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giovedì 27 settembre 2018

I peggiori film del mese (Settembre 2018)

Dopo mesi in cui il mio intuito mi ha fatto evitare certi film che molto probabilmente mi avrebbero deluso, purtroppo in questo mese di settembre, proprio bravo non sono stato nelle scelte compiute, e quindi, anche se di colpe io credo di non averne (al massimo per qualche mia scelta di visione legata agli attori o all'argomento), mi è toccato soccombere di fronte a film abbastanza mediocri (pessimi in alcuni casi). Film che non hanno fatto altro che confermare come a volte, il gioco non valga la candela, che non basta un attore o più attori a fare un buon prodotto, che non bastano i soldi se alla regia non c'è uno all'altezza delle aspettative, ma in ogni caso ecco nello specifico (tramite ben 12 pellicole) ciò che intendo.

Animal - Il Segreto della Foresta (Horror, Usa 2014): Un gruppo di ragazzi si ritrova in un bosco in compagnia di una affamatissima creatura, niente di nuovo, niente di originale, un horror uguale a tanti altri quindi, eppure questo film non è completamente da buttare, il ritmo è buono e la creatura è realizzata abbastanza bene. Il film infatti, poco originale ma curato (anche se abbastanza stereotipati appaiono i personaggi), riesce comunque a riservare un discreto intrattenimento, grazie al ritmo piuttosto elevato, grazie all'atmosfera e la carica tensiva che si avverte in certi momenti (capaci di dare il giusto input per una visione tutto sommato scorrevole che non annoia) e grazie alla creatura (soprattutto al modo in cui quest'ultima si comporta) che bracca i nostri sfortunati protagonisti. In ogni caso niente di che. Si poteva sfruttare molto meglio l'ambientazione della foresta e invece il film è girato praticamente tutto nella casa. La creatura seppur fatta bene non convince appieno e non spaventa più di tanto, la recitazione non è delle peggiori (anche se la ragazza "stranamente" procace è mediocre), ma ci sono alcune scelte prese durante il corso della trama alquanto discutibili (non dimenticando una regia troppo traballante). Diciamo che le scene finali risollevano un po' le sorti del film, un film horror innocuo e passabile per una serata senza impegno e senza pretese. Voto: 5,5

Ogni cosa è segreta (Thriller, Usa 2014): Ho visto questo film in quanto ammiratore di Dakota Fanning e seppur parzialmente le mie valutazioni possono essere segnate da questo elemento, ho trovato l'intera pellicola poco convincente e troppo psicologica. Difficile è sentirsi davvero coinvolti infatti da Every Secret Thing, diretto da Amy Berg, con Diane LaneElizabeth Banks e appunto Dakota Fanning, tratto dal romanzo di Laura Lippman, primo film prodotto dall'attrice Frances McDormand, e vivere di quella tensione sana di un thriller d'alto rango. Innanzitutto perché la vittima di questo film è una bambina, della cui morte vengono colpevolizzate a sua volta due bambine, internate fino ai 18 anni. I protagonisti del film (quasi tutte donne) soffrono di alcuni disturbi psicologici precedenti o successivi all'evento in questione e la sparizione di una bambina anni dopo riporta alla luce gli echi dell'omicidio, vecchie turbe e antichi sospettati. Il lato investigativo è piuttosto povero (anche perché giallo che poi tanto giallo non è viste le poche sorprese che portano allo "svelamento" finale) e si lega soprattutto a interrogatori o flashback. In tal senso Ogni cosa è segreta tenta di rispondere a quesiti molto importanti senza però mai approfondire nulla, e quindi anche se ogni personaggio (odiosa la ragazza interpretata da Danielle Macdonald) è un meccanismo del thriller, esso non basta a rendere il film integro sotto ogni aspetto (l'esito finale orbita difatti attorno a dei personaggi senza una reale temperatura emotiva e ad un'estetica mai appagante), un film che dilapidando gli ingredienti più allettanti risulta (come la recitazione, anche sfortunatamente della Fanning) piatto e freddo. Voto: 4

