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martedì 8 maggio 2018

[Games] Deus Ex: Mankind Divided

Dopo l'ottimo Human Revolution (pessimo invece fu il suo spin-off The Fall), era lecito aspettarsi che Eidos Montreal avrebbe innalzato Mankind Divided (sesto ed ultimo forse capitolo della saga Deus Ex), partendo proprio dalle solidissime basi gettate dal suo predecessore (di cui questo è il sequel diretto). E in effetti, non solo tutti gli aspetti migliori della produzione sono ancora lì, ad incastrarsi perfettamente l'uno con l'altro, ma gli spigoli del vecchio capitolo (pochi a dir la verità) sono stati smussati per trarre il meglio da questa prima incarnazione del franchise sull'attuale generazione. Il background, l'aspetto esplorativo e la meravigliosa contestualizzazione delle ambientazioni sono infatti tutti elementi che risultano più che mai efficaci nel trascinarci in un mondo vivo e credibile. Dopotutto i quattro anni intercorsi tra Human Revolution e questo Deus Ex: Mankind Divided hanno permesso ai produttori, di lavorare alacremente di ottimizzazione e rifinitura, presentandoci, a tutti gli effetti, una versione 2.0 di Human Revolution, arricchita e trasportata all'ennesima potenza, riuscendo nell'impresa di regalarci nuovamente una delle esperienze videoludiche migliori degli ultimi anni. Una trama degna di un kolossal hollywoodiano, piena di risvolti umani, sociali e di spunti di riflessione sul mondo in cui viviamo, ci condurrà attraverso le oltre venticinque ore di gioco necessarie per completare debitamente Mankind Divided (che i fan del genere cyberpunk non si saranno fatti certo scappare, anche se ho aspettato di comprare da Steam la versione completa) trama che, unita ad una giocabilità e ad una libertà di azione fuori dal comune, ci consegna un gioco praticamente e graficamente appagante. Tuttavia oltre a una trama davvero accattivante, Deus Ex: Mankind Divided nasconde un gameplay in grado di unire diversi generi in un'avventura più stealth che action. Ma ecco in ogni caso quali sono i punti di forza, e quelli deboli (perché seppur pochi ci sono comunque), della nuova fatica di Square Enix.
Dopo un filmato (saltabile in ogni caso se sapete già o peggio non avete ancora giocato il precedente capitolo) di circa 12 minuti che spiega a grandi linee tutto ciò che è successo nel titolo precedente (tuttavia non è comunque imprescindibile non averci giocato), prenderete il controllo di Adam durante un'operazione antiterrorismo a Dubai, con tanto di agente infiltrato da salvare. Si tratta di una sezione abbastanza lineare, pensata per far prendere ai giocatori dimestichezza coi comandi e abituarli alla possibilità di affrontare le situazioni con approcci alternativi, ma da lì prende il via una trama estremamente ramificata, ricca di personaggi e di scelte morali in scale di grigio tutt'altro che facili. Anche perché da qui, dove ha inizio la vera storia di Deus Ex: Mankind Divided che lontano dalla patinata utopia fantascientifica di Human Revolution ci trasporta in un mondo dove i potenziati sono ormai dei reietti e in una situazione (entrambi arricchiti da pesantissime tematiche che fanno da sfondo alle vicende di Jensen e compagni) in cui la tecnologia è sfuggita completamente di mano alle umane genti, riversando fiumi di odio, paura e ignoranza nelle strade che hanno ormai infettato persino le istituzioni pubbliche, Adam si troverà al centro di un vero e proprio complotto che sembra mirare a far cadere tutti i sospetti dell'attentato sulla Coalizione per i Diritti dei Potenziati. Ovviamente verremo messi di fronte a colpi di scena e cambiamenti di punti di vista, il tutto in grado di tenere il giocatore incollato di fronte allo schermo. Sarà inoltre necessario tenere conto delle scelte che il nostro alter ego virtuale (che si unisce alla Task Force 29, unità antiterroristica, per cercare di mantenere le cose in equilibrio) sarà chiamato a eseguire. Si tratta di bivi morali che andranno a impattare sulla trama stessa e, ovviamente, sul finale che seppur finisce con molte domande lasciate senza risposta, riesce comunque a catturare completamente con i suoi coloriti personaggi e l'ambientazione eccezionale (senza dimenticare un'esplorazione che viene esaltata dalla necessità di raccogliere preziosi indizi e approfondire i dettagli legati alla missione in corso, in modo da avere un quadro più chiaro della situazione). Dopotutto toccherà a noi e quindi ad Adam risolvere il tutto con qualunque cosa avremo a disposizione.
