Ha da poco compiuto 73 anni, tra i suoi film più famosi ci sono Halloween - La notte delle streghe (1978), 1997: Fuga da New York (1981), La cosa (1982), Grosso guaio a Chinatown (1986), Essi vivono (1988) e Il seme della follia (1994), è un regista, sceneggiatore, compositore, musicista, attore, produttore cinematografico, montatore (e chi ne ha più ne metta), lui è John Carpenter, Maestro di/del Cinema. Avrei voluto festeggiarlo prima, ma arrivo tre mesi dopo con le idee ancora più chiare, e quindi meglio così (e comunque per fare gli Auguri ci sono 364 giorni a disposizione). Ho rivisto infatti un paio di suoi film nello scorso anno, l'ultimo Christine, ed ho visto quattro suoi film che ancora mi mancavano (per l'appunto questi qui che oggi ho portato), quindi occasione più propizia di questa non c'era per omaggiarlo. Per celebrare il suo compleanno e il suo gran talento, di un regista caratteristico e fenomenale. "I suoi film sono caratterizzati da fotografia e illuminazione minimalisti, una macchina da presa non eccessivamente mobile, senza dimenticarsi però dei piani sequenza, e colonne sonore, spesso realizzate mediante sintetizzatore, composte da lui stesso o, alle volte, in collaborazione con altri. Le pellicole di Carpenter glorificano spesso degli anti-eroi, personaggi di estrazione proletaria in aperto contrasto con le istituzioni, e i suoi soggetti hanno spesso tematiche che riflettono una forte critica sulla società capitalistica americana: esempi di questo sono in particolare Essi vivono, 1997: Fuga da New York e Fuga da Los Angeles. Altre costanti del suo cinema sono l'analisi del rapporto fra il bene e male e un'inquietante messa in discussione della realtà che viviamo e dei valori della società moderna" (fonte Wikipedia). Da un lato influenzato, dall'altro influente, John Carpenter non si può non adorare, Cassidy de La Bara Volante lo ama, e in tal senso se volete sapere tutto quello che c'è da sapere su di lui, passate dal suo blog, mentre se volete sapere cosa ne penso io di quattro dei suoi film, continuate a leggere.
Dark Star (Sci-fi/Commedia 1974) - Il primo film del grande John Carpenter, una bizzarra e demenziale commedia di fantascienza, un prodotto a bassissimo costo dagli effetti speciali parecchio artigianali e in più di qualche occasione decisamente buffi, come l'alieno fatto con un pallone e un paio di zampe in lattice, comunque interessante nel parodiare la tanto decantata audacia yankee e pungente nello scagliarsi contro la corsa agli armamenti. L'opera è infatti una specie di parodia/versione "alternativa" di 2001: Odissea nello spazio di Stanley Kubrick, e presenta una serie di interessanti spunti, originali e divertenti, ed è non solo una riflessione umoristica sulla fantascienza anni '70, ma è anche un'acuta e irriverente satira del potere e dei miti tutti americani dell'eroismo e dell'amicizia virile. La Dark Star è un astronave cui è stato affidato il compito di far esplodere i pianeti instabili, il lavoro, essenziale e monotono, viene effettuato da quattro eccentrici astronauti, sicuramente degli alienati più simili a figli dei fiori fatti di qualche acido che a degli scrupolosi scienziati. Geniale l'idea delle bombe senzienti, dotate di una propria coscienza e quindi molto pericolose, i duetti tra queste e il computer di bordo sono impareggiabili, mentre all'interno della Dark Star l'equipaggio balla pericolosamente sul filo di una follia causata dal prolungato vagabondaggio spaziale. Qualche tempo morto rende non sempre armoniosa la visione, ma si viene ampiamente ripagati da alcune scene cult, come quella dell'ascensore o il finale tragicamente ispirato. John Carpenter debutta in modo lodevole dilatando un lavoro universitario, al suo fianco l'amico Dan O'Bannon, futuro autore degli script di "Alien" e "Atto di forza", per l'occasione attore, curatore degli effetti speciali e ovviamente co-sceneggiatore. La colonna sonora è ideata dallo stesso regista per quella che poi diverrà una graditissima consuetudine, brillante l'idea di alternarla con pezzi country davvero contrastanti con la malinconica solitudine trasmessa dallo spazio profondo. Mezzi molto grezzi ma il regista si mostra già pungente e predisposto alla trattazione di temi importanti. Per John Carpenter quindi un discreto debutto, non folgorante ma dignitoso. Voto: 6+
