Dai giocattoli ai videogiochi il passo è breve, e dopo la bella docuserie (in tre stagioni) de I giocattoli (della nostra infanzia), che era appunto incentrata sulla storia di importanti linee di giocattoli, ho finalmente visto/recuperato anche High Score, da Space Invaders a Doom, un viaggio con Netflix, un viaggio nostalgico, appassionante e galvanizzante, nella storia dei videogiochi, dalla loro nascita fino alle console moderne. E questo attraverso varie interviste a sviluppatori e videogiocatori protagonisti del periodo di riferimento, che va dagli anni '70 ai '90. Memorabili soprattutto tutti i retroscena dietro alla creazione di giochi come Pac Man e Sonic. Nel complesso in ogni caso, sono rimasto piacevolmente soddisfatto da tutto quello visto, certo, non sempre, nel corso dei sei episodi, la serie centra perfettamente toni, ritmo e l'alto interesse verso la materia (e comunque non è perfetto, non è completo come una enciclopedia, e si "dimentica" molti protagonisti, sia persone che videogiochi o hardware), ma il documentario si dimostra comunque un ottimo viaggio nella (ri)scoperta delle prime console e nel successo crescente, crisi annesse, dei videogiochi dal 1978 al 1993. Inoltre, vero e proprio punto di forza, High Score riesce ad elevare la semplice cronaca arrivando ad affrontare tematiche sociali, morali e culturali che ancora oggi vengono discusse quando si parla di videogiochi. Un tocco di nostalgia ben dosato e l'emozione è completa, soprattutto per chi ha speso un bel po' di tempo durante l'infanzia e l'adolescenza in sala giochi o davanti ad una console. E per gli altri (che non rientrano nella categoria dei gamer) l'opportunità di scoprire un sacco di informazioni sul mondo dei videogame, perché insomma è imperdibile.
The Defenders (Miniserie) - E venne (finalmente) il giorno (i pezzi del puzzle alla fine ricomposti) in cui i quattro supereroi Marvel delle serie tv ex Netflix si unirono insieme per affrontare una minaccia comune, proprio come gli Avengers del grande schermo. Che gli eroi si chiamino Vendicatori o (come in questo caso) Difensori, il risultato è quasi lo stesso (più o meno), l'unica differenza è che al cinema i costi sono molto più alti mentre qui si gioca al risparmio, sia sui nemici da combattere (la cosiddetta "mano" capitanata dal nuovo villain, capo delle "cinque dita", Alexandra, la brava ma inconsistente non per colpa sua Sigourney Weaver) che sugli episodi prodotti (solo otto sui consueti tredici delle singole serie). Mantiene una certa qualità evidente sia nel comparto tecnico che visivo, ma evidenzia alcuni problemi in sceneggiatura. Piuttosto gradevole e divertito nella prima parte, ma troppo "arrampicato" nella seconda, quando è in scena (quel bamboccio di) Iron Fist, poi, è persino noioso. Passa una buona metà di stagione prima che si giunga ad un compromesso d'azione, il nemico poi è molto subdolo, poco coerente nelle guerre interne e con un obiettivo un po' superficiale. Belli i combattimenti anche se un po' troppo esagerati e finti in alcuni passaggi. Girata e montata in fretta, quella che doveva essere un punto d'arrivo e di svolta, si rivela più una pura formalità, ed è questo che non va decisamente giù. Un vero peccato. Voto: 5,5
Final Space (Serie Completa) - Un action comedy spaziale molto gradevole (del tutto, l'aspetto visivo della produzione è molto soddisfacente, con animazioni colorate e fluide), con una storia all'apparenza banale ma invece densa di significati. Una storia che gioca sull'umorismo legato ai singoli personaggi e alle assurde situazioni in cui si trovano, con il protagonista Gary davanti a tutti e la sua personale epopea che lo porterà da ingenuo illuso a pseudo eroe. Una serie (diretta ad un pubblico adulto ma che strizza l'occhio anche ai ragazzi, con una durata tutto sommato soddisfacente) con una comicità tutta sua, con un suo personale stile. E tra azione e gag varie trovano spazio anche azioni cruente, con fiotti di sangue