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lunedì 13 gennaio 2020

The Front Runner - Il vizio del potere (2018)

Tema e genere: Adattamento cinematografico del romanzo del 2014 All the Truth Is Out scritto da Matt Bai, questo film drammatico biografico ci fa partecipe dell'ascesa e della caduta di Gary Hart, candidato alla corsa per la presidenza USA nel 1988 e affossato da uno scandalo sessuale.
Trama: Nel 1988 Gary Hart, politico democratico, è considerato il favorito per la corsa alle elezioni presidenziali. La sua campagna subisce però una battuta d'arresto a causa dell'accusa di avere una relazione extraconiugale con l'attrice Donna Rice. In breve ciò porterà il senatore Hart ad abbandonare i suoi propositi elettorali.
Recensione: Nel corso degli anni, i film d'inchiesta sui personaggi pubblici sono stati numerosi: da Il caso Spotlight a Truth - Il prezzo della verità, sono stati in tanti a cimentarsi nel genere. Per non parlare dei political drama che ci hanno narrato dei presidenti americani, presidenti americani mancati, questo è il terzo che vedo negli ultimi 6 mesi, l'ultimo è stato Lo scandalo Kennedy. Insomma non è una novità, ma comunque The Front Runner, di Jason "Juno" Reitman (che torna dietro la macchina da presa dopo Tully, bella commedia sulla maternità), riesce nella missione non facile di raccontare (bene) una storia di trent'anni fa in grado di fare riflettere ancora oggi. Il film infatti, che offre una sfumatura su entrambi gli aspetti (l'uomo privato e quello "pubblico") di questo personaggio politico forse ingenuo, forse arrogante, costantemente in balia degli eventi, ha il grande pregio di spingere lo spettatore a ragionare sul ruolo dei media e del loro rapporto con i personaggi pubblici: fin dove è lecito spingersi? È davvero fondamentale per un personaggio di spicco rinunciare alla privacy ed essere irreprensibile da ogni punto di vista? E un personaggio irreprensibile è automaticamente il più adatto a governare un paese? Insomma tante domande ma sfortunatamente nessuna risposta, ma non che questo sia per forza un difetto, anzi, proprio per la capacità del regista di sospendere il giudizio, evitando risposte facili o sbrigative, evitando il conflitto e rifiutando di istruire il pubblico su come dovrebbe sentirsi riguardo ad Hart, lasciando così allo spettatore piena libertà di trarre le sue conclusioni analizzando i diversi punti di vista delle parti, che il racconto diventi più armonico e coinvolgente col passare dei minuti.
Il risultato cui giunge The Front Runner - Il vizio del potere non è, però, in grado di mantenere le interessanti premesse da cui partiva e in diversi momenti pare perdersi nell'incertezza della direzione da prendere, a quali tratti e caratteristiche dare maggiore risalto. Spesso la regia, nel tentativo di rappresentare la frenesia isterica degli eventi e la tensione dello staff di Gary Hart, diventa disordinata e lascia allo spettatore l'idea di perdersi in un quadro di fatti eccessivamente frammentati. Nonostante questi limiti, frutto più della reale vastità e delle mille sfaccettature che questa storia porta con sé, che non attribuibile a errori nel trattare il materiale a disposizione, il film si fa guardare piacevolmente e riesce a interessare lo spettatore per tutta la sua durata di 113 minuti. Certo, non è una pellicola al livello di altre analoghe, ma questo buon prodotto d'intrattenimento, intenso e al tempo stesso leggero nel raccontare il dramma personale di un uomo esposto e un momento di svolta della storia politica americana, che rappresenta un punto di vista interessante e spietato su un grande cambiamento mediatico che abbiamo vissuto negli anni passati, in cui gli attori, da Hugh Jackman (quest'ultimo sicuramente encomiabile) a J. K. Simmons a Vera Farmiga, offrono delle buonissime prestazioni, di sicuro anche grazie alla direzione di Jason Reitman, che ha il grande pregio di avere un protagonista controverso, difficile da classificare, e di non schierarsi mai contro di lui o in suo favore, è un biopic di discreto valore.
Giudizio in sintesi: Una pellicola con un potenziale fresco ed interessante, a tratti molto elegante, ma che non riesce ad essere così potente come il tema trattato. Tuttavia in grado di suscitare interrogativi importanti e di intrattenere, ed è senza dubbio un gran merito.
Consigliato: Gli amanti del genere lo troveranno di sicuro interesse e saranno anche spinti a cercare d'approfondire questa vicenda, gli altri dipende.
Voto: 6,5

2 commenti:

  1. Com'era tristemente passato in sordina Hart nella politica, così è passato in sordina questo film che ho trovato con molto potenziale e con un Jackman stranamente umano e di cui finalmente ho potuto apprezzare le doti.
    Forse troppo classico per fare breccia, ma lo ricordo come una bella visione e un immenso "what if" storico.

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    1. Tanto in sordina che in Italia è sconosciuto, io per esempio non avevo mai sentito di Hart, e il film che per alcuni fu all'epoca ingiustamente snobbato dall'Academy, ma forse ci avevano visto bene, rimane comunque un buon film ;)

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