Dopo un mese interamente dedicato alle (tantissime) recensioni di film visionati da una sola "piattaforma", si torna alla normalità, seppur anche questa normalità avvenga ugualmente da una singola piattaforma, almeno per quanto riguarda la maggioranza dei film. Infatti, ho sfruttato per un mese (gratis) l'abbonamento a Prime Video, trovate Qui la seconda parte, ma ora torno a spulciare in quel di Sky (e non solo). Un "ritorno" tanto bello quanto non proprio entusiasmante, però è lo standard, e dipende sempre tutto dai film. Comunque non è detto che non ritorni a spulciare nel catalogo Amazon prossimamente, o in altre piattaforme (a pagamento o meno). Una cosa però è certa, a corto di film non resterò mai. Concludo dicendo una cosa personale che mi è successa, ovvero che (finalmente) sono stato vaccinato, la seconda dose la riceverò infatti tra 10 giorni. Un bene sì, tuttavia il ritardo, essendo paziente a rischio, rimane inaccettabile.
Waves (Romantico/Dramma 2019) - Trey Edward Shults ha dimostrato di avere indubbiamente talento in seguito ai suoi due primi film, Krisha e It Comes at Night, ed anche se nessuno dei due mi ha convinto, resto dell'idea che sia da tenere d'occhio. Cosicché ritengo un passo in avanti quest'ultimo film, un film diviso in due parti dove prima viene raccontato, in modo registicamente affascinante e originale, una storia di vita difficile piuttosto comune, già vista ma con occhi ben diversi e autoriali. Poi la scena rallenta per dare spazio, e si "apre" anche lo schermo come in "Mommy", alla love story dell'altra protagonista (sorella del primo, un ragazzo che in seguito ad un'incidente diverrà problematico e causerà dei problemi). Il tutto diventa più monotono e tecnicamente classico, un peccato perché il film nella sua originalità sorprendeva, anche se paradossalmente ho apprezzato quest'ultima parte di pellicola, esattamente la seconda metà. Il film, lodevole ma anche rischiosissimo, sembra naufragare quando si sofferma su personaggi che sfiorano la più abusata stereotipia (il padre-padrone orgoglioso ed inflessibile appare come il personaggio più a rischio tracollo, salvo poi riprendersi in parte con sfaccettature inedite e profonde). Di fatto l'interesse verso il regista rimane immutato e forte, anche se questa sua opera, per quanto certamente la più ambiziosa e strutturata tra le tre (anche a livello scenografico e di molteplicità di location), appare anche la più vulnerabile e rischiosa, ma paradossalmente è quella che mi è piaciuta di più. Valido il cast quasi interamente di colore (soprattutto Taylor Russell, la nuova "Zendaya", ma anche Kelvin Harrison Jr., Sterling K. Brown e Renée Elise Goldsberry, non dimenticando i "bianchi" Lucas Hedges ed Alexa Demie), ritmo altalenante causa eccessiva durata e il ripetersi di certe situazioni, finale agrodolce. Si poteva fare di meglio. Ma è un film valevole di una visione. Voto: 6+
Kin (Azione/Sci-fi 2018) - Deludente action pseudo-fantascientifico (alquanto diseducativo). Trama di per sé non originalissima in cui una misteriosa e potentissima arma viene trovata per caso da un ragazzino con fratello problematico e pericolosi creditori al seguito. Il problema è che l'arma stessa, invece di restare al centro dell'attenzione, diventa un inutile orpello al servizio di una sceneggiatura colabrodo che per tutto il film non spiega chi, cosa e nemmeno perché. Un barlume di luce arriva giusto a cinque minuti dalla fine, quando il legittimo proprietario dell'oggetto si degna di fare una specie di comparsata che però, anziché chiarire, si limita più che altro ad indicare un possibile percorso probabilmente in vista di un possibile capitolo due che probabilmente non arriverà mai. Ne esce fuori un film mediocre (diretto da Jonathan e Josh Baker) che si lascia guardare in maniera scorrevole, senza annoiare con effetti speciali low budget che riportano ai nostalgici anni ottanta (di cui Terminator è il riferimento principale). Il cast prometteva bene (oltre all'esordiente Myles Truitt ecco Jack Reynor, Zoe Kravitz, Dennis Quaid, James Franco, Carrie Coon e Michael B. Jordan) e speravo in qualcosina in più, davvero un'occasione sprecata. Voto: 5
