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lunedì 1 aprile 2019

Pacific Rim - La rivolta (2018)

Nel 2013 Guillermo del Toro aveva coronato il sogno di molti, ovvero: vedere dei robottoni giganti combattere contro mostri altrettanto simili. E ne venne fuori un piccolo cult, un film che nel suo piccolo riuscì a sorprendere, merito soprattutto del regista messicano (non a caso vincitore dell'Oscar per The Shape of Water) che donò autorialità ad un soggetto del genere, riuscendo a dare un certo spessore alla lotta tra jaeger e kaiju. Nessuno prima di lui infatti, aveva saputo mostrarci con tanta maestria al cinema scontri titanici tra enormi ed orrendi alieni "godzilliani" da una parte e giganteschi Mecha guidati da avveniristici piloti dall'altra. Ora con questo Pacific Rim - La rivolta (Pacific Rim: Uprising), il testimone è passato a Steven S. DeKnight (regista, sceneggiatore e produttore della popolarissima serie televisiva Spartacus), chiamato dalla produzione a creare un iter cinematografico che comprendesse giocoforza alcuni personaggi del primo episodio come il Dr. Newt Geiszler (Charlie Day), l'amico e collega il Dr. Hermann Gottlieb (Burn Gorman), e la ex asso degli Jeager Mako Mori (Rinko Kikuchi). A questi la sceneggiatura scritta a quattro mani da Emily Carmichael, Kira Snyder, lo stesso Steven S. DeKnight e T.S. Nowlin, che riprende la storia ben 10 anni dopo gli avvenimenti del primo e troviamo un mondo cambiato, che si è ormai rimesso in moto dopo i disastrosi eventi passati, ma che continua ad addestrare giovani reclute in vista di un eventuale ritorno dei nemici numeri uno, ha aggiunto come new entry l'arcigno pilota Nate Lambert (Scott Eastwood), la ribelle e talentuosa Amara Namani (Cailee Spaeny), l'autoritaria plenipotenziaria cinese Liwen Shao (Jing Tian) ed infine il figlio di Stacker Pentecost (Idris Elba), il figlio uno dei più celebri eroi della vittoria di 10 anni prima, un tempo promettente pilota di jaeger che ha poi abbandonato l'addestramento ed è finito nel mondo del crimine, dalle fattezze del John Boyega della saga Star Wars. E per quanto non possa neanche essere lontanamente paragonato al primo episodio, ne viene fuori un prodotto di intrattenimento godibile e che tiene abbastanza.
Credevano in tanti infatti che senza la visionaria creatività del regista sudamericano (comunque rimasto in veste di produttore) il tutto si sarebbe risolto in un sequel mediocre, invece contro ogni aspettativa, l'onesto mestierante Steven S. DeKnight scrive e dirige un Pacific Rim indubbiamente diverso dal precedente, ma con una sua inaspettata coerenza interna e un suo proprio valore. Perché certo, inutile girarci attorno, l'assenza di Del Toro si sente, la differenza c'è, ma l'impegno del regista statunitense di certo non fa gettare tutto alle ortiche. Il sequel di Pacific Rim è difatti un film dinamico, con svolte tradizionali ma anche un paio di colpi di scena abbastanza sorprendenti, la cui scrittura denuncia un'acutissima consapevolezza delle reazioni e dei gusti di chi ha eletto il film di Del Toro come proprio personale cult. Gli Jaeger ci sono, i Kaiju fanno una puntata per non farsi scordare, non mancano combattimenti epici e qualche battuta fulminante. Certo non siamo ai livelli di genialità cialtrona in grado di cancellare l'Apocalisse e creare una personalità unica per un film action, ma ci si diverte il giusto, senza rimanerne instupiditi. Un bambino dall'immaginazione potentissima decide di prestare i suoi giocattoli ad un amichetto meno fantasioso che si limita a far combattere quei mostri e quei robot senza sforzarsi di creargli intorno un mondo (largamente) affascinante o una storia (lungamente) avvincente. Si potrebbe riassumere così insomma il passaggio di testimone tra i due registi, e tutto sommato, lo spettacolo fornito dalle scene di combattimento è sufficiente a tenere in piedi il film. In tal senso per fortuna quindi che ci sono le botte: è qui DeKnight, ispirato pur senza mai inventare davvero nulla, sceglie l'approccio giusto. Niente pioggia, niente montaggi artistici, niente dettagli o primi piani poetici, Pacific Rim 2 si limita a imbastire gigantesche arene dove robot e mostri si prendono a pugni, e DeKnight le inquadra (quasi) sempre alla luce del giorno, con campi lunghi e grandi panoramiche, mostrando molto e montando poco.
