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giovedì 23 giugno 2022

Le serie tv del mese (Giugno 2022)

L'intenzione era proseguire già dallo scorso mese la visione di alcune serie (abbastanza lunghe e finite) stagione per stagione, ma come potete notare niente di tutto ciò. Questo perché ho deciso di vederle per completo, ma dall'anno prossimo. Infatti ho già un calendario abbastanza fitto tra recuperi e ultime novità per cominciare adesso, non bastasse che ho già troppe serie "aperte" (e ancora da finire, colpa anche di produzioni lunghe) per cominciarne di nuove ed ingolfare il ritmo. In questo senso porterò già a termine da quest'anno alcune di queste serie, anche se alcune di esse proseguiranno ulteriormente. Ad alcune non riesco a rinunciare (anche se a certe probabilmente dovrei), e il tempo di vedere altro non c'è, ma so districarmi bene e così continuerò, cominciando/continuando da oggi.

Christian (1a stagione) - Nel cuore di Corviale, noto quartiere periferico di Roma, tra malavita e pestaggi accade qualcosa di soprannaturale che coinvolgerà anche un messo del Vaticano. Sei episodi di discreta fattura che spaziano in maniera apprezzabile tra miracoli, violenza e piccoli ma importanti sentimentalismi. La prima stagione (probabile infatti un seguito, nonostante il liberatorio finale) l'ho trovata interessante, coinvolgente e ben girata. Interessante per i temi che tratta e soprattutto per come li tratta, per nulla scontato il finale, coinvolgente per il ritmo incalzante della trama senza esagerazioni balistiche o scazzottate improbabili, non affatto un capolavoro ma sicuramente un prodotto ben fatto e con attori all'altezza (Claudio Santamaria forse in un ruolo non suo ma efficace). Un prodotto molto trasversale e non prigioniero di un solo genere, capace sia d'intrigare ma anche riflettere proprio grazie all'argomento toccato. Un prodotto che non strizza l'occhiolino a nessuno (non volontariamente almeno), va per la sua strada a volte con qualche buca, proprio come le strade di Roma. Voto: 6,5

City on a Hill (2a stagione) - Un piccolo ritardo dovuto al Covid, ma non solo c'è stato un raddoppio, anche una triplicazione prevista prossimamente, perché questo serial Showtime, nonostante se ne parli davvero poco, con questa seconda stagione ne conferma il valore. Perché a volte un grande classico, se fatto bene, può regalare emozioni, trasporto emotivo e tensione, è il caso di questa serie ambientata a Boston nei primissimi anni '90, che anche in questa nuova stagione, pur non discostandosi dalla precedente (con i suoi difetti e i suoi pregi), tanto nei temi quanto nei risvolti, dopotutto la corruzione non è facile estirpare, così come il razzismo e il pregiudizio, a soffrire socialmente i più deboli, costretti a tutto per sopravvivere e far vivere gli altri, riesce ad essere efficace ed a restituire uno spaccato, brutto, sporco e cattivo, di grande impatto. In questo senso la seconda stagione tira alcuni fili, approfondendo anche aspetti del background dei personaggi. Personaggi corrotti sì, ambiziosi sì, o forse semplicemente umani (Kevin Bacon quando è così non gli si può dir niente). Un classico poliziesco insomma, ben scritto, ben girato, ben recitato che non stupisce ma che in fondo ancora discretamente piace. E scusate se questo è poco. Voto: 6,5
 
