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venerdì 3 aprile 2020

1941 - Allarme a Hollywood (1979)

L'avevo anticipato nella recensione dello scorso anno inerente al film per la televisione probabilmente più fantastico di sempre, ovvero Duel, che di tutti i film diretti dal mitico Steven Spielberg me ne mancava uno, ed era appunto quello di cui oggi ne ricorre il 40° anniversario della sua uscita italiana. Tuttavia se è grazie alla mia annuale Promessa Cinematografica che ho deciso di fare ciò, e se è grazie a TimVision (nella sua versione standard) che ne ho avuto l'occasione di vedere ciò, di appunto completare la sua filmografia, devo ammettere che di Sugarland Express (1974) ho zero ricordi, e che quindi sarà quest'ultimo il punto d'arrivo l'anno prossimo, ma per il momento concentriamoci sul film che la critica cinematografica ha definito come il punto più basso nella carriera di Spielberg, su di un film decisamente insolito. Ebbene mi spiace dire che in questo caso la critica professionale ha ragione, anche se non per il motivo per cui in America è stato un flop (soprattutto commerciale), e quindi non per colpa della filosofia che sta alla base della pellicola, anzi, è probabilmente quella la cosa più bella, 1941 è infatti un film comico sulla follia della guerra che, volutamente, mette in ridicolo l'esercito americano e la gente di Hollywood, ritraendoli come incapaci, inoltre prende di mira altri valori americani, come la famiglia, e questo li avrà fatto arrabbiare (non dimentichiamo che all'epoca in America la ferita per la guerra in Vietnam era ancora fresca e quasi sicuramente il pubblico sentiva il bisogno di vedere i propri valori esaltati e non sbeffeggiati), ma perché come commedia non fa ridere (almeno non come dovrebbe invece fare un film comico).
1941 - Allarme a Hollywood infatti, frenetico e fracassone, che comunque sbeffeggia tanto l'apprensivo militarismo americano quanto la tetragona volontà bellicista nippo-tedesca, secondo me ha il difetto di offrire un divertimento piuttosto superficiale e mai veramente intelligente (alcune gag mi hanno comunque fatto ridere, altre decisamente no). E insomma l'unica (per fortuna) incursione del regista americano nel genere comico non mi pare sia riuscita granché. Eppure questo film corale che mette in scena una folta galleria di personaggi, una recluta maldestra alla guida di un carro armato (Dan Aykroyd), uno svitato aviatore solitario (John Belushi), un integerrimo generale (Robert Stack) che al cinema si commuove con Dumbo (è questa la parte che ho preferito della pellicola), un padre di famiglia dal grilletto facile (Ned Beatty) e tanti altri, aveva le carte in regola per fare un bel lavoro. Sceneggiatura di due geni quali Bob Gale e Robert Zemeckis (creatori della saga di Ritorno al futuro), regia di un pezzo da novanta, cast imponente che vanta comici storici ed attori di prim'ordine (su tutti Christopher Lee e Toshiro Mifune), grande dispiego di mezzi ed effetti speciali, risultato? Un film comico che stenta a far ridere (simpatici solo gli sketch con i giapponesi), estremamente prolisso rispetto al suo valore, che ha ben poco da dire e dove il ritmo è funzionante a fasi alterne. Spielberg dà sfogo al suo lato bizzarro e goliardico, inscenando un grande affresco ambientato durante la seconda guerra mondiale, una settimana dopo l'attacco a Pearl Harbour.
A metà tra catastrofico, war movie e commedia slapstick, 1941 - Allarme a Hollywood fallisce probabilmente proprio nel punto che doveva essere il suo forte: non movimentato, ma addirittura circense per i ritmi e le innumerevoli situazioni affrontate, è un devastante concentrato di demenzialità (ci sono i futuri Blues Brothers e c'è anche qualche posa per John Landis), comicità spicciola ma quasi mai efficace ed una buona dose di dollari sonanti per sovvenzionare le numerosissime demolizioni  e devastazioni di case, sale da ballo, negozi di vernici e quant'altro. Interessante il fatto che il film mischi storia e fantascienza, finendo per ambientare il film in un 1941 "alternativo" (almeno così l'avrebbe chiamato l'esperto di viaggi nel tempo Emmet Brown di Ritorno al futuro), in cui a causa di un'incontrollabile passaparola, si diffonde la voce che i giapponesi vogliano attaccare una delle poche cose tipicamente americana: Hollywood. Florilegio (e spreco ahimè) di attori e caratteristi che faranno la storia cinematografica degli anni '80, da Dan Aykroyd a John Candy, da Lionel Stander a Warren Oates, ma soprattutto a John Belushi, che nel ruolo dell'aviatore pazzo è l'unico a strappare grasse risate, mentre tra i caratteristi sono riconoscibilissimi il cadetto sovrappeso di "Scuola di Polizia" o il killer siciliano di "Weekend con il morto". Quindi nel complesso un film di difficile collocazione e non completamente piacevole da vedere per via del tanto fumo e poco arrosto complessivo. Spielberg è uno dei miei registi preferiti (ultimo suo gioiellino Ready Player One), ma questa volta non me la sento di assegnargli la sufficienza. Perché va bene che nonostante oggi appaia decisamente datata la pellicola rimanga comunque un divertissement ruspante e genuino, grazie soprattutto alla presenza del compianto John Belushi, però il fatto che la pellicola scorra via come acqua sui sassi non è bello. Esperimento fallito. Voto: 5

11 commenti:

  1. Sai che credo di non averlo mai visto?
    Comunque la locandina è spettacolare!

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    1. Sì spettacolare, peccato solo che sia la cosa migliore di tutto il film ;)

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  2. No problem, so che lo farai ;)
    Ma sì, dopotutto non si può non voler bene a questo strambo film, anche se un Spielberg così non l'avevo mai visto, e per fortuna è stata l'unica..

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  3. Spielberg non mi piace, non è proprio il mio genere.
    Mi ricorda solo il protagonista di Dawson's creek che lo venerava, ma tu non sai di cosa parlo. 😜

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    1. Lo so invece, del film che c'era il poster nella sua camera, Lo squalo ;)

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  4. Ma sai che questo non l'ho visto?
    Mi tengo DUEL come prova migliore.

    Moz-

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    1. Mi sa che non l'hanno visto in molti...pensa che anche adesso è inedito...e di Duel niente da aggiungere ;)

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  5. A me invece è piaciuto, l'ho trovato meno comico del previsto, forse fin troppo ricercato, forse perché Spielberg non cerca di essere comico per forza?

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    1. Si dice che sbagliando s'impara, qui regista e sceneggiatori sbagliano, impareranno la lezione e il primo diverrà grandissimo (aggiusterà il tiro sul versante comicità e dirigerà commedie d'avventura fantastiche in tutti i sensi), mentre i secondi scriveranno la sceneggiatura di un capolavoro della fantascienza ;)

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  6. Mi spiace quando un cinefilo che stimo, dà ragione alla critica (sono un Bastian Contrario terzo dan). Significa che il film non merita il recupero.
    Poi non mi attira manco il genere...
    Però forse dovrei dare una possibilità solo per Belushi 😍

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    1. Proprio ragione non tanto, però è comunque il film che mi è piaciuto meno di Spielberg. Meritare o meno il recupero non saprei, per me nonostante tutto non è stato in ogni caso tempo perso ;)

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