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venerdì 3 luglio 2020

[Cinema] L'esordio di George Lucas... e di Clint, Steven & Denis

Generalmente si dice "prendere due piccioni con una fava", ebbene io ne ho presi quattro. Se era infatti naturale che alla visione già programmata l'anno scorso ed ufficializzata quest'anno per la Promessa cinematografica corrente del film d'esordio del regista George Lucas (il padre di Star Wars) ci aggiungessi anche l'esordio cinematografico di Steven Spielberg (in occasione della recensione di 1941 dello scorso aprile anticipai il fatto che pochi ricordi avevo del film in questione e che quindi rinfrescare la memoria dovevo), non era così scontato che ne aggiungessi altri due. E invece, complice la mandata in onda (in occasione del suo compleanno) del film d'esordio come regista di Clint Eastwood e la visione del mese scorso della seconda opera di Denis Villeneuve (qui), ciò è stato possibile. E così, insieme a tre film che hanno lanciato registi conosciuti ed affermati, un quarto del "nuovo che avanza", che (paradossalmente) già conosciuto ed affermato, in futuro potrebbe entrare (se non lo è già) nel gotha del cinema mondiale. Sarà, ma vediamo come tutto è cominciato e cominciò per questi registi.

L'uomo che fuggì dal futuro (Fantascienza 1971) - Esordio interessante, inedito e innovativo, per George Lucas, lontano dai canoni che lo renderanno famoso, ma tra le calde e confortevoli sicurezze di un produttore esecutivo come Francis Ford Coppola e di un soggetto che (per quanto accreditato come originale, per quanto ispirato ad un suo stesso cortometraggio di quattro anni prima) poggia salde basi nella letteratura classica. Le tematiche, come nella migliore tradizione fantascientifica, sono delle più disparate, e la pellicola (ambientata in un futuro distopico dove gli umani assiepati sotto terra sono controllati dalle macchine che hanno schiavizzato gli stessi privandoli di qualsiasi desiderio, emozione, passione, sentimento e personalità, l'unico obiettivo è l'efficienza lavorativa e la fedeltà al sistema) tratta temi moderni e complessi nonostante la breve durata e il basso budget a disposizione. Libero arbitrio, il rapporto uomo-macchina, la religione, la fedeltà al governo, l'amore e i sentimenti, l'identità personale sono alcuni argomenti presenti nel film (a dare il via alla storia sarà la ribellione di due cittadini che aprono gli occhi rinunciando alle pillole di "repressione" che erano costretti ad ingerire quotidianamente). La realizzazione tecnica è buona e la scenografia è perfetta per rappresentare il mondo asettico e spersonalizzante dove i protagonisti sono costretti a vivere, anche la fotografia fredda esalta al meglio questo concetto. Il cast regge bene e abbiamo anche grandi nomi come Donald Pleasence e Robert Duvall fra gli altri. Purtroppo il ritmo è molto lento (cosa in parte giustificabile) e l'opera nonostante (appunto) la breve durata in alcuni punti tende ad annoiare un po'. Inoltre ci sono alcune carenze nella sceneggiatura che possono rendere confusa la storia e complicata la visione allo spettatore. Mi aspettavo qualcosa di più, francamente, ma nel complesso la pellicola ha il suo valore e (fatto salvo il fattore noia) merita la visione. Non bastasse che L'uomo che fuggì dal futuro influenzerà la fantascienza successiva, rimane un film riuscito ed azzeccato per molte cose, per i protagonisti, per certe scene ancora attuali e bellissime (la corsa in macchina in primis) e soprattutto per la scena finale con Duvall sfocato e in primo piano il sole, una vera delizia per gli occhi. In conclusione consiglio questo film (poco conosciuto) a quanti amino la fantascienza anni '70 (e quella in generale) e a quanti siano interessati a scoprire di più (così come ho fatto io) del regista George Lucas precedente a Guerre Stellari. Voto: 6,5