Finché c'è prosecco c'è speranza (Giallo, Italia 2017): Un giallo che più classico non si può, e in tal senso ero indeciso sul voto da dare, perché se considerassi il soggetto e la sceneggiatura sarebbe un 4 pieno, c'è obiettivamente poca originalità nella storia, un noir neanche troppo complicato nella sua evoluzione. Di contro, se si valutano gli interpreti e alcuni aspetti tecnici (fotografia, musiche e scenografie, dopotutto siamo nel Veneto), possiamo alzare un po' il voto, ma di poco. Infatti Antonio Padovan si cimenta per la prima volta nella regia cinematografica e, sebbene la sua opera sia di tutto rispetto e, in linea generale, ben diretta, egli però non riesce, purtroppo, a consegnare una pellicola che si discosti dal semplice sceneggiato televisivo. Il film appare un po' senza verve, senza quella forza necessaria ad intrigare completamente lo spettatore perché, man mano che la storia si dispiega, la pellicola diviene quasi scontata e, pertanto, parecchio prevedibile. Un vero peccato perché la figura dell'ispettore è invece molto ben interpretata dall'attore Giuseppe Battiston (forse anche meglio che ne I delitti del BarLume) la cui presenza, anzi, si rivela fondamentale ad innalzare il valore di quest'opera cinematografica (anche se qui sembra comunque annaspare in una sceneggiatura decisamente poco brillante). Non mancasse che non tutto è bene a fuoco ed alcuni personaggi (soprattutto quelli femminili, tra cui quello interpretato da Liz Solari, già vista in Sei mai stata sula Luna?) rimangono un po' indefiniti (alcuni personaggi di contorno poi risultano essere inutili orpelli). E alla fine perciò ne esce un prodotto con poche, troppo poche, "bollicine" e si sa, per un Prosecco che si rispetti quest'ultime son tutto. Voto: 5,5

USS Indianapolis (Azione, Usa 2016): Partendo da uno dei più tragici eventi della Seconda Guerra Mondiale, quello della corazzata statunitense che successivamente all'aver trasportato la prima bomba atomica via mare venne silurato dai giapponesi ed equipaggio divorato dagli squali prima dei soccorsi (addirittura il comandante fu ingiustamente processato e condannato per negligenza), il film vorrebbe parlare della brutalità di tutte le guerre, del tempo capace di risanare anche le ferite più profonde, dell'uguaglianza trasversale fra gli uomini. Peccato però che lo faccia su un impianto cinematografico raffazzonato, insufficiente sotto ogni aspetto, partendo da una sceneggiatura incapace di rendere interessante il racconto finendo a un comparto VFX che sembra abbia dimenticato gli ultimi vent'anni di sviluppo tecnologico. Sicuramente il budget a disposizione del (pessimo già attore) regista Mario Van Peebles non avrà avuto nulla a che fare con i grandi blockbuster di Hollywood, ma per realizzare un ottimo film sull'uomo e sulla sua natura violenta e pietosa non sempre sono necessari centinaia di milioni di dollari. In corner ci si poteva buttare sul citazionismo spinto, su un omaggio in piena regola al cinema anni '80, invece rimane soltanto la retorica. Il confronto con film simili (es. Pearl Harbour, U-571, K-19, ecc.) è quindi impietoso, perché questo è quasi certamente il più brutto film di guerra di sempre, e attenzione, perché Nicolas Cage qui, così tanto male non è affatto, anzi, peggio fanno i comprimari. Voto: 3,5

2:22 - Il destino è già scritto (Thriller, Usa, Australia, 2017): Non che mi aspettassi chissà che, ma questo thriller romantico con sfumature (apparentemente) soprannaturali, è troppo disordinato e confuso per essere del tutto avvincente e convincente. In questo intricato thriller infatti, che riflette sugli echi del fato, le nevrosi da metropoli e le varie implicazioni soprannaturali nascoste in piccoli elementi apparentemente insignificanti, che racconta di un abile controllore di volo che intravedendo uno schema nella sua routine andrà in paranoia, non tutto è riuscito, non tutto è di elevata fattura, a cominciare dagli aspetti sentimentali, emotivi e psicologici dei personaggi, a certi snodi narrativi, a soluzioni caotiche e contraddittorie, fino a temi (il tempo, il fato, il karma e soprattutto la reincarnazione) che vengono solo abbozzati e non sviluppati a dovere. Tuttavia, come intrattenimento è godibile, ma da questo intrigante puzzle-movie (a suo modo ambizioso e cerebrale, che punta ad interrogativi metafisici e allo spettacolo carico di ambiguità), che non si avvantaggia certo di idee originali o geniali, anche se quelle che ha sono efficaci (vedi l'interessante dietro le quinte del controllo del traffico aereo, o il teso scontro sfiorato tra i due aerei), con attori (compresa la sempre bella Teresa Palmer), regista e apparato tecnico che regalano al film almeno una certa dignità, ci si aspettava certamente di più. Voto: 5,5