The Witcher (2a stagione) - La seconda stagione di The Witcher era molto attesa da tanti (ovviamente anche da me), memori di una buonissima prima stagione ci si aspettava che il livello rimanesse lo stesso e con questa stagione The Witcher, rispetta le aspettative e per certi versi si migliora. Rispetto alla prima stagione formata da grandi salti temporali e da tre storie che si intrecciavano tra di loro nel tempo, questa stagione ha una linea temporale lineare e tutto scorre nella stessa direzione, con i personaggi che sono tutti collocati sulla stessa linea temporale. A conti fatti la serie fantasy di Netflix in questo nuovo capitolo sembra aver preso tutto gli aspetti positivi della prima stagione elevandoli e limando le imperfezioni. Anche dal punto di vista puramente formale, The Witcher 2 è più curata e gli effetti speciali molto più convincenti e riusciti. Otto episodi diretti da diversi registi in cui le sfumature si faranno più dark e in cui è palese come lo sguardo della creatrice/ideatrice/sceneggiatrice abbia contribuito a rendere i vari personaggi femminili estremamente moderni e sfaccettati. Non semplici spalle ma protagoniste indispensabili che governano la narrazione. Di epicità ce n'è poca, la si trova negli ultimi due episodi, ma non è necessariamente un male. Henry Cavill si cala sempre più nel personaggio, questa volta donandogli interessanti sfumature. La seconda stagione di The Witcher riesce quindi a redimersi da tutti i "peccatucci" della precedente. Inoltre, la maggiore libertà creativa ha permesso alla direzione di concentrarsi maggiormente sul creare un universo narrativo chiaro, distinto e molto più lineare, scelta che ha giovato davvero molto su questi episodi. Difatti, davvero curioso di vedere in che modo hanno intenzione di evolvere il risultato che ne ha conseguito, soprattutto ora che si sta per raggiungere un punto davvero molto importante nella storia di The Witcher.  Voto: 7+

Truth Seekers (1a stagione) - Una horror comedy capace di rimanere in equilibrio tra due generi, riuscendo a non scivolare sulla tremenda buccia di banana del paranormale. Truth Seekers si articola in 8 episodi da circa 30 minuti ciascuno, che nonostante siano quasi autoconclusivi (ogni puntata è incentrata su un caso diverso) risultano legati da una trama orizzontale che percorre l'intera stagione. Il minutaggio ridotto, però, non permette un appropriato sviluppo dei personaggi e della trama, che invece sembra pensata nel dettaglio e avrebbe meritato una maggiore attenzione. Le prime due puntate mostrano un perfetto connubio tra il leggero umorismo britannico e l'angoscia latente propria del genere paranormale. Purtroppo questa miscela vincente si perde lentamente con l'avanzare della storia, ma il prodotto finale risulta comunque molto godibile, anche grazie a diversi interessanti colpi di scena. L'apice si raggiunge sul finale, che mette una gran voglia di scoprire cosa accadrà in seguito, sfortunatamente non lo sapremo mai. Se il cast è indovinato e convincente (il duo Nick Frost/Simon Pegg sempre faville fa), meno forti sono purtroppo gli effetti speciali, ma nel complesso non male, ed è un peccato che sia stata successivamente cancellata. Voto: 6+
Unorthodox (Miniserie) - Buona miniserie che ci fa immergere nel mondo spesso nascosto dell'ebraismo chassidico newyorkese e delle sue anacronistiche, ansiogene usanze. Ed ecco che una giovane ebrea, compressa dalle regole e dalla ritualità soffocante della comunità di ebrei ortodossi, scappa da New York a Berlino lasciandosi alle spalle un matrimonio forzato e infelice. Prodotto che ha il pregio di essere riassunto in quattro puntate, alternando con giusto ritmo attualità e flashback, le difficoltà oggettive e psicologiche di Etsy, di liberarsi da condizionamenti arcaici e crudeli. Compressi in un tempo relativamente limitato, tuttavia, a certi snodi non viene garantito sufficiente spazio e certi altri sono fin troppo edulcorati. In ogni caso ben descritto l'ambiente chassidico e quello dei giovani berlinesi, mentre è un po' inverosimile il tentativo di "carriera" musicale della fragile protagonista. Protagonista benissimo interpretata dalla Shira Haas, che oscilla con una classe tra fragilità e forza. Regia pulita e giustamente senza fronzoli. Buon uso del flashback. Di medio livello. Voto: 6,5

Dracula (Miniserie) - Il vero protagonista di questa "sobria", avvincente e (perché no) umoristica miniserie (in 3 puntate da 90 minuti ciascuna) è il sangue (ma tanto sangue, con un pizzico di splatter). Finalmente cade il binomio Dracula/bella fanciulla: il Conte non bada al genere sessuale, ma alla qualità della "vite" assorbendo l'essenza stessa delle vittime (come i movimenti della mdp ne scavano i volti in profondità). Il finale insospettabilmente lirico fornisce un'interpretazione diversa e più profonda, del Vampiro per antonomasia (che nel tempo ha perso, anche in virtù di pessimi adattamenti, un po' del suo smalto, e del suo atavico fascino), rivelandone le fragilità interiori (bravo Claes Bang, fascinoso quanto cinico). Tuttavia, per quanto la miniserie targata Netflix/BBC riesca a centrare l'obiettivo nella messinscena abituale del racconto, reinterpretandolo anche con estrema originalità, essa arranchi proprio nel suo epilogo moderno, non trovando in esso alcuna affinità elettiva. Nonostante ciò, bella prova questa degli autori di Sherlock, che basandosi sul romanzo di Bram Stoker, fanno centro. Voto: 6,5