Brivido nella notte (Thriller 1971) - Buon esordio alla regia di Clint Eastwood, il quale sforna un thriller (che indubbiamente risponde ai canoni cinematografici degli anni '70) davvero ben fatto (che sa cosa offrire allo spettatore). Ci sono tutti gli elementi per un buon film di suspense: calzante tensione (sebbene i nodi narrativi siano piuttosto prevedibili, il film tiene infatti bene la tensione e il senso di inquietudine), una trama (seppur semplice e poco articolata) misteriosa ed intrigante (un affascinante disc jockey notturno di un'emittente radio californiana decide di trascorrere la notte con una sua ammiratrice, ma dopo la breve avventura egli tenta di scaricare la ragazza, che però reagisce dando inizio a un'assillante persecuzione), un po' di violenza e una colonna sonora adatta (in tal senso emerge con decisione il gusto per la musica jazz, che accompagna come elemento dominante tutta la trama del film, il regista dedicherà perfino un'intera scena, decisamente non rilevante per il plot, al Festival di Musica Jazz di Monterey). C'è naturalmente anche qualche difetto: la sceneggiatura è deboluccia e a volte diventa troppo ripetitiva, ed il finale, un po' frettoloso ma comunque azzeccato. Il cast nell'insieme è buono (oltre a Clint Eastwood qui nelle vesti dell'attore principale), in cui spicca Jessica Walters che fa una grandissima parte. La regia (seppur acerba) è abbastanza buona. Poi la pellicola (Play Misty for me in originale, titolo che si riferisce alla canzone che Evelin chiede continuamente a Dave di trasmettere) ha davvero un discreto ritmo e si lascia seguire con attenzione senza mai annoiare e man mano che procede, diventa sempre più appassionante (forse soffre un tantino degli anni che si porta dietro, però il film offre una storia di vita quotidiana che si trasforma lentamente in un incubo terribile senza troppe esagerazioni o elementi surreali). Una cosa davvero bella del film è la scenografia, affascinante e adattissima per una storia del genere. I dialoghi invece sono un po' banali (altro errore di sceneggiatura). Insomma, un buon esordio alla regia del mitico Clint Eastwood. Certo, egli ha poi dimostrato di saper far meglio (grazie anche all'esperienza e al maggior numero di soldi a disposizione), ma si tratta di un punto d'inizio rilevante secondo me (un cult per appassionati, con Don Siegel nelle vesti del barista complice del disc jockey), un tassello importante di quel percorso che ha creato un'icona del cinema contemporaneo, il primo tassello del Clint regista. Voto: 6+
Sugarland Express (Dramma 1974) - Al suo esordio al cinema Steven Spielberg dirige un drammatico e amaro road movie e fa subito centro. Se Duel era comunque un film per la TV o prioritariamente film TV, questo Sugarland Express, posteriore di tre anni, non solo segna il debutto del regista in un lungometraggio cinematografico, ma conferma uno stile insuperabile dell'autore che poi avrebbe segnato la storia del cinema. Già il talento l'aveva mostrato in Duel, qui continua a stupirci con una regia bellissima piena di virtuosismi, movimenti di macchina e una buona suspense per quasi tutta la durata. Molteplici i temi trattati, anche abbastanza precocemente considerato l'anno di uscita. Film che (dotato di una brillante sceneggiatura, vincitrice anche di un premio a Cannes) oscilla tra il dramma e la commedia, alterna scene forti a scene più ironiche e dissacranti. Sugarland Express è infatti un vivace film di inseguimento carico di tensione. Il regista approfondisce con abilità il concetto stilistico di Duel e pone le basi per sfornare l'anno successivo lo strepitoso successo commerciale del film Lo Squalo. Una giovane donna a cui hanno sottratto il bambino per darlo in affidamento ad un'altra coppia convince suo marito ad evadere per andare a Sugarland per riprenderselo. Oltre all'evasione i reati commessi nel lungo tragitto sono tanti tra cui il sequestro di un agente. La coppia viene inseguita da decine, anzi centinaia di auto (scene direi fantastiche) tanto da far diventare il lungo serpentone un vero e proprio fenomeno e gli abitanti dei paesi attraversati nella fuga si schierano a favore della giovane coppia organizzando accoglienze degni di eroi. In America tutto è spettacolo. La storia è tratta da un fatto di cronaca realmente accaduto. Buone le performance, specie la donna (una Goldie Hawn d'altri tempi), una pazza che urla un po' troppo, ma rappresenta un po' lo stile nevrotico dell'operazione (non si ci può comunque dimenticare di William Atherton, Ben Johnson e Michael Sacks). Il comparto tecnico è perfetto (come sempre nei film di Spielberg), e rende la pellicola più appassionante. L'atmosfera rustica e sabbiosa crea infatti una violenza implicita che colpisce molto. Stupisce anche il sonoro, specie durante le sparatorie, considerato l'anno in cui è uscito. Finale tesissimo e pieno di suspense. Poi la pellicola ha davvero un gran ritmo e non annoia mai, trovando sempre delle trovate carine. Magari se vogliamo andare a scrivere la cosa che magari non va molto bene, scriviamo che c'è una trama che quasi non esiste ma non è così grave come sembra (in questo caso). E insomma, seppur inferiore a Duel, più che discreto road movie è questo, il regista cerca ancora di stupire con un film fatto sulla strada e ci riesce, coinvolgendo in modo particolare, tirando in ballo temi interessanti e spingendo sull'acceleratore. Voto: 7