Very Good Girls (Dramma, Usa 2013): Il motivo per cui ho visto questo film è lampante, Dakota Fanning ed Elizabeth Olsen, e in questo senso la scena iniziale, con le due amiche che corrono nude verso il mare, risulta decisamente apprezzata, peccato che poi cominci il film, un dramma adolescenziale profondamente tedioso e privo di qualsiasi spunto originale, mal scritto e peggio interpretato dalle protagoniste e da tutto il cast, comprendente di Demi Moore, Clark Gregg, Richard Dreyfuss, Ellen Barkin, Peter Sarsgaard e Boyd Holbrook. Da quel momento infatti si ha la chiara sensazione di trovarci di fronte a un film di rara piattezza e di disarmante banalità, in cui tematiche e personaggi vengono messi in scena senza il minimo approfondimento o una costruzione narrativa degna di questo nome, e così è. Il film difatti, che racconta di due amiche che decidono di perdere la verginità prima di andare al college e che incredibilmente si innamorano dello stesso ragazzo (facendo così partire un patetico triangolo amoroso), è un progetto mal concepito e peggio realizzato, con una sceneggiatura priva di qualsiasi spunto originale e una messa in scena scolastica in ogni sua componente, che non rende giustizia né ai propri celebrati interpreti né agli importanti temi che cerca vanamente di affrontare. E quindi per colpa di un'imperdonabile pochezza di idee e contenuti, si ha la sensazione di aver assistito a un imperdonabile spreco di tempo e risorse, cosa che viene purtroppo confermata dalla visione di questa mediocre pellicola. Voto: 3

Tremors 5: Bloodlines (Azione, Usa 2015): Quinto capitolo della serie, uscito direttamente per l'home video, che sposta l'azione in Africa con il sempreverde Michael Gross (in arte Burt Grummer) a tenere le redini del gioco. Storia che aggiunge pochissimo rispetto le novità che si sono avvicendate nei primi capitoli, ma anzi sembra essere il più debole non solo per quanto riguarda l'originalità ma soprattutto per la poca verve che dimostra e per l'inconsistenza dei dialoghi che vorrebbero essere pure simpatici ma che non ottengono invece l'effetto desiderato. L'azione non manca, un po' di sangue c'è (un po' di gnocca anche), ma nel complesso Bloodlines non sembra poter incontrare i favori del pubblico, specialmente di quello che si è divertito con il primo, storico, capitolo (tra questi anche me). Perché certo, per essere un film realizzato per il mercato home-video non è male (anche perché discreti sono gli effetti speciali), ma da questo (non ultimo) quarto sequel mi aspettavo qualcosa in più, anche se questo prodotto mediocre riesce comunque ad intrattenere per tutta la sua durata, tale da non meritarsi per questo una sonante bocciatura, ma un rimprovero e un auspicabile miglioramento futuro. Voto: 5+

Open Water 3 - Cage Dive (Azione, Usa , Australia 2016): Un film che segue le linee guida dei suoi (non proprio eccezionali) predecessori, leggasi un gruppo di protagonisti alla deriva nell'oceano infestato di squali (che sfortunatamente non regalano gioie particolari) e riprese con camera a mano, senza aggiungere nulla di nuovo ma anzi procurando un urticante senso di mal di mare e una forte antipatia nei confronti del trio di personaggi principali. Open Water 3 si divide in una prima parte che altro non è che un filmino delle vacanze per un pubblico voyeuristico e in una seconda in cui ha luogo l'infinita lotta per la sopravvivenza in mare aperto dei nostri, due fratelli e una ragazza contesa più stupidi della media (lei soprattutto, per un'azione, scellerata è dir poco, che compie): il risultato è ancora più fastidioso in quanto il tutto, filmati inclusi, viene pure spacciato per vero senza alcun pudore. E quindi Open Water 3 (la sua breve durata è l'unico pregio) è un film (di cui probabilmente non se ne sentiva il bisogno) da evitare come la peste. Voto: 4