A tal proposito ecco com'è il gameplay di un gioco che è un vero mix di generi. L'ago della bilancia pende però verso l'approccio stealth, senza dubbio aspetto più divertente e soddisfacente dell'intera produzione, dando quindi la possibilità al giocatore di utilizzare la forza bruta solamente per uscire da situazioni effettivamente critiche. Gli sviluppatori hanno deciso di dare una limata al sistema di spostamento tra coperture, semplificandolo e al contempo rendendolo effettivamente efficace. L'equipaggiamento in dotazione risulta bilanciato e soprattutto in grado di fornire al giocatore diverse soluzioni. Sono presenti infatti armi da fuoco incentrate sullo stordimento dei nemici e altre più letali, il tutto in perfetta linea con l'approccio desiderato. La base è dopotutto sempre quella di Human Revolution (con una discreta enfasi su esplorazione, meccaniche stealth, osservazione acuta delle mappe e varietà degli approcci disponibili) il numero di opzioni e la finezza delle stesse sono però aumentati sensibilmente, grazie all'introduzione di nuovi potenziamenti (sbloccabili o creabili, giacché il gioco dispone di un sistema di crafting) di Adam utilissimi, di una maggiore interattività ambientale e di un rinnovato sistema di dialoghi che permette di superare gran parte delle situazioni solo con il proprio carisma. I nuovi potenziamenti, peraltro, non sono nemmeno abusabili, poiché mandano Adam in "overclock", costringendo il giocatore (almeno per gran parte della campagna) a disattivare una delle altre opzioni per essere utilizzati. Tale soluzione costringe il giocatore a specializzare il protagonista verso una precisa strada, che può essere l'hacking e lo stealth quanto la violenza pura, con un occhio di riguardo verso la prima scelta. Ma non per questo è un problema, poiché il gameplay di Deus Ex permette lo stesso di godersi gli scontri grazie alla sua notevole flessibilità. Anche in combattimento, difatti, tra interattività ambientale, mappe complesse e poteri legati ai potenziamenti è possibile sbizzarrirsi, anche perché oltre ad un curioso sistema legato alle resistenze nemiche che va a ricollegarsi al tipo di munizioni utilizzate, non mancano mine e granate con effetti vari, elementi della mappa esplosivi o che se distrutti rilasciano scariche elettriche, o semplici meccanismi difensivi hackerabili a proprio favore.
L'impossibilità di abusare delle abilità di Adam, peraltro (poiché queste richiedono energia che non si rigenera mai del tutto dopo l'uso) rende piuttosto tattici gli scontri a fuoco e costringe a dosare le risorse del protagonista per avere la meglio (specialmente se non ha speso punti nelle abilità letali e difensive). Lo stealth invece gode di un sistema di coperture che sfrutta dei vettori visibili per indicare gli spostamenti di Jensen, in grado di facilitare di molto la navigazione delle mappe ricche di guardie. Vista potenziata, dardi stordenti e possibilità di marchiare i nemici fanno il resto. Tornando poi ad hacking e conversazioni, entrambi godono di nuove meccaniche, il primo presenta un minigioco simile a quello visto in Human Revolution, ma offre facilitazioni extra contro i firewall nemici e connessioni dati alle volte oscurate in cui è obbligatorio andare a tentoni, i dialoghi invece possono venir sviscerati con un innesto bionico, che analizza i comportamenti degli interlocutori e indica con brevi flash le loro tendenze caratteriali, in modo da facilitare la scelta delle frasi da dire. D'altronde la possibilità di superare quasi ogni situazione anche in maniera non violenta è una forza non indifferente per Mankind Divided. Tuttavia brutte notizie vengono per chi sperava di poter contare sulla qualità dei 'boss fight' visti in Human Revolution. In Deus Ex: Mankind Divided si avrà infatti modo di trovare cattivoni di fine livello davvero efferati solamente in un paio di occasioni. Inoltre (senza dimenticare che non convincente è il profilo di Adam stesso, eroe sicuramente interessante ma non proprio caratterizzato alla perfezione) insoddisfacente è l'intelligenza artificiale. I percorsi degli avversari sono abbastanza