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lunedì 30 novembre 2020

I film del periodo (20-30 Novembre 2020)

A febbraio scorso finalmente cominciai a scaricare dal famoso Guardaroba di Giuseppe de Il buio in sala parecchi film che avevo preventivamente selezionato, e così ho continuato a fare fin quando la mia libreria cinematografica fosse alquanto piena. Mesi dopo ho poi infine cominciato a vederne alcuni, ed altri dopo, tanti altri, cosicché eccomi qui oggi a parlarvi delle ultime rimanenze, degli ultimi 14 film che ancora avevo in sospeso, e che dovevo entro quest'anno vedere, non sarebbe stato giusto (anche per rispetto della memoria del mio PC) rimandare. E così, tra recenti uscite, introvabili pellicole, rarità cinematografiche, il meglio del meglio in quanto cinema di nicchia (che potrebbero diventare, alcuni già lo sono, cult), tante belle sorprese e poche cose brutte (a parer mio ovviamente).

SEMAFORO VERDE PER...
Beyond The Black Rainbow (Sci-fi/Horror 2010) - Un'ipnosi. Pura, visiva, visuale, di quelle che esaltano le potenzialità e il potere del cinema. Beyond the black rainbow di Panos Cosmatos (quello del non per caso lisergico Mandy) è un esordio da paura, impressionante, un vortice psichedelico in un film che ha molto di sperimentale ma anche già molto di autoriale. Beyond the black rainbow pone spettatori e protagonista del film (una bravissima ed espressiva Eva Allan) nello stesso stato di confusione, incoscienza, alienazione. Entrambi non sanno dove stanno andando, seguendo una luce, una promessa, quella dichiarata nel "video promo" che apre il film, ma continuano questa terapia che va oltre ogni trattamento conosciuto, oltre la psicanalisi, oltre Freud. E in questo senso, lasciate perdere la storia che qui è flebile e dagli oscuri andamenti e significati, meglio concentrarsi sulla forma, che invece (ed appunto) raggiunge massimi livelli e splendori: un trip visivo di grande ed abbacinante bellezza che difficilmente può lasciare indifferenti anche gli spettatori più scafati. Notevoli il tappeto musicale e la fotografia che sublima un impianto visivo impeccabile. Molte le suggestioni, gli echi e le rimembranze filmiche senza però che siano mai invasive, stucchevoli e fastidiose. Ritmi lenti, molto lenti: ma merita una chance, e certamente una giusta riscoperta. Voto: 7

SEMAFORO GIALLO PER...
The Lighthouse (Dramma/Horror 2019) - Faro, maledetto faro, impazzire gli uomini fai, per nessuno c'è scampo, custodi e chicchessia guardiano. Già autore del riuscito The Witch, il regista Robert Eggers dà luogo a un film ambizioso che si avvale dell'ottima recitazione dei due attori principali, Willem Dafoe, ben coadiuvato dall'altro (unico) protagonista Robert Pattinson, e di una bellissima fotografia in bianco e nero. Detto questo, la vicenda parte con delle valide premesse che tuttavia vengono mantenute solo in parte, mentre realtà e sogno continuano ad alternarsi: numerosi gli excursus nel "fantastico" che non si capisce bene però se bisogna intendere come allucinazioni del giovane nuovo guardiano ormai completamente sfasato (colmo di metafore alla fine è quasi impossibile capirne il significato a meno che non si mastichi bene di mitologia, storia di Proteo e Prometeo ho letto in giro), o come accadimenti soprannaturali effettivamente tangibili. Stringi stringi, il tutto si riduce alle diatribe tra i due protagonisti, alle litigate tra due ubriachi costretti all'isolamento con tutte le frustrazioni del caso (sessuali in primis, come ci viene palesato) ma sembra mancare quella sorpresa, quel guizzo in più, dentro una trama tutto sommato ordinaria. Resta comunque una pellicola intensa, come il bianco e nero usato per la desolata fotografia. Una pellicola (comunque non propriamente horror) difficile da consigliare o dire che mi sia piaciuta, tuttavia la gran confezione, la recitazione di altissima qualità ed il mistero in questa location catturano. Voto: 6+