Hawkeye (Miniserie) - Trattasi di una sorta di inno natalizio ai non superpoteri (l'eroismo delle persone normali), il tutto irrorato da abbondante ironia e da una simpatica spalla del protagonista, lì anche per controbilanciare la sua serietà con battute e vita presa decisamente più alla leggera. Certo, la trama è quel che è (riassumendo, i due "occhi di falco" devono combattere contro la criminalità organizzata e contro i tentativi di vendetta della sorella della Black Widow), e i "cattivi" o presunti tali non sono il massimo (i loro sgherri sono più che altro macchiette o sacchi da botte), ma una certa agilità nella regia e il chiaro intento di fondere il periodo natalizio con le disavventure dell'arciere fanno sì che il risultato non sia poi così male, dopotutto. Ricca di personaggi e di eventi, la (mini)serie non manca di ritmo e di azione, sei episodi sono il passo giusto e alla fine si capiscono molte cose...inattese. Bene tutto il cast, nel dettaglio sempre perfetto Jeremy Renner (che rimane uno dei più simpatici tra gli eroi Marvel, sarà anche per l'umanità del personaggio che non fa sfoggio appunto di superpoteri ma solo di abilità e frecce modificate), brava ed espressiva la bella Hailee Steinfeld. Effetti speciali secondari rispetto alle prove "fisiche" dei personaggi. Godibile e ben realizzata. Voto: 6,5

Big Hero 6 - La serie (2a stagione) - Baymax (ricostruito qui per l'occasione) avrà presto una serie tutta sua (sempre visionabile su Disney Plus), intanto eccolo (e per la seconda volta dopo il film, e c'è anche una terza) insieme al suo amico/padrone e agli amici di quest'ultimo combattere, come una squadra (ormai affiatata), il crimine ancora una volta. Nella seconda stagione di una serie che nella prima stagione (purtroppo vista ben tre anni fa) aveva ben impressionato (almeno dal lato intrattenimento leggero per tutte le età), e in cui si affacciano nuovi cattivi e nuovi personaggi. La posta in gioco decisamente aumenta, con i nostri eroi high-tech che devono proteggere la città da una serie di cattivi, non solo più pericolosi, ma scientificamente avanzati. In questo senso lo spettacolo non manca, ed anche se questa seconda meglio non fa, dopotutto il format invariato rimane e tutto è abbastanza classico (un "classico"), essa regala buone cose. Tra inseguimenti e lotte al fulmicotone, ennesimi e doverosi omaggi a Stan Lee, smascheramenti in stile Clark Kent, e tanto altro, intrattenimento semplice e piacevole. Voto: 6+

Arrow (7a stagione) - Non so neanch'io perché dopo tre anni sia ritornato nell'Arrowverse, sta di fatto che, anche basta, sembra che l'Arciere di Smeraldo faccia sempre le stesse cose, non ne posso più. Variazioni sul tema? Praticamente nessuna. Mi limiterò a dire pochissime cose su questa stagione visto che il succo non cambia. Potreste leggere semplicemente quelle degli anni precedenti (sesta stagione), ma vi perdereste il mio sfogo. Arrow ha mantenuto costante la dualità tra presente e passato, un'idea carina per le prime dieci, quindici volte che si è vista, ma poi stanca. In questa settima stagione, lo schema prevede la dualità tra presente e futuro, a mio avviso, si poteva farne a meno, cambiare schema e fare due belle puntate tutte incentrate sugli eventi a venire. Oliver Queen è un personaggio sfibrante, stancante e faticoso, sinceramente non mi capacito ancora come sono riuscito a vedere tutte e sette le stagioni. Tutto il mondo che ruota attorno a lui è fatto a sua immagine e somiglianza, i suoi nemici, i suoi alleati e persino le spalle comiche risultano essere troppo seri e ripetitivi. Le idee interessanti si sono esaurite presto, ogni nuova sfida sembrava dare il via a qualcosa di diverso, ma alla fine ricadeva costantemente nella stessa identica meccanica ripetitiva. Che dire, una grande delusione. Si poteva provare a fare qualcosa di differente, dare più movimento e più diversità sia ai personaggi sia alle storie. In fin dei conti di materiale ce n'era tanto e tanto è stato lasciato potenzialmente inespresso sul campo, male, proprio male. Un'ultima stagione, da 10 episodi, purtroppo mi tocca, le premesse paradossalmente fanno ben sperare, potrebbe essere infatti totalmente diversa dalle precedenti, ma è meglio non sperarci troppo, ormai lo so. Voto: 4,5

