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mercoledì 17 maggio 2023

[Cinema] Horror Fest 2023

Un appuntamento che anche quest'anno non potevo dimenticare, anche se questa è solo la terza edizione negli ultimi quattro anni, anche se in anticipo arriva rispetto alle altre volte, ad agosto inoltrato nel 2022, ma davvero rifarla dovevo. Parlo ovviamente della mia piccola festicciola a tema horror, che organizzo riproponendo la mia personale lista di visioni inerente. E com'è ovvio ho chiamato a rapporto un po' di amici, che nell'orrore ci sguazzano, fantasmi, zombie, vampiri e creature della notte, ma anche bestie ed abiti assassini, senza dimenticare demoni, diavoli ed entità maligne, non manca proprio nessuno, pure psicopatici assassini/e sono stati invitati alla festa, una festa nel complesso non esattamente scoppiettante, non del tutto soddisfacente ma abbastanza gradevole. Comunque, qualora voleste vedere questi od alcuni dei film, ho visto Mockingbird in streaming su Mediaset Infinity (da cui non è più disponibile), XX - Donne da morire in streaming da piattaforma non legale, mentre tutti gli altri, disponibili ancora tutti, su piattaforme legali, nel dettaglio Antlers su Disney PlusVampires vs. the Bronx, Errementari, I famelici e Ghost Stories su Netflix, Deathwatch e In fabric su Prime Video.

Mockingbird - In diretta dall'inferno (Horror/Thriller 2014) - Bryan Bertino e il terrore fra le proprie mura, ennesimo episodio. Un mockumentary che, differentemente dalla maggior parte dei suoi omologhi, è un buon esempio di horror a basso costo. Un gioco divertente e intrigante all'inizio, poi sempre più inquietante sino a raggiungere la connotazione di incubo. La storia (tre persone distinte ricevono una telecamera da utilizzare per compiere azioni prestabilite, sgarrando le quali moriranno) elargisce una discreta dose di mistero e suspense, sebbene rinunci (eccezion fatta per il finale) a scene particolarmente "forti", piazzando oltretutto un colpo di scena che, per quanto subodorabile, è di una crudeltà e perfidia notevole. L'elemento disturbante sta nella comunicazione, con quella voce metallica che ripete e scandisce le parole e che rimane in memoria anche a ore dalla visione. Tolto ciò, il resto è ordinaria amministrazione (dell'orrore moderno), che di questi tempi è già tanto. Semmai Bertino lascia a desiderare in fase di scrittura e forza la mano un po' troppo spesso sfiorando il grottesco. C'è però un'importante idea di narcisismo estremo dietro la sua pellicola, unita alla visione deprimente di un consumismo talmente ottuso da seppellire il dubbio sotto la bramosia. Egli così, dopo un buon esordio, si conferma regista di talento, seppur altalenanti saranno i suoi successivi film (ultimo The Dark and the Wicked). Voto: 6

XX - Donne da morire (Horror/Antologia 2017) - Molto discontinuo questo film (antologico) virato al femminile e con tematiche femminili (diretto non per caso da quattro donne, una ad episodio), arricchito con intermezzi tra un episodio e l'altro molto belli, fatti con animazione in stop motion dall'effetto suggestivo. Volendo sintetizzare, a mio parere, due episodi sono discreti e due su un livello insufficiente. I migliori sono il primo e l'ultimo: The Box è il più misterioso e suggestivo e pur con un finale leggermente affrettato, riesce ad evidenziare la perdita progressiva del ruolo di madre e di moglie della sua protagonista, di fronte allo sfaldarsi della sua famiglia che rifiuta di nutrirsi perché non sente il bisogno di cibo. Il secondo è più una commedia nera ma dal registro completamente sfasato: non è né divertente, né genera un minimo di tensione tanto da renderlo inconsistente. Il terzo episodio è quello più classico, riprende i canoni dello slasher ma pecca di eccessiva convenzionalità. L'ultimo ha un buon livello qualitativo e parte da riferimenti cinematografici molto chiari fin dall'inizio. Viene analizzato l'amore materno verso un figlio problematico e legato ad un passato inquietante che si presenta al compimento del diciottesimo anno del ragazzo. Non raggiunge la sufficienza, troppa disparità qualitativa tra il primo e l'ultimo episodio con i due centrali. Comunque gradevole film di intrattenimento, è già qualcosa. Voto: 5,5

