Tema e genere: Continua il viaggio dei superstiti all'apocalisse zombie nella serie tv survival horror più longeva di sempre.
Trama: Dopo lo scontro "definitivo" all'apparenza, che ha comunque risolto alcune divergenze e dato la possibilità a tutti (quasi tutti) di ricominciare e progredire, le difficoltà nella nuova società non mancano. E se la prima volta il nuovo inizio sopperisce alle problematiche della conciliazione in modo spiazzante, la seconda, spiazzante è l'arrivo di uno spietato avversario, che metterà a durissima prova gli sforzi fatti. E non sarà l'unico problema.
Recensione: Personalmente una sorpresa, credevo peggio, e invece nel complesso è stata una buona stagione, la nona, di The Walking Dead. Non "eccezionale", neanche "ottima", ma buona sì, e per arrivare a questo risultato sono bastati alcuni accorgimenti e alcune iniezioni di minima creatività, che hanno consentito di uscire da strutture e dinamiche che ormai mostravano da tempo un certo affaticamento. Dopotutto dopo nove stagioni, nessuna serie televisiva poteva rimanere integra del tutto, poteva sedersi beatamente, qualcosa doveva cambiare, è cambiato, anche se non tutto è andato per il meglio, ma sarebbe ingrato non riconoscere a questa stagione di aver lanciato dei confortati segnali di risveglio. E questo nonostante la testarda presenze dei soliti punti dolenti. In questa stagione infatti, nei sedici episodi, i protagonisti affrontano molte traversie, simili ma diverse, tra la perdita di numerosi personaggi importanti e tante tragedie. Questo soprattutto nella seconda parte, la serie difatti vede nuovamente una suddivisione in due tronconi, più accentuata però, diversa l'una e l'altra sia per accumulo della tensione drammatica, sia per un discorso legato a un rinnovamento dei contenuti. Seconda parte che paradossalmente vede uno dei periodi più stanziali e sereni di sempre. Un salto temporale di sei anni infatti, ci (re)introduce in un mondo profondamente cambiato, un mondo che è andato avanti, portando con sé vecchie ruggini tenute nascoste (che vede la "scomparsa" di due protagonisti centrali), ma che vedrà sorgere soprattutto una nuova temibile minaccia, minaccia che è probabilmente la migliore mai vista nella serie, i Whisperers (i Sussurratori), sorta di anello mancante fra umani e zombie, che riescono a sommare le peggiori caratteristiche dei due. Alpha (interpretata benissimo da Samantha Morton), a capo di questo folle ed inquietante gruppo (che riesce nell'impresa di ridare senso e spessore alla presenza degli zombie, ormai non più minacciosi da anni, il disorientamento provato davanti a un errante, di cui adesso va interpretata la vera natura in pochi istanti, è infatti una svolta inaspettata quanto necessaria), è un'ottima villain, perché è la prima della serie che ha un'intelligenza tattica, ma con cui al contempo è impossibile ragionare. Tanto che molto scompiglio produce e produrrà, le cose sembrerebbero infatti poter ulteriormente peggiorare in futuro, probabilmente lo faranno, e si ha una discreta voglia di vedere come e cosa accadrà. Comunque al di là di ciò, da segnalare soprattutto c'è un elemento in tutto questo, in questa stagione e in questa seconda parte, ovvero la scomparsa di uno dei personaggi storici della serie, se non il più importante: Rick Grimes. Come noto (almeno dagli addetti e fan), Rick, interpretato dal bravissimo Andrew Lincoln, ha lasciato la serie in maniera molto originale, ma decisamente furba, furbescamente in attesa dei film. Una mossa interessante ma la sua mancanza è intensa e percepibile, inoltre non sapere cosa gli è successo infastidisce. A tal proposito di note dolenti ce ne sarebbero più d'una, non ultimo il fatto che su sedici episodi stagionali se ne contano forse 3-4 realmente memorabili, e sono un po' pochini. Non bastasse che restino e sono troppe le sequenze dedicate a tanti, troppi personaggi senza carisma e profondità, incapaci di accaparrarsi il nostro interesse e la nostra empatia.
