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giovedì 27 gennaio 2022

Il film della Memoria: The Song of Names (2019)

In quasi tutte le scorse volte in questo importante giorno vi ho parlato di film che l'Olocausto prendeva di petto (l'anno scorso fu Resistance - La voce del silenzio), in questo caso invece esso è usato come scorciatoia per la tragedia, e prendendo a cuore l'effettivo significato di questo giorno, questo film da me scelto (ma tuttavia quasi imposto, era l'unico "disponibile" su Sky) spinge proprio sul concetto di Memoria (mai dimenticare, perché il tempo passa, ma la memoria resta, affinché non si ripeta). Il senso del titolo di questo film, tratto da un romanzo di Norman Lebrecht, nasce proprio dal bisogno (lo spettatore scoprirà in quale contesto) di fare memoria dei nomi di chi non c'è più con una variante altrettanto fondamentale nella cultura ebraica: la musica. Musica che nel film è suonata su uno strumento che ha segnato in maniera indelebile il tragico percorso del popolo ebraico, in particolare nel '900: il violino. In questo senso, il film (che si avvale dell'aiuto di due buonissimi attori quali Tim Roth e Clive Owen) ha delle belle musiche firmate dal leggendario Howard Shore, ma questo non basta per attutire le noiose note della narrazione. Di una vicenda che delude clamorosamente nelle delucidazioni conclusive, vero termometro per innalzare il lavoro di François Girard (regista de Il violino rosso che riprende spunto dalla propria ossessione verso lo strumento-oracolo) a film da ricordare oppure metterlo all'interno dell'enorme calderone di opere contro l'infamia tedesca. Soprattutto dopo un'intera rincorsa a cercare qualcuno e qualcosa, troppo scarna si rivela la spiegazione di un angoscioso addio trentennale e i due assi, nel poco spazio disponibile all'interno di un auto, non riescono a rendere giustizia alla loro fama e a quella di una pellicola che si aspetta il climax ad effetto, ma che si dovrà accontentare di un flaccido pugno e un paio di pacche sulla spalla, peccato.
Tra passato e presente, una storia che ha tutti gli ingredienti per commuovere: un'amicizia contrastata, una scomparsa inspiegabile, un risentimento tenace, una rivelazione sconvolgente. Eppure, nonostante si getti sulla bilancia anche il peso dell'Olocausto e la musica faccia la sua parte, il film stenta a coinvolgere, il racconto appare troppo farraginoso ed anche gli attori non convincono del tutto. In The Song Of Names si racconta la storia di un uomo inglese alla ricerca, da 35 anni, del suo migliore amico fraterno scomparso la notte del suo debutto in un importante concerto di musica classica organizzato dal padre del primo. La trama si svolge in un passato recente e vede Tim Roth in viaggio seguendo gli indizi che lo porteranno a scoprire il destino del suo amico, interpretato, da adulto, da Clive Owen. La struttura narrativa del film risulta essere il suo grande tallone d'Achille, con un'impostazione troppo classica di alternanza tra presente e flashback in un susseguirsi di cambi di locazione temporale e cast. Nella regia di Girard non si osa mai, sacrificando un'ottima fotografia ben composta e ben illuminata, in vista di un film piatto nel suo incedere. Un gran peccato, poiché il soggetto risulterebbe interessante soprattutto per la sua vena musicale classica, in quanto il protagonista scomparso doveva essere un violinista dal talento cristallino. Spunti di riflessione vengono comunque offerti e arrivati ai titoli di coda non si pensa di aver sprecato tempo, però era lecito aspettarsi di più da questo film, un film decisamente austero. In ogni caso, se avete ugualmente voglia di vederlo, va in onda stasera su Sky Cinema Due alle 21.15, e lo troverete in replica nei giorni seguenti, successivamente sarà presumibilmente on demand. Voto: 5,5

12 commenti:

  1. Non mi ispira.
    Io ho visto "Jonah che visse nella balena" su YouTube, ed è stato molto commovente.
    Lo hanno assegnato come compito ad un bambino di quinta elementare che seguo nel pomeriggio, ma credo che sia adatto a tutte le età.
    Lo conosci?

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    1. Neanche a farlo apposta ne parlava Moz oggi, soprattutto della "canzone", che conosco abbastanza, al contrario del film, che forse avrò visto ma che non ricordo.

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  2. Alcuni ebrei ebbero salva la vita grazie alla musica. I tedeschi crearono delle vere e proprie orchestre all'interno dei campi di concentramento.
    Anche se non ti ha entusiasmato, me lo segno e lo guarderò.
    Grazie.

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    1. Lo so bene, ma non c'è niente di ciò nel film per dire, difficile spiegare, capirai quando lo vedrai.

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  3. Non l'ho visto. Ma certo sono già usciti filmoni su questo tema che sono difficili da avvicinare anche lontanamente.

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  4. Ci ho dato un bel 7 invece, se non altro per aver centrato il tema della "dimenticanza" e degli infiniti modi per far si che ciò non avvenga.

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    1. Di certo sul messaggio e il resto niente da ribattere, purtroppo non mi ha coinvolto la storia, ma comunque da non sottovalutare.

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  5. Mi dispiace che non ti sia piaciuto Pietro.
    Invece ho guardato questo film con un forte trasporto proprio per come è stata raccontata la storia. Incollata al modo molto originale di far conoscere pensieri, sentimenti, paure frustrazioni, segreti e l'orrore di ciò che noi conosciamo e che nella pellicola gira attorno a personaggi e storia come un'ombra torrida e profonda. In tutto questo c'è sì la memoria ma non credo che sia il fulcro del film.
    Invece c'è quel profondo senso della famiglia che ama oltre qualsiasi pregiudizio e distacco forzato. Solo questo mi ha profondamente commossa, per non parlare della difficoltà di entrambi di conoscersi davvero l'un con l'altro. Delle confidenze profonde mancate e di come l'amore infine vince, pur dovendo fare la scelta dolorosa finale da parte di entrambi i "fratelli". È tutto questo per colpa della guerra. Quella che divide, quella che per fortuna non ha distrutto la voglia di continuare la propria vita con determinazione e terribili rinunce.
    Un film dal dolore inestimabile per me, come puoi vedere e la musica rende il tutto ancora più vero e vitale. Gli attori, piccoli e grandi sono bravissimi e le scene fantastiche.
    Difficile per me non dare un voto altissimo.
    Ti abbraccio e perdonami se il mio giudizio contrasta un poco con il tuo. Ciao.

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    1. Dispiace anche a me, ma come ho detto, almeno e comunque non è tempo perso, perché tutto quello che gravita intorno a questo triste momento storico è importante conoscere. Non preoccuparti, ciao.

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  6. Non ho visto questa pellicola Pietro , ma ho visto altri film di questo genere e mi sono piaciuti molto. Qualcuno meno qualcuno più- Forse oggi vedere tali aberrazioni mi infastidisce di più( e non è il giusto aggettivo) quindi continuo a vedere film datati che mi risollevano un po' lo spirito.
    Buona serata mio caro!

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    1. Beh sì, non sono film semplici da digerire, ma servono e bisogna continuare a produrli. Buona serata a te.

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