complessi, specie quando si tratta di nemici potenziati, tuttavia i loro movimenti sono circoscritti (al punto da permettere di evitare certe situazioni di allarme semplicemente con la chiusura di una porta) e può capitare di vederli agire in modi dissennati. La presenza di numerose guardie, sistemi di sicurezza e passaggi nascosti nelle mappe in modo spesso furbo rende però quasi ogni infiltrazione esaltante, nonostante i singhiozzi della CPU. In ogni caso la longevità del titolo non delude, attestandosi sulla ventina di ore (e più grazie alle tante missioni secondarie, anche se invero difficile è trovarle tutte, molto probabilmente ne avrò saltate parecchie) per chi ama esplorare e affrontare gli scontri con strategia e intelligenza.
Nel caso comunque riteniate che, per un GDR ibrido come questo, si tratti di una durata troppo breve, sarete felici di sapere dell'esistenza in Mankind Divided non solo della modalità Breach, ma anche di due più che discreti DLC. Per prima il buon DLC bonus Desperate Measures. Ambientato in realtà in una fase intermedia della trama principale il DLC richiede circa un'ora per venir completato. Come struttura e svolgimento è pari a una singola missione secondaria del gioco base, ma è comunque qualcosa che val la pena di essere giocato dato che la qualità di scrittura e le molteplici opzioni tattiche sono all'altezza di quelle del resto del gioco. Mentre A Criminal Past (DLC a pagamento ambientato in una prigione) si è rivelato davvero un ottimo contenuto aggiuntivo, di quelli che vorremmo sempre vedere al seguito di avventure affascinanti e con ampi margini d'espansione. Non solo perché il background soggiacente è quello di Deus Ex: Mankind Divided, e quindi non si può che trovarsi al cospetto di un'opera che poggia su fondamenta dalle qualità insindacabili, ma perché nell'arco delle circa 4 ore necessarie al suo completamento (che diventano anche più di 6 nel caso di una run completista), si ha modo di misurarsi con un mix convincente di narrazione e gameplay. Anche il gameplay stealth (anima davvero imprescindibile di ogni buon Deus Ex) si è rivelato profondo e vario, sia grazie a un level design calcolatissimo e ispirato sia grazie ai numerosi e vari ostacoli che si frappongono tra il giocatore e la sua meta, impreziosendo così il livello della sfida offerto. Ma come detto non è finita qui, perché oltre alla modalità Storia (e DLC), i videogiocatori potranno affrontare la sezione Breach (una novità assoluta per la saga, che rimodella il gameplay attorno a una struttura quasi da puzzle come in Portal), una sorta di realtà virtuale in cui sarà necessario vestire i panni di un eroe senza nome e volto. Sarà soprattutto necessario armarsi di pazienza e sfoderare totalmente la propria abilità di giocatore dato che il livello di sfida risulta sicuramente elevato. Perché in Breach (che in pratica stravolge sia lo stile grafico che il gameplay originale, per proporre una serie di sfide ispirate al mini gioco di hacking dei sistemi di sicurezza presenti nell'avventura ma qui rappresentato in salsa FPS) in pratica il giocatore veste i panni di una IA che deve raggiungere alcuni server, attivarli e tornare al punto di partenza per fuggire con le informazioni.
Sia chiaro, niente di rivoluzionario, ma è un extra gradevole che potrebbe attirare più di un giocatore, giacché la frenetica, divertente e difficile modalità Breach (durante la quale si deve mantenere il sangue freddo per recuperare più dati possibili, senza farsi catturare dal sistema di sicurezza), è in grado di trasformarsi in una vera droga, per i giocatori più competitivi. Essa infatti, che in pratica offre agli utenti un gioco extra con cui spezzare la routine dell'avventura principale e, perché no, con cui passare ore e ore dopo aver completato la storia di Adam Jensen, convince. Tornando al gioco principale vediamo l'eccezionale comparto tecnico. Era infatti ovvio che da un gioco particolarmente complesso come Deus Ex: Mankind Divided ci si aspettasse un comparto tecnico all'altezza del compito (almeno su PC, da dove ho giocato io). Non a caso il comparto tecnico del gioco è sicuramente in grado di colpire l'attenzione dell'utente grazie ad una pulizia e una qualità dell'immagine di altissimo livello. Girovagare per le vie della città significa godersi modelli