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martedì 21 novembre 2017

Blood Drive (1a stagione)

In una stagione televisiva come questa mia personale in cui le "stagioni" di molte serie l'hanno fatto da padrone, a parte 2/3 casi più che discreti, ci voleva una scossa positiva ed energizzante, ed è arrivata grazie ad Infinity, che in esclusiva ha mandato in onda da ottobre una serie più folli ed estreme tra le recenti produzioni americane, che omaggia il mondo Grindhouse tra sangue, sesso e provocazioni di ogni tipo (con inclusi pazze pubblicità e folli marchingegni), ovvero Blood Drive, di cui già in estate ne avevo già sentito parlare e di cui non vedevo l'ora di vedere, giacché l'intrigante incipit e la "gustosa" storia mi aveva già convinto a recuperarla il prima possibile. Perché Blood Drive, la nuova serie televisiva prodotta dalla non sempre mentalmente sana emittente SyFy e creata da James Roland (un passato da aiuto regista in tante produzioni), con protagonisti due belloni di turno, Arthur, Alan Ritchson (l'Acquaman di Smallville, il doppiatore di Raffaello nell'ultimo adattamento delle Tartarughe Ninja), e Grace, la sexy Christina Ochoa (da nove anni sui set di diverse serie televisive), senza dimenticare un quasi irriconoscibile Colin Cunningham, ex Pope di Falling Skies, è follia, (in)sano divertimento e intrattenimento ad altissimi livelli trash e gore, poiché niente di quello che vedrete potrà essere preso troppo sul serio e per questo sarà molto divertente. Anche perché l'idea alla base della storia è un concentrato fra Mad MaxFast & Furious e titoli transmediali annessi, Christine: La macchina infernale, il suo capostipite La macchina neraL'implacabile e The Mangler: La macchina infernale (che in italiano ha lo stesso titolo di Christine, ma è un'altra cosa), anche se la prima impressione è che si ispiri al Tarantino dei Grindhouse, la seconda a La corsa più pazza d'America (The Cannonball Run, di Hal Needham, 1981, l'anno di nascita del regista) e la terza al cartone Hanna-Barbera Wacky Races, solo che dovreste immaginare (aggiungendo un mix di droghe sintetiche e sangue splatter di pessima fattura) quella gara ambientata in uno spietato mondo post apocalittico, per ottenere questa incredibile e sorprendente serie.
Blood Drive infatti è una serie talmente splatter che Ash vs Evil Dead (la bellissima e straordinaria serie che l'anno scorso mi fece davvero entusiasmare), al confronto, è quasi niente. Sbudellamenti, cannibali, arti mozzati, corpi maciullati, pazzi furiosi, guerrieri della notte e pure del giorno, e soprattutto sangue. A ettolitri, ogni istante. Tanto, tanto sangue. Non scherzo, tanto. Noi "aficionados" ci divertiamo, gli altri, mi raccomando, stiamo parecchio alla larga. Perché basta vedere il pilot per rimanere di stucco e un po' disgustati (in senso buono per chi sopporta), da quello che vedremo, ma prima un passo indietro. La storia, ambientata in un lontano 1999, racconta di una civiltà ormai sull'orlo del collasso, senz'acqua e senza petrolio, in cui un gruppo di pazzoidi capitanati dall'eccentrico, perfido e caricaturale Julian Slink (Colin Cunnigham, una pedina della perfida multinazionale che ha preso il controllo praticamente di tutto, la Heart Corporation) organizza periodicamente la Blood Drive (per i classici riccastri viziosi che seguono la gara in tv a circuito chiuso), una pericolosa corsa automobilistica a eliminazione che mette in palio 10 milioni di dollari per il vincitore (attirando un bel po' di partecipanti, alcuni dei quali con nomi pittoreschi come Fat Elvis o Clown Dick), e tendenzialmente la morte per tutti quelli che perdono.
In tutto questo, Alan Ritchson interpreta Arthur, un poliziotto che scopre (insieme al suo partner Christopher, interpretato da Thomas Dominique) per caso le attività della banda e decide di porvi fine, salvo poi essere in qualche modo intrappolato nella corsa al fianco della bella e letale (sensuale e pericolosa) Grace D'Argento (la gnocchissima Christina Ochoa), che subito soprannomina lo Barbie e che punta ai 10 milioni per motivi familiari. Ma mentre i due protagonisti (che avranno una interessante liaison, che ovviamente proseguirà ma che avrà risvolti inaspettati), entrambi in cerca di…qualcosa (la sorella, la vendetta, si scoprirà dopo, certo che mamma mia quant'è bella e bona Alex McGregor), si ritrovano loro malgrado obbligati ad essere concorrenti, nella stessa squadra, in questa corsa clandestina (che poi si scoprirà non essere così clandestina) di auto che attraverserà gli Stati Uniti in cerca de la salvezza (da cosa, si capirà dopo), il suo amico poliziotto rimarrà invischiato in una strana "relazione" con una (altrettanto strana e ninfomane) donna-robot della Heart Corporation (la bella e sexy Marama Corlett, perché qui le donne sono tutte strafighe) che gli darà filo da torcere ma che però sarà importante al fine di scoprire tutti i misteri (perché abbiamo un po' di sano soprannaturale) che alla fine chiuderà il cerchio di una storia ricca di amore e odio, giustizia e vendetta, auto e belle donne.
