Se c'è una regola universale a cui tutte le serie tv sono sottoposte è quella secondo cui una seconda stagione non sarà mai (ad eccezione di rari casi) emozionante come la prima. Figuriamoci una terza, o una quarta. Eppure quando un prodotto come Agents of S.H.I.E.L.D., riesce ad ingranare la marcia giusta, creando il giusto mix di personaggi, trame e humor, mantenendo alto il livello della serie stessa, nonché l'interesse dello spettatore, tutto è possibile. E infatti questa quarta stagione (che prosegue le vicende lasciate in sospeso nella terza, qui la mia recensione), mi è sembrata un gradino sopra alle precedenti tre. Anche perché la serie, quantomeno per due terzi del suo (nuovo) percorso, ha regalato sorprese e ha confermato il trend positivo di una serie partita in sordina ma che nel corso degli anni è diventato (almeno personalmente) un punto fisso. Se la prima stagione era stata infatti un'assoluta novità, e mentre invece la seconda soprattutto meno la terza stavano, per colpa di una certa ripetitività, prendendo una brutta piega, la quarta stagione difatti, pur insistendo ancora sul fattore "Inumani" (comunque molto meglio descritti che nella pessima serie omonima), e virando verso personaggi Marvel di grande spessore e appeal, riesce con ritmo e adrenalina, con la spettacolarità delle sequenze, a farsi molto apprezzare. Anche se forse è grazie alla geniale suddivisione (narrativa) in tre parti, Ghost Rider (di 8 puntate), LMD (di 7 puntate) e Agents of Hydra (di 5 puntate) e con due puntate di epilogo, ma tutti comunque accomunate da un singolo elemento unitario (il Darkhold, un leggendario manoscritto che custodisce segreti indicibili e, soprattutto, devastanti) che ciò soprattutto accade. L'idea (vincente) infatti non solo ci permette di vedere molte più cose ma permette di rendere la visione meno complessa e più compatta, ma soprattutto più imprevedibile. Peccato solo che, nonostante attendevo questo momento con trepidazione (perché il suo personaggio mi ha sempre molto intrigato e affascinato), la parte che ha coinvolto la guest star Gabriel Luna nei panni del Ghost Rider, è stata la meno interessante da seguire. Perché nonostante proprio questo intermezzo faccia risaltare gli effetti speciali impressi proprio nel demonio dalle catene infuocate e dal volto scheletrico (giochi di prestigio non comuni per una serie tv, decisamente di più alto livello rispetto agli standard a cui siamo abituati sul piccolo schermo) il suo background non viene minuziosamente esplorato, e viene perciò poco utilizzato e non benissimo.
Sempre parlando di caratterizzazioni e caratteristiche, altresì non decisamente efficace l'evoluzione di Daisy, comunque discretamente interpretata dalla sempre meravigliosa Chloe Bennett, perché effettivamente qualcosa manca del personaggio Skye nelle sue principali caratteristiche. La seconda e la terza parte della quarta stagione, a differenza della prima metà, sono state invece le parti più interessanti e coinvolgenti. L'introduzione del personaggio di Aida (Mallory Jensen) è infatti stato lo scacco matto alla potenziale noia che Agents of S.H.I.E.L.D. ha saputo sfruttare egregiamente. Introdurre l'intelligenza artificiale è sempre un rischio, dal momento che è un tema ormai trattato in tutte le salse e in tutti i possibili contesti. Ma in parte grazie alla bravura (e non solo) di Mallory Jensen ed in parte grazie al mix della robotica con i poteri degli Inhumans, la trama con al centro Aida è stata perfetta. Tuttavia il meglio viene dopo, perché la seconda parte è stata solo l'introduzione (perfetta) per la terza ed ultima parte della stagione, Agents of HYDRA, probabilmente uno degli archi narrativi più (geniali) intriganti ed interessanti della serie tv in assoluto. Una realtà parallela, con tutte le lealtà sfasate, con un mondo senza lo SHIELD. I vantaggi difatti di un mondo parallelo (ed invertito) non sono stati pochi, oltre all'apparizione di personaggi precedentemente morti, è stato un modo (seppur quasi brutale) di scavare nella mente dei protagonisti, tanto che si rimane letteralmente di sasso nel scoprire alcuni punti inesplorati. E da qui il telefilm spinge tantissimo sull'azione che raggiunge livelli inimmaginabili, fantastici gli effetti speciali e ottima l'intersecazione emotiva tra i diversi personaggi (grazie anche alle interpretazioni credibili di tutti, a partire da Clark Gregg, Iain De Caestecker e Elizabeth Henstridge), tanto che l'epilogo finale (e in cui il cliffhanger impreziosisce l'episodio ultimo), che riesce a riannodare i numerosi fili del racconto, trovando un buon equilibrio fra le esigenze emotive e quelle spettacolari, si dimostra un degno finale per una valida quarta stagione. Perché pur non toccando cime astrali, e dove le sequenze di combattimento sono sempre spettacolari e ben cucite, sia nel timing che nella scenografia, la quarta stagione dimostra come bastano poche idee per far funzionare bene tutto e migliorare sempre più. Perché Agents of S.H.I.E.L.D. proprio come il vino, sembra migliorare e rinnovare il suo sapore nel tempo, un buon presupposto per una quinta stagione, a questo punto, attesissima. Voto: 7-