Personaggi come Enid, Aaron, Tara, Henry, Rosita e soprattutto padre Gabriel non riescono a reggere il confronto con le gesta della "vecchia guardia", risultando scialbi e poco incisivi nell'arco narrativo della serie. Non aiuta aver creato dinamiche interpersonali forzate e insopportabili tra molti di questi. E se contiamo i nuovi ingressi, la situazione è anche peggiore. Il ricambio generazionale infatti, ci chiede di affezionarci emotivamente a personaggi che conosciamo poco e di cui sappiamo ancora meno, rendendo meno emozionanti le vicende pericolose o le morti improvvise dei personaggi più importanti. In ultima istanza, sedici episodi sono tanti, soprattutto se (come successo anche quest'anno) quelle davvero degne di nota sono sempre tre o quattro. Passi l'esigenza di dividere la stagione in due tronconi, ma snellire la struttura a 10 o 12 episodi, puntando al sodo della storia, darebbe più ritmo e ridurrebbe la storica sensazione del "portarla troppo per lunghe" quasi fisiologica per uno show giunto alla decima stagione. E che non ha alcuna intenzione di fermarsi. Al netto di ciò, e dei pregi già sottoscritti, altre cose interessanti. Su tutti Negan e la sua evoluzione, che paradossalmente riesce a non stonare troppo, anzi, è uno dei risultati migliori della serie (il potenziale è alto, sperando che gli autori lo sfruttino bene in futuro). L'altra cosa interessante è l'ultimo episodio stagionale, sicuramente meno impattante dal punto di vista emotivo, ma che fa benissimo soprattutto una cosa. Anche grazie alla regia sempre efficace di Greg Nicotero, riesce a mettere in scena una sfida ambientale che in TWD non avevamo ancora visto, una tempesta di neve che strappa i protagonisti della serie dalla placida quotidianità a cui avevano creduto di potersi abbandonare, rigettandoli in un mondo nuovamente ostile, dove la prospettiva di vita non si conta in anni o mesi, ma in giorni e ore. E insomma, nonostante tutto, The Walking Dead è stata e rimane un'ottima serie tv, che forse risente un po' degli anni che passano. In questa stagione ha regalato episodi belli e intensi, come il penultimo, decisamente scioccante, ad altri meno azzeccati. A fronte di tutti questi anni, il problema più importante è che non si vede in lontananza un tentativo di chiusura delle molte sotto-trame, a fronte di una caduta evidente di spettatori. Tuttavia, il rimettere nuova carne al fuoco, e il lascito di un paio di cliffhangr, seppur non clamorosi, sono adatti a ricordarci/mi che sì, l'anno prossimo saremo/sarò ancora qui.
Regia: Il regista Greg Nicotero fa il suo lavoro in modo egregio anche questa volta.
Personaggi come Enid, Aaron, Tara, Henry, Rosita e soprattutto padre Gabriel non riescono a reggere il confronto con le gesta della "vecchia guardia", risultando scialbi e poco incisivi nell'arco narrativo della serie. Non aiuta aver creato dinamiche interpersonali forzate e insopportabili tra molti di questi. E se contiamo i nuovi ingressi, la situazione è anche peggiore. Il ricambio generazionale infatti, ci chiede di affezionarci emotivamente a personaggi che conosciamo poco e di cui sappiamo ancora meno, rendendo meno emozionanti le vicende pericolose o le morti improvvise dei personaggi più importanti. In ultima istanza, sedici episodi sono tanti, soprattutto se (come successo anche quest'anno) quelle davvero degne di nota sono sempre tre o quattro. Passi l'esigenza di dividere la stagione in due tronconi, ma snellire la struttura a 10 o 12 episodi, puntando al sodo della storia, darebbe più ritmo e ridurrebbe la storica sensazione del "portarla troppo per lunghe" quasi fisiologica per uno show giunto alla decima stagione. E che non ha alcuna intenzione di fermarsi. Al netto di ciò, e dei pregi già sottoscritti, altre cose interessanti. Su tutti Negan e la sua evoluzione, che paradossalmente riesce a non stonare troppo, anzi, è uno dei risultati migliori della serie (il potenziale è alto, sperando che gli autori lo sfruttino bene in futuro). L'altra cosa interessante è l'ultimo episodio stagionale, sicuramente meno impattante dal punto di vista emotivo, ma che fa benissimo soprattutto una cosa. Anche grazie alla regia sempre efficace di Greg Nicotero, riesce a mettere in scena una sfida ambientale che in TWD non avevamo ancora visto, una tempesta di neve che strappa i protagonisti della serie dalla placida quotidianità a cui avevano creduto di potersi abbandonare, rigettandoli in un mondo nuovamente ostile, dove la prospettiva di vita non si conta in anni o mesi, ma in giorni e ore. E insomma, nonostante tutto, The Walking Dead è stata e rimane un'ottima serie tv, che forse risente un po' degli anni che passano. In questa stagione ha regalato episodi belli e intensi, come il penultimo, decisamente scioccante, ad altri meno azzeccati. A fronte di tutti questi anni, il problema più importante è che non si vede in lontananza un tentativo di chiusura delle molte sotto-trame, a fronte di una caduta evidente di spettatori. Tuttavia, il rimettere nuova carne al fuoco, e il lascito di un paio di cliffhangr, seppur non clamorosi, sono adatti a ricordarci/mi che sì, l'anno prossimo saremo/sarò ancora qui.
Regia: Il regista Greg Nicotero fa il suo lavoro in modo egregio anche questa volta.
Sceneggiatura: Il passaggio di testimone nella supervisione e quindi nella sceneggiatura, da Scott M. Gimple ad Angela Kang, al netto di alcuni passaggi meno riusciti (ed alcuni episodi maldestri), dà i suoi frutti, dopo anni di staticità, la serie ricomincia a muoversi, verso territori più drammatici e inquietanti, anche se la storia sembra essere la solita, con i soliti cattivi e i soliti problemi gestionali e non solo.
Aspetto tecnico: Rispetto alle scorse stagioni alcuni di questi aspetti migliorano.
Cast: Buono quello storico ma poco carismatici i nuovi personaggi, buttati un po' nella mischia a caso, in particolare l'insopportabile Lydia, interpretata da Cassady McClincy e lo sciapito Henry (Matt Lintz).
Commento Finale: Quando inserisci il pilota automatico, ti dimentichi di fare le cose come si deve, vivi di rendita, smetti di sperimentare, rischiare, sorprendere. È questo l'errore in cui è caduto The Walking Dead che dopo una sesta stagione in cui aveva mostrato i muscoli (poche serie possono permettersi quel cliffhanger a fine stagione), aveva avuto una preoccupante involuzione anche sul piano della scrittura e della regia. Effetti speciali rozzi, messa in scena piatta, dialoghi inconcludenti. Difetti che The Walking Dead 9 ha tentato di risolvere, curando molto meglio la messa in scena, attraverso una fotografia più varia e a intuizioni di regia non sempre elementari e prevedibili come quelle degli ultimi tempi. Emblematici in tal senso gli ultimi tre episodi dello show, in cui il livello si è alzato non poco. Lo show insomma e nel complesso, è tornato a sorprendere, a spezzare il cuore (in senso positivo), a intrattenere, anche a spaventare. Dopo nove anni di foreste ripetitive, la serie infatti, ha finalmente mostrato qualcosa di nuovo, anche se con poca originalità nella sua base. E quindi la speranza è che per The Walking Dead possa sbocciare una nuova primavera piena di tante cose buone.
Consigliato: Il bilancio a sorpresa è positivo per una stagione che poteva essere migliore, ma pure molto peggiore, però di consigliare proprio non saprei.