Questione di Karma (Commedia, Italia 2017): Dopo la felice esperienza con Se Dio vuoleEdoardo Falcone ripropone un'altra coppia di attori, Elio Germano/Fabio De Luigi in questo film, fallendo a mio parere l'obiettivo. La brillantezza della sua pellicola precedente è infatti solo un pallido ricordo di fronte ad un film (che traendo spunto da un'idea abusata voleva forse far riflettere lo spettatore) sostanzialmente imbalsamato in una rigidità (nessun colpo di scena, nessun momento commovente, e nemmeno ci sono particolari scene comiche) che non consente agli attori di esprimere il loro meglio. Non ho riso, neanche sorriso, una volta che è una. Gag invisibili, momenti di riflessione praticamente assenti in una storia che se pur esile nella sua struttura poteva dare adito a qualche spunto buono. De Luigi (odiosamente sibillino) e Germano (odiosamente sopra le righe) proprio non si prendono, nessun tipo di alchimia e il cast di contorno sottoutilizzato (Isabella Ragonese su tutti). E quindi credo che sia uno degli sprechi di attori più grandi che ho visto negli ultimi anni. Un film sbagliato, nel ritmo e nella verve comica (non bastasse che anche il finale lasci con l'amaro in bocca). In definitiva un passo indietro gigantesco se rapportato a Se Dio vuole, perché questo è un film fragile, con poche idee sia nella scrittura che nella regia (che non riesce mai a prendere il volo), parecchio deludente. Voto: 5

L'inganno (Dramma, Usa 2017): Che dire di questo film, indubbiamente elegante e molto ricercato dal punto di vista visivo (bella la fotografia, accurata l'ambientazione d'epoca, eleganti i costumi, belle le poche musiche rarefatte sovrastate efficacemente dai sussurri della natura e dai rumori d'ambiente, pregevoli le frequenti riprese notturne negli interni realizzate al lume delle candele), però la pur apprezzabile regia di Sofia Coppola appare più che altro un mero esercizio di stile (evidenti i rimandi, sbiaditi, al cinema di Kubrick e di Malick). E poi la prova degli attori delude non poco. Se si può considerare appena sufficiente quella delle attrici (da Nicole Kidman ad Elle Fanning, fino a Kirsten Dunst, anche se poi è solo il personaggio di quest'ultima riesce ad emergere veramente nei confronti degli altri, che rimangono troppo essenziali per carpirne le sfumature), Colin Farrell conferma in questo caso le sue non eccellenti doti espressive. Ma dove il film delude maggiormente è nella sua parte più importante, la sceneggiatura (che racconta di un soldato unionista mezzo morto che viene aiutato e curato dalle ragazze di una scuola femminile della Confederazione, tuttavia la presenza del maschio attiverà giochi pericolosi e rivalità interne al gruppo), che appare spesso di una sciatteria improponibile, quasi inverosimile, soprattutto nelle parti che imponevano un minimo di documentazione scientifica (e in tal senso non basta una seconda parte abbastanza coinvolgente a riscattare una prima soporifera, buia e asfittica). Certo, complessivamente non si può dire che Sofia abbia fatto un brutto film (film che è bene precisare è il remake de La notte brava del soldato Jonathan di Don Siegel, perché ispirato allo stesso romanzo), ma nemmeno si può esaltarne tanto la confezione, perché esso è raffinato ma altrettanto prigioniero della sua forma ricercata. E' come se la figlia di Francis Ford Coppola fosse in qualche misura convinta che la forma possa prevalere sulla sostanza, e che l'eleganza della messa in scena e dell'inquadratura, indubbie, possa coprire i vuoti di una sceneggiatura, specialmente nella prima parte, piatta e lenta. Anche le fasi più tese e concitate del plot sono in qualche modo schematiche e hanno qualcosa di superficiale. Il finale poi interviene a rafforzare l'idea che l'immagine debba contare più del resto, ma è sempre così? No, infatti menomale che in Marie Antoniette c'era anche una solida sceneggiatura a dare sostanza, perché esattamente come nella serie Picnic at Hanging Rock (simile quasi in tutto a questo The Beguiled) qui la forma non è sufficiente a farne un gran film, anzi, la delusione è tagliente e velenosa. Voto: 5+