Starman (Sci-fi/Romantico 1984) - Sintetizzando, "E.T. is for boys, Starman is for man". Sì perché praticamente un E.T. più adulto quello messo qui in piedi da John Carpenter. Ad accomunare questi film e quelli che si sono succeduti in seguito (ad esempio Cocoon e Navigator tanto per citarne alcuni) è una certa critica sociale dove si evidenzia il limite umano nei confronti del diverso (l'alieno "buono" o "esploratore", fortissimo ma allo stesso tempo innocente, che si trova a doversi confrontare con una razza umana curiosa, primitiva ed egoista). Per fortuna che "nelle situazioni peggiori riusciamo a tirare fuori il meglio di noi". Insolito prodotto il suo, ma egli, alle prese con una storia non proprio nelle sue corde, se la cava più che bene con questo mix divertente ed emozionante di fantascienza, dramma, ironia e road movie. Riesce ad essere delicato e anche commovente (soprattutto nel finale), per quanto raramente entusiasmante e anche un bel po' commerciale. D'altronde Carpenter doveva risollevarsi dall'immeritato flop de La cosa, e lo fa non arrendendosi del tutto alle regole Hollywoodiane ma dirigendo con grande eleganza (dosando bene il sentimento all'azione), una storia che non ha un grandissimo ritmo ma che si segue senza fatica. Gran parte del merito va alla coppia di protagonisti: una dolcissima Karen Allen e un bravissimo Jeff Bridges, che quell'anno si prese una nomination all'Oscar (purtroppo il resto dei personaggi sembrano buttati lì alla rinfusa, il film ruota solo intorno a loro due, ma forse è meglio così). Alla fine un filmetto godibile, incalzante, e perché no, pure divertente. Un filmetto, sì minore tra quelli diretti dal regista statunitense, certamente non Carpenteriano al 100%, perché mancano i colpi di genio, la storia è abbastanza prevedibile ed anche la durata risulta leggermente eccessiva per una vicenda simile, ma in grado di coinvolgere lo spettatore, di funzionare nonostante tutto (bene gli effetti visivi, bellissima la colonna sonora), riuscendo così ad ottenere un risultato più che lusinghiero. Nel complesso infatti, un buon film per il regista americano, lontano dai picchi assoluti ma tuttavia interessante e piacevole. Un film che oggi appare forse un po' datato ma che nel suo complesso si lascia piacevolmente guardare. Voto: 7
Il signore del male (Horror 1987) - In un centro di ricerca alcuni studenti, aiutati da un professore e da un prete (Donald Pleasence e Victor Wong, attori feticci del regista), tentano di studiare un oggetto misterioso, non sapendo che è in ballo il destino dell'umanità. Prendendo a piene mani dagli stilemi dell'horror demoniaco (come in Rosemary's Baby si parla della nascita dell'Anticristo in un contesto inaspettato e come ne Il presagio il Vaticano risulta complice del suo occultamento) John Carpenter costruisce un film interessante e tutto sommato anche abbastanza originale: il gruppo di persone assediato in questo caso deve difendersi più dai pericoli interni che non dall'esterno e la vicenda, pur essendo tutta costruita in spazi piccoli, non abbandona mai quel non so che da fine del mondo. La tensione viene costruita sapientemente iniziando da pochi elementi che finiscono con l'esplodere rivelandosi fatali (l'esercito di barboni, la studentessa corrotta dal liquido, i sogni ricorrenti del team) e, come spesso accade con Carpenter, viene negato il lieto fine in favore di un dubbio terrificante: si lascia intendere che il sacrificio finale sia stato inutile (ed anzi controproducente), ma nel momento in cui Brian sta per toccare lo specchio partono i titoli di coda. Molto interessante anche il ribaltamento di ruolo del Vaticano: il cristianesimo si fonda sull'illusione di una salvezza che non ci sarà mai, atta a far dimenticare alla popolazione l'arrivo di un male illimitato, e la teologia cattolica ha costruito un intero sistema di tradizioni millenarie per depistare e nascondere con cura l'oggetto malefico (che sembra essere lovecraftianamente un manufatto alieno antichissimo). Però il meccanismo non è sempre perfettamente oliato, qualche lungaggine di troppo, attori (secondari in primis) non sempre all'altezza, colonna sonora meno memorabile del solito, visto il materiale di partenza, avrebbe potuto essere ancora migliore. Il signore del male (secondo capitolo di quella che il regista stesso definisce la propria "Trilogia dell'Apocalisse", preceduto dal ben più riuscito La cosa, e seguito dall'altrettanto ben più riuscito Il seme della follia) non mi è dispiaciuto dopotutto, ma speravo meglio. Voto: 6,5