Comunque una cosa non vi ho ancora detto, un dettaglio da nulla (anche se si intravede dalla foto di cui sopra), le macchine della Blood Drive non vanno a benzina, bensì a sangue, quindi per fare il pieno non bisogna fermarsi al distributore, bensì trovare qualche malcapitato da buttare dentro i motori a forma di bocche mostruose, che si premureranno di ridurre il tizio in poltiglia e farne carburante, in più i corridori non possono abbandonare la corsa, altrimenti una carica esplosiva gli farà saltare la testa. Già, capite anche voi quanto la serietà del racconto sia sotto zero, ma quanto possa dare vita a momenti epici come solo i prodotti di serie B possono generare. D'altronde tutto in questa serie riporta ai B-Movie degli anni Settanta in salsa appunto Grindhouse, dove la trama era un pretesto per sangue e violenza e la psicologia dei personaggi veniva lasciata alla libera interpretazione dello spettatore, dopotutto essa ha una fotografia sporca e costumi ultra scenici, le riprese poi in alcuni momenti sono gestite come se stessimo guardano una specie di reality del futuro con stacchi di scena netti ed errori voluti di ogni tipo. Giacché Blood Drive, nato dal quel cinema di serie B, che sapeva attirare l'attenzione grazie all'uso massiccio di scene di sesso e violenza, che non poteva catalizzare l'attenzione dei due autori, e di cui questo è il suo omaggio, l'omaggio ad un mondo ed un genere in voga attorno agli anni '70 del secolo scorso, caratterizzato da doppi spettacoli, costi contenuti e, soprattutto, una qualità delle pellicole proposte piuttosto bassa.
La serie infatti omaggia in qualche modo quelle stesse suggestioni, mettendo in cantiere una serie estrema da diversi punti di vista, un folle condensato di provocazioni di ogni tipo che non si è risparmiata nel metterle in scena con ironia. Uno show che assicura diverse ore di (in)sano divertimento per chi è affine a questo tipo di contenuti. In tal senso è il regista David Straiton a mettere le cose in chiaro fin dalla prima sequenza del pilot di Blood Drive, presentandoci la Grace di Christina Ochoa in apparente difficoltà per mostrarci subito la sua spietata forza. Una prima scena che ci mette immediatamente faccia a faccia con le derive sanguinarie che prenderà la serie, mettendoci in guardia e incuriosendoci, dall'incipit difatti, sappiamo che potrà succedere tutto e lo confermeranno gli sviluppi successivi che ci porteranno in un percorso tematico che andrà di pari passi con quello automobilistico, portandoci a contatto con cannibali, mutanti e folli di varia natura (compreso un episodio ambientato in un istituto psichiatrico), ma non aggiungo altro per evitare di togliervi l'effetto What!?, omaggiando più o meno direttamente i punti di riferimento (e affini) del mondo Grindhouse. Anche perché ricco di citazioni è Blood Drive, anche se quelle importanti restano le prime citate all'inizio, Grindhouse, per lo stile e la cattiveria delle auto, e la Cannonball, perché la storia si snoda lungo una corsa di auto, però antropofaghe.
Ma oltre a quelli due altre ci sono, di seguito, alcune delle citazioni che ho riconosciuto nelle prime cinque puntate (poi ho smesso di farci caso), oltre ai classici anni '70 del genere (Russ Meyer, Troma), tutti i Robocop, tutti i Mad Max, Delicatessen, Wrong Turn, i due Fuga da New York, tutti i Nightmare, parecchio Romero, Dal tramonto all'alba, Machete, Planet Terror e una spruzzatina giusto per sfottere The walking dead. E questo solo perché mi sono scocciato di contarle, dato che c'è anche Inception. Poiché c'è tanta carne al fuoco in Blood Drive, anche se procedendo con la stagione il tono diventa più (auto)ironico, la vena da commedia emerge maggiormente e permette anche a Colin Cunningham con un Julian Slink sopra le righe e brillante, seppur dopo le prime puntate un piccolo rallentamento e cambiamento di intenti sembrava presagire la debacle, fortunatamente però le ultime puntate risollevano le sorti di un prodotto avvincente e spassoso fino all'ultimo. Infatti c'è tanto e diverte lo spettatore con un certo gusto per gli eccessi e le situazioni estreme. L'estremo che sempre ha caratterizzato le folli e assurde produzioni degli anni settanta. D'altronde come detto James Roland, mette insieme un'operazione linguistica molto simile sia a quella costruita in quegli anni, sia a quella costruita da Quentin Tarantino e Robert Rodriguez per il loro doppio film.