Siamo più vicini alle (altrettanto gloriose) scene di combattimento di Kong: Skull Island che al primo Pacific Rim o a Godzilla di Edwards: DeKnight sa che quello che ci interessa davvero è vedere un kaiju alto come un grattacielo che afferra un robot altrettanto enorme e lo usa come mazzafrusto per abbattere metà Tokyo, e indulge. Egli infatti, anche se rimane vittima di uno script senza mordente e privo di qualsiasi caratterizzazione psicologica, costruisce uno spettacolo visivo tutto sommato soddisfacente, gestendo appunto con grazia anche i combattimenti. Non esiste solo un personaggio degno di nota in questo film, persino quelli già conosciuti risultano tremendamente abbozzati, ma è un problema di poco conto all'interno di un film del genere. In tal senso Pacific Rim - La Rivolta è un film da guardare senza troppi pensieri per la testa. Non lo si può definire un film completamente riuscito, anzi, non è neanche "cinema", ma se si ha dimestichezza col genere può risultare piacevolmente interessante, seppur risulti ben distante dal suo predecessore. Anche perché, anche se viene utilizzato il più semplice ed efficace dei metodi per fare la conoscenza di tutti i personaggi, a dir la verità nessuno dei quali particolarmente caratterizzati (compresi quelli primari), la trama di questo secondo capitolo è una parziale sorpresa: nulla di trascendentale, sia ben chiaro, ma Pacific Rim: La Rivolta, nonostante alcune scelte narrative (addirittura delle morti) pilotate ed alquanto prevedibili, e approfondimenti psicologici solamente accennati rispetto al suo predecessore, riesce a regalare qualche buono spunto e sorprendere lo spettatore. La sensazione che si ha dopo l'intera prima parte è quella di non sapere in che direzione stia andando la pellicola, salvo poi diventare tutto più chiaro con un inaspettato colpo di scena. Ma la notizia è un'altra: nella citata prima parte la presenza dei kaiju è ridotta all'osso, a testimonianza del fatto che non si sia voluto puntare tutto soltanto su mirabolanti botte da orbi. L'azione c'è, ma è la storia nel complesso a risultare tanto semplice quanto ben scritta e fruibile per tutta la sua durata, senza rilevanti punti morti.
La differenza più grande con la pellicola precedente però risiede nell'estetica, e nello specifico in una fotografia che abbandona i tipici tratti dark e quasi horror di Del Toro, per far spazio a luminosità e colori sgargianti: questo cambio repentino di stile sicuramente non ha giovato all'originalità del film rendendo gli scontri, seppur spettacolari, chiari e magnificamente realizzati, delle copie di spezzoni dei vari Transformers. Negli jaeger di Guillermo del Toro si percepiva giustamente la fatica, la pesantezza e per certi versi la lentezza nei movimenti di questi bestioni di metallo, stesso discorso per i bestioni kaiju, questa volta invece è tutto più stranamente naturale, "leggero" come il film stesso. Un film che nella sua circa ora e cinquanta non può fare altro che limitarsi a fornire una veloce continuazione mirata a regalare efficace intrattenimento soprattutto al pubblico dei giovani affamati di facili emozioni da blockbuster milionario. Continuazione che, con l'azione a dominare incontrastata, riserva il massimo della spettacolarità nel lungo scontro tra i palazzi di Tokyo, infarcito addirittura di omaggio all'intramontabile icona nipponica disegnata Gundam, nella sola attesa di una probabile terza avventura. In fondo non c'è poi molto da dire su Pacific Rim - La Rivolta. L'impegno nel non rendere questa saga una baracconata senza senso c'è stato, quello tale da sfruttare al meglio le potenzialità che questo franchise aveva dimostrato di poter avere, meno. Il film di DeKnight e il cast tutto, è giusto dirlo, fanno il loro lavoro: raccolgono una buona storia, la portano avanti discretamente e la incanalano verso possibili seguiti, di cui si sta già iniziando a parlare, senza particolari sforzi. Ciò che non è riuscito a questo sequel è stato evitare come nel primo capitolo la banalità che affligge il genere. Pacific Rim – La Rivolta è esattamente il film che tutti si aspettavano di vedere anni fa (salvo poi doversi ricredere). Veramente difficile stavolta non provare quella sensazione di "già visto", ma d'altronde non si può avere sempre tutto e in tempi come questi, nel suo genere, una pellicola come questa risulta un prodotto tutto sommato soddisfacente, in particolare per le grandi masse. Un prodotto in cui Lorne Balfe si limita a rispolverare il tema composto da Ramin Djawadi per dare un crescendo epico nella parte finale della storia, un prodotto che se amate vedere mostri e robot che si prendono a pugni per due gloriose ore non vi deluderà. Voto: 6

