Dai cortometraggi ai documentari il passo è breve, e se questi di Cinema parlano/descrivono, "manco la bocca devi aprire". Ho infatti atteso di avere Netflix e dell'occasione per vedere la docuserie I film della nostra infanzia, spin off della serie I giocattoli della nostra infanzia (che anch'esso forse recupererò), ed è stato un gran divertimento. Certo, ho visto delle 3 solo la prima di stagione, ovvero delle 16 puntate solo quattro, ma sicuramente non mi perderò le altre, non mi perderò le storie dietro alcuni dei film che hanno influenzato intere generazioni, comprese le interviste con gli attori, i registi e gli addetti ai lavori che si sono impegnati nella realizzazione di questi classici. Eppure l'inizio non è stato dei più eccezionali, difatti si comincia con Dirty Dancing - Balli proibiti, che, qui lo dico e qui lo nego, non ho mai sopportato, ma i retroscena davvero interessanti, alla fine più del film penso d'aver più apprezzato tutto quello che nel documentario (durata variabile 50 minuti) viene svelato. Fortunatamente dal secondo si comincia a ragionare, ecco infatti Mamma, ho perso l'aereo, che nonostante alcuni retroscena già sapevo e/o conoscevo ho apprezzato moltissimo. Sapevo quasi tutto invece del terzo, di Ghostbusters - Acchiappafantasmi, ma anche più del secondo ho ammirato il tutto, perché i Ghostbusters sono i Ghostbusters. Ultimo, un gran bel botto, quelli tantissimi che c'erano in Trappola di cristallo, uno degli action più belli di sempre. A tal proposito, grazie al nostro Cassidy di quartiere (conoscete tutti il blog La Bara Volante vero?) che di cinema se ne intende, alcune chicche erano già state svelate (ed anni addietro), ma tra sorprese che non sapevo ed espedienti che non conoscevo, un piacevole e godibilissimo intrattenimento. Come quello che ahimè solo in pochi hanno offerto i lungometraggi visti in questo mese, nessuno diventerà un classico (a parte uno che già lo è), ma almeno alcuni di certo vedibili sono, scoprite quali.
Lady Macbeth (Dramma 2016) - L'origine shakespeariana mutuata dal romanzo breve di Nikolaj Leskov
rendono questa Lady Macbeth un oggetto particolare, lo rendono un film
strano ed affascinante. Una protagonista eccellente (una già brava e
fulgida Florence Pugh, che da qui migliora progressivamente) per un film
che convince non tanto per la trama quanto per le atmosfere e il gusto
ricercato delle inquadrature oltre che per la tensione che permea
progressivamente la vicenda. Una vicenda dai tratti gelidi sullo sfondo
di una campagna spoglia e
isolata dal mondo, scenario perfetto per un dramma che sale lentamente
fino all'exploit finale. Un'impostazione molto teatrale ma certamente
efficace nel trasmettere un senso di crudeltà ai limiti del gratuito. Il
risultato è un film intrigante ma che non avvince del tutto. Tragica ma
priva di pathos nel senso più classico, la pellicola dell'esordiente
William Oldroyd, interessa e convince, però solo a metà. Voto: 6
Youtopia (Dramma 2018) - Delicato nelle premesse, angosciante nello sviluppo, troppa iella, però,
sembra disorientare e il
finale non giunge molto catartico. Occasione non del tutto persa ma
sostanzialmente mancata di scandagliare
con giusto coraggio e volontà una virtualità nella quale le carte della
disumanità, dell'anomia e di una nuova idealità di socializzazione si
mescolano con più complessità di quanto si vorrebbe credere (la vera
"profonda rete" su cui indagare). Berardo Carboni e i suoi invece
passano per
troppe scorciatoie di scrittura, asciugando dove sarebbe stato utile
soffermarsi e viceversa. Non è da bocciare ma nemmeno da elogiare tanto,
diciamo che si può
guardare e alla fine non c'è rimpianto però ci sono recitazioni scadenti
dove si salva solo la ragazzina, e che ragazzina, Matilda De Angelis,
non più una brava esordiente di belle speranze, ma sempre più una
conferma che dimostra tutta la sua maturità di attrice. Voto: 5,5