Madeline's Madeline (Dramma/Thriller 2018) - Questo è un film (ad opera della filmmaker and performance artist americana Josephine Decker, personalmente incontrata nella puntata 7 della seconda stagione di Room 104, dove era l'ideatrice, regista e protagonista della stessa) che è un insieme di tante tematiche, raccontate anche con una certa originalità, ma certamente non per tutti. E' un film che partendo da una protagonista psicologicamente fragile, finisce per intrecciare l'esperienza teatrale, luogo dove la sfera privata incontra il processo creativo dell'opera teatrale. Abbastanza complesso, ambizioso anche nella forma, non proprio nelle mie corde, ma il concetto di pura esperienza emotiva che in fondo è alla base di questo lavoro e che deve essere vissuto a livello emotivo, non è niente male. Dramma sì, ma c'è di che gioire. Fari puntati su Helena Howard: la sua prova attoriale è convincente. Mentre tra il resto del cast merita una menzione la "direttrice" Molly Parker e la madre iperprotettiva Miranda July, già protagonista/regista di The Future. Voto: 6

Borgman (Dramma/Thriller 2013) - E' un originale thriller (ma con molte contaminazioni horror) di produzione olandese, dal soggetto e dalla sceneggiatura non pienamente comprensibili in alcuni passaggi, ma che emana una sua maligna forza di suggestione. Un gruppo di misteriosi individui, apparentemente clochard di professione, si trovano ad invadere e manipolare la vita di una "tranquilla" e benestante famiglia borghese, con risultati inimmaginabili. L'impianto è certamente metaforico assai, ma la realizzazione è terribilmente concreta, cinica e inquietante. Tanto dramma in quello che è di fatto un atto d'accusa verso la società moderna in toto, più che allo specifico ceto borghese, qui preso ad esempio perché simbolo di una certa opulenza e di una serenità famigliare in realtà ingannevoli. Affascina lo sviluppo imprevedibile condito da piccoli tocchi sadici, seduce Jan Bijvoet, attore minuto dal volto fra il mistico e lo stralunato. Alla fine non si capisce quasi un'acca, è vero, ma del film si rimane comunque soddisfatti. Perché per qualcuno potrebbe non mantenere tutto quello che promette all'inizio e qualcuno potrebbe non apprezzare una certa cripticità, ma è di sicuro un buon film. Voto: 6,5

Suntan (Dramma/Thriller 2016) - Un inizio spettrale l'arrivo di questo dottore dall'aspetto bonario ma non certo attraente, in pieno inverno su un'isola greca. L'estate trasformerà tutto in una bolgia di divertimenti e per un personaggio del genere, dalla vita avara di soddisfazioni e messo di fronte ad un bilancio della propria vita, si lascia trasportare da emozioni giovanili di una giovinezza non goduta. Di conseguenza mostra tutta la sua vulnerabilità e la discesa verso l'inferno personale sarà inevitabile. Argyris Papadimitropoulos ci presenta infatti un film di ossessioni amorose, di vite non realizzate, di corpi nudi e giovanili contrapposti a personalità mai realizzate che si nascondono dietro maschere insospettabili. Suntan è un film che parte lentamente, ponendo la sua attenzione a due contesti contrapposti (inverno/estate) e su come tali contesti influenzeranno il personaggio, il quali rimarrà vittima di una spirale ossessiva che porterà ad un'ultima mezz'ora realmente angosciante. Il film evita, ed è un altro merito al suo attivo, pesanti e penosi moralismi, preferendo dedicarsi alla descrizione di due derive, che creano comportamenti animaleschi ed istintività in cui pare a volte difficile discernere la vittima dal carnefice. Forse meno freddo e glaciale rispetto ad altri film greci, decisamente non originale in quello che vuole dirci, comunque disturbante nel suo evolversi. Bravo l'attore protagonista e bella, brava, sensuale, l'attrice anch'essa protagonista, sono Makis Papadimitriou ed Elli Tringou. Voto: 6+