La prima stagione di The Shannara Chronicles fu molto criticata, ma non da me, che pur ammettendo parecchi difetti la trovai sufficientemente godibile (qui la mia recensione), molto più di certe altre serie che ultimamente ho visto, soprattutto una ovvero Marvel's Inhumans (quella sì una m**da in tutto e per tutto). Questa seconda stagione quindi aveva l'arduo compito di risollevare le sorti dello show, e infatti i miglioramenti dal punto di vista della trama e storyline l'hanno resa un prodotto capace di intrattenere risultando comunque leggero e le vicende facili da seguire. Facendo così risultare l'esperienza di visione, nonostante i suoi difetti atavici, molto più godibile che in precedenza. Anche perché la seconda stagione di Shannara, sempre prendendo ispirazione dalla saga dei libri scritti da Terry Brooks, ha cercato fin dall'inizio di correggere alcuni errori dello show, e in parte ci riesce. Merito della virata è stato forse il cambio di emittente da Mtv a Spike, perché la componente teen drama del primo ciclo di episodi sembra abbandonare totalmente la struttura narrativa trasformandosi in un fantasy sotto ogni punto di vista. Tuttavia lo show non cambia completamente pelle e mantiene molte delle sue caratteristiche passate, anche solo per coerenza di visione. Non ci troviamo difatti davanti a un prodotto completamente diverso da prima, ma sicuramente a qualcosa di più godibile. Le prime puntate in tal modo risultano interessanti, perché forse muovendosi in una storia completamente originale rispetto alle opere originali (e sarei curioso di sapere se l'amore lesbico tra due delle protagoniste è voluto o meno), la stagione si apre (senza dimenticare in ogni caso il pubblico young-adult di riferimento) con un'ambientazione più dark e matura. Duelli e tanta magia inaugurano infatti, con una première molto più action, un nuovo corso di eventi, di nuove vicende che qui sono ambientate un anno dopo la prima stagione e in cui Wil ha voltato le spalle al suo destino, diventando un semplice guaritore, ma un'organizzazione chiamata I Cremisi, che dà la caccia a chi pratica la magia lo prende di mira, e l'incontro con una ragazza di nome Mareth (Malese Jow) lo porterà nuovamente sul suo sentiero fatto di battaglie e pericoli, e i due, assieme ad Eretria quindi e con l'aiuto di Allanon, si scontreranno con Bandon che, passato al lato oscuro, ha in mente di resuscitare il Signore degli Inganni. Peccato che, superata metà stagione (in cui comunque gli effetti speciali all'altezza fanno il loro dovere), si perda un po' la bussola. Troppa la carne messa al fuoco, per risolverla si ricorre difatti a svolte di trama discutibili e troppo veloci, scadendo nella superficialità. In tal senso il finale di stagione che puntava ad essere più strappa lacrime che epico, delude proprio nello scontro finale. Giacché non solo il Signore degli Inganni visivamente offre poco, ma viene addirittura interpretato (una scelta tanto pacchiana quanto strana) da Manu Bennett, che si sdoppia così in due ruoli. Tuttavia, le trame ricevono una buona chiusura del cerchio, esaurendo in modo soddisfacente (nonostante l'immancabile cliffhanger finale) quanto visto nelle prime due stagioni del serial. Altresì nonostante alcuni cliché, un livello di recitazione ulteriormente abbassato da un Austin Butler non abbastanza espressivo per dare giustizia a tutto ciò che succede al suo personaggio, e lo stesso vale per i suoi compagni di avventura (tranne Ivana Baquero, sempre bella e artefice di uno dei personaggi più interessanti, però compresa una non pervenuta Poppy Drayton e un affascinante ma poco utilizzato Marcus Vanco), una regia comunque acerba ed una sceneggiatura che affonda le mani nella filmografia e serialità di genere, "omaggiando" con riferimenti tutt'altro che velati film e/o videogiochi anni '90, Shannara 2 riesce comunque, anche grazie a bellissimi panorami, a intriganti scenografie, discreta colonna sonora (compresa l'affascinante sigla) e una trama, seppur alquanto prevedibile, piacevole e lineare, a farsi sufficientemente e più apprezzare. Perché nonostante gli innumerevoli difetti, Shannara 2, si è rivelata decisamente migliore della precedente, e quindi vedibile. Voto: 6+