20 commenti:

  1. Viste Christian e Unirthodox.. piaciute molto entrambe.. ora siamo intrippati con God Unfriended me.. ;)

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    1. Sorprendenti entrambe ;)
      Intrippato spesso eh :D

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    2. Ma non sempre a dire il vero... se penso a come avevo cominciato La casa di carta, davvero roba da drogati!!.. e non l'abbiamo mai finita!!! ahah

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    3. Ma come!? A proposito di intripparsi, quando comincerò Stranger Things 4 per una settimana (pure meno) vedrò solo quello :D

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  2. Dovendo scegliere tra queste, guarderei Dracula.
    Lo splatter non mi dispiace mai. 😉

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  3. Ho guardato Christian e mi ha ammaliato. Credo sia una delle più belle produzioni italiane degli ultimi anni. Chissà se avremo un seguito visto che il finale non era conclusivo. Tra le tue che non ho guardato, mi incuriosisce Unorthodox (ma perché questi titoli così compilati) ora sono in tripudio con The Boys, mi piace e non trovo le parole per descriverla. Per chi ama le serie dedicate ai supereroi ecco, è qualcosa che ti spiazza del tutto😉

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    1. Visto quello che passa in tv è certamente tra le migliori produzioni italiane! Una bella sorpresa sì.
      Ero imbattuto se cominciarla adesso o poi, aspettavo la completezza, vedrò un po' che fare ;)

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  4. Veramente d'accordo per Unorthodox, molto interessante come serie. E anche per The Witcher 2, per fortuna hanno tolto i salti temporali che dopo un pò non si capiva più nulla :D

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    1. Interessante sì, ma purtroppo non convincente fino in fondo.
      Ma non erano tanto i salti temporali (presenti tra l'altro anche nel gioco), quanto il flusso che non si spezzava e ti perdevi.

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  5. Hawkeye io per il momento l'ho saltata, però magari più avanti potrei decidere di recuperarla, anche se a naso non mi sembra nulla di memorabile. Ho visto i trailer di Miss Marvel e She-Hulk, e date le mie aspettative, sono francamente perplesso da cosa ne hanno tirato fuori.

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    1. Memorabile no, però ti rimane impressa per un po'.
      Non conosco nè l'una nè l'altra, per cui non mi aspetto niente.

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  6. Un'elenco di serie tv molto interessante alle quali tu hai assegnato dei voti abbastanza alti quindi direi che ci sono le premesse per dare un'occhiata.

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    1. Beh sì, dopotutto scelgo di vedere serie che mi possano piacere e che siano state apprezzate, nel 90% dei casi almeno, ci sono comunque serie che vedo a prescindere nonostante tutto.

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  7. Adorate sia Dracula che Hawkeye; quest'ultima, in particolare, è la serie Marvel che preferisco, al momento, dopo Wanda/Vision, le altre mi hanno lasciata parecchio freddina ma questa è ben congeniata, anche perché Kate Bishop è adorabile!

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    1. Lo stesso per me, resta Wanda la migliore delle recenti, seguita da questa davvero ben congeniata effettivamente, con una protagonista notevole sì ;)

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  8. Mi hai incuriosito con Dracula ma non penso che la guarderò a breve.
    Hawkeye in periodo primavera-estate perde tanto, secondo me. Te la dovevi guardare nel periodo natalizio, come me! 😜
    È vero, i cattivi non sono il massimo ma io ho adorato questi "mafiosi in tuta" e concordo sulla bravura della regia nell'inserirli al meglio in questo contesto.

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    1. L'ho calendarizzato male forse, immaginavo ma non credevo fosse importante, invece lo è, ma mi è comunque piaciuta ;)

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