20 commenti:

  1. Ciao Pietro! Purtroppo questi film con robot e tecnologia non sono proprio il mio genere...anzi, dopo una cert'ora sono un buon sonnifero. Pazienza, stavolta passo!

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    1. Ciao, beh sì capisco, io invece mi addormento con altri, pazienza ;)

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  2. La penso come Silvia, con la differenza che per me sono soporiferi anche prima di una certa ora.... :P

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    1. Non mi ha entusiasmato ma quasi, fa il suo onesto lavoro e va benissimo così ;)

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  4. Oh mamma, io ho la recensione (come al solito bravissimo) per arrivare alla conclusione che non fa per me. A parte il fatto che non ho visto nemmeno il primo film. Ciao!

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    1. Ciao, beh sì, infatti è un film soprattutto per i fan, per chi ama veder combattere i robot ;)

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  5. Oh io lo devo vedere, ma lo guarderò sicuramente. E so già che mi piacerà! Viva i robottoni giganti!
    Pazienza per le morti pilotate e prevedibili e per i pochi approfondimenti psicologici.
    Non ascoltare queste donzelle che non possono apprezzare quest'arte dei combattimenti mostri e robottoni XD

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    1. Ma è ovvio che la trama non sarebbe stata di qualità, mentre i combattimenti tutti spettacolari e godibili fortunatamente ;)
      No no infatti :D

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  6. Confermo, è divertente e godibile, con degli ottimi colpi di scena..certo il primo resta un cult!

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    1. Il primo resta insuperabile, però questo si difende bene, e sui colpi di scena, dico solo che le parole finali mi hanno gasato ;)

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  7. Devo precisare che non ho visto il primo film ma questo non mi ha detto niente, mi è sembrato di vedere una specie di cartone animato con ragazzini in overdose da zucchero (sto parlando dei personaggi) :P Pensa che l'ho anche visto al cinema e mi è dispiaciuto veramente aver sprecato cosi i biglietti gratis che Sky ci da ogni mese al cinema The Space. Sto cercando di ricordare le parole finali che ti hanno fatto tanto effetto, però non ricordo nulla... Purtroppo non ci troviamo d'accordo neanche su questo, spero non te la prenderai troppo, non ho niente contro i robot, ho apprezzato molto la saga Tranformers (almeno i primi film), Iron Man e da bambina adoravo Voltron ma questo film non mi ha detto niente... Comunque, mio marito che ha visto anche lui il primo film, concorda con te che il primo era molto meglio. Forse riuscirò a vedere il primo anche perché Idris Elba è un gran attore.
    Ciao!

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    1. Ciao, ma no che prendermela, quando mai, ognuno ha il suo punto di vista e giudizio ;)
      Diciamo che pagare per vedere questo film proprio no, anche se erano gratis, che di certo è abbastanza "infantile" e che non dice proprio niente di nuovo, però mi son divertito, tutto qui, ma ovviamente non tutti possono pensarla come me :)

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