Un 32 août sur terre (Dramma 1998) - Denis Villeneuve è come il vino, migliora col tempo. Ha raggiunto la piena maturità con Blade Runner 2049 dopo un percorso che partito a parer mio non benissimo e in sordina (con un film sconosciuto ai più, quasi introvabile, che venne presentato alla cinquantunesima edizione del Festival di Cannes, nella categoria Un Certain Regard) si è poi rivelato di rilevante fattura, visto che questa sua prima opera, seppur già valente del suo talento, non rimane particolarmente impressa (strana, semplice e allo stesso tempo complessa, non un'opera di facile comprensione ma nemmeno di esagerata difficoltà interpretativa, eppure che non riesce personalmente a convincere). E tuttavia il trampolino perfetto per mettersi in mostra, ecco infatti poi arrivare il buon Maelstrom (simile ma diverso, intensamente bello) e Polytechnique, raggiungere grandi vette con La donna che canta, scendere un pochino, con Prisoners, rimanere all'altezza con Enemy, risalire con Sicario ed Arrival, infine arrivare sino al quasi capolavoro (a questo punto dal prossimo Dune è auspicabile aspettarsi qualcosa di grandioso). Il gran regista canadese esordisce nel lungo con questo bizzarro ma suggestivo lungometraggio, a volte buffo, a volte inquietante, dove la data improbabile del 32 agosto segna quasi una vita parallela della protagonista, che percorre nuove sensazioni e nuove consapevolezze grazie ad un incidente salvifico in grado di restituirle l'umanità perduta dall'arrivismo e dalla rincorsa cinica verso traguardi ingannevoli e di cui solo da quel momento riesce a percepirne l'inutilità, o almeno a comprenderne la natura superflua. Il film ha una regia accurata che si sofferma con classe e stile su particolari fotogenici e suggestivi, siano essi dettagli relativi alla bellezza delicata della fulva protagonista, siano invece inerenti alla suggestione prorompente e variegata del paesaggio naturale, che spazia con abilità  e disinvoltura dalla purezza florida della campagna canadese, al cemento geometrico della metropoli quasi asettica, al paradiso incontaminato e quasi lunare di Salt Lake City. La pellicola si avvale inoltre di una validissima ed intensa interprete, Pascale Bussieres, anche molto seducente e di una bellezza delicata, raffinata, quasi artistica, in linea con l'eleganza schietta ma anche ricercata che fa da sfondo alla vicenda. Peccato che Un 32 août sur terre (titolo internazionale August 32nd on Earth), nonostante il suo giustificabile carattere onirico-fantastico, sia inesplicabile nei contenuti. Ha sì il pregio di non annoiare, però arriva in fondo e dici: "e quindi?". Il regista prende un po' di qua e di la, ci mette del suo, mescola il tutto e ci restituisce una commedia ricercata (e non affatto da sottovalutare) che però non piglia. Un azzardo definirlo il suo lungometraggio meno riuscito, ma personalmente è così. Voto: 5,5

25 commenti:

  1. Ho visto brivido nella notte, ovviamente non potevo non vederlov isto il protagonista :D. Buonissimo film, con la tensione giusta, con atmosfere tipiche degli anni '70.