qua e la, presentando anche qualche elemento di mistero che si trascinerà fino agli episodi finali, mentre il tema fantascientifico tiene tutto incollato insieme. Le tre stagioni alternano infatti dramma e umorismo ma con tempi e stili tutti suoi. Alla fine la serie non si inquadra né in uno né nell'altro genere, camminando sempre sul limite dei due, cercando di portare una qualche sprazzo di serietà alla storia i cui toni si incupiscono episodio dopo episodio. La prima stagione è caratterizzata principalmente da due personaggi, ma la trama tralascia molto e le speranze di una qualche soluzione alla fine si perdono per strada. Nella seconda e terza invece troviamo un alto numero di personaggi, tutti coinvolti con la trama e ognuno con la sua storia personale che andrà ad influire sul corso degli eventi. Amici e nemici che si scambiano i ruoli, forze aliene e persino titani che controllano l'universo. Il calderone si infarcisce di ogni tipo di elementi, con scontri a volte risolti in maniera complessa e altri forse troppo velocemente. Scelte non sempre equilibrate che finiscono per danneggiare il prodotto. Un prodotto comunque notevole che purtroppo (e non per colpa di Netflix, solo distributore) siccome cancellato è stato, finale vero non ha (erano previste sei stagioni). Tuttavia accontentarsi si può e si deve, di un finale di serie che può anche funzionare se non si è amanti del "e vissero tutti felici e contenti", soprattutto se in mente si tengono i ricordi delle emozioni provate nel guardare questa bellissima serie. Voto complessivo: 7
Call My Agent - Italia (1a stagione) - Un'importante agenzia di spettacolo romana con quattro soci ha come clienti celebri attori. Remake di una celebre serie francese (che comunque non ho visto), rappresenta un esempio di un buon adattamento italiano. Il remake italiano riesce infatti (merito di una sceneggiatura ben scritta) ad avere una certa autonomia, ed in più ha un buon ritmo ed è divertente. Merito anche del cast di base, con attori aderenti ai propri personaggi di celebri "talent" italiani che interpretano una versione ironica di sé stessi. La serie funziona soprattutto quando si inventa di sana pianta la storia adattandosi all'oggi. Ogni episodio è dedicato a una delle star clienti dell'agenzia. Agenti e assistenti devono vedersela poi con i propri problemi personali. Tra i migliori episodi quello con Paolo Sorrentino, che rappresenta una vera rivelazione come attore e quello con Pierfrancesco Favino che nel suo episodio non riesce a uscire dal personaggio di Che Guevara che ha interpretato (ma non si può comunque dimenticare dell'episodio con Matilda De Angelis). Una bella sorpresa. Voto: 7+
Il miniaturista (Miniserie) - Non conosco il libro (da cui questa miniserie ha preso vita anni fa, e solo adesso distribuita) ma scommetto che è meglio. Dovrebbe esserci suspense, ma tutti gli eventi si sovrappongono. Sì, i costumi sono bellissimi, sì, sembra un vecchio dipinto olandese che prende vita, ma la storia raccontata è inconsistente (il miniaturista a cui è intitolata la serie non ha assolutamente nulla a che fare con tutto ciò che accade, nessuna vera motivazione del suo comunque notevole lavoro) e spesso prevedibile, mostra davvero quanto sia limitato il tutto. Forse con due episodi in più (dei soli tre da un'ora) ci sarebbe potuto essere più tempo per creare la necessaria suspense e profondità, ma così non va. Un inizio ben ritmato, con una recitazione eccellente (specialmente da Anya Taylor-Joy), si esaurisce dopo la grande rivelazione sul matrimonio. The Miniaturist ti prende in giro con la prospettiva di un vero e proprio mistero, ma offre solo una noiosa soap opera che ruota attorno a un gruppo di personaggi apparentemente progettati da una commissione per la diversità della BBC. Abbastanza deludente. Voto: 5
