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mercoledì 28 marzo 2018

The Gifted (1a stagione)

A metà tra Agents of S.H.I.E.L.D. e Inhumans, fortunatamente con molti pregi della prima e pochi dei molti difetti della seconda, The Gifted, la serie televisiva statunitense creata da Matt Nix per Fox e basata sui personaggi degli X-Men dei fumetti Marvel Comics, prodotta da 20th Century Fox Television e Marvel Television, con Nix in qualità di showrunner e Bryan Singer (esperto del mondo degli X-Men) come regista, e ambientata nello stesso universo della serie cinematografica degli X-Men, discretamente convince e si fa sufficientemente apprezzare. Infatti, il primo impatto con The Gifted, anche con un primo episodio convenzionale ma godibile (che mette in scena un presente ancora più fosco per i mutanti Marvel e che nei primi 40 minuti trascinano lo spettatore in una corsa frenetica tra inseguimenti, poteri, effetti speciali e tanta azione), è decisamente positivo. Anche perché, entrando a gamba tesa in un mondo conosciuto, The Gifted non perde tempo a spiegare cosa sono i mutanti, da dove arrivano, dando per assodato quanto mostrato da anni dai film (senza menzionare ovviamente i fumetti). Inoltre la scelta di mescolare personaggi completamente inediti (e quindi da scoprire totalmente) a personaggi già noti crea un mix interessante e dall'alto potenziale. In più il ribaltamento di punto di vista tra chi dà la caccia e chi è cacciato, dà accesso a una serie di svolte narrative molto ampie, anche se in verità la storia scorre un po' altalenante nel corso della stagione, poiché ci sono momenti apprezzabili e altri invece un po' superflui e ridondanti, dando la sensazione (spesso) di staticità nella narrazione. Tuttavia le sorprese non mancano, giacché poco si conosce dell'universo cinematografico dei mutanti Marvel, che non ha una rigorosa continuity narrativa, e le sue avventure sono ormai frammentate in una timeline per lo più incoerente, o comunque non precisa e rigorosa come quella del Marvel Cinematic Universe.
Ma non è però un vero e proprio difetto, anche perché questa parcellizzazione consente alla 20th Century Fox di sperimentare più liberamente con i singoli personaggi, attribuendo una forte personalità a progetti come Deadpool, Logan e Legion, poco attinenti alla continuity degli X-Men (come ho potuto anch'io verificare), ma dotati di caratteristiche originali che li rendono unici. Non è certo un caso se Logan e Legion sono balzati in cima all'ideale classifica dei migliori adattamenti supereroistici, facendosi amare anche dai "profani". Tuttavia seppur The Gifted rientra nel medesimo discorso generale, dato che il creatore Matt Nix (Burn Notice) non ha dovuto sottostare a regole ferree per concepire la serie, e la première non dichiara mai apertamente i suoi legami con i film degli X-Men, anche se vari indizi sembrerebbero indicare una connessione con Giorni di un futuro passato (ci troviamo infatti in un presente molto fosco per i mutanti, dove le leggi sono diventate più violente e oppressive, mentre le flebili speranze rappresentate dagli X-Men e dalla Confraternita si sono dissolte nel nulla, poiché entrambe le squadre hanno fatto perdere le loro tracce), non si pone allo stesso livello. Difatti certamente non ci troviamo di fronte ad una serie complessa sui poteri della mente come quella (eccezionale) di FX, qui piuttosto siamo dalle parti di un family drama supereroistico generalista (anche se con tutte le carte in regola per intrattenere piacevolmente). Infatti non si tratta di uno spaccato tragicomico di cosa vuol dire avere superpoteri nel mondo contemporaneo (No Ordinary Family), bensì una storia (seppur vecchia come il mondo, anche se sempre attuale quando si tratta di "stranieri" e "diversi") fortemente drammatica. Vecchia come il mondo perché in The Gifted comunque, ci troviamo in una (banale) realtà dove gli umani si mostrano fortemente prevenuti, nei confronti di chi è nato con capacità sovrannaturali. È sufficiente infatti possedere tale caratteristica, per essere considerati dei potenziali pericoli per la società e, in quanto tali, soggetti ad arresto da parte delle forze dell'ordine.