Knives and Skin (Dramma/Thriller 2019) - Andy e Carolyn alla loro prima volta, sulle rive di un lago. Lui preme per andare fino in fondo, lei però cambia idea, lui si arrabbia, risale in macchina e la lascia lì. Successivamente la ragazza scompare e la comunità è scossa. È l'incipit di Knives and Skin, della regista Jennifer Reeder, la quale esplora la (non) reazione di alcuni ragazzi e dei relativi genitori alla scomparsa della giovane. Sebbene il suo sguardo sia più incentrato sul racconto di formazione, l'iconografia creata da ella deve molto all'immaginario Lynchiano di Twin Peaks. Un filo di inquietudine attraversa tutti i personaggi i quali, eccetto la madre della ragazza, non sembrano davvero sconvolti per il fatto e vivono passivamente le giornate tra scuola e amicizie o amori fragili. Il tono da thriller psicologico è atto a descrivere l'imprevedibile personalità di studenti e adulti: se i primi mentono per sentirsi grandi, i secondi lo fanno nel disperato tentativo di salvaguardare se stessi. In una piccola comunità la scomparsa di una ragazza apre una voragine negli animi dei suoi abitanti, abbattendo i sorrisi di facciata ed esponendoli a quella che è la loro vera natura. È solo quando viene ritrovato il corpo che una sorta di armonia si reinserisce nella comunità: nuove storie sincere nascono, menzogne vengono rimosse, personalità riemergono. L'atmosfera tra il teso e il metafisico è l'aspetto più interessante del film (nonostante siano evidenti gli echi del cult Donnie Darko e certi frammenti di estetica al neon di Nicolas Winding Refn), tuttavia la sensazione di vuoto evocata dalla (non) storia non rimane impressa, portando la pellicola ad apparire come un buon esercizio di stile. Eppure mi sento di dargli la sufficienza. Voto: 6

Under the Silver Lake (Dramma/Thriller 2018) - Un oggetto stranissimo questo Under the Silver Lake, quasi indecifrabile come genere anche se abbastanza vicino al noir, che funge un po' da collante ad un storia piena di rimandi e suggestioni, di eventi grotteschi e onirici. Troppa grazia? Probabilmente si, ma certamente troppa carne sul quell'attraente fuoco che il giovane e talentuoso regista di It Follows, ovvero David Robert Mitchell, dimostra di saper rincalzare bene, tra citazioni spudorate (La finestra sul cortile di Hitchcock), ed emulazioni da sballo e una storia galvanizzante quanto fumosa (una Los Angeles che sotto la patina nasconde un sotto-mondo di personaggi stravaganti e bizzarri, di complotti e serial killer, di rimandi al cinema ed al passato in particolare), ma pure un protagonista (Andrew Garfield) assai in parte e motivato (anche se personaggio senza un contesto preciso è, che segue indizi e intuizioni, ma di cui non sappiamo quasi nulla, quasi come il personaggio di un videogioco). Certo, chiudere il cerchio a quel punto, quando si sono fatti smuovere pure i massimi sistemi, è una grande incognita, ed il thriller bislacco e confusionario rimane in sospeso o indecifrato, ma a tutti gli effetti lo spettacolo risulta godibile, incomprensibile, assai attraente e glamour, forte di una splendida colonna sonora elettrizzante da serata ad effetto in terrazza snob. Non proprio all'altezza di It Follows, insomma, sia come realizzazione che soprattutto come idea iniziale, però non male. E comunque se si è alla ricerca di un film coerente e ben strutturato, in cui ogni scena ha un senso preciso, allora è questo un film da evitare, se invece si è alla ricerca di un film (dalla durata di 2 ore) che sta tra l'angoscia e l'ironia, con una carrellata incredibile di ragazze bellissime (Riley Keough, Callie Hernandez, Riki Lindhome, Sydney Sweeney, Grace Van Patten), alcune scene decisamente horror e altre da commedia postmoderna, dialoghi e idee originali e spesso assurdi, allora è questo un film assolutamente da vedere. Voto: 6+

Long Day's Journey into Night (Dramma/Thriller 2018) - Un film che indubbiamente ha una potenza visiva non indifferente, rimanendo impresso non solo per il lunghissimo piano sequenza, ma anche per padronanza di mezzi ed il rigore manifestato. Rimane sempre il dubbio se tali soluzioni sono figlie di un certo narcisismo di fondo. Certamente è un film che può dividere fin quasi a rigettarlo perché la storia è talmente destrutturata che si fatica a coglierne il senso, a differenza di un Wong Kar-wai (quello di In the Mood for Love per intenderci) al quale Gan Bi, sembra riallacciarsi in virtù di questo sguardo verso il passato. Non facile da giudicare, ma senza dubbio la personalità a questo regista non manca. Long day's journey into night infatti, riesce ad affascinare con le sue musiche accattivanti e la grande cura con cui il regista (appunto) si giostra attraverso scenografie affascinanti e percorsi avvolgenti che pare di poter calpestare fisicamente assieme agli attori coinvolti (gli esperti Huang Jue e Tang Wei) in questo percorso senza fine. Voto: 6+