The Dropout (Miniserie) - Dopo avere abbandonato l'università, Elizabeth Holmes fonda Theranos, una startup che si propone di rivoluzionare gli esami di laboratorio e che si rivelerà (non è uno spoiler) una gigantesca (notevoli i modi per riuscire nell'intento) truffa (100 volte peggiore di quella messa in piedi da Anna Sorokin). La (mini)serie (in 8 puntate) racconta una storia tragicamente vera e riesce ad appassionare lo spettatore con un tema apparentemente ostico ma di interesse letteralmente vitale. La tensione cresce progressivamente mentre emergono i contorni della vicenda (una vicenda a dir poco paradossale per certi aspetti), per merito di una sceneggiatura lineare e in grado di chiarire i fatti il meglio possibile, puntando sulla deriva personale del personaggio (un personaggio reale così tanto detestabile che il difetto della miniserie sta soprattutto lì) interpretato dall'ottima Amanda Seyfried, che recita in modo convincente. La miniserie non è male, qualche momento statico c'è, difettucci non mancano, ma nel complesso buona, sicuramente riuscita e certamente tanto interessante. Voto: 6,5
Killing Eve (Serie Completa) - Una storia intrigante ed interessante (all'apparenza perlomeno, perché invece non è esattamente così) con un finale mediocre. Killing Eve è infatti una di quelle serie con un enorme potenziale buttato via per scelte incomprensibili e scellerate. Uno spettacolo che è riuscito a toccare l'apice nella seconda stagione per poi essere teatro di una costante spirale discendente fino ad un finale disastroso e sgangherato, dove la narrazione è un pasticcio affrettato e scritto male che precipita a livelli bassi ed incomprensibili. Dopo un po' il costante "al gatto e al topo" tra le due protagoniste (forse l'unico elemento positivo la scelta delle attrici, anche se Sandra Oh proprio a genio non mi è andata) comincia a stufare, la loro relazione di amore ed odio se da una parte è riuscita ad alzare l'asticella e a ridefinire il genere thriller, assegnando alle donne un ruolo preminente, dall'altra è esattamente il contrario. Killing Eve è rimasto bloccato, sospeso nello stesso identico schema narrativo: Eve e Villanelle sono agli antipodi e sono attratte l'una dall'altra, ok. Ma poi? Ecco, il "poi" non c'è mai stato. È come se ci fosse stato un rifiuto generale nel dare un proseguo alla storia di questi due personaggi che sicuramente meritavano di più di quello che hanno avuto. Killing Eve rimane in bilico con le stesse domande per quattro stagioni di fila: dove porterà il deliberato scivolare nell'oscurità di Eve? Una psicopatica come Villanelle è capace veramente di un reale cambiamento e riuscire finalmente ad amare? Ma non finisce qui. La quarta stagione non solo pasticcia e non sviluppa i due personaggi principali, ma introduce anche diversi nuovi individui che hanno a malapena una profondità e una trama coerente, ciononostante riescono ad ottenere un finale migliore di Villanelle ed Eve. E qui mi fermo per non fare spoiler. Peccato, che Killing Eve sia caduto preda nel capitolo finale di quelle convenzioni narrative che aveva sovvertito abilmente nelle prime due stagioni, in particolare. Non me ne pento, ma mi aspettavo di più e di meglio. Voto complessivo: 5,5
Call my agento ci è piaciuta davvero tanto.. mi hanno sorpreso tutti positivamente.. addirittura Stefano Accorsi (che è tutto dire!!.. ahah)
RispondiEliminaGià, a me invece addirittura Sorrentino!
EliminaDefenders si è cancellata dalla mia memoria come se non fosse mai esistita. Peccato perché Jessica Jones era un capolavoro!
RispondiEliminaPurtroppo c'è ancora e ci sarà, peccato soprattutto che tutto era iniziato alla grandissima..
EliminaI Defenders sono un po' gli Avengers dei poveri. Io avevo visto solo Daredevil, però mi è sembrata una miniserie un po' tanto buttata lì. Già la resurrezione di Elektra, per quanto fosse materiale prelevato dai fumetti, non mi è piaciuta come cosa. Ma poi usare l'Iron Fist per aprire la porta con i resti del drago... A me piaceva il fatto che Daredevil fosse concreta e realistica, qui siamo arrivati alle cazzatone col botto. Boh.
RispondