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mercoledì 10 luglio 2019

Easy - Un viaggio facile facile (2017)

Tema e genere: Commedia on the road dai risvolti malinconici.
Trama: Un ex pilota aspirante campione, da anni depresso e obeso, accetta una strana richiesta dal fratello: portare in Ucraina la bara di un operaio morto per un incidente sul lavoro. Tutto facile? Mica tanto.
Recensione: Ancora un pilota protagonista al cinema, dopo il Loris De Martino di "Veloce come il vento". Ancora una storia di fallimento, benché raccontata con toni lievi da Andrea Magnani. E ancora una bella sorpresa, da un cinema italiano che sempre più spesso si adagia e indugia su temi banali e stereotipi, tanto che ultimamente lo evito più frequentemente di prima. Ma in questo caso mai scelta fu più giusta, perché davvero riuscito è questo film. Un film di una leggerezza inusitata ma nello stesso tempo di una dolcezza interiore che non t'aspetti, tutto con un passo asciutto, sornione, con poche parole e niente virtuosismi inutili di macchina. Un divertimento mai sguaiato, incantevole e, soffusamente, surreale. Impaginato con un bello stile visivo, che a tratti ricorda i western, e accompagnato da un umorismo surreale tra Aki Kaurismaki e il cinema nordico (per minimalismo espressivo), l'opera prima (dopo tanti corti e documentari) di Andrea Magnani è infatti un'operina interessante e ben fatta (una pellicola deliziosa dall'atmosfera insolita e immediatamente riconoscibile), che si poggia sull'eccellente prova di Nicola Nocella (che si rivelò nel 2010 con Il figlio più piccolo di Pupi Avati), affiancato da un Libero De Rienzo un po' troppo uguale ad altri suoi ruoli nei panni del fratello, mentre il cameo di Barbara Bouchet si fa apprezzare, anche per autoironia. Una piccola opera che ha il coraggio di distaccarsi dai generi più in voga nel panorama cinematografico italiano, un road movie dalle atmosfere quasi scandinave, che attraverso un sottilissimo umorismo, una forte componente visiva, ma soprattutto un'interpretazione straordinaria, riesce a sorprendere. Easy - Un viaggio facile facile difatti, che racconta di un viaggio (nell'est Europa) costellato da una serie incredibile di sciagurati eventi e tanti paradossali inconvenienti, fa sorridere e fa riflettere. Tanto è vero si sorride, ci si lascia coinvolgere dagli eventi e si viene indotti in piccole riflessioni catartiche, utili a rendere questo Easy un viaggio di emozioni e sensazioni diverse facili da assimilare. Giacché questo viaggio pieno di ostacoli, quasi surreale, mette in primo piano, tra le altre cose, il tentativo di dare una scossa alla propria vita, sprofondata in uno stato di confusione cronica, come quella del protagonista incapace di cambiare "marcia". E insomma una pellicola (riuscita e convincente) che ricorda più il cinema estero che quello italiano. Una commedia sottile, triste e faticosa, ma ottimista. Porta sullo schermo un cinema indipendente che trae la sua forza da un soggetto accattivante e una realizzazione elegante. Un piacevole (desolato in tutti i sensi) viaggio a fianco di Easy, la bara di Taras e un carro funebre che si guadagna un posto tra i mezzi di locomozione più iconici in un road movie. Eppure, c'è qualcosa di troppo scritto e programmatico nella storia, che si innerva in tanti piccoli episodi cui si fatica a credere nonostante i disagi mentali di Isidoro. Mentre la voluta lievità del film si scontra a volte con scene sopra le righe o dovrebbero far ridere e non ce la fanno, con un umorismo più "imitativo" che originale e, soprattutto, efficace. Mentre il progressivo affondo emotivo porta a un finale meno toccante di quanto poteva essere. Un discreto esordio, con un ottimo protagonista e un gusto universale per il racconto, ma che vorrebbe essere poetico e risulta un po' forzato e a tratti irritante. Anche se il finale ha un bel guizzo, di quelli che migliorano un film non perfetto, ma anche che fanno pensare a come poteva essere più robusta tutta l'operazione con un po' più di cura. Tuttavia anche così, è innegabile non elogiare questa operazione, un'operazione originale ed interessante, ma soprattutto bella, simpatica ed ironicamente malinconica. Semplicemente irresistibile.
Regia: Spiritosa e avvolgente, minima e attenta. Andrea Magnani lavora per sottrazione, togliendo man mano dialoghi, azione, forza e difetti al protagonista. Isidoro si spoglia di tutto per arrivare alla catarsi finale e così deve fare lo spettatore, perché man mano che il film procede, il ritmo cala sempre di più, l'atmosfera si fa più rarefatta e trascendente ed è lo spettatore che deve trarre forza e senso dalle scene finali. Da un inizio movimentato, si arriva, esausti, ad un finale silente. Un finale che fa ben sperare nel futuro del protagonista e del regista stesso, che supera il primo esame, quello più importante. 
Sceneggiatura: Andrea Magnani costruisce la sua opera prima su di un esile pretesto narrativo per scandagliare le emozioni nascoste del protagonista che mette a nudo le sue fragilità emotive prima di spendere tutto se stesso al compimento della propria missione e mostrare doti di caparbietà e coraggio che nemmeno immaginava di possedere. E ci riesce benissimo, grazie anche ai personaggi che fugacemente si affacciano all'avventura di Isidoro, che sono altrettanto memorabili, improbabili, a volte inquietanti. C'è qualche limite, alcuni difettucci, come detto, ma script davvero discreto e tanto efficace.
Aspetto tecnico: Grandi spazi deserti, location mozzafiato, raramente viste nel cinema italiano. Il regista fa un grande (e buon) lavoro nel scegliere il paesaggio, spesso abbandonato, che mostra i segni del tempo e ricorda le location del cinema sovietico degli anni '70. Montaggio essenziale, colonna sonora perfetta.
Cast: Nicola Nocella è la star assoluta della pellicola, unico protagonista in un film quasi desolato, nel quale la figura imponente di Easy domina tutte le inquadrature. E' lui solo, spesso in silenzio, che con poche espressioni interpreta un personaggio memorabile. Nessuna scena pare forzata o sovrappiù. Tutto con gesti semplici e immediati. Davvero bravissimo, almeno un premio l'ha vinto, premiato come miglior attore al Locarno Festival. Bene, anche se marginali, gli altri.
Commento Finale: Andrea Magnani sceglie per la sua opera prima una struttura da road movie, già ampiamente utilizzata nel cinema, per un film di formazione, che però ha dalla sua tante suggestive varianti, che gli impediscono di scivolare nel déjà-vu. Innanzitutto lo sfondo, costituito da un paesaggio arido, dominato dalla pianura desolata e piatta, che conduce Easy nello sperduto e microscopico villaggio dell'Ucraina, poi la sceneggiatura, quasi priva di parole, in cui sono i silenzi a parlare e i pochi dialoghi, ridotti all'osso, servono a mettere in evidenza l'incapacità di Easy a comunicare, poi la bizzarra galleria di personaggi che incontra lungo il suo percorso. La regia, riesce abilmente, pur trattando una vicenda dal tono surreale e anche in alcuni passaggi coriacei, di stasi apparente, a tenere comunque desta l'attenzione dello spettatore, grazie a delle trovate "sorprendenti". Il cammino compiuto dal protagonista, si può leggere come la rappresentazione simbolica della necessità di metabolizzare un passato che dev'essere elaborato e superato. Davvero bel film.
Consigliato: Simpatica commedia dove si ride, si sorride ma fa anche riflettere e lo fa senza volgarità. Merita la visione.
Voto: 7

