Pagine

mercoledì 3 luglio 2019

Slender Man (2018)

Tema e genere: Horror basato sull'omonimo personaggio creato da Victor Surge, protagonista di racconti dell'orrore, videogiochi, film e vicende di cronaca.
Trama: In una piccola città del Massachusetts, quattro studentesse liceali eseguono un rituale nel tentativo di sfatare la tradizione dello Slender Man. Quando uno di loro scompare misteriosamente, il resto delle compagne inizia a sospettare che lo Slender Man sia entrato in azione.
Recensione: Ispirato ad una leggenda metropolitana che ha avuto larga eco in rete nell'ultimo decennio, questo fiacco horror si avvale di espedienti scontati per tentare di sopperire alle mancanze di sceneggiatura e regia. All'interno del vasto immaginario legato al mondo del paranormale dalle tinte fosche negli ultimi anni si è affacciato un misterioso essere dall'aspetto filiforme e privo di volto, che risiede nei boschi ed è capace di soggiogare giovani anime portandole a perdere la cognizione della realtà e a sacrificare altre vite in suo onore. Tale essere ribattezzato Slender Man, è in verità stato inventato da un semplice fotografo esperto di editing, ma è divenuto talmente popolare da comparire in diversi creepypasta, racconti dell'orrore trasmessi sul web, sia in forma di testo che di immagini (foto e video). Purtroppo la sua "esistenza" è salita anche alla ribalta della cronaca nera, quando nel 2014 due ragazzine tredicenni del Wisconsin tentarono di uccidere una loro coetanea, dicendosi obbligate a farlo proprio da tale oscuro figuro. Dunque l'idea di incentrare un film su questo ambiguo personaggio non poteva che essere colta al volo anche dal cinema horror, e avrebbe potuto rappresentare una qualche novità, specialmente in un periodo in cui imperversano remake e sequel. A conti fatti, però, la debolezza della sceneggiatura e la scarsa inventiva della regia, fanno di questa produzione un qualcosa di dimenticabile, mai veramente intrigante o spaventoso. La storia si sviluppa attorno a quattro amiche di scuole adolescenti di un piccolo paesino americano, alle prese con problemi familiari e prime cotte, che una sera per gioco decidono di guardare un video in rete per evocare questo fantomatico Slender Man. Il loro scetticismo verrà ben presto smentito da una serie di eventi inquietanti, in primis l'improvvisa e inspiegabile scomparsa di una di loro, e poi strane ombre e apparizioni, tra i boschi e tra le mura di casa. E quindi il film ci presenta la solita entità negativa dalle origini anonime e superficiali, con le solite mosse sbagliate e i soliti comportamenti poco plausibili dei protagonisti. Insomma le solite cose viste e straviste portate su schermo senza un reale quid in più. Perché anche se il problema più grosso di Slender Man di Sylvain White è che si tratta di un film dell'orrore che fa spesso orrore ma mai paura, errore già di per se imperdonabile per un film appartenente a questo genere che poi diventa doppiamente grave se si pensa che il materiale di partenza è una delle più famose ed inquietanti leggende metropolitane moderne, a colpire è l'incapacità di proporre un qualcosa di vagamente originale e interessante. Tanto che, giusto per non farsi mancare niente, quella proposta da Slender Man è una storia che sembra pescare a piene mani da due titoli cult del genere come Candyman e The Ring (indovinate perché?). Come se la mancanza di originalità non fosse già un problema sufficiente, a questo si deve aggiungere anche numerosi buchi di sceneggiatura, tanto che da un certo punto del film in poi alcuni personaggi sembra quasi che spariscano direttamente dal copione. Non una spiegazione sul loro destino, non un cenno nemmeno dagli altri protagonisti. Semplicemente non se ne parla più e basta. Anche da un punto di vista degli effetti speciali, ci troviamo di fronte ad un prodotto scialbo e senza mordente, con risvolti involontariamente comici. Le scene deputate a spaventare infatti, non solo sono prevedibili, ma possono anche regalare una meravigliosa nausea da disorientamento.
Slender Man fallisce praticamente su ogni fronte, non riuscendo a regalare alcun tipo d'emozione o reazione. Anche perché non si capisce mai esattamente quali siano le intenzioni di questa entità, non si capisce mai realmente il suo modus operandi, laddove è invece importante negli horror conoscere la reale e concreta personalità del male rappresentato, giacché solo cosi noi spettatori possiamo percepirla come minaccia e di conseguenza farci catturare dalla sua presenza. Dato che l'evocazione dello Slender Man conduce alla pazzia tutto avrebbe funzionato alla grande se si fosse scelto di puntare sulla componente allucinatoria, mescolando Twin Peaks a Candyman e valorizzando maggiormente le sequenze più riuscite. Purtroppo però c'è così tanta illogicità cinematografica che il film oltre a non fare paura a tratti sembra anche ridicolo. Tutto ciò che si può salvare di questo film sono le atmosfere cupe e tetre, oltre che la fotografia più che discreta. Su tutto il resto è meglio stendere una quindicina di veli pietosi. Tra questi la caratterizzazione delle protagoniste femminili, una più stereotipata e stomachevole dell'altra, tanto da auspicarne la morte dopo soli dieci minuti. Regia anonima e dialoghi prevedibili danno il colpo di grazia a questo scempio senza capo né coda. E a proposito di coda, il finale è assolutamente ridicolo, tanto da far nascere il tremendo sospetto che sia stato scritto in modo raffazzonato giusto per concludere una storiaccia senza speranza.
