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venerdì 25 settembre 2020

Le serie tv del mese (Settembre 2020)

Fondata più di vent'anni fa, ma solo ultimamente (negli ultimi cinque anni) ha cominciato ad inserirsi nel mercato della distribuzione via internet di film, serie televisive e altri contenuti d'intrattenimento a pagamento, eppure è diventata velocemente regina indiscussa (anche se altre e nuove piattaforme lentamente aumentano e cominciano a ben carburare). Parlo ovviamente di Netflix, che non solo in termini di quantità non è seconda a nessuno, ma anche in termini di qualità è in grado di esprimersi a grandissimi livelli. In questi anni molte le serie eccezionali (perché di film al momento non allo stesso grado) prodotte, di queste molte ancora mi mancano, tuttavia ad alcune impossibile resistere e non vedere, soprattutto dopo tante pubblicità, chiacchiere e tran tran mediatici (Stranger Things fenomenale). Negli anni infatti ne ho viste alcune, vederle tutte difficile, scaricarle tutte ancor di più, difatti ribadisco che non ho mai sottoscritto l'abbonamento, ma che ho usato metodi "alternativi" per farlo (non me ne vogliano tutti gli altri, però era l'unico modo, avendo Sky già da pagare), alcune che ho tanto apprezzato. Una è qui (con la sua seconda stagione e con una terza già pronta), in questo post mensile che ne racchiude quattro della suddetta piattaforma streaming (parlo ovviamente di Dark). Le altre, a parte Black Mirror, che seguo dall'inizio e non potevo non vedere/recuperare, non avevo intenzione di guardare (per motivi diversi che molti sanno), ma ho deciso di farlo, rimanendone scottato soprattutto da un caso (parzialmente sorpreso dall'altro). Decisioni a parte, eccovi le recensioni.

Black Mirror (5a stagione) - Ben lontana dalla qualità dei suoi esordi, la serie Black Mirror torna, dopo una quarta stagione non del tutto disprezzabile e l'esperimento interattivo di Bandersnatch, con la sua quinta stagione, con un sensibile cambio di rotta rispetto al passato. Ritorna sì al formato classico, senza però riacquistare la stessa cattiveria e la stessa ispirazione di un tempo. Narrando infatti vicende poco complesse e concentrate maggiormente sull'umanità e sui drammi dei suoi protagonisti, la nuova stagione di Black Mirror dimostra di non essere in grado di osare e sconvolgere come un tempo. Tra i difetti (trame e personaggi dal debole approfondimento), la serie mostra qualche pregio, una buona capacità di intrattenimento, la qualità delle interpretazioni (Anthony Mackie in primis) e il fatto di aver annullato quello scarto temporale che ci separa da un futuro tecnologico mostrato nei primissimi episodi, rendendo le questioni etiche ancora più attuali e inquietanti. Nonostante ciò rimane un prodotto ben confezionato e poco più, questo è Black Mirror adesso, che si prende pure il lusso di deludere. Delude nel complesso difatti questa stagione, nuovamente disponibile su Netflix e con Charlie Brooker al timone, che si salva dal baratro grazie e paradossalmente al terzo episodio dei tre complessivi, quello più criticato. Il primo episodio è infatti un racconto di amicizia in cui il contesto tecnologico diventa più che altro una scusa per narrare la vicenda, che non avrebbe avuto bisogno di un'ora intera per essere sviluppata. Non è certamente la peggior puntata della serie (apprezzabile è il citazionismo nei confronti dei picchiaduro, con tanto di riferimenti ai vari Tekken e Street Fighter, condensati nel fittizio Striking Vipers nel cui mondo virtuale si rifugiano i protagonisti), ma si può facilmente collocare tra quelle non memorabili (una puntata alla San Junipero, ma di livello molto molto inferiore). Smithereens è il secondo tassello narrativo, il più lungo dei tre e forse quello che fa maggiore affidamento sugli attori. In particolare, per quasi tutto il minutaggio la puntata è sorretta dal talento di Andrew Scott. Il problema è che oltre all'interpretazione del protagonista c'è ben poco, perché la pericolosità della dipendenza dai device mobili è tutto eccetto un'idea illuminante e soprattutto ciò che succede non ha nulla a che vedere con la pervasività tecnologica ma solo con una crisi in tutto e per tutto umana. Il terzo e ultimo episodio della stagione, in maniera antitetica rispetto al precedente, si concentra su un'idea già ampiamente utilizzata sia dalla fantascienza contemporanea sia dalla stessa Black Mirror, perché la migrazione della personalità di un individuo in un involucro artificiale era già stata sviluppata in maniera infinitamente più complessa in Be Right Back. Rachel, Jack and Ashley Too è stato l'episodio protagonista della campagna promozionale della stagione per via della presenza di Miley Cyrus e sebbene non racconti nulla di originale riesce a essere lo specchio migliore della Black Mirror di questi ultimi anni: idee molto semplici (o già viste) e sviluppate in un modo meno cupo, che in questo caso si aggira dalle parti della favola e del coming of age, decisamente simpatico (e non solo, tematiche per riflettere). Ma ovviamente non basta, e alla fine resta da dire che Black Mirror praticamente non c'è più. Voto: 5

