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lunedì 29 luglio 2019

La truffa dei Logan (2017)

Tema e genere: Una divertente commedia su una rapina impossibile, con un cast d'eccezione.
Trama: Il colpo grosso dei due fratelli Logan e della loro banda durante la Coca-Cola 600, la leggendaria corsa della Charlotte Motor Speedway.
Recensione: Qualche anno fa Steven Soderbergh un po' a sorpresa aveva annunciato a soli 50 anni il suo addio dal mondo del cinema, promessa non mantenuta fortunatamente, anzi, ha pure raddoppiato un anno dopo a questo film datato 2017 con l'esperimento abbastanza riuscito di Unsane, un thriller alquanto controverso (in positivo). Non è controverso invece, ma onesto e sincero, La truffa dei Logan (Logan Lucky), una sorta di versione basso proletaria della trilogia di Ocean, la famosa e squisita (come cinema d'intrattenimento degli anni 2000) saga di film ladreschi che negava tutte le regole del genere, pur rispettandole. Infatti, dove là tutto era glamour, i ladri erano belli e intelligenti e i luoghi erano cartoline da favola, qui sono brutti, storpi e abbastanza stupidi, anche nella colonna sonora (curata entrambe dallo stesso compositore David Holmes) dove ai concerti alla Frank Sinatra si sostituisce il folk di John Denver. Anche la struttura è diversa e opposta: la genialità della trilogia stava nel sovraccumulo di narrazione, piste vere e false, colpi di scena, situazioni per poi togliere totalmente qualsiasi spessore ai personaggi riducendoli a maschere da feuilleton muto e realizzare così film di azione essenziale. Ne La truffa dei Logan invece la linea narrativa principale è piuttosto semplice, quello che interessano sono proprio le divagazioni dal centro: l'orso nella foresta, la rivolta in prigione, la guardiana extra large, i piloti delle auto, tutti episodi che esulano dal filone principale e che il regista maneggia con l'abilità di illusionista, per sviare l'attenzione, distrarre e poter far avvenire così la magia. Altra differenza strutturale sono i personaggi: non più figure, maschere, ma persone vere (da segnalare Riley Keough, vera nipote di Elvis Presley e perfetta ragazza del Sud), ma soprattutto Jimmy (un eccellente Channing Tatum l'unico membro del cast ad aver già più volte lavorato con il regista), vero motore narrativo e chiave di volta dell'intera struttura, perché il perno di tutto è proprio il suo amore per la figlia e il desiderio di volerle restare ancora accanto, cui fanno da grandiose spalle Adam Driver e un inedito e divertentissimo Daniel Craig. Sullo sfondo poi c'è tutta la povertà (non solo materiale) di certa provincia e dell'America di oggi, come raramente si vede nel cinema di Hollywood. L'America lontana dalle grandi città viene descritta come un luogo misero, abitata da persone o troppo stupide o frustrate dai fallimenti e da un Paese che non sembra voler avere clemenza, il tutto delineato e rappresentato senza però mai perdere di vista la sua natura più squisitamente leggera. Perché l'handicap fisico dei due protagonisti, insieme all'ambientazione profondamente rurale, diventa sì il grandangolo attraverso il quale il regista ci mostra un'America piegata da una crisi profonda, valoriale prima ancora che economica, ma dove il furto non rappresenta più, come in Ocean's Eleven, un lussuoso esercizio di stile, bensì un mero mezzo per garantirsi la sopravvivenza. Il risultato è un cocktail con le giuste parti di realtà e fantasia, in dosi non perfette ma sufficienti per intrattenere e divertire, anche grazie al ritmo mai lento. Perché per quanto però sia piacevole e ben congegnato, La truffa dei Logan contiene alcune imperfezioni.
Innanzitutto paga molto caro il proprio minutaggio. Con una ventina di minuti in meno si arriverebbe molto più freschi alla parte finale e non si avrebbe quella sensazione di stanchezza che inevitabilmente mina la riuscita del film. I tempi, alquanto dilatati, appesantiscono le tante sotto-trame (alcune francamente inutili e che bastava accennare appena, come quella del pilota interpretato da Sebastian Stan). Man mano che si sviluppa la narrazione principale e vengono rivelate le tante macchinazioni elaborate dal duo di fratelli, il lungometraggio non riesce a stare al passo con la sua stessa verve. L'ultima parte, troppo tirata e quasi appiccicata come una sorta di "finale obbligato", smorza quasi i toni brillanti di quanto visto fino a quel momento. Resta da dire, tuttavia, che La truffa dei Logan rimane un film divertente e un buonissimo prodotto di intrattenimento. Un prodotto che è una conferma (l'ennesima) di come Steven Soderbergh (che non smette di sperimentare, anche se quest'ultimo esperimento è nulla di nuovo per un autore abituato a sfide ben più grandi, basti pensare appunto al suo ultimo film Unsane, thriller girato interamente con un iPhone 7 Plus in un vero ospedale abbandonato) sia un maestro indiscusso nel miscelare elementi all'apparenza inconciliabili e giocare coi generi classici fino a costruire meccanismi assai più complessi di quanto non appaiano a una prima lettura.
RegiaSteven Soderbergh sa il fatto suo nel presentare una storia farsesca, ricca di colpi scena mai banali, in cui due fratelli che non hanno mai avuto nessun problema con la giustizia riescono a trasformarsi gloriosamente in criminali rapinando un'organizzazione gigantesca come la NASCAR. La singolare banda è costituita da persone sgraziate al limite del ridicolo, che sono veramente fuori dalla realtà e questo particolare restituisce al film una velata comicità sui generis, di intelligente ed arguto divertimento. Jimmy, Clayde e Mellie Logan rappresentano in breve l'humus culturale e sociale dell'americano di provincia che sa benissimo che per cambiare la propria esistenza deve necessariamente osare in qualcosa al di fuori dal comune. E su questa messa a fuoco delle vicissitudini non ottimali della famiglia Logan, il cineasta americano riesce alla grande a porgere al pubblico, attraverso un modello di famiglia della provincia rurale americana, una denuncia schietta e decisa contro un sistema, quello americano, che calcando sempre più la mano su una politica conservativa, afferma il gap sulla sperequazione economica che persevera in territorio americano.
Sceneggiatura: La sceneggiatura di Rebecca Blunt dimostra di essere solida e dà vita a una storia scorrevole, piena di sorprese. Tuttavia non sempre e nel complesso non del tutto brillante, anche imperfetta in certi momenti.
Aspetto tecnico: Tecnicamente è ben confezionato, a spiccare è tuttavia la colonna sonora e le musiche, alcune davvero perfette e al momento giusto.
Cast: Eccellente la prestazione di ognuno. Channing Tatum e Adam Driver non sono la strana coppia, anzi, funzionano, si assomigliano anche, per certi aspetti. Se il resto del cast ben si conforma alle situazioni che si dipanano durante il film (Katie Holmes, Seth MacFarlane, Riley Keough, Katherine Waterston, Sebastian Stan e Brian Gleeson), è fuori dubbio che Daniel Craig dia quel tocco in più. Dallo scintillante, affascinante, spumeggiante James Bond all'avanzo di galera Joe Bang, il risultato è lo stesso: quando c'è lui al centro, la scena è tutta, completamente sua. Cinquant'anni splendidamente portati sullo schermo, anche con qualche kg in più per esigenze di copione (che hanno coinvolto anche Tatum e Driver, evidentemente, perché gonfi di birra e cibo spazzatura). Chi poco convince, non tanto a bravura quanto per il ruolo, è Hilary Swank.
Commento FinaleLa truffa dei Logan non è un gran film in termini di trama, di "effetto wow", di messaggi universali. E' una commedia all'americana, con parecchi cliché, in cui si ride (il giusto), non ci si commuove (perché dovremmo?), c'è qualche scazzottata e tanto orgoglio made in USA, latente anche della classe popolare. Complessivamente, il mio giudizio è tra il sufficiente e il discreto. Premio però il prodotto sincero. Il merito, però, che va riconosciuto al regista è di aver realizzato un film che funziona, che dura (più o meno) il giusto, non promette fuochi d'artificio, perfettamente confezionato dal punto di vista tecnico, con una fotografia da film cult, con una sceneggiatura di buon livello, una colonna sonora ad hoc e un cast stellare, come non sempre se ne trovano che dà sempre un punto in più.
Consigliato: A chi piace lo stile di Steven Soderbergh probabilmente farà passare un eccellente paio d'ore. In generale, nonostante i difetti di scorrevolezza, il film risulta godibile e non si prende mai troppo sul serio. Un mix del genere si rivela fondamentale per una commedia autoriale di questo stampo. Se amate il genere, comunque, non potete perdere questo film.
Voto: 6,5