Nessuno si salva da solo (Dramma, Italia 2015): Echi di rabbia, tanta, troppa in certe parti del film, che si alternano ad assurde assoluzioni, immotivate nell'odio che plasma l'incipit, nonché la storia stessa: un marito e una moglie divorziati che si trovano a cenare per decidere dell'estate dei figli. La cena è tutto ciò che il film offre, la storia d'amore è rapida e fatta di flashback, solo flashback, discontinui e distanti. La magia dei loro momenti più belli è perlopiù sesso che rasenta la brutalità e la fine della passione è tanto scontata quanto piatta, scaldata da urla, continue, a cercare di riassumere ciò che loro non riescono a spiegare. Non ho letto l'omonimo romanzo di Margaret Mazzantini, ma immaginavo un Sergio Castellitto regista più incisivo, non riesce nemmeno ad essere l'ombra di film più riusciti, uno tra tutti Venuto al mondo. Difficile infatti vedere qualcosa d'interessante in un percorso drammaturgico prevedibile e tutt'altro che originale. Se ci mettiamo anche una confezione furbetta e una coppia di attori decisamente sopra le righe (di Jasmine Trinca, peraltro bravissima, rimarrà solo il, piacevolissimo, ricordo del suo munifico offrirsi come madre natura l'ha fatta, mentre di Riccardo Scamarcio meglio sorvolare), il risultato non può che essere un'ennesima, deludente, pellicola firmata Sergio Castellitto (e in tal senso è davvero un peccato per un titolo così bello, capace di veicolare numerose riflessioni e che racchiudeva senza dubbio in sé anche un grande potenziale, non esser riuscito a far meglio). Certo, nel complesso il film non risulta spiacevole, ma i vuoti emotivi della recitazione e della regia, nonché la mancanza di reale pathos, non quello gridato, proprio non aiutano. Voto: 5,5

Non è un paese per giovani (Dramma, Italia, Cuba, 2017): Il classico film dalle buone intenzioni ma dallo sviluppo privo di mordente, questo è il suddetto film di Giovanni Veronesi. Parte bene con tutte quelle testimonianze di italiani che vivono e soprattutto hanno trovato lavoro all'estero, ma la storia di questi due giovani sperduti a Cuba sembra troppo a parte, un caso a sé stante in relazione al resto. La storia infatti, imperniata sul tentativo di raccontare un fenomeno chiave del nostro tempo (senza tuttavia riuscirci pienamente), fa parecchio fatica a procedere e si perde in figure un po' stereotipate e in situazioni di già visto. Gli attori ci mettono impegno (se Filippo Scicchitano fa meno peggio degli altri due è solo perché replica il suo repertorio di bravo e simpatico ragazzo romano, mentre Giovanni Anzaldo annega in un mare di mediocrità e Sara Serraiocco si produce in una performance che vorrebbe tanto risultare "naturale" invece è solo tremenda, imbarazzante) però la sceneggiatura (con una seconda parte che alterna in maniera troppo sbalestrata e sfasata commedia e dramma) non aiuta affatto (non bastassero altresì dialoghi e svolte narrative terribili, un passo fiacco ed argomentazioni insignificanti). Si ritorna insomma sui soliti cliché ed il film non decolla per di più con un finale fin troppo consolatorio (e inutilmente "poetico"). L'unica cosa che rimane da fare, quindi, è gustarsi gli splendidi paesaggi, paesaggi che danno al film (in cui Sergio Rubini e Nino Frassica interpretano personaggi di contorno molto ricalcati sulle loro rispettive origini regionali) una connotazione poetica e tematica (di onestà e vitalità) di grande importanza, seppur in modo irrimediabilmente grossolano, manicheo e stranamente torvo per raggiungere la sufficienza e risultare per questo convincente nella completa riuscita dello stesso. Voto: 5