Ed è per questo che i mutanti (visti perciò come pericolosi mostri e braccati dal governo federale ed appunto dopo che gli X-Men sono scomparsi) sono costretti a nascondersi nei sotterranei della città, formando piccoli gruppi di ribellione a livello nazionale. Ed è in questo contesto che facciamo la conoscenza di quest'ultimi, di Blink (la Jamie Chung di Samurai Girl e C'era una volta), che fuggita da una struttura detentiva grazie alla sua capacità di aprire portali, viene rintracciata da Polaris (la fragile Emma di Aquarius, interpretata da Emma Dumont), Eclipse (Sean Teale) e Thunderbird (Blair Redford). Lo scontro con la polizia che ne consegue porta all'arresto di Polaris, legata sentimentalmente a Eclipse, mentre gli altri riescono a fuggire. Qui la vicenda prende però svolte impreviste, tutto cambia nel panorama generale della storia infatti quando un procuratore distrettuale che di solito si trova per lavoro contro i mutanti, Reed (Stephen Moyer), si ritrova a chiedere loro aiuto (per ironia della sorte) poiché i suoi figli manifestano capacità paranormali. I due ragazzi, Lauren (la giovane e ben formata Natalie Alyn Lind) e Andy (Percy Hynes White) creano panico al liceo a causa delle proprie abilità e di conseguenza vengono subito ricercati dalle forze speciali del governo, le Sentinelle (che per colpa di Coby Bell creeranno non pochi fastidi). La madre intanto, Caitlin (Amy Acker), una volta compresa la situazione (ovvero quella di essere fuggitivi) scappa con la prole per riunirsi al marito e trovare una soluzione. E la soluzione è trovare un compromesso, trovare un accordo, Reed aiuterà Polaris (che è incinta) se la rete proteggerà i suoi figli. Le due famiglie così lavoreranno insieme (una sorta di nucleo allargato in cui si tenta di sostenersi a vicenda per sopravvivere), almeno fino a quando qualcosa non cambierà o per forza di cose potrà cambiare. Il termine famiglia proprio perché è questo l'elemento ricorrente nel pilot che presenta la serie tv, da un lato quella di sangue degli Strucker (con i dovuti segreti di famiglia da scoprire), dall'altro quella che i mutanti si sono creati fra di loro per sopravvivere ed accettarsi a vicenda, dato che non lo facevano i propri parenti.
Formeranno quindi una nuova grande famiglia di mutanti e umani che devono capire come collaborare e (soprav)vivere insieme, anche da chi (il pseudo dottor Campbell) vorrebbe usare quei poteri per scopi non proprio "umanitari". E saranno molte le situazioni di pericolo, di rivelazioni e tanto altro che si susseguiranno nell'adrenalinica narrazione, una narrazione caratterizzata da un attento equilibrio tra scene d'azione, e momenti riservati alle relazioni che intercorrono fra i diversi personaggi (in tal senso interessante è l'aspetto corale di ciascuna puntata, in cui la visibilità degli attori/personaggi viene egualmente ripartita). Inoltre con estrema chiarezza vengono messe a nudo, tanto la paura e l'insicurezza provate da chi è stato schiacciato ai margini della società, quanto lo smarrimento di chi vede crollare dinanzi a sé certezze fino a quel momento considerate inconfutabili. Tuttavia, nonostante le buone premesse iniziali e il finale di stagione che riesce comunque a regalare le atmosfere e le sensazioni (più che discrete) iniziali dello show, in mezzo c'è un po' poco. Certo, apprezzabili sono le backstories, meno le sottotrame di romanticismo melodrammatico, mentre il comparto visivo (comprendente gli effetti speciali di qualità) davvero interessante quando si iniziano ad usare i poteri. Ma a mancare, anche se i cattivi non mancano (soprattutto nel finale) e anche se il tempo ci potrà essere dopo, è un villain "potente" e di gran carisma. In ogni caso visivamente c'è poco da lamentarsi, The Gifted è sempre all'altezza del suo ruolo, non sbagliando quasi mai la realizzazione delle sequenze action. Il difetto maggiore però (anche se in verità in un cast corale poco importa) è la recitazione, che non è uno dei punti di forza dello show, giacché il cast, anche gli attori più rinomati, rimangono tutti abbastanza anonimi nella loro prestazione attoriale, la sola Emma Dumont offre qualche spunto in più, pur senza incantare.