Bumblebee (Azione/Sci-fi 2018) - Molto meno fracassone dei capitoli diretti da Michael Bay, ma non per questo tanto migliore o migliore, diciamo diversamente divertente, la storia è incentrata più sui sentimenti e sul rapporto tra la protagonista (interpretata da Hailee Steinfeld, una della tante bellissime della nuova Hollywood) e il robot (l'Autobot più simpatico di tutti). Ricorda a tratti Il gigante di ferro e Big hero 6, ed anche se l'originalità non è lo scopo della pellicola, la banalità e prevedibilità pesa. Il target di età a cui è rivolto questo film è sicuramente inferiore a quello dei precedenti film sui Transformers, precedenti film che sinceramente non ho mai disprezzato. Travis Knight (regista di quel gioiellino che era Kubo e la spada magica) dirige infatti un nuovo adattamento delle avventure dei "robottoni" Transformers, adattando la storia ai gusti un pubblico adolescenziale. In tal senso lo considero più una fiaba fantasy moderna che un blockbuster d'azione (bel equilibrato comunque il rapporto tra azione, ironia e sentimenti, ed ottimi gli effetti speciali). Personalmente l'ho trovato un po' noioso nella parte centrale, tuttavia l'ambientazione anni '80 (grande l'omaggio al telefilm Alf come la selezione dei brani dell'epoca), il rapporto molto tenero tra il robot e la ragazza che richiama lo Spielberghiano E. T. lo rende godibile dall'inizio alla fine. Ma sì dai, c'è di peggio, gradevole senza impegno. Voto: 6
Fukushima 50 (Storico/Dramma 2020) - Primo film importante sul tema del più grande disastro nucleare degli ultimi anni, che tutti sicuramente ricordiamo. Il regista (Setsurō Wakamatsu) decide di trascurare quasi del tutto gli eventi del terremoto sulla cittadina concentrandosi su come hanno vissuto quei giorni gli operai e tecnici della centrale (tra questi Ken Watanabe e Kōichi Satō). Gli effetti speciali sono essenziali, ma nulla di particolare. Purtroppo il film vive di una retorica incredibile (mai avevo visto il cinema giapponese spingere così troppo), in particolare quando vengono inseriti personaggi di contorno inutili ai fini della storia, quali genitori, nonni che appaiono dal nulla recitando frasi smielate e senza senso. Il finale in palestra è terribile. Sullo stesso argomento la recente serie "Chernobyl" è un vero capolavoro a confronto. Ha comunque un valore perlomeno didattico per tutti coloro che ancora ottusamente professano l'uso della fissione nucleare come fonte di energia, ma è solo per rispetto se, nel giudicare il film nel suo complesso, non sono andato sotto la sufficienza. Voto: 6
Summer Wars (Animazione/Sci-fi 2009) - Mamoru Hosoda prosegue con la sua personalissima poetica di confronto tra giovani e società contemporanea già vista nel suo precedente film (quel delizioso La ragazza che saltava nel tempo), questa volta l'autore prova ad alzare l'asticella effettuando un parallelismo importante, ossia mondo digitale e mondo reale, quindi troveremo due "universi" che si intersecano (parametro fondamentale per l'autore), nel mondo digitale di OZ (sorta di OASIS alla Ready Player One) è possibile fare qualsiasi cosa, tuttavia il rischio di alienarsi dalla società