Regia: Colpa della regia o meno, quella di Sylvain White, il film non riesce mai a spaventare come dovrebbe o come farebbe uno qualsiasi dei tanti racconti sulle vicende dello Slender Man che si trovano facilmente su internet. E' un vero peccato perché White solo sporadicamente e soprattutto troppo superficialmente mostra ciò che il film sarebbe potuto essere nelle mani di un regista più avvezzo a queste atmosfere, il linguaggio visivo del film lo accomuna ai peggiori esempi di cinema horror moderno, e tutto ciò che di buono c'era nelle idee di base viene malamente sprecato. White sbaglia infatti fin da subito l'approccio, trattando il materiale come una sorta di remake di The Ring (o Ringu, se siete fra coloro che preferiscono l'originale di Hideo Nakata).
Sceneggiatura: La sceneggiatura non fa altro che rubare un po' ovunque dai cult degli ultimi anni, senza però riuscire a coglierne il lato migliore. Se da un lato, infatti, la dinamica con cui si entra in contatto con Slender Man può somigliare a quella di The Ring, il calvario che le ragazze affronteranno a causa del mostro non è minimamente paragonabile a quello della celebre pellicola di riferimento. Altre influenze sono evidenti nella volontà di concentrare il film sulle liceali, prendendo spunto tanto da Stranger Things quanto da IT. La pellicola, però, delude anche in questo caso, perché manca l'affascinante approfondimento sulla vita familiare delle protagoniste, punto di forza di molti film con protagonisti i ragazzi.
Aspetto tecnico: Anche per quanto riguarda l'aspetto tecnico Slender Man non fa altro che deludere, molte inquadrature infatti soffrono di mancanza di stabilità e nitidezza, soprattutto nella prima parte del film.
Cast: Le uniche a svolgere bene il proprio compito sono le quattro interpreti principali. Joey King ha alcuni precedenti nel genere, non solo The Conjuring ma anche Wish Upon, così come Annalise Basso, interprete di Ouija: l'Origine del Male. Entrambe riescono a regalare un'interpretazione piuttosto credibile, sotto ogni profilo. Lo stesso di può dire per Jaz Sinclair, esordiente nell'horror, al quale sono dedicate diverse scene significative, interpretate con una buona dose di realismo. L'unica a deludere è Julia Goldani Telles (Whitney Solloway nella serie televisiva The Affair), il cui personaggio, già scialbo di suo, risulta fortemente apatico, in contrasto con molte sequenze che la vedono protagonista. Irricevibile invece Kevin Chapman, Lionel Fusco nella serie televisiva Person of Interest.
Commento Finale: Slender Man è una pellicola incredibilmente debole. Nonostante abbia alle spalle un gran numero di storie ad alimentare la leggenda del personaggio e a dargli spessore, il film soffre proprio della mancanza d'approfondimento. Esiste solo un momento in cui una delle protagoniste effettua alcune ricerche, ma davvero poco hanno a che fare con le creepypasta che hanno reso famoso la creatura. La storia è fiacca e scontata, almeno fino agli attimi finali. Non solo non esistono colpi di scena, ma ogni momento puramente horror è talmente prevedibile, da lasciare del tutto indifferenti. La fotografia è buona e riesce a creare un'atmosfera oscura e opprimente per quasi tutto il film, non pessime neanche le interpretazioni, purtroppo però, e come detto, una narrazione estremamente banale, una direzione incerta sui momenti di tensione più importanti (non fa paura mai), e un trattamento troppo superficiale del personaggio di Slender Man, finiscono per svilire parecchio i pochi momenti brillanti di un film non pessimo, ma che sostanzialmente non lascia nulla allo spettatore.
Consigliato: Lo svolgimento è abbastanza scontato, tra soliti Jumpscare aiutati dalla musica e dinamiche relazionali scopiazzate da altri teen drama, senza però raggiungere quel coinvolgimento o quella tensione che tengano alto il livello di attenzione. Il risultato finale è quindi un b-movie senz'anima, che forse può piacere e spaventare unicamente un tipo di pubblico giovanissimo di poche pretese.
Voto: 4

9 commenti:

  1. si condivido il voto, un brutto film, si dimentica subito :)

    RispondiElimina
  2. Insomma, un vero disastro.
    Stavolta la bocciatura mi sembra inevitabile.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Stavolta sì, e non ti consiglierei affatto una visione.

      Elimina
  3. Sì ti capisco, anch'io ogni tanto perdo la voglia, ma poi passa, almeno fino a quando capita nuovamente, spero molto in là ;)

    RispondiElimina
  4. Maronn che schifezza XD
    Hanno rotto con questi horror sciapi.

    Moz-

    RispondiElimina
  5. A me già non attirava per niente perché 'sta leggenda metropolitana, già al suo apice in rete (su YouTube in particolare) mi stava sulle palle, finta come una banconota da 2 euro visibile da un chilometro! Poi se tu ne parli così... ciao!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Io non mi sono mai appassionato a questa leggenda, e nemmeno lo farò adesso..

      Elimina