12 commenti:

  1. No. Non è il mio genere. E il cognome Logan mi fa pensare solo a Brooke, sebbene io non guardi Beautiful. Lo giuro.
    Ma credo che lo conoscano pure le pietre.

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    1. Anche questo? Devi essere di più larghe vedute secondo me, però se ti fa pensare a Beautiful è male..

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    2. Filmetto anche vagamente gradevole ma alla fine è proprio la sceneggiatura a fare acqua da più parti proprio dove tutto dovrebbe filare liscio... lo vidi alla Festa del Cinema di Roma.. mi dispiace...insufficiente... https://www.filmtv.it/film/135442/la-truffa-dei-logan/recensioni/908233/#rfr:none

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    3. Non ho notato tutti questi buchi, alcuni ci sono è vero, ma non tali da rovinarne il risultato o la gradevolezza, però ci sta ;)

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    4. Vediamo... tu sei uno di quelli che reputa Inside Man un capolavoro senza nessun micidiale buco di sceneggiatura?! Parliamone..

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    5. Capolavoro assolutamente no, i buchi ci sono, però come film mi piace :)

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  2. Ho letto velocemente la tua recensione ma mi hai proprio convinto! Adoro Tatum (a parte il film che lo ha lanciato, quello del ballo, Step Up?), quindi mi segno 'sto film e ripasso non appena l'ho visto 😉

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    1. Sì Step Up, che oltretutto l'ha pure "incastrato", co-protagonista era la futura moglie :D

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  3. Salvo le sequenze ambientate sulla pista (odio le corse, che ci posso fare?) l'ho trovato molto divertente e tra l'altro mi ha portata a rivalutare un po' due attori che mal sopporto, Tatum e Driver!

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    1. Per fortuna che erano poche quelle sequenze, oltretutto c'entravano anche poco, in compenso il resto è riuscito ;)

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  4. Oddio sto film mi ha fatto veramente schifo ahahah. Non ho sorriso mai nemmeno un minuto (e se ho riso non me lo ricordo, quindi questa la dice lunga...) e l'ho trovato noiosissimo!
    Sei stato troppo buono secondo me xD

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    1. Secondo te certamente, secondo me no, ma lo sai che ognuno ha una sua visione, rispetto ma non condivido, e vabbè ;)

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