Dopo la prima solo sufficiente stagione (qui la mia recensione) avevo sperato in un miglioramento, ma anche la seconda stagione di Supergirl, la serie televisiva ispirata dall'universo DC e versione femminile di Superman (anche se lui è tutt'altra cosa), si conclude e conclude nuovamente, senza infamia ma soprattutto senza lodi, un arco narrativo affascinante ma banale e superficiale. Perché seppur fin dalla prima stagione, la serie si è presentata con una storia tutto sommato semplice, non articolata, ma funzionante allo scopo di raccontare le vicende di Supergirl, in questa seconda parte, nonostante i temi diversi (quali l'imprescindibile amore omosessuale di Chyler Leigh alias Alex con la poliziotta Maggie e il razzismo tra specie) rispetto alla precedente (anche perché la nostra Kara è oramai cresciuta e più consapevole dei propri poteri e del suo ruolo), è sempre la stessa storia. Infatti, la struttura delle storie è simile in ogni puntata, un momento di apparente serenità viene interrotto dalla minacciosa presenza del villain di turno, che viene inevitabilmente sconfitto dalla protagonista. E poiché sono poche (e nemmeno così tanto diverse da tante altre) le vicende che ricorrono frammentate nelle puntate, tutto risulta già visto. Ma il problema maggiore è che alcune scelte (anche di scrittura) sono davvero e alquanto discutibili. Non solo e soprattutto il finale, seppur spettacolare (grazie ad uno scontro "importante") e melodrammatico (emotivamente coinvolgente), che altresì si chiude con un espediente narrativo semplicistico e con molte incongruenze logiche, ma anche molto altro. Su tutti la presenza di Superman che, introdotto a partire da questa seconda stagione e interpretato da Tyler Hoeclin, viene nuovamente "usato" come un burattino. A tal proposito forzare il "girl power", insistentemente e inefficacemente pressante da una Melissa Benoist (comunque sempre bella, brava e minimamente credibile, ma che forse necessita di più aggressività e incisività negli scontri, che molto spesso sembra non prendere niente decisamente sul serio e che troppo spesso è supponente ed onnipotente), che si permette di battere "fisicamente" suo cugino, mi sembra davvero troppo. Tuttavia gli effetti speciali non risultano ingombranti, e sono anche di discreta qualità, e la storie si fanno seguire (anche perché tra pericolose organizzazioni criminali, alieni con cattive intenzioni e creature parassite che per millenni ha vissuto all'interno del corpo di un lupo, l'intrattenimento non manca). Purtroppo però ricorrenti e fastidiosi crossover con altre serie (soprattutto se si segue consecutivamente prima uno e poi l'altra e non in contemporanea), senza contare che queste forzature di trama non mi sembrano del tutto "utili", e alcuni episodi francamente evitabili, non aiutano. Anche perché ampio spazio è dato anche a personaggi secondari dello show ma senza alcun merito o utilità, non solo Winn e James, il primo che malgrado la storia d'amore con l'aliena non è riuscito ad uscire dal suo ruolo di spalla informatica e il secondo che ha avuto un percorso abbastanza fine a se stesso tolto l'episodio filler a lui dedicato (altresì abbastanza forzato l'inserimento di una trama da vigilante). Male anche i due marziani (Hank, David Harewood e M'Gann) che, uniti da una love story alla Romeo e Giulietta che pur banalmente era riuscita a stimolare l'interesse degli spettatori è stata mozzata prima che riuscisse a decollare per poi recuperarla in fretta e furia nel finale di stagione. Abbastanza fastidioso (oltre alla presenza ingombrante di Calista Flockhart alias Cat Grant e una mal sfruttata e mediocre Lynda Carter) che poi anche qui ci siano i Luthor, non solo la sorella di Lex, Lena, che certamente diventerà (perché adesso è sua amica) sua nemica, ma anche la madre Lilian che, rappresenta uno dei villain principali (che fa paura quasi mai) di questa seconda stagione. Interessante invece la (ben sviluppata) love-story tra Kara e Mon-El, l'alieno della navicella a fine della prima stagione, ed elemento cardine della stagione per la presenza dei suoi genitori alieni (il padre Kevin Sorbo), soprattutto la "pazza" madre (interpretata da Teri Hatcher). Ma è davvero poco in confronto a quanto fatto nel precedente arco narrativo, anche perché questa seconda stagione di Supergirl si dimostra peggiore della precedente, colpa dell'introduzione ridicola del personaggio di Superman. Anche se nel complesso non male, perché la serie tv funziona, molti personaggi catturano e lo show risulta sufficientemente godibile (nonostante le scelte controverse seppur "politicamente corrette" della sceneggiatura). Tuttavia dire che Supergirl sia una serie veramente bella è un po' esagerato. Se ne ammira la costanza e la capacità (almeno in parte) di non fossilizzarsi sulle stesse dinamiche ma si può fare di meglio. Voto: 5,5
Non seguo nessuna delle tre, ma non è la prima volta che stagioni dopo la prima (magari grandiosa) siano ancora più belle. È successo anche in Italia :)
RispondiEliminaOttimo suddividere una stagione in archi narrativi, quasi quasi mi hai convinto con Agents of SHIELD.