Antlers - Spirito insaziabile (Horror/Thriller 2021) - Dal racconto "The Quiet Boy" di Nick Antosca, un horror (prodotto tra gli altri da Guillermo del Toro e diretto dallo Scott Cooper di Hostiles) che prende spunto dalla classica leggenda indiana del Wendigo (spirito malefico che infetta e infesta le vittime portandole alla brama di carne umana) per parlare dei traumi infantili e della disgregazione familiare. L'espediente di base è superficiale, con annesso personaggio (inutile) dello sceriffo indiano che erudisce i protagonisti, interpretato se non che da "Uccello Scalciante" Graham Greene, ma l'atmosfera è cupa, non manca qualche momento forte, e gli effetti speciali sono molto ben realizzati, quasi rigorosamente old school (il titolo allude alle corna ramificate della creatura). Più debole il finale, col tipico scontro tra mostro-donna con quest'ultima puntualmente invincibile (anche se i risvolti successivi sono più tragici del previsto). E il discorso del passato traumatico di Julia e del fratello è troppo abbozzato per essere davvero funzionale alla storia. Diciamo che non dispiace (bene il cast) ma si poteva far (anche) meglio. Voto: 6+

Errementari - Il fabbro e il diavolo (Horror/Fantastico 2017) - Nella metà del 1800 in un remoto villaggio basco, un fabbro solitario e brutale, considerato un essere diabolico dai suoi concittadini, ha rinchiuso un prigioniero nella sua fonderia. Fiaba nera (Errementari ha infatti diverse sfumature horror, ma è indubbio che è una favola nera a cui non manca un certo umorismo altrettanto nero) derivata da una leggenda popolare (di quella zona della penisola iberica) in cui è evidente lo zampino produttivo di Álex de la Iglesia (anche se a livello iconografico non si può negare molte assonanze con il Legend di Ridley Scott nella rappresentazione del diavolo e per le tonalità della buonissima fotografia) ma il regista (l'esordiente Paul Urkijo Alijo) riesce comunque a trovare una propria cifra stilistica tra l'horror e una storia di formazione di cui è protagonista una bambina orfana che impara a vedere al di là delle apparenze. Messa in scena raffinata con ambientazioni suggestive ed effetti speciali piacevolmente artigianali. Personaggi ben caratterizzati, con il demone Sartael che fa la parte del leone. Buone alcune trovate come lo stratagemma dei ceci. Qualche piccolo giro a vuoto nel ritmo nella parte centrale (soffre inoltre qualcosa nella scrittura, mancando di quella zampata che lo possa rendere convincente appieno), ma visione comunque valida che non manca di intrattenere e mostrarsi godibile senza sforzi. Piccolo ruolo per la Itziar Ituno (La casa di carta). Esperimento affascinante ed una storia meno banale di ciò che può sembrare, non è una perdita di tempo dargli un'occhiata. Voto: 6,5
Vampires vs. the Bronx (Horror/Commedia 2020) - Nulla di memorabile (rimane sempre a metà tra horror e commedia, senza essere né perturbante né comico), un po' citazionista (nel film si cita Blade ma questo assomiglia più a un mix tra I Goonies e Buffy L'ammazzavampiri il film) e a tratti anche simpatico, peccato che nulla aggiunga al genere. La critica sociale è piuttosto blanda ed appena accennata, i vampiri (dopo un entrata in scena notevole) risultano piuttosto anonimi (make up non irresistibile), alcuni passaggi della storia risultano forzati o troppo improbabili e si sente la mancanza di quel minimo di sangue e tensione (il target non permetteva eccessi, però qualcosina si poteva di più). Avrei dato più spazio a Zoe Saldana dato che si è fatta tentare dalla produzione (Netflix), che invece "sceglie" Sarah Gadon che pare però poco azzeccata. Per passare un ora e mezzo si può anche vedere, qualche scena divertente o azzeccata c'è, però si dimentica molto in fretta (scontro finale abbastanza inverosimile contro vampiri centenari), lontano dagli esponenti più riusciti del suo genere. Voto: 5,5