Blood Drive infatti, non solo ha (come già accennato) la stessa fotografia sporca di quegli anni e la stessa trama completamente a caso (ma concepita per fornire quante più scuse possibili per la messa in scena di bagni di sangue e orge di ogni tipo), ma anche la stessa qualità approssimativa della recitazione, la stessa sceneggiatura piena di dialoghi pacchianissimi, farciti di pompose frasi ad effetto, le stesse scene piene di comparse agitate, costumi fuori di testa, e di quello stile un po' punk-futuristico che furoreggiava sugli schermi di una quarantina d'anni fa. La stessa ambientazione del 1999, ovviamente, è una chiara dichiarazione di intenti, visto che quello che sarebbe il nostro passato viene in realtà dipinto come il futuro del mondo a cui la serie si ispira. Essendo sostanzialmente "tutto qui", il giudizio su Blood Drive può essere però radicalmente diverso a seconda di come ci avviciniamo a un'operazione di questo tipo. È chiaro che Blood Drive è brutta. Anzi, no, meglio, fa schifo, nel senso letterale del termine. Per molti spettatori, la serie infatti suonerà certamente implausibile nelle sue premesse, troppo violenta, mal recitata, quasi oscena per la pervicacia con cui insegue niente più che la soddisfazione visiva dei litri di sangue, delle fanciulle discinte e dei bei maschioni muscolosi. L'unica differenza, rispetto difatti a una normale serie brutta, è che Blood Drive lo è per scelta.
Perché superato il primo momento di imbarazzo, è abbastanza facile riconoscere la perizia tecnica con cui lo sceneggiatore e produttore James Roland e soci hanno riesumato e rispolverato tutto l'armamentario tecnico, stilistico e tematico di un cinema che non c'è più (comprese le ansie da futuro post-atomico in cui le macchine, piuttosto che aiutarci a vivere meglio, ci usano come cibo), che una volta esisteva per necessità e mancanza di altri mezzi, e che oggi sopravvive per la passione un po' deviata di alcune specifiche personalità. Infatti una volta riconosciuta questa bravura, ci si può pure entusiasmare. Perché a essere bello, più che il contenuto effettivo, è lo sforzo profuso per dargli proprio quella forma lì e non un'altra. Uno sforzo ancora più straniante perché il mondo seriale, nel suo complesso, va da tutt'altra parte, nella ricerca dell'eleganza e della buona recitazione, dei grandi approfondimenti e delle sceneggiature calibrate col bilancino. Ecco, in Blood Drive il bilancino te lo tirano dietro mentre intanto macinano la gamba di un povero cristo che passava di lì. Il che, se preso a dosi non eccessive, ha un vistoso sapore liberatorio, un po' come succedeva (e spero succederà) in Ash Vs Evil Dead, che in termini di follia e puro cazzeggio mi sembra il parente più prossimo di questa nuova (sorprendente, efficace e funzionale) creatura di Syfy.
Certo, non tutte le puntate sono perfette, non tutto viene spiegato e non sempre tutto è coerente, ma se amate questo tipo di produzioni, le loro citazioni e riferimenti e la disinvoltura nel mettere in scena sesso e violenza, se apprezzate quel look vintage con colori saturi, le zoomate nervose e la messa in scena aggressiva, e se piace il genere splatter-nonsense date una possibilità a Blood Drive e non ve ne pentirete, potreste essere capitati nel vostro piccolo angolo di paradiso fatto di 13 episodi dove incontreremo, vedremo e sentiremo praticamente di tutto. Perché oltre a mostri, cannibali e tribù, una colonna sonora intrigante e funzionale, c'è anche un elemento così strano ed inusuale da rimaner interdetti, sbigottiti ma divertiti. Come evidenziato in una foto più su, c'è la censura. Ma attenzione, non una censura adottata per impedirne la visione ai bambini (cioè sì, è anche per quello, anche se questa serie è severamente vietata ai minori), ma una censura usata per riderci su, spiazzare e divertire, aggiungendo ad una serie già di per sé folle ed entusiasmante, quel tocco in più di originalità. Sfortunatamente però il grande pubblico americano non ha il mio stesso entusiasmo per Blood Drive, il quale è stato cancellato dopo solo una stagione. Ma non importa, una sola stagione è bastata affinché la stessa sia, non solo una delle sorprese più gradite (e imprevedibili come la narrazione, non sai mai cosa aspettarti), dell'anno, ma una delle mie preferite degli ultimi anni, anche se tuttavia alcuni problemini di gestione narrativa non la classificano come un capolavoro. Voto: 8-