Tutti piccoli difetti che quindi minano il giudizio finale di un serial che però si dimostra comunque valido, in grado di pescare a piene mani dalla mitologia degli X-Men, facendosi comunque notare rispetto ad altri show supereroistici presenti nel palinsesto televisivo (mi riferisco soprattutto a quello DC, in fase calante ormai). Il finale di stagione (che lascia i personaggi in uno status quo significativamente diverso rispetto a quando è iniziato) cerca poi di alzare l'asticella, introducendo il Club Infernale e ponendo il punto esclamativo su come comportarsi e su come si viene percepiti. Non esistono umani o mutanti buoni o cattivi, sono le azioni compiute a definirci. Ragionamento facile da fare a bocce ferme, meno quando si è cacciati o si vive nel terrore del diverso. Nonostante questo, però, manca il guizzo vincente. Perché seppur la prima stagione di The Gifted, che si limita a scompigliare le carte in tavola per proporre una situazione intrigante a fine stagione, è stata decisamente migliore del previsto (compiendo egregiamente il suo compito) e getta ottime aspettative per la prossima (anche se i buchi ci sono comunque e in ogni caso il senso di divertimento e spettacolo generale non manca mai), qualcosa non è andato nel modo giusto. Lo show infatti ha fatto intravedere un potenziale molto alto, non sfruttato a pieno però a causa di alcuni limiti derivanti un po' dalla realizzazione e un po' dal fatto di andare in onda su un canale "televisivo" (e quindi dover rispettare alcuni limiti e canovacci tipici). In più nonostante alcuni pregevoli passaggi, manca quel qualcosa in più che avrebbe fatto gradire maggiormente il prodotto. Un prodotto, una serie tv comunque solida (che ha anche già strappato il rinnovo per una seconda stagione e che con merito si è ritagliato uno spazio in un genere televisivo ormai sempre più affollato) e in cui soprattutto i fan hanno potuto godere (nonostante il no look supereroistico dei personaggi) di molteplici citazioni provenienti dai fumetti o dai film del franchise degli X-Men, davvero interessante e discretamente convincente da consigliare. Voto: 6,5

5 commenti:

  1. Eh sì, tra un po' potrebbe anche cominciare la seconda ;)
    Beh, al contrario di Inhumans questa serie merita ampiamente di esser vista, per cui non perder tempo :)

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  2. Dopo un primo episodio che mi ha galvanizzata, la serie per me è andata calando, "sedendosi" sullo stesso sentiero percorso dalle peggiori stagioni di Heroes.
    L'unica attrice che salvo è Emma Dumont, davvero affascinante, il resto fa mettere le mani nei capelli e anche a livello di effetti speciali non ci siamo davvero. Molto ma molto meglio Runaways, in tutti i sensi!

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    1. A parte che non conosco Runaways e non so neanche se arriverà in Italia, non sono d'accordo, certo nel mezzo c'è poco e molte volte è banale, ma almeno non esagera e gli effetti speciali standard sono sempre di qualità ;)

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  3. Ah vedi che non sei rimasto deluso, come ricorderai concordo. E settimana prossima torna Legion!

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    1. Sì ricordo, anche se lessi solo un po', soprattutto il tuo giudizio positivo, per non incorrere in qualche spoiler ;)
      Ad aprile dopotutto ricominciano molte belle serie :)

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