soprannaturale, e poi a una lotta spietata contro il Diavolo, nella speranza di liberare la giovane vittima. Giovane vittima, così come nel film di Friedkin, il nocciolo duro della storia infatti verte nuovamente intorno a un'adolescente.
Tutto ha inizio in una sonnacchiosa parrocchia di periferia. Angela Rance (Geena Davis) è preoccupata per la salute spirituale di sua figlia Cat (Brianne Howey), reduce da un grave incidente stradale. Decide quindi di rivolgersi a Padre Tomas (Alfonso Herrera), giovane e promettente astro nascente della Chiesa Cattolica, in cerca di conforto e consiglio. La donna teme che la ragazza possa essere caduta sotto l'influsso del demonio. Salterà fuori, poco più avanti, che Cat non è affatto posseduta, ma semplicemente devastata dal dolore causato dalla tragica scomparsa della persona che amava. Ma il Maligno ha davvero preso di mira una delle sue figlie, Angela non aveva preso un granchio, almeno da questo punto di vista. La vittima designata è Casey (Hannah Kasulka), la 'piccolina' di casa Rance. Con l'aiuto del burbero ed esperto prete esorcista Marcus (Ben Daniels), Tomas tenterà quindi di allontanare il demone dal corpo martoriato e sempre più spossato della povera giovane, scatenando conseguenze inimmaginabili, e portando alla luce un complotto angelico di proporzioni catastrofiche. Mi fermo qui, dato che sono convinto che gli sviluppi di The Exorcist siano in grado di dispensare parecchie sorprese (a chi non l'ha ancora vista), perciò preferisco limitarmi a scrivere quanto riportato finora. In ogni caso tenete in conto questa premessa, si tratta comunque di una di quelle serie outsider destinate a partire un po' in sordina, ma solo per riuscire a ingranare la marcia in fase di percorso e contribuire a far mangiare la polvere alla maggior parte dei suoi concorrenti, il popolare e sopravvalutato Outcast in primis. Ma vediamo cosa mi è piaciuto e cosa no. Allora, prima di tutto, ho apprezzato molto, ad esempio, il perfetto connubio di temi classici e ambientazioni moderne, il tentativo di coniugare le necessità portate da una trama ampia, articolata e piena di spunti, al desiderio di costellare i vari episodi di doverosi omaggi e riferimenti all'intramontabile capolavoro di Friedkin. Trovo, insomma, che Slater sia stato in grado di inserire la sua serie all'interno di un franchise cinematografico molto ben consolidato in maniera saggia, scaltra, intelligente e decisamente inaspettata.
Addirittura riscrivendo (almeno in parte) la mitologia e conferendo nuova linfa ai temi storici della saga (il rapporto con la fede, l'importanza della famiglia, la differenza, centrale, fra religione istituzionalizzata e autentica spiritualità), The Exorcist riesce infatti a imporsi all'attenzione del pubblico e a catturare magistralmente l'immaginazione dello spettatore. Inoltre, ampio spazio viene dato al processo di accettazione della ragazza, fatto di illusioni e sogni, prima della sua completa sottomissione all'orrore (qualcosa che raramente si vede e in modo così 'vero'). Non manca ovviamente neanche il colloquio, la strizzata d'occhio ai vecchi fan, attratti con piccoli indizi (le ricerche su internet che citano il caso di Regan) e grandi omaggi (la Tubular Bells, da brividi e bellissima, alla fine del primo episodio e l'ingresso, sorprendente e a gamba tesa, della serie, in chiusura di mid-season, all'interno della mitologia del film) in una storia in cui eventi soprannaturali e complotti nel clero si intrecciano senza lasciare niente all'immaginazione. La crudeltà di molte scene, tra cui un selvaggio attacco all'interno della metro e l'epifania di un uomo arso vivo, non deve però far pensare al solito baraccone degli effetti, che sono limitati in confronto all'attenzione data alla costruzione della tensione, un esempio per tutti, nel quinto episodio l'esorcismo, pur occupando in real time l'intera durata dell'episodio, viene relegato quasi completamente come rumore di sottofondo per dare spazio alla follia montante all'interno della madre Angela, preludio spontaneo e retroattivamente illuminante alla rivelazione shock di fine puntata. Tutto in modo egregio, tutto pur di trovare anche il tempo, fra una cosa e l'altra, di introdurre le figure di due nuovi e carismatici preti esorcisti, il volenteroso ma insicuro Tomas, e l'egocentrico e formidabile Marcus. Certo, non è tutto oro quello che luccica. Alcuni episodi centrali dello show si rivelano, a mio avviso, un po' troppo prolissi e 'tiepidini', il background di Tomas, e le sue patetiche tribolazioni amorose con l'odiosa e inetta Jessica (Mouzam Makkar), ad esempio, avrebbero potuto beneficiare di un approfondimento maggiore. O di un rafforzamento narrativo in grado, quantomeno, di giustificare il tempo concesso alla Makkar sulla scena. Geena Davis, dal canto suo, non si dimostra (inutile stare a girarci troppo intorno) completamente all'altezza della sua parte. Idem dicasi per Kirsten Fitzgerald, nei panni dell'ambigua filantropa Maria Walters, che ho trovato un po' troppo statica e fuori fase. C'è da dire, tuttavia, che le magnifiche interpretazioni di Ben Daniels e (soprattutto della bella) Hannah Kasulka basterebbero anche da sole a riscattare queste piccoli 'scivoloni' di stile. Per non parlare dell'episodio finale di The Exorcist, un autentico gioiellino della suspense, dell'horror e della tensione che sicuramente riuscirà a deliziare perfino i fan del genere più appassionati e intransigenti. Insomma qualcosa di discreto e non da buttare, il trend è difatti ormai sotto gli occhi di tutti, se l'ennesima notizia di un remake al cinema scatena dubbi e perplessità, le ultimi stagioni televisive, con Scream QueensAsh vs Evil Dead e Westworld per citarne alcuni, hanno dimostrato che la serialità è l'ambiente adatto a estendere e approfondire l'idea di un film, producendo prodotti di primissimo livello. Poiché anche nel caso di The Exorcist il futuro ci riserverà ancora soddisfazioni (se mai ci sarà), anche se il presente è comunque e in ogni caso ottimo per questa serie che, nonostante non è del tutto perfetta, riesce benissimo a farsi rispettare, a spaventare, intrattenere alla grandissima. Voto: 7,5