Dark (2a stagione) - Se la prima (straordinaria) stagione lasciava in bilico (qui), la seconda stagione è decisamente più esplicativa. Quasi tutti i nodi vengono al pettine e il puzzle viene (parzialmente) ricomposto (alla fine del racconto infatti, diventa chiaro che tutto il progetto era stato scritto fin dall'inizio e in tre parti, e questa conclusione al momento non sono minimamente in grado di anticipare quale sia). In questa seconda stagione ci vengono difatti chiarificati i ruoli e le origini dei vari personaggi, non senza colpi di scena e non senza sorprese che contribuiscono a complicare di nuovo la situazione (Dark 2 eccelle nel rinforzare un mistero avvincente, e il fatto che la trama non perda mai di mordente è la prova calzante di uno script solido). In questo senso penso però che se non si è vista la prima stagione, difficile vedere la seconda. Perché certo, molti potrebbero scherzosamente (ma non troppo) dire, che tanto anche vedendo la prima non si capisce niente lo stesso, ma credo sia importante a fini del coinvolgimento. Ed a proposito di ciò e del non capirci niente, paradossalmente è proprio questo il bello (è stato così per la prima, è così per la seconda e così sarà per la terza). Perché, anche avendo a portata di mano l'albero genealogico delle famiglie di Winden e uno di quegli schemi che cercano di mettere ordine a posteriori nel caos dei viaggi nel tempo, la cosa che più affascina di Dark è proprio questa. Non capirci niente ed essere incredibilmente soddisfatti che sia così (una cosa però è abbastanza chiara, il tempo, come già nella prima stagione si era percepito, è circolare, e in questo circolo vizioso bene e male si confondono). Soddisfatti da una stagione che in confronto all'ottima prima, perde solo mezzo voto, che è dovuto a una certa prevedibilità di fondo, capito il giochetto, si riesce a prevedere certe cose. Di certo al cliffhanger finale di questa seconda si rimane spiazzati, una stagione dove (senza spoilerare niente) tutto ciò che gli spettatori adoravano della serie tedesca torna nella seconda stagione, solo che qui la narrazione è trainata dal pericolo imminente dell'Apocalisse. Molte cose ancora restano da svelare, alcuni personaggi hanno una valenza non proprio chiara, insomma c'è di tutto anche questa volta, ci sono inoltre delle "rimpatriate" che stringono il cuore e tengono sul filo del rasoio per 8 episodi di fila. Ed è solo il giro di boa, nella terza il cervello mi esploderà. Voto: 7,5
The OA (2a stagione) - La prima stagione di The OA non mi aveva convinto granché, ritmi troppo lenti, poca varietà di contenuti e spesso in talune situazioni l'ho trovata anche irritante. La seconda stagione di The OA fa un decisivo balzo in avanti in termini di qualità rispetto alla prima stagione grazie all'inserimento di nuovi contenuti, un nuovo importante personaggio e ai ritmi più sostenuti. Purtroppo i difetti caratteristici di questa serie persistono anche nella seconda stagione. I protagonisti fanno di tutto per risultare irritanti con il loro comportamento privo di logica e coerenza. Inoltre, accanto a idee assolutamente azzeccate per originalità e inventiva ci sono tante altre trovate inappropriate e fuori contesto. Per quanta fantasia possa metterci lo spettatore nell'accettare certe situazioni, riuscire a dare un minimo di senso alla trama di The OA diventa veramente un'impresa difficile. Anche se stiamo parlando di una serie fantastica dove tutto potrebbe essere lecito a prescindere, alcune sequenze, oltre ad essere troppo strambe, sembrano quasi scollegate fra loro. Sembra quasi che gli autori (sempre gli stessi, Brit Marling, nella serie anche come attrice protagonista, e Zal Batmanglij), in un eccesso di creatività, si siano divertiti a buttare nel calderone qualsiasi cosa gli venisse in mente cercando poi di fare quadrare il tutto con molta pretenziosità. The OA, nonostante ciò, è comunque una serie assolutamente affascinante per la sua capacità di instillare un interrogativo dopo l'altro obbligando lo spettatore a pensare in maniera alternativa e fuori dagli schemi per dare un senso al tutto. Non che si riesca sempre in questo intento ma quantomeno la curiosità cresce a tal punto da "incollarti alla poltrona" per vedere cosa succederà nella puntata successiva. Le tante idee bizzarre che sembrano inserite quasi per caso in realtà diventano in qualche modo anche dei pregi (il polpo che sembra citare Cthulhu). Potrei dire che è una serie che fa del surreale e dell'irrazionalità le sue componenti più intriganti. Inoltre in alcuni frangenti la trama sembra quasi la trasposizione di un immenso incredibile sogno, tanto complesso e intricato quanto affascinante. Vuoi anche per l'ottima fotografia e vuoi anche per la funzionali musiche evocative di accompagnamento. Per non parlare del finale che definirei sorprendente, geniale ma stravagante come tutto il resto della stagione. Voto: 6