Voto: 6+
Non ho mai visto questa serie, ma mi meraviglio che siano riusciti a mostrare qualcosa di nuovo dopo ben nove stagioni.
RispondiEliminaNon avevano già detto tutto? 😉
Nuovo dici? Beh insomma, il leitmotiv è sempre quello e di dire hanno già detto abbastanza, però una piccola lucina si accende ancora ;)
EliminaHo smesso di seguire alla quarta stagione.
RispondiEliminaE nonostante la tua bella recensione, non mi riavrà. Ero troppo stufa.
In generale non ho più la pazienza di seguire storie che sembrano come la galera: fine pena mai.
Eh sì ti capisco, tanto che spero si fermino ad un certo punto, e presto anche...
EliminaLa serie con i zombie più tordi di ogni altro zombie mai visto, supera anche quelli de L'alba dei morti dementi, il che è davvero tutto dire. Se poi non hai visto il film citato, stavolta ti tolgo il saluto.. ahah ;)
RispondiEliminaStavolta, con l'aiuto di alcuni, sono meno tordi...però effettivamente il confronto non regge :D
EliminaMa certo che l'ho visto, io adoro La trilogia del Cornetto, e se non sai cos'è te lo tolgo io...ahah ;)
Il problema della serie TV è che nelle prime due stagioni ti fa credere che sia una serie di zombie. La vera essenza ce l'hai dalla terza, col motto del fumetto: combatti i morti e temi i vivi. I vaganti devono fare solo da sfondo 😉
EliminaE a me sono sembrati sempre ben fatti, come papà Romero ci ha insegnato! Versi a parte perché preferisco quelli di Resident Evil. Se poi a te piacciono gli zombie che corrono, mi tappo la bocca perché è una diatriba dalla quale non se ne esce come l'uovo e la gallina 😝
Vabbè Franco non accetta compromessi, mentre io ti dico che le prime due stagioni erano eccezionali, poi pian piano è andato scemando, colpa anche dei vivi che scassano e basta...
EliminaSul lato tecnico invece sempre di livello infatti, sul tipo di zombie invece non metto bocca neanch'io ;)
Mi ha fatto schifo da subito.
RispondiEliminaNo, non dal primo episodio della prima stagione, ma proprio dal primo volume del fumetto...! XD
Moz-
Ok, allora sto zitto ;)
EliminaConcordo al 99%!
RispondiEliminaQuell'1% in cui sono contrario si divide in:
- meno episodi. È vero che più compressi sarebbero migliori ma sono un drogato della serie e ne preferisco 16 anche se il 6-7 di voto lo superano solo in 4-5.
- mi sembra di capire che a te non abbiano fatto impazzire le due precedenti stagioni e che questa abbia dato un pizzico di miglioria. Se ho capito male cancella questo punto 😉
- me lo sono dimenticato 😡 scrivere da cellulare è una lenta tortura e delle 10 cose che hai in mente, è già tanto se ne riporti la metà! Se mi torna in mente ripasso 😉
Sui personaggi nuovi dici bene. Stavolta mi sono piaciuti tutti ma hanno la difficoltà del confronto con i predecessori, ormai morti o scomparsi, di tutt'altro livello, oltre al poco minutaggio di cui parli. È difficile affezionarcisi se c'è un continuo riciclo (per me uno dei motivi del calo di spettatori, le serie più longeve vanno forte quando hanno un cast forte ma se mi fai fuori tutti... chi è rimasto della prima stagione? Daryl e Carol?).
Per il resto, se ci riesco te lo dico martedì con la mia recensione. E spero di ricordare tutto dato che l'ho visto più di un mese fa!
Ognuno ha le sue preferenze è ovvio, però sarebbe meglio evitare troppi punti morti che spesso fanno capolino...
EliminaSì solo loro due, ma non credo ci rimarranno fino alla fine, se poi una fine davvero ci sarà...
Beh, non che ci sia tantissimo da ricordare, comunque ti verrò certamente a leggere ;)