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  2. Non ho visto nessuno di questi film, ma hai fatto bene a rinfrescarti la memoria, considerando la tua passione per il cinema.

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    1. Soprattutto per Spielberg, giacché farò (e lo dico in anteprima) una classifica della sua filmografia in occasione dello speciale, quindi utile e necessario. Gli altri anche, ma per altre ragioni ;)

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    2. ...tenerissima Claudia (non ho visto nessuno di questi film)... ;)

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    3. Già, voleva forse dire "fortunatamente non li ho visti" :D

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  3. Due grandi esordi per due grandi registi, così come lo è Lucas, che però è rimasto abbastanza fermo, ed è un peccato.

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  4. Belle pellicole...anche se Clint (l'uomo con due espressioni: col sigaro e senza - cit.-) col tempo ha sbragato notevolmente..

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    1. Beh non sempre, ma può capitare anche a lui di sbagliare ;)

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  5. Bel trittico! Mi ha fatto venir voglia di vederli tutti e tre, altroché! :--)

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    1. E il quarto no? Beh in effetti i primi tre di questa lista sono belli e di gran fattura ;)

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    2. Ammetto qui pubblicamente che Villeneuve ancora non mi ha convinto del tutto. Sì, è bravo, ci mancherebbe, ma deve ancora fare un film che mi piaccia davvero tanto!

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    3. Caspita, eppure di grandi film ne ha fatti, sarà il prossimo, o almeno lo spero per te ;)

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  6. grande post dove si raccontano gli esordi di grandi registi. Verissimo , viene solo la voglia di rivederli tutti dal primo all'ultimo con curiosità , molta più attenzione e ammirazione o critica, grazie a te Pietro.
    Serena serata

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    1. Già, infatti tanta era la mia curiosità, quest'ultima ben appagata ;)

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  7. Adoro questi registi e veri geni del film ma confesso di essere una disgraziata e non aver visto nessuno di questi film d'esordio. Sicuramente dovrò rimediare! ;)

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    1. Devi certamente, ma comunque non facili da trovare sono alcuni di questi, quindi nessuna "disgraziata" ;)

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  8. L'uomo che fuggì dal futuro è lento, lentissimo, concordo in questo ma avercene di debutti come questo. Una piccola curiosità, decenni fa rai3 quanro era ancora rai3 trasmise il film all'interno di una serata speciale e al termine proiettarono anche la prima versione del film cioè il corto "THX1138" che Lucas preparò per la sua tesi di laurea. Pochi minuti ma c'era già tutto.

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    1. Mi piacerebbe vederlo quel corto, anche perché difficilmente potrebbe essere lento come la pellicola ;)

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  9. Ho visto solo l'esordio di Clint, più uno spot per la cittadina di cui sarebbe diventato futuro sindaco che altro. Ma la matta è meravigliosa, tanto quanto lo scazzo di Clint nel doverle dare retta XD

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    1. Già, lei meravigliosamente sopra le righe, e Clint se avesse avuto una pistola l'avrebbe usata :D
      Non sapevo di questa cosa del sindaco, uno spot fatto comunque benissimo, avrebbe avuto il mio voto ;)

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  10. L'esordio di Villeneuve ma anche il suo secondo film sono lì che mi aspettano da anni. Difficili da reperire prima del famoso Guardaroba, ora non ho più scuse... devo solo trovarci del tempo e vedere quanto già sapeva ben promettere Villeneuve.

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    1. Senza il Guardaroba non sarei riuscito neanch'io, a vedere questo ed altri, diciamo comunque che per quanto riguarda l'esordio, si vedeva già quanto bravo poteva diventare, nel secondo è più evidente, ma che progressività, davvero grande ;)

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  11. Ho un vago ricordo di Sugarland Express, ma vago....

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