Burning - L'amore brucia (Dramma/Thriller 2018) - Come dice il titolo, questo è un film (sesta opera del sudcoreano Lee Chang-dong) a combustione molto lenta, che agisce attraverso immagini messe a contrasto: la realtà rurale e la realtà cittadina e la strana amicizia fra questi tre giovani, diversi per estrazione sociale, che può ricordare Jules e Jim, ma le cui dinamiche non sono mai spiegate e che possono essere solo immaginate. E' un film che ha molte letture (è tratto dal racconto breve Granai incendiati di Haruki Murakami) e di non facile esso stesso lettura perché è popolato di sottintesi e di situazioni che si possono, appunto, solo immaginare. La scena del mimare l'arancia sbucciata e mangiata è esemplificativa sotto questo punto di vista e fornisce in qualche modo la chiave o una delle chiavi del film. E' un film dalle tonalità che diventano sempre più cupe, con una leggera atmosfera di mistero nel momento in cui la ragazza (la bella e brava Jeon Jong-seo) di questo triangolo scompare altrettanto misteriosamente, ponendo il protagonista (il bravo ed espressivo Yoo Ah-in) di fronte ad un senso di colpa per non aver dichiarato apertamente il suo amore per lei, che si trasforma nel rancore sempre più crescente per l'altro ragazzo (l'efficace Steven Yeun, il fu Glenn di TWD). Un film dai tempi troppo dilatati a mio parere, ma molto affascinante nel suo complesso. Voto: 6,5

Swallow (Dramma/Thriller 2019) - Il primo (vero) lungometraggio del regista Carlo Mirabella-Davis è un thriller psicologico che non può che ricercare una nicchia di pubblico per la tematica particolarmente singolare. Questo dramma a sfondo psicologico infatti, usa il tema del picacismo (disturbo dell'alimentazione che spinge a mangiare oggetti non commestibili) in una donna incinta come mezzo per affrontare temi d'attualità come il patriarcato, le differenze di classe e l'aborto. Un film al femminile ma non necessariamente femminista, in quanto affronta più un disagio sociale invece che fare una propaganda sterile e fine a sé stessa. Brava e molto espressiva la bellissima Haley Bennett di film quali I magnifici 7, La ragazza del treno e Hardcore Henry, che mostra tutte le sfumature possibili di un personaggio cui è facile empatizzare, ben tratteggiati i personaggi di contorno (ben caratterizzati da attori conosciuti, Austin Stowell, Elizabeth Marvel, Denis O'Hare), luminosa e patinata la fotografia. Discutibile il finale, ma il film resta un lavoro anomalo, dal potenziale interessante, per l'originalità del soggetto ed il coraggio della produzione, anche se manca di quel passo in più necessario a renderlo più che sufficiente. Voto: 6+

SEMAFORO ROSSO PER...
High Life (Sci-fi/Horror 2018) - Condannati a morte (una scienziata, un padre ed una figlia) sono stati cooptati per un viaggio verso un buco nero alla ricerca di una fonte di energia inesauribile. Un'altra prigione nello spazio, ma diversa da quelle viste in precedenza: nessuna possibilità di fuga, nessuna prospettiva di ritorno, ritmo semi-letargico, interazioni minimali. La confezione accurata con sequenze di commovente tenerezza cattura l'attenzione ma la narrazione confusa, a tratti criptica, risulta irritante per le sue palesi pretese autoriali, compromettendo l'impatto di un film interessante (diretto da Claire Denis) che aveva le potenzialità per essere ottimo. Se la storia all'inizio può anche affascinare ed intrigare con il carico di mistero che si porta con sé, a lungo andare l'interesse si perde a causa di ritmi molto dilatati e della già detta enigmatica trama, con annessi strani inserti sci-fi porno (Juliette Binoche una strega?). Ha comunque un suo fascino, specialmente visivo: le immagini sono belle e curate (buone le interpretazioni, di Robert Pattinson e Mia Goth specialmente). Peccato per la sceneggiatura: fosse stata più curata ed avvincente sarebbe stato un gran film. Così è un'occasione mancata. Voto: 5,5