è alto (vedasi il "campione"). Ecco, non riesce a far di più e meglio, ma riesce a non sfigurare, anzi. L'opera di Hosoda è ancora una volta una storia di formazione che si focalizza su più generazioni. Egli affronta tematiche importanti dalla percezione per le nuove generazioni delle tradizioni familiari, rappresentate ad esempio dal gioco di carte Koi Koi, fino al difficile rapporto genitori/figli con le conseguenti pressioni imposte dalla società giapponese. Il tutto viene messo in scena e narrato con una raffinatezza unica, in grado di raggiungere un target molto ampio, dunque il regista realizza un film d'animazione rivolto per tutte l'età. Ottime anche le animazioni e i disegni (bellissimi), infine impossibile non citare l'incipit sbalorditivo in cui viene presentato OZ. In conclusione Summer Wars è un buon anime, un film carino, pop e piacevole. Voto: 7
Café de flore (Romantico/Dramma 2011) - Un film sicuramente originale questo di Jean-Marc Vallée, che attinge a piene mani per la costruzione della sceneggiatura ad elementi onirici, parapsicologici e musicali (due storie d'amore che si intrecciano a 40 anni di distanza). C'è difatti una precisa volontà di proiettare lo spettatore in una dimensione onirica, fatta di flashforward e flashback con tanto di sottolineature musicali meta-testuali proprio usando questi stessi ingredienti come propellente di una storia che in realtà è un percorso a ritroso che si intreccia, anche, con una vicenda ambientata in un altro periodo. Il regista (della recente miniserie Sharp Objects) dimostra dunque una grande personalità cercando di fare un film (un film sul dolore dell'abbandono e sull'ironia tragica della vita, che regala fugaci momenti di felicità, difficilmente raggiungibili) con elementi nuovi e che si discostano dal cinema prettamente consequenziale, ma finisce per creare un doppio puzzle disarmonico che non viene terminato con una ricomposizione ma con un colpo di mano. Anche la scelta musicale che avrebbe dovuto essere un elemento trainante e centrale si dimostra piuttosto scontato e poco incisivo (come in parte lo è la Vanessa Paradis poco incisiva). Café de Flore ci lascia il sapore di incompiuto, di un filo non riallacciato (pur sciogliendo i nodi irrisolti nelle vite dei protagonisti) ma resta un film d'autore capace di donare delle perle di delicatezza come l'immagine del tenero abbraccio tra gli altri due piccoli protagonisti dimostrandoci che a sette anni si può sapere dell'amore. Voto: 6+
Padrenostro (Dramma 2020) - Gli anni di piombo e l'immaginazione di un bambino. Quest'ultima uno scudo ed un rifugio dopo aver assistito all'attentato del padre. Di conseguenza diventa a sua volta più protettivo nei confronti del genitore, inoltre legando un'amicizia profonda con Christian, ragazzo più grande, dall'atteggiamento sfrontato e ribelle. Fare film sul terrorismo qui in Italia è ancora un tabù e l'argomento fornisce solo lo sfondo, senza mai approfondirlo. La tensione si avverte a malapena. Non si respira quella paura o terrore che dovrebbe avere. Un film irrisolto con meno mordente di quanto avrebbe dovuto possedere. Peccato perché il soggetto sulla carta era valido. Bene Pierfrancesco Favino (come sempre), gli altri così così. Sufficienza per il coraggio dell'iniziativa, ma nient'altro. Padrenostro di Claudio Noce è un film troppo personale per arrivare allo spettatore, infatti le vicissitudini del bambino in realtà, in gran parte, le ha vissute anche il regista, che per l'appunto è parte in causa e si vede e si sente. E quel che arriva conseguentemente a ciò è prevalentemente noia. Voto: 6