Ecco infine i film scartati ed evitati:
Una famiglia Dramma sociale complesso ma superficiale e similmente freddo
Rise of the legend - La nascita della leggenda Action sicuramente avvincente ma personalmente poco interessante
Nei miei sogni Commedia drammatica adulta decisamente poco intrigante
Guida per la felicità Povero Ben Kingsley, conciato ridicolmente da indiano in una commedia drammatica sconosciuta
Cobain: Montage of Heck Documentario musicale di poco personale interesse
Una famiglia in affitto Commedia francese banale e similmente già vista
10050 Cielo Drive Inutile thriller su un fatto ormai noto a arcinoto
Tommy la mummia e lo Scarabeo d'oro Banalissima avventura per ragazzi
Black Butterfly Banale thriller tra realtà e finzione con Antonio Banderas
I peggiori Mai titolo come questo non può essere un cattivo presagio
This Is Where I Leave You Commedia corale per niente originale
Le week-end Ennesima commedia drammatica adulta poco intrigante nonché interessante
La truffa è servita Nonostante il cast, questo banale e prevedibile heist movie proprio non mi interessa vedere
Tumbledown - Gli imprevisti della vita Mi dispiace ma questo banale dramma sentimentale con Rebecca Hall proprio non s'ha da vedere
Peacock Inedito thriller psicologico tranquillamente evitabile
11 settembre: senza scampo Con tutto il rispetto della tragedia, la presenza di Charlie Sheen proprio non convince
Stonehearst Asylum Thriller psicologico letteralmente da manicomio
The Warriors Gate Fantasy poco originale e per questo similmente prevedibile
Capitan Mutanda - Il film Film d'animazione troppo bambinesco per i miei gusti 

32 commenti:

  1. Ricordo ancora la mezza delusione per la Coppola, invece Nessuno si salva da solo, da figlio di divorziati, lo avevo trovato intenso, dolorosissimo e soprattutto veritiero.
    Tra gli altri, assolutamente non male This is where I leave you, con un super cast, e Stonehearst Asylum, anzi.

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    1. Felice di constatare che non sono l'unico a cui non è piaciuto L'Inganno, mentre per quanto riguarda Nessuno si salva da solo, molto dipende dal tipo di coinvolgimento che suscita, il mio è stato abbastanza distaccato...come per quelli scartati, che potrei chissà anche recuperare in seguito ;)

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  2. Ecco, devo recuperare Very good girls per l'incipit :D

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  3. L'inganno aveva ingannato anche me, troppo alte le aspettative, troppo "sciapa" la storia.
    Fra i tuoi scartati invece ho amato parecchio This is where I leave you (commedia agrodolce con cui vado da sempre a nozze), Cobain (anche se non fan di Kurt, mi ha messo parecchia tristezza) e Le Week-end (che si sa, io ai vecchini non so dir di no), prova a dargli un'altra chance ;)

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    1. E' già capitato di aver recuperato alcuni scarti, ma in questo caso ci devo pensare bene ;)
      Sciapa è dir anche poco di L'Inganno, praticamente inesistente..

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  4. Tutto condiviso. La delusione più grossa è per USS Indianapolis e soprattutto per Nicolas Cage. Ero convinto che fosse capace di aggiustare con la sua presenza anche un film brutto. Non è stato così.

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    1. Eh no, se un film è brutto è brutto, e a prescindere da chissà chi o cosa racconta ;)

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    2. Prendi un film di Ozon come Frantz. Diventa bello grazie alla recitazione magistrale di Paula Beer. Se quella parte l'avessero affidata a Sabrina Ferilli il film diventava uno scialbo melodramma.

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    3. Senza dubbio, anche perché il film l'ho visto e sarebbe diventato proprio in quel modo :D

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  5. Ho visto solo "Nessuno si salva da solo", e non mi è piaciuto.
    Ma poi, forse, sono l'unica Pugliese al mondo a non amare Riccardo Scamarcio.
    Proprio il suo modo di recitare non fa per me.