Krisha (Dramma/Commedia 2014) - Madre sessantenne dal passato turbolento torna in famiglia per il Ringraziamento e per cercare di farsi riaccettare (soprattutto dal figlio, interpretato da Trey Edward Shults, anche regista del film in questione). Per buona parte non si capisce quale stile si persegua: se dramma familiare, orrorifico o commedia nera. Alla fine è la già vista narrazione del declino dei rapporti umani in chiave americana, stavolta con un filo di coraggio in più. Qualche buon dialogo e un po' di sentimento sono le parti migliori (anche perché Krisha, impersonata da Krisha Fairchild, nella realtà zia del regista, riesce con la sua espressività ad esprimerlo con convinzione quel sentimento) ma le recidive o i buoni propositi post-terapia ormai sembrano scontati. Per Trey Edward Shults altra prova incolore dopo il sopravvalutato It comes at night, spero di meglio la prossima volta. Voto: 5+

Heaven Knows What (Dramma 2014) - Dall'esordio cinematografico di due fratelli molto apprezzati tra gli indipendenti americani, fattasi ultimamente notare con Diamanti grezzi in particolar modo (sono ovviamente Josh e Benny Safdie), mi aspettavo di meglio. Inizia il film e penso subito: ok un film sull'eroina e sui drogati di strada forse un filo troppo anni '80 ma potrebbe essere un gioiellino, sono passati 30 ci sarà qualcosa da dire di nuovo, e invece no. Il film è identico a tantissimi anni usciti nel periodo in cui l'eroina ammazzava tanti giovani ogni giorno senza spunti né idee. Forse è giusto premiarne la capacità di raccontare la vita dei protagonisti (Arielle Holmes e Caleb Landry Jones soprattutto) senza troppi dialoghi o parole, forse è giusto anche sottolineare la capacità di rendere la sporcizia del mondo dei tossici nella metropoli più famosa e dove girano più soldi di tutto il mondo, forse il film è anche ruvido come deve essere (gli attori sono bravi e credibili), ma oltre alla buona prova stilistica non ho trovato l'idea per fare un buon film. Voto: 5

ANGOLO VINTAGE
Cassandra Crossing (Dramma/Thriller 1976) - Ottimo antesignano di quello che saranno vari generi in futuro. Dal catastrofismo puro all'attacco terroristico su larga scala (almeno nelle intenzioni). Terroristi inconsapevolmente contagiosi spargono un terribile virus su un treno, che le autorità decidono di sigillare e dirottare verso un ponte instabile. All'epoca della sua uscita fece molto parlare, per questo e per tanto altro (rivisto oggi balzano agli occhi molte ingenuità, ma all'epoca l'impatto fu notevole, e tuttora contiene spunti interessanti). George Pan Cosmatos, padre di Panos, dirige bene un cast a dir poco eterogeneo e non solo per le nazionalità ma per le tante sfaccettature (alcune riuscite altre no) dei personaggi (fra il cast figura, oltre a Burt Lancaster, Ava Gardner e pure Alida Valli, persino Sophia Loren, che seppur sembrerebbe caduta lì per caso riesce a far filtrare il giusto tocco di umanità, ed attenzione, oltre a Martin Sheen, Richard Harris e Lionel Stander, addirittura ecco comparire un prete interpretato da O. J. Simpson, sì proprio lui). Nonostante l'eccessiva lunghezza il film ha comunque buoni momenti di pathos e tensione. Il parametro per giudicare la sua bontà? A vederlo oggi risulta ancora molto attuale, a vederlo di questi tempi difficili, anche di più. Decisamente non il miglior film del regista greco, ma uno dei più iconici ed importanti certamente. Voto: 6,5

Ecco infine i film scartati ed evitati del periodo: The gangster, the cop, the devil, La dea fortuna, A Vigilante, Vulnerabili, Jurassic pet: Il mio amico dinosauro, Criminali come noi.