Tredici (3a stagione) - Già la seconda stagione, dopo l'ottima prima stagione, sembrava essere una forzatura, che comunque nella sua quasi inutilità un senso aveva (e riusciva parzialmente nei suoi scopi), questa terza purtroppo un senso non ce l'ha e nei tredici episodi la tematica di base si perde più volte in colpi di scena, twist e segreti di vario genere abbastanza ridicoli (la serie, come per le scorse stagione, parte con tutte le buone intenzioni di voler far luce su argomenti importanti come il bullismo, la violenza sessuale e il suicidio, ma il tutto questa volta viene affrontato in maniera superficiale e fin troppo sbrigativa). Una stagione che sebbene resti fedele alla morale della seconda, dimostrando che nessuno è linearmente buono o cattivo e che non esiste mai una unica e tragica versione della storia, non riesce affatto a stare al passo con le sue sorelle più grandi. Anche perché questa volta la qualità notevolmente si abbassa raggiungendo livelli aberranti sotto molti punti di vista, in particolar modo la sceneggiatura, anzi, la scrittura della terza stagione di Tredici è un chiaro esempio di come non si dovrebbe realizzare una sceneggiatura. La storia raccontata è infatti confusa e piena di incongruenze. La serie cerca in tutti i modi di farsi prendere seriamente, ma, proprio a causa delle continue incongruenze, ogni sforzo degli sceneggiatori risulta vano. La fotografia si differenzia a seconda delle diverse linee temporali presenti, ma tale scelta non risulta essere pienamente azzeccata perché a lungo andare crea più che altro confusione e la narrazione sconclusionata non aiuta di certo la situazione. La regia, come anche il montaggio, risulta nella media, mentre le interpretazioni del cast sono altalenanti. Infatti alcuni attori, come Dylan Minnette nei panni di Clay, buoni nel proprio lavoro, mentre altri, come Alisha Boe nel ruolo di Jessica, non convincono appieno. Un appunto particolare va dato alla new entry Ani che risulta essere un ruolo altamente detestabile ed incapace di creare interesse (e della sua narrazione fuori campo ne avremmo volentieri fatto a meno, un po' come della cotta che ovviamente Clay prende per lei e della sua "relazione" con Bryce Walker, era davvero necessario?). Eppure questa terza stagione sembrava essere partita con il piede giusto, sembrava avere un ritmo incalzante e gestire bene il mistero della morte di Bryce, tuttavia, questa cosa è durata solamente la prima puntata, poi la serie è diventata lenta e ripetitiva, con i personaggi che hanno iniziato ad assumere comportamenti incoerenti, soprattutto alla luce di ciò che hanno fatto o che hanno visto. La terza stagione di Tredici è perciò un fallimento vero e proprio. In questo senso, c'era bisogno di una quarta stagione? No. Piace ancora? Non proprio. Continuerò a vederla? Probabilmente sì, anche se ormai Tredici, senza i tredici motivi di Hannah Baker, non ha quasi più motivo di esistere. Voto: 4,5