La ballata di Buster Scruggs (Dramma/Western 2018) - Davanti agli occhi dello spettatore una mano sfoglia un libro a partire dalla copertina e dal frontespizio: così comincia l'ultimo film dei fratelli Joel e Ethan Coen, un film ad episodi che illustra la grande epopea americana della conquista del West da molti punti di vista diversi e soprattutto, riuscendo a comprendere molti generi diversi in un film che, si potrebbe paradossalmente affermare, non è affatto un film western. Dalla commedia con canzoni dell'esilarante episodio iniziale al bellissimo (per dialoghi e atmosfere) racconto horror-gotico finale, passando attraverso il bucolico dell'episodio del cercatore d'oro (con il vecchio Tom Waits) o il drammatico-patetico della vicenda del teatrino ambulante di Liam Neeson, il film è un continuo variare di generi e di temi, una teoria di personaggi i più vari e pittoreschi che possiamo immaginare, alcuni comici, altri di una tenerezza che commuove. E tutto questo sulla linea di un libro di racconti del vecchio West. La ballata di Buster Scruggs (candidato a 3 Oscar nel 2019) è l'ennesima conferma dell'inossidabile talento dei fratelli Coen, capaci come pochi a riplasmare le coordinate dei generi e che, in questa antologia, sintetizzano sei pillole in cui si addensano i fantasmi di un mondo passato e le eterne ossessioni di questi due grandi autori. Qualche pecca ogni tanto, ma risultato notevole. Voto: 7
ANGOLO VINTAGE
Anno 2000 - La corsa della morte (Azione/Sci-fi 1975) - Pellicola altamente e volontariamente grottesca (con forte tendenza al comico) che ispirerà successivamente cartoni animati (idea della corsa automobilistica con mezzi pittoreschi lanciati in giro per la nazione con piloti scorretti che fanno di tutto per intralciare gli avversari) e videogame (idea di attribuire dei punti ai piloti per ogni pedone investito), ma non solo. Vedendolo ai giorni nostri, si ravvisa, inoltre, una forte critica ai reality show e ai mezzi di comunicazione di massa rei di distorcere la reale situazione dei fatti. Non sfugge dalle critiche neppure la figura del presidente degli Stati Uniti che viene continuamente bersagliato e rappresentato come una sorta di divinità. Presente qualche spruzzatina splatter (presenti anche notevoli donzelle con riprese di nudo variegate). Sufficiente la regia (di Paul Bartel), non sempre coinvolgente la sceneggiatura. Si segnalano, infine, le prove di David Carradine (il Bill di "Kill Bill") e soprattutto di Sylvester Stallone qui alle prese con uno dei suoi primi film. In un termine: irriverente. Un mix intelligente di denuncia, satira, e velocità (non altissima a dire il vero, ma siamo a metà anni '70 e non si andava forte come oggi!). Un film apparentemente trash e un po' cafone che lo è solo in parte, nei modi e nell'aspetto senz'altro ma non nell'animo. Politicamente scorrettissimo, ha lanciato un filone tuttora copiato, questo il suo miglior pregio, di un film che comunque, solo se preso per quello che è, un simpatico ed innocuo divertimento, può risultare piacevole e riuscito. Voto: 6+
Ecco infine i film scartati ed evitati del periodo: La guerra di Sonson, Misteri nascosti, I predatori, Twist, Terminal, La baia del silenzio, La fiaba infinita.
Waves è lì, ad aspettare il suo momento ma c'è sempre qualcosa che mi frena. Non ne parli con troppo entusiasmo e quindi non lo fai salire di posizioni, stare lì un altro po'.
RispondiEliminaIl film di Jean-Marc Vallée mi manca e non l'avevo mai sentito, visto che mi ha sempre convinto lo cercherò!
Infine, stessa delusione per Padrenostro: per me, l'interesse è iniziato solo nella parte al mare, ma ce ne vuole per arrivarci!
Un peccato perché si poteva gestire meglio l'equilibrio fra le due parti.