Essi vivono (Sci-fi/Azione 1988) - E' il 1988 quando John Carpenter, giunto al suo tredicesimo lavoro, decide di realizzare questa pellicola. Conquistatosi oramai una maturazione e una qualità artistica largamente riconosciute, il regista si cimenta nella trasposizione di un breve racconto di Ray Nelson intitolato Eight O'Clock in the Morning, storia divisa tra horror e fantascienza. Una storia che, attraverso gli "occhi" intelligenti e versatili del regista (e dello stesso protagonista), riesce a mostrare la verità che sta dietro la grande macchina della pubblicità e ci fa scorgere la possibilità di ribellarsi a un presente oscuro, guardando verso la possibilità di un futuro chiaro, luminoso e consapevole. E lo fa con un film difficile da definire, è un thriller, un horror, un film fantascientifico? Forse un po' di tutto questo. Diversamente dai film di fantascienza infatti, il film di John Carpenter (che non si stacca fortunatamente mai dal cinema di genere, più goliardico e scanzonato) non ci presenta un possibile futuro distopico, ma getta il male proprio nel presente (per noi ormai passato) delle vite quotidiane di ognuno e il male non è identificato, come spesso accade, nelle macchine quanto nella pubblicità, dilagante onnipresente subdola, che ci circonda. Il subliminale diventa qui esplicito grazie "agli occhiali della verità" e al sacrificio degli "illuminati". Il film propone in un modo originale il tema della supremazia dei media, il cui potere sulle persone è stato evidente fin dai suoi esordi. Alternando ritmi lenti a ritmi più concitati e aggiungendo una nota horror, il film riesce a farti immedesimare e dietro quegli occhiali, proprio come in un 3D, ci sei tu, a rincorrere la verità, inizialmente stordito, come i personaggi stessi, perché la verità è dura da accettare, soprattutto se sei stato cieco per tanto tempo. È "come una lama che ti penetra nel cervello". Bisogna al contempo ammettere che il risultato del film è però spesso discontinuo: si paga innanzitutto l'assenza di un protagonista carismatico (il wresler Roddy Piper sembra un po' una caricatura di Kurt Russell, ma meno espressivo e di tanto in tanto ridicolo, va molto meglio con il "compagno" Keith David), alcune sequenze d'azione sembrano girate in modo grossolano (molto forzata la scena in cui il protagonista fa una strage di alieni per le strade, ma anche la sequenza finale appare un po' dozzinale), inoltre manca la tensione che ha caratterizzato opere più nobili del regista (buoni invece gli effetti speciali, considerato che si tratta comunque di un film a budget ridotto, mentre sulle musiche, come sempre, nulla da dire e/o eccepire). Tuttavia come è sua consuetudine, il regista riesce bene nell'intento di far riflettere e pensare. Significati oltre le immagini, atmosfere evasive e fantascientifiche, un gran bel film, uno di quei rari film capaci di traghettare un potente messaggio senza smettere mai di essere genuinamente divertente. Voto: 7,5
Ho visto pochi film di o con John Carpenter, ma nessuno di questi.
RispondiEliminaDevo dire che non mi sono dispiaciuti.
Beh, ci sono alcuni che è impossibile non aver visto, e conseguentemente esser piaciuti ;)
EliminaBasterebbe Fuga da New York (sua anche la splendida colonna sonora) a renderlo eterno.
RispondiEliminaBeh lo è, i suoi film sono e saranno sempre ricordati ;)
EliminaCe ne vuole per dare un voto basso ad un maestro come Carpenter. :-)
RispondiEliminaE infatti sotto la sufficienza è impossibile, o almeno personalmente mai successo ;)
EliminaGià, non potevo non nominarti, tu che sei massimo esperto e divoratore ;)
RispondiEliminaE' probabile, ma comunque me ne mancano al massimo uno o due :)
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RispondiEliminaEssi vivono mi piacque tantissimo!
RispondiEliminaParadossalmente è pure un film ancora attuale, la pubblicità ci martella.
EliminaDi Carpenter ho sempre amato alcuni film (La Cosa, Fuga da New York e Il Seme della Follia) mentre altre sto cercando di recuperarle adesso (visto pochi giorni fa Grosso Guaio a Chinatown), in ogni caso non si può proprio evitare di chiamarlo Maestro e riconoscerne il talento. Essi Vivono è il prossimo della lista, grazie per questa tua bella panoramica!
RispondiEliminaAmato sempre anch'io alcuni film, ed Essi Vivono ora entra nella mia Top, ma Grosso Guaio a Chinatown è tra i miei preferiti ;)
EliminaAlla faccia del post! E come si fa a non amare John Carpenter? Io praticamente una volta al mese posto qualcosa su di lui, e lo nomino in un post si è nell'altro pure! :--D
RispondiEliminaHai scritto benissimo di They Live, forse sei stato un po' cattivo per i miei canoni (il budget era davvero ai minimi termini), ma tutti i film del Maestro meritano una visione! :--)
Beh, c'è anche chi non lo conosce, ma per chi vive di cinema è imprescindibile, un regista giustamente sempre citato ;)
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