28 commenti:

  1. Non ne ho visto uno.
    Perché hai scartato La dea fortuna?

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  2. Di Swallow me ne parlò l'amico Bonigol..
    Decisamente particolare raccontare una storia intorno a quel terribile disturbo...Brava Haley Bennett, mi ha detto :)

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  3. Ho adorato Burning, per me riuscitissimo al pari di Parasite. Dubbioso sul Silver lake, mentre dovrei rivedere il faro maledetto...
    High life invece... Dai, la Binoche si fa ben guardare 😅

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    1. Non lo so, mi è piaciuto Burning, ma non colpisce come quell'altro o in modo che mi convincesse davvero a dargli anche 7..
      Beh insomma, lei ok dopotutto, ma il film?

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  4. Ciao Pietro! Purtroppo non conosco questi film, ultimamente ne sto vedendo un po' meno :-( Dovrei recuperare! Almeno il "semaforo verde"...

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    1. Beh insomma, non è da tutti, e conoscendoti ti direi di evitarlo, mentre ti consiglio Madeline's Madeline, che tratta il teatro, che tu adori ;)

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  5. Pure io non ne ho visto manco uno, ma ho in programma The Lighthouse... anche se gli hai dato un giudizio tiepidino...

    Moz-

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    1. Sì, perché non sempre i film alla Lynch mi conquistano ;)

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  6. Questa volta ci sono titoli davvero interessanti e che non avevo mai sentito. Anche se stanno fra i semafori gialli, me li segno che hanno nomi e trame interessanti. E poi, se stanno in compagnia di quell'Under the silver lake che per me è stato un colpo di fulmine, male non devono essere!

    Urca, Krisha lo avevo rimosso, quanto mi aveva annoiato!
    Heaven Knows What invece era riuscito a conquistarmi, sarà per la verità in cui immergeva.

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    1. No, male infatti non sono, anzi, penso che molti facciano molto ai tuoi gusti ;)
      Eppure Krisha ha vinto dei premi...il problema che ho avuto principalmente con Heaven Knows What? L'odio per la droga..

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  7. Perché hai scartato l'amico dinosauro? È l'unico della lista che mi incuriosisce. 😅

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    1. Decisamente troppo fanciullesco, perfetto sarebbe per Lorenzo ;)

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  8. Interessante lista, grazie. Mi interessa soprattutto il film greco, ho una predilezione per il cinema di quel paese.

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    1. Me ne mancano ancora molti, però sì, il cinema greco è affascinante ;)

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  9. Anche io ho in programma The Lighthouse.. è già su qualche piattaforma?

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  10. Accipicchia, non liho visti! Hai visto "Non siamo angeli" un paio di giorni fa?

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    1. Beh ci credo, a parte Cassandra Crossing, in tv non si sono ancora (ma penso mai accadrà) visti...
      No, non ho visto, ma credo di averlo fatto all'epoca che lo fecero ;)

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  11. Non ne ho visto manco uno e non credo che li vedrò ma in caso, so dove passare.
    Quello del faro lo avevo scambiato per la storia vera, quella con Gerard Butler... mi attirerebbe anche, se non fosse che Parkinson non lo tollero.

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    1. Beh l'ho specificato, difficile da reperire e decisamente non per tutti, al massimo Lighthouse potrebbe avere una distribuzione seria, e comunque sai che all'inizio li avevo scambiati per lo stesso film? In ogni caso non male entrambi ;)

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  12. The Lighthouse a me è piaciuto un sacco! Però l'ho anche visto al cinema, che sicuramente fa tutto un altro effetto...

    E Burning l'ho preso in Bluray dopo aver letto cose positive, spero mi piaccia più di quanto è piaciuto a te quando lo guarderò (chissà quando, però...)! :--)

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    1. Mi è piaciuto più Burning di The Lighthouse, quindi non dovresti aver problemi ;)

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  13. Di questi ho visto solo The Lighthouse che io ho trovato invece strepitoso e ho amato moltissimo, Under the silver lake che ho apprezzato notevolmente, nonostante sia stato bistrattato un po' ovunque e Swallow, che mi ha colpito moltissimo per come ha saputo tratteggiare perfettamente tutto il disagio vissuto dalla protagonista.

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    1. Per fortuna che gli ho messi tra i semafori gialli allora, tre film diversi, belli a modo loro, e tutti da vedere ;)

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