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    1. Ti assicuro che non sei l'unica a cui Scamarcio sta sulle scatole, men che meno in questo film dove "Non si salva nessuno" ;)

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    2. Ahaha
      Almeno il titolo è perfetto, allora.. ;)

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    3. Sì, anche se comunque bruttissimo non l'ho trovato ;)

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  6. Uss Indianapolis assolutamente tra i peggiori della scorsa stagione!

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    1. Ed è già tra i peggiori di questo mio anno cinematografico, in classifica un posto ci sarà sicuramente ;)

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  7. Io ho visto "Questione di Karma". E mi è piaciuto. Ma capisco le tue perplessità. Infatti è un film che non fa ridere. Però De Luigi mi è piaciuto. Ha rinunciato ai tratti caratteriali dei suoi personaggi e ha fatto un personaggio piuttosto atipico, a tratti anche insopportabile, ma alla fine che lascia qualcosa. Quel senso di vivere bene anche con l'incompiutezza nel cuore. Diciamo che il finale sembra quasi buttato lì proprio per il lieto fine, ecco, quello mi ha lasciato un po' perplesso, ma era anche difficile concludere questa strana e bizzarra vicenda. Germano ha reso bene il personaggio 'traffichino', per non parlare del sontuoso Philippe LeRoy, ma, come Claudia sa, su di lui io sono non obiettivo :D.

    In sostanza mi è sembrato un film diverso dal solito film italiano e forse ha trovato per questo il mio parere favorevole.

    Ah, nonostante la Sandrelli.

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    1. Se tu capisci le mie perplessità io posso capire anche il tuo punto di vista, ma sinceramente condivido solo i tuoi difetti altresì riscontrati ;)

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  8. Anche stavolta ZERO: molti però li conosco, specie quello tratto dal libro della Mazzantinie i sequel di Tremors e Open Water... :D

    Moz-

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    1. Tremors lo conoscono tutti, Open Water anche, il libro non saprei, ma è meglio per te averli evitati ;)

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  9. Non ne ho visto nessuno, meno male. :-P

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  10. Animlas per me è solo quel film demenziale con Rob Shcneider 😝
    Peccato per Finché C'è Prosecco, Battiston mi piace come attore.
    Di Tremors non credo di aver mai visto neanche il secondo.

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    1. Demenziale è dir poco :D
      Battiston piace anche a me, però nei panni di investigatore proprio non lo vedo ;)
      Forse non il secondo, ma il primo sì, che è innegabilmente un cult :)

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  11. Nonostante sia stato più generoso con L'inganno dando 6 e mezzo, non posso che essere d'accordo: mi aspettavo molto di più!
    Buona serata!

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    1. Anche perché si poteva facilmente fare di più, con un pizzico di coraggio in più ;)

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  12. nessuno si salva da solo: avevo letto il libro. un libro proprio brutto brutto!!

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    1. Male allora, se il libro era già così perché farci un film?

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  13. Ho visto anch'io nelle ultime settimane 3 di questi film: Ogni cosa e segreta, Black Butterfly e 2:22. Ogni cosa lo ricordo molto bene, perché anche a me piace Dakota Fanning e devo dire che il film non mi entusiasmato molto ma è stato comunque meglio degli altri 2. Black Butterfly non sono riuscita a vederlo fino alla fine perché mi dava già sui nervi, mi sembrava ridondante e pieno di cose già viste e per quanto riguarda 2:22 sapevo di averlo visto ma non ricordavo per niente la trama. Ho dovuto leggermi bene il tuo riassunto per ricordarmelo. Di un film che non ti ricordi niente dopo solo qualche settimana la conclusione è una sola: "non sa di niente", un espressione culinaria ma che io amo usare per tutte le cose che considero banali e insignificanti. So adesso di cosa stare al riparo per quanto riguarda gli altri film, eviterò di sprecare delle ore della mia vita :P
    Saluti,
    Flo

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    1. E quindi son contento che almeno per Black Butterfly ho fatto la scelta giusta ad evitarlo ;)

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