21 commenti:

  1. Io, invece, scommetto che guarderai anche la quarta serie di "Tredici", se la faranno. Perché sei masochista, come ti dico sempre.
    Io mi sarei arresa già alla seconda puntata della seconda stagione. :P

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    1. Già fatta la quarta, e la risposta l'ho già data se sì o no :D

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  2. Tredici ormai, dopo la prima stagione, la si guarda sole per curiosità, per capire dove andrà a parare.
    Dovevano fermarsi alla prima, davvero: l'idea era carina, la storia delle cassette piuttosto originale...adesso, come hai ben detto tu, non ha molto senso.
    Detto questo, la quarta la guarderò anche io comunque, giusto per non lasciare la cosa inclusa xD

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    1. Beh la seconda non era affatto male, dalle cassette alle polaroid ci stava, le "prove" invece di questa stagione no...
      Sì, sperando che non sia anche peggio...

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  3. Black Mirror è stato un po' una delusione. Tredici abbandonato subito :P

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    1. Ha deluso molti questa stagione di BM, forse sarebbe meglio fermarsi...

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  4. Non le hai viste!? Devi assolutamente, perché nella loro unicità sono fantastiche ;)

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  5. Con Black Mirror sono vergognosamente indietro, appena finita la seconda stagione, ma non stento a credere a quello che mi dici dell'ultima, non è certo facile mantenere il livello di qualità e originalità delle prime stagioni, che mi sono piaciute molto entrambe. Questa quinta la attendo con particolare impazienza perché ho un debole per Miley Cyrus.

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    1. Spaventosamente indietro :D
      Comunque sì, non facile, però tolta questa stagione nelle precedenti alcune puntate sono al livello delle prime, tutto sta a vederle ;)

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  6. Oddio, io Dark non la trovavo così prevedibile sinceramente. Vedrai che mi darai ragione quando ti avventurerai anche nella terza! XD

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    1. Prevedibile nel senso che alcune cose si intuiscono prima, però poi ecco il colpo di scena :D

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  7. Urca, qui c'è Netflix al suo meglio. Ehm, Black Mirror minore e Tredici a parte che ho abbandonato con l'inutile s2 e non ho intenzione di riprendere.
    Dark invece vorrei già rivederlo, soprattutto per capirlo meglio: un bellissimo e complicato trip fatto di discussione e teorie infinite anche quando in pausa.
    Stessa cosa per The OA, con quel finale assurdo una continuazione ce la meritavamo, chissà cosa tirava fuori Britt!

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    1. Un tempo al suo meglio già, purtroppo i seguiti non sono mai migliori, pochi riescono a sorprendere continuamente, non tutte sono Dark ;)
      Non sapevo di questo di The OA, peccato, perché stava cominciando a convincermi.

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  8. Io non ho Netflix e non intendo abbonarmi visto che come dici tu, ho già Sky da pagare, al quale si aggiunge anche Amazon Prime. In più, non essendo una fan delle serie tv e non avendo tanto tempo, non ricorrerò nemmeno ai metodi che tu definisci "alternativi" per vedere Netflix per quanto la tua descrizione mi possa convincere su questi film. Questo mese sono andata al cinema e ho visto Tenent, un film niente male ma devo dire che andare al cinema è tutto... diverso adesso!

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    1. Posso ben immaginare, ma è sempre una bella sensazione andarci e vederci un film ;)

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  9. D'accordissimo su Black Mirror. Dark mi ha completamente trascinata nel suo mondo e l'ho amato molto, tanto da rivederlo tutto di fila una volta terminata la terza, bellissima, stagione. Di Tredici ho visto solo la prima stagione e pur apprezzandola, non sono riuscita ancora a trovare il tempo e la spinta per continuarla. The OA, invece, non l'ho mai visto e non mi ha mai ispirato.

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    1. Eh sì, più o meno a tutti Black Mirror 5 non è piaciuta...
      Devo ancora decidere quando, ma Dark 3 mi aspetta ;)
      Continuare con Tredici? Meglio che ti sei fermata alla prima..

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  10. Risposte
    1. A me è piaciuta la seconda, ma giudizi contrastanti di molti, della terza tutti han parlato male..

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