Shannara può stare dove sta.
Supergirl mi pare di averla intravista su Italia1, vedi... c'è pure Superman. Una cosa l'hanno azzeccata in DC: il vero universo narrativo non è quello al cinema, ma quello in tv.
Moz-
Si, succede che siano belle anche dopo, ma molto raramente accade...
EliminaIl punto forte di SHIELD è stato proprio quello, di Shannara da te nessuna sorpresa, mentre per Supergirl, diciamo che anche qui nonostante la migliore visione universal televisiva, di problemi ci sono comunque, e tanti..
Shannara io l'ho trovata molto più violenta, ad ogni puntata c'erano ammazzamenti e teste mozzate! Il finale ha deluso pure me..e sembra che non verrà rinnovata purtroppo. Supergirl 2 non mi ha deluso, l'ho trovata più o meno come la prima.. Ora aspetto che facciano le puntate della terza in chiaro su mediaset ma mi sa che quest'anno non le faranno, già l'anno scorso avevano avuto pochi ascolti..
RispondiEliminaInfatti ho lodato l'aspetto fantasy e più dark, soprattutto all'inizio di Shannara, che ha conferito alla serie più verve e più dinamicità ;)
EliminaIl problema è stato quello, Supergirl 2 troppo simile alla prima, anzi, alquanto più ridicola seppur sufficiente :)
A me in verità mancano le Marvel Netflix, ma comunque tra Arrow, Flash e Supergirl per me niente di eccezionale...
RispondiEliminaDi Supergirl (che guarda mia moglie) apprezzo soprattutto la protagonista. Di Shannara ho visto una puntata e sono scappato urlando in preda al panico. Agents of Shield invece... boh, magari un giorno la recupererò, ma non mi ispira
RispondiEliminaIn effetti non la disdegno neanch'io, in tutti i sensi :D
EliminaAddirittura! anche dopo aver visto Ivana Baquero?
Secondo me Shield potrebbe piacerti, perché se ti ispira la Marvel non puoi perderlo ;)
La quarta stagione di Agents of SHIELD ha impiegato un po' di tempo per coinvolgermi pienamente ma, nella parte finale, è riuscita nell'impossibile confezionando una storia avvincente sostenuta da personaggi realmente appassionanti che non sono solo "prime donne". E' pazzesco come questa serie sia spesso considerata come un semplice 'collante' nell'MCU pur essendo tra quelle capaci di mantenere sempre una discreta qualità di base! :)
RispondiEliminaSupergirl... boh, ho visto la prima stagione e per ora non trovo la curiosità di continuare. Oltre ad essere banaluccio, secondo me, è tremendamente apatico, incapace di uscire da rigidi cliché :(
È una qualità la sua, quella dello Shield, davvero unica infatti, niente di memorabile sia chiaro, però sempre qualcosa di onesto e semplice ma tremendamente efficace ;)
EliminaDi Supergirl è proprio quello purtroppo uno dei suoi maggiori difetti, non brutto ma prevedibilissimo e scontato appunto per la sua superficialità...
La prima stagione di Shannara mi è piaciuta, devo recuperare la seconda stagione!😊
RispondiEliminaSiamo in pochi però a cui è piaciuta, comunque spero ti piaccia anche la seconda ;)
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