Beh ma sai che sono abbastanza ipercritico, diciamo che Waves non è perfetto e che non mi ha emozionato come pensavo.
EliminaMi ha un po' sorpreso che fosse in prima visione su Sky dopo 10 anni, e neanch'io avevo mai sentito, ma imperdibile non è secondo me.
Non ho capito neanche il titolo...se non fosse stato per Favino l'avrei bocciato.
Forse Waves. Terminal nonostante Margot un suicidio davvero. I predatori mi incuriosisce, se non altro per Totti. Gli altri non mi avranno mai. C'è veramente tanta roba in giro, specie su Netflix..
RispondiEliminaChe c'entra Totti? Anche lì c'è? Allora è peggio, e perciò nessun rimpianto per Predatori, e neanche per Margot, mi è bastato Birds of Prey...saprai prossimamente..
EliminaComunque farò presto un giro su Netflix e vedremo un po' ;)
E' di Petro Castellitto Predatori, ecco perché Totti... ieri ne abbiamo visto mezz'ora.. roba da chiodi veri.. :(
EliminaSì lo so, ecco perché ho scritto "anche" lì, nel senso dopo la serie, che non ho visto e non vedrò mai..
EliminaVisto solo Summer Wars, qui da noi era piaciuto parecchio, anche a mia figlia che quando l'abbiamo visto era più piccina di ora, è già passato un po'...
RispondiEliminaBeh sì, abbastanza pop e colorato che può piacere ai bambini, soprattutto per la generazione moderna visto appunto la pellicola ;)
EliminaDella lista non mi attrae nulla.
RispondiEliminaAvevo dei dubbi su Padrenostro e tu me li hai fatti diventare certezze.
E non sono l'unico, a parecchi non ha convinto, quindi fai bene ;)
EliminaSono felice che tu ti sia finalmente vaccinato. Ma perché il richiamo è fra dieci giorni? Non ti hanno fatto Pfizer? Di solito la seconda dose si fa dopo 21 giorni.
RispondiEliminaE perché l'ho fatto 10 giorni fa, solo adesso ho deciso di dirlo ;)
EliminaFelice per la tua vaccinazione! 💪 è sì, sull'organizzazione generale ci sarebbe fin troppo da dire, ma concentriamoci sul fatto che ora stai in una botte di ferro, è questo l'importante!
RispondiEliminaTornando ai film, invece...
Hosoda ha talento (e pensare che iniziò coi Digimon...) ma quel film mi è rimasto indifferente. Forse perché il tema della famiglia non lo sento mio...
Ai Coen si può dire tutto, ma l'episodio finale è un vero capolavoro 😂
Devo ancora fare la seconda ma sì, sono protetto ;)
EliminaL'organizzazione? Proprio non c'è stata, questo il problema..
Mi piacevano molto i Digimon, ben più dei Pokemon, sul film non serve che aggiungo altro :)
Episodi più incisivi degli altri, però l'ultimo è strano ma bello sì :D
Felicissimo per la vaccinazione, io dovrei farmi la prima dose il 22, finalmente. Invece tra i film devo ammettere che non ne ho trovato nessuno di mio interesse.
RispondiEliminaSi sta accelerando ed è un bene, che qui non ce la si fa più, la Pandemia ha rotto. Spiace manco uno, spero al prossimo giro ;)
EliminaContenta che tu abbia avuto la prima dose di vaccino, anche se il ritardo è sconvolgente. Anche io ho apprezzato, senza grande lode nè grande infamia, Bumblebee. Sono decisamente più colpita dalla Ballata di Buster Scruggs, una carrellata di toni ed emozioni con grandi interpreti e ottima regia: amo davvero molto i Coen e tutto quello che inventano.
RispondiEliminaPurtroppo in Italia è così...
EliminaSì, un filmetto carino...cosa che è molto di più ovviamente Buster, un film originale e ben congeniato davvero interessante ;)