10 commenti:

  1. Non potrei guardarlo neanche sotto tortura. l'horror non è proprio il mio genere, sopratutto quando c'è di mezzo la religione, non riuscirei più a dormire, e inizierei a farmi mille paranoie!

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    1. Non è mica un problema, se non ti piace e non è per te fai benissimo a non vederlo, soprattutto se ti crea fastidio ;)

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  2. Pienamente d'accordo con te e con il tuo entusiasmo. Contro ogni aspettativa questa serie mi ha conquistata puntata dopo puntata, anche se non ho apprezzato il twist dell'episodio 5. Spero davvero che la rinnovino, perché non saprei come fare senza Padre Marcus.

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    1. Sì, anche se non gli ho dato un voto altissimo proprio per alcuni piccoli ma importanti difetti, in ogni caso spero in un rinnovo e in un miglioramento, anche senza l'eccellente Padre Marcus ;)

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  3. Non me la immagino una serie horror :-D
    Io amo molto il genere, come sai, però non so se mi piacerebbe seguirlo a puntate.
    Al momento, terminata Desperate Hosewife, ne sto seguendo un'altra sempre leggera, ma non è lunghissima, quindi appena finisce potrei pensare di dare un'occhiata a questa. Anche perché le recensioni mi paiono positive ^.^

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    1. Non hai mai visto una serie horror a puntate? neanche TWD o AHS? secondo me dovresti perché questa serie merita di essere vista, e da amante del genere non puoi perderla ;)

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  4. Non ce la faccio a seguirlo. Ci ho provato ma poi ho lasciato perdere. Bravo come sempre!

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  5. Sono sempre un po' scettica quando creano una serie a partire da un film. Se si tratta, in più, dell'Esorcista non riesco proprio a immaginarmela. Nonostante questo mi fido delle tue parole e quindi ora un'occhiata ce la darò perchè mi hai incuriosita. Spero che, nonostante qualche annunciato difetto, riesca comunque a sorprendermi! Ti farò sapere! :)

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    1. Lo ero anch'io, ma poiché qualcosa di veramente bello e interessante c'è, una chance è legittima, comunque spero davvero ti piaccia e ovviamente aspetterò notizie ;)

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