architettonici ricostruiti in maniera da esaltare soprattutto l'altissimo numero di dettagli visivi, i quali vengono impreziositi da una contrapposizione di colori quasi esaltante. Ottima anche la varietà delle ambientazioni stesse, le quali spaziano da location più vaste a zone quasi claustrofobiche. Ottimo anche il level design. Esplorare le location significa non solamente setacciare la zona del momento, ma anche sfruttare la verticalità dell'ambientazione stessa (a tal proposito efficace è la scelta di sostituire le tanto odiate barre di caricamento degli ambienti con intermezzi video di gran lunga preferibili a blande schermate caratterizzate dagli ennesimi consigli). Da lodare anche il posizionamento delle varie coperture e dei condotti di areazione, il tutto allo scopo di esaltare l'approccio furtivo rispetto a quello con le armi spianate. Infine il comparto audio, notevoli le soundtrack, mentre il doppiaggio in italiano non è però convincente (seppur la traduzione è di buon livello e gli attori svolgono il loro lavoro a dovere) e capita spesso di assistere a un mancato sincronismo con le labbra dei personaggi presenti sullo schermo. Questo nuovo (ora "vecchio") Mankind Divided insomma si conferma ottimo sotto quasi tutti i punti di vista, regalandoci una trama avvincente e dalle molteplici sfaccettature che saprà coinvolgervi, buttandovi a capofitto all'interno di un universo cyberpunk distopico estremamente interessante.
Non a caso Deus Ex: Mankind Divided è un gioco gigantesco, totale, coinvolgente come pochi altri. Si potrebbe criticare il motore grafico che qui e lì, tra animazioni facciali poco convincenti e cali del frame rate, perde qualche colpo. Si potrebbe biasimare la mancanza di carattere del protagonista (che a questo punto si aspetti raggiunga una completa maturazione nel prossimo, forse conclusivo?, capitolo di questa "second life" della saga.). Si potrebbe persino far notare l'estrema somiglianza con il predecessore, certo, ma questo, a ben vedere, non è per nulla un difetto, non quando ne viene fuori un'esperienza appassionante, stimolante, mai piatta, banale, prevedibile. Gli sviluppatori infatti hanno saputo creare un mondo virtuale credibile, vivo, pieno di cose da fare e vedere. Esplorare l'interno di un edificio e scoprirsi coinvolti in un'infiltrazione, nell'hackeraggio di un PC, nella scoperta di un civile che ha bisogno di un eroe che lo tragga in salvo, il tutto senza soluzione di continuità, è ciò che rende unico e speciale questo gioco. Un gioco appunto che funziona da quasi ogni punto di vista, perché anche se altresì alcuni personaggi secondari sono caratterizzati appena meno del dovuto, e anche se una minaccia viene tenuta troppo come sfondo, siamo di fronte a un seguito particolarmente interessante e quasi tecnicamente superiore a Human Revolution, senza contare ovviamente la presenza di una trama di gioco in grado di tenere il giocatore incollato allo schermo. Proprio perché decisamente all'altezza delle aspettative, questo nuovo capitolo nella serie di Deus Ex non tradisce la sua eredità, migliora molti aspetti del precedente episodio offrendo un'esperienza di gioco di qualità dall'inizio alla fine. Gameplay profondo, ambientazioni evocative e un motore grafico comunque eccellente sono difatti alcuni dei punti di forza del gioco. Un gioco che in ogni caso personalmente sbaglia nel creare un App (Deus Ex: GO) appositamente (usabile per scannerizzare alcuni codici triangolari trovati in gioco) per finire il gioco al 100% (non tutti hanno voglia di farlo con il proprio smartphone). Per il resto, Deus Ex: Mankind Divided è un prodotto incredibilmente valido. Un prodotto imperdibile sia per i fan della saga (per chi è amante del brand e per chi ha anche solo apprezzato l'ottimo Human Revolution), sia per chi cerca un action-RPG di stampo occidentale orientato allo stealth. Giacché per godersi al massimo Deus Ex: Mankind Divided non solo è necessario scegliere l'approccio stealth, molto più gratificante rispetto alla compulsiva voglia di sparare a ogni elemento presente sullo schermo, ma soprattutto è preferibile acquistare la versione completa, la cosiddetta versione GOTY o in questo caso la Digital Deluxe Edition, comprendente di tutto il pacchetto completo del gioco, un gioco che si conferma ottimo. Voto: 8