8 commenti:

  1. Non male questo film.
    Credo anch'io che meriti di essere guardato.

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    1. Indubbiamente merita, anche se dubito saranno molti a vederlo se non l'hanno già visto, è di nicchia diciamo come film ;)

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  2. Sembra proprio da vedere, o almeno tu lo vendi bene. Però ho la sensazione che vada guardato col mood giusto e d'estate prediligo pellicole demenziali o horror (o horror demenziali 😝).
    La parte divertente mi attira, è quella che si prende sul serio a bloccarmi.
    Va be', alla fine adoro le commedie on the road, me lo segno per l'autunno, con tanto di appunto che mi dice di tornare qui a commentare perché a ottobre avrò già dimenticato tutto da un pezzo 😅

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    1. Beh sì, bisogna esserne portati, è un commedia che va via lenta, che tuttavia appassiona, che ha momenti seri ma che non influiscono comunque negativamente sulla parte divertente, anzi, ironicamente divertente ;)

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  3. Io lo vedrei anche solo per la Bouchet! XD
    Diciamo che il genere è particolare, e anche rischioso... chissà :)

    Moz-

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    1. Solo per lei dici? Mah non saprei...comunque sì, è particolare, è rischioso, ma secondo me riuscito ;)

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  4. Esco fuori tema: ne parlasti con Cannibal e Ford a giugno 2018.. ma poi l'hai visto L'incredibile viaggio del fachiro? Gran bel film davvero... ;)

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