I famelici (Horror/Dramma 2017) - L'argomento è trito e ritrito, pertanto Robin Aubert tenta di ergersi a voce fuori dal coro confezionando uno zombie-movie anomalo, dalle tempistiche dilatate e come pervaso da una sorta di apatia probabilmente dettata da un fato in apparenza ineluttabile. Eppure i protagonisti, calati in uno scenario naturale da favola, combattono per sopravvivere ad un'apocalisse immotivata e senza passato, offerta nuda e cruda come loro, semplici elementi di un esodo verso la salvezza con cui è impossibile stabilire alcun contatto empatico. Privi di profondità e di qualcosa di caratterizzante che vada oltre la piccola infarinatura, riscuotono ben poco interesse a differenza dei loro antagonisti. Il fatto che gli zombie si raggruppino in piccole comunità, comunichino con urla agghiaccianti e adorino in religioso silenzio dei simulacri (reminiscenze consumistiche?), li rende sicuramente più degni di nota rispetto a tutto il resto. Che poi Aubert sappia fare il suo mestiere non ci piove, sia in campo aperto che nel fitto della boscaglia se la cava egregiamente costruendo scene d'impatto. Peccato per gli inserti surreali che spezzano malamente un discorso tensivo tutto sommato ben costruito. Evidente l'idea di voler creare una situazione "realistica" in cui i traumi subiti abbiano preso il sopravvento, ed infatti i dialoghi sono ridotti ai minimi termini, come bandite sono le frasi fatte, le azioni eroiche e i buonismi d'accatto. Non male l'alternanza tra quiete ed azione con inserti gore di buona fattura. Manca il coinvolgimento ma idee e messa in scena meritano attenzione. Voto: 6

Ghost Stories (Horror/Antologia 2020) - Quattro storie dell'orrore (una badante segue una vecchia ammalata, trascurata dal figlio; un nipotino è fortemente geloso del figlio che sta per partorire la zia incinta; una scuola, invasa da vampiri, viene visitata da un ispettore scolastico; un matrimonio combinato deve sottostare al benestare di una nonna defunta) compongono un'antologia (a tema spettrale) che segue lo stesso stile dei lavori precedenti (Bombay Talkies e Lust Stories) realizzati dallo stesso team artistico (interamente indiano), lavori che tuttavia non ho visto (diretti da Karan Johar, Dibakar Banerjee, Zoya Akhtar e Anurag Kashyap). In ogni caso, e come in ogni film ad episodi (in questo caso piuttosto lunghi) la qualità è altalenante, passando dal buono al mediocre. Risaltano i primi due segmenti, per quanto non originali trattati con uno stile molto personale. Discreta in particolare Janhvi Kapoor, nel ruolo di Sameera, avida badante. In assoluto peggiore figura il terzo episodio, mentre una non ricercata ironia fa collassare il clima di mistero sul quale è formato il capitolo conclusivo. Nel complesso non male, ma dopo il sorprendente RRR e l'omonimo film del 2017 con Martin Freeman (sempre Netflix), il sentore della delusione si fa sentire. Voto: 5,5

Deathwatch - La trincea del male (Horror/Guerra 2002) - Non (è secondo me) un film trascendentale, ma sicuramente abbastanza originale, quantomeno nella sua ambientazione. Un thriller paranormale di discreto ritmo che riesce, grazie alle sue atmosfere dense di pathos, a risultare sufficientemente interessante e non privo di situazioni ad effetto. Il primo film di Michael J. Bassett (girato con un budget non esorbitante) è un mix abbastanza riuscito tra guerra e horror, dove il male vero viene proprio interpretato come il conflitto bellico trasformato da una trincea maledetta. Un horror atipico, non per tutti, dove la fanno da padrone le ottime interpretazioni del cast, tra cui il ragazzo protagonista di Billy Eliott (girato due anni prima ed esordio cinematografico dello stesso Jamie Bell), molto bravo nel suo ruolo di soldato spaventato dal dover adempiere al suo dovere. Sangue molto poco, ma va considerato che le scene forti sono pochine, anche se fatte bene, con qualche trucco di camera per rendere il tutto credibile. A tratti sconfina col soprannaturale in modo discutibile (le scene del filo spinato, seppur fatte bene, non mi hanno convinto). Regia solida e ben messa in campo senza strafare, e un finale che lascia comunque le sue impressioni molto variabili nello spettatore. Voto: 6,5