15 commenti:

  1. Già, ma purtroppo sono solo gli americani a comandare, del giudizio e degli ascolti di noi italiani ed europei non gli interessano...comunque sicuramente ti piacerà ;)

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  2. Mi sembra una cosa bella folle :) difficilmente riuscirei vederla a casa, devo trovare un prodotto che vada bene anche a mi moglie :D magari di sfrodo si..

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    1. Beh sì, è per stomaci forti e soprattutto agli amanti del genere splatter e gore ;)

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  3. Non ne sapevo niente, ma grazie al mio piccolo Piter di quartiere ecco che vengo a scoprire questa perla (e stavolta anche il tuo giudizio e il tuo voto sono alti!)
    Lo vedrò molto presto, come posso perdermi un Death Race simile? *__*

    Moz-

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    1. Quando qualcosa ti sorprende in positivo è ovvio che il voto e giudizio sia altrettanto positivo ;)
      Ho sempre voluto essere Peter Parker, ma io sono un Peter Pan :D
      Spero vedrai, anche perché le citazioni si sprecano :)

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  4. Piano piano la recupero anche io. Tanto, essendo stata già cancellata, non c'è fretta :)

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    1. Già, però è davvero un peccato, perché è troppo bello ;)

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  5. Un film brutto per scelta, questo non lo avevo mai sentito prima. Non posso dire che mi piacerebbe vedere questo film, anzi, non credo mi piacerà però mi è piaciuto molto leggere la tua recensione.
    Ti auguro una bella serata, al sicuro da queste macchine che non conoscono la benzina :P
    Saluti,
    Flo

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    1. Non è un film, è una serie di 13 puntate...comunque sì, brutto per essere più trash possibile e far così divertire ;)
      In ogni caso grazie, mi fa piacere che ti è piaciuto anche solo leggermi :)
      Le macchine meglio elettriche :D

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  6. Me l'ero lasciata scappare, ma adesso rimedio, "Blood Drive" mi sembra talmente folle da risultare divertente.

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    1. Infatti è proprio così (citazione post) "poiché niente di quello che vedrete potrà essere preso troppo sul serio e per questo sarà molto divertente" ;)

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  7. Mitico Thed di Blue Mountain State!
    Già Aquaman in Smallville.

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    1. Io mi ricordo in Smalville perché l'ho vista tutta...la prima serie da te citata no, comunque mi fa piacere che a molti è conosciuto ;)

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    2. Te la consiglio, lì è esilarante l'attore, fa morire dal ridere.
      Vista in pochi giorni a primavera su Netflix. È una college series, degna alternativa a Greek. Si conclude con un film, sempre disponibile su Netflix.
      So di Aquaman solo grazie a imdb, Smallville l'ho mollata dopo la quarta stagione.
      Un Aquaman perfetto, altro che Momoa, che mi piace come attore ma non adatto al personaggio (lui è Lobo, Cristo!).

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    3. Se magari l'avessi Netflix forse l'avrei visto, ma chissà in futuro ;)
      Comunque per Momoa non saprei, quando vedrò Justice League potrei anche darti ragione :)

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