8 commenti:

  1. Ho giocato la prima oretta e mezza di questo titolo dopo aver visto i 12 minuti di riassuntone precedenti alla prima missione (non ho mai giocato a Deus Ex, quindi non conoscevo la trama) e devo dire che mi ha stupito positivamente soprattutto per le meccaniche di gioco, ma purtroppo l'ho abbandonato dopo poco.
    Pad alla mano, mi ha annoiato in un'ora. Forse per la ripetitività delle prime fasi di gioco, forse per la trama che, per forza di cose, non mi ha preso come dovrebbe, ma in generale lo consiglierei solo agli appassionati della saga e non ai novizi.
    Peccato davvero!

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    1. Non tanto contento di sapere ciò, tuttavia e giustamente è meglio avere una propensione per certi tipi di giochi, sapere già a cosa si sta giocando...comunque non cosa ti aspettavi, d'altronde la trama prevedibile deve pur esserci e di originale cosa ci potrà mai essere in un RPG cyberpunk? In ogni caso davvero peccato ;)

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  2. Human Revolution ce l'ho da anni per PS3 ma non mi sono mai deciso a iniziarlo (mi attira il gioco ma non la prima persona e l'RPG), però ammetto che mi ha invogliato, soprattutto di quest'ultimo di cui ne parli così bene, per l'aspetto esplorativo e quello stelth (fantastico che si possano evitare gli scontri violenti, una cosa che ho sempre fatto quando ho potuto, mi viene in mente
    Dishonored), che sono tra i miei preferiti nei videogiochi. Ottimo anche che non sia imprescindibile il precedente, che bocci.
    Mi bloccano le 25 ore di gioco, poche per un action GDR (di cui odio soprattutto i potenziamenti di cui parli) ma comunque troppe per me (superate le 15 per me diventa essagerato).
    Chiudo col labiale fuori sincro, una cosa strana perché già dai tempi della precedente generazione c'è un programma che lo fa adattare alla voce del doppiatore, non è come in passato che era il doppiatore a dover stare attento (fonte una vecchia conoscenza alla EA che ci lavora). Sicuro non sia un problema di PC o qualsiasi cosa di cui sono completamente ignorante?

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    1. Dishonored (basta una ricerca e trovi il post) ho giocato l'anno scorso e in effetti mi piacque molto proprio per quell'aspetto, anche se in verità preferisco quello più brutale, tuttavia dipende dai giochi il tipo di metodo da usare ;)
      Ho bocciato lo spin-off che ha poco a che fare col gioco originale, perché sia questo che Human Revolution sono ottimi entrambi :)
      In verità se spendo soldi voglio sempre di più, talvolta le 30 ore mi sembrano poche, e pensare che in totale nella versione completa ho giocato 67 ore e non ho completato una bella fetta, a parte la storia principale :D
      Per quanto riguarda il labiale in verità non saprei, ma ogni tanto mi capita nonostante il pc sopporti tranquillamente..

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    2. Appena posso vado sul posto di Disnhonored (ne ho altri due tuoi vecchi salvati da svariati mesi, un giorno troverò il tempo).
      Riguardo la longevità, sarà che io non li pago mai più di 20 euro (usati o comunque aspettando qualche anno), quindi un gioco "breve" (le 15-20 ore per me sono tante, come ti dicevo) non mi pesa rapportato al prezzo.
      Io la vedo così: 12 ore di gioco per me sono circa una settimana, 50 ore sono un mese che diventano 2 o 3 dato che per brevi o lunghi periodi li mollo, 100 ore non lo so perché i giochi così lunghi li mollo molto prima per non riprenderli mai più. Per me il gioco che dura una settimana è la perfezione, me lo godo appieno e mi resta più impresso. Qualche mese fa avevo cominciato Mass Effect... dopo un paio di settimane in cui mi ci ero incollato, ho smesso (anche perché mi ero bloccato) e non l'ho ancora ripreso, nonostante per me sia un capolavoro.
      Sul completamento al 100% ne parliamo un'altra volta altrimenti mi esce un commento più lungo di un post 😝

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    3. Io li pago ancora meno...e voglio sempre di più :D
      Bellissimo Mass Effect, ma è lungo proprio quello...di cui aspetto ancora di giocare al terzo..

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  3. Come sono migliorate le grafiche rispetto ai tempi nemmeno troppo lontani in cui giocavo io con cose come "Silent Hill"o "Resident Evil 1"

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    1. Eh sì, parecchio, anche se non è propriamente un bene se la scheda video ogni 3 anni ha bisogno di essere cambiata se la qualità migliora sempre di più..

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