In Fabric (Horror/Commedia 2020) - Peter Strickland ha (indubbiamente) uno sguardo particolare nei confronti dell'horror. Utilizzando un'estetica tipica degli anni settanta, fra l'altro ambientando la stessa storia, fa emergere un discorso molto legato al consumismo ponendo al centro questo vestito rosso, molto provocante, dalle caratteristiche sinistre all'interno del microcosmo dei suoi portatori. Una pellicola allucinata che quindi è un viaggio nel tempo (siamo negli anni '90, contaminati da una miriade di particolari anni '70, tra cui gli spot) tra colori pop, rimandi argentiniani (le commesse-streghe che praticano riti sui manichini nudi) ed atmosfere Lynchiane. Ma non mancano anche incursioni nell'assurdo (i colloqui con i datori di lavoro, la nenia ipnotica del riparatore di lavatrici). Ammirevole ricercatezza, dialoghi inclusi, colonna sonora volutamente stridente, sceneggiatura a metà tra l'horror e il grottesco. Il rischio, forse, è quello di ubriacarsi tanto il film è ridondante e pregno di particolari bizzarri, infatti l'intera operazione sembra trovare come unico senso della sua stessa esistenza l'appagamento del senso estetico del regista, però è una roba talmente bizzarra ed anticommerciale che merita una visione. Lascia difatti perplessi (tutto il film non fornisce spiegazioni realmente esaustive) ma anche appunto deliziati, soprattutto se si ama l'humor nero. Peccato solo che la sceneggiatura col passare dei minuti non mantenga ciò che promette: all'inizio la tensione monta, ma l'interesse non si mantiene costante. In ogni caso, e nonostante tutto, abbastanza valido. Voto: 6+

9 commenti:

  1. Gran bel film Errementari, concordo su tutto ciò che scrivi anche se io sono stato più buono di voto ma abbiamo un metro di giudizio differente, il tuo 6,5 corrisponde perfettamente alle mie 4 stelle.
    Mi hai incuriosito con Vampires per il tuo accostamento a I Goonies ma non penso lo guarderò mai, come sai, non mi fanno impazzire i seguaci di Dracula.
    Per I Famelici io sono stato molto più severo ma ho scritto quelle due righe non ricordando nulla. Mi è venuto in mente più ora di quando ho scritto il post ma confermo il mio voto. Bocciato e lontano dalla tua sufficienza. Per me proprio 'nammerda! 😝

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    1. Può essere del metro di giudizio differente, ma dalle quattro stelle a cinque per me è capolavoro, che questo film proprio non è..
      Un accostamento che tuttavia ha ben poco a che fare, soprattutto perché I Goonies sono di un altro livello!
      Ne ho viste di robe peggiori, ma posso capire perché non ti sia piaciuto.

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    2. Per me 3 stelle è un buon intrattenimento, 4 è da vedere e 5 è imperdibile. I capolavori sono rari e se lo sono posso specificarlo nel breve commento. Le stelle sono più semplici (come per gli hotel), differenti dal metro di giudizio da 1 a 10, quello è più elaborato ed è logico non dare 8, 9 e 10 tanto facilmente, come a scuola. Troppo impegnativo e a me piace la semplicità. Addirittura sarei tentato di passare al semaforo, da vedere (verde), nì (arancione) e no (rosso) 😆

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    3. Beh sì, è un po' più facile, ma sono autolesionista mannaggia a me :D

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  2. Tra tutti il mio preferito è Antlers, che non tratta male il materiale originale (un racconto delizioso che si può trovare tranquillamente online in inglese) e confeziona un paio di scene davvero spaventevoli. Anche In Fabric e Deathwatch li ho trovati notevoli, ognuno a modo loro, e sicuramente molto originali!

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    1. Non per caso tre tra i migliori visti, e fortunatamente c'erano ;)

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  3. Qui sai che non posso seguirti.. l'unico pseudo horror che ammiro è L'armata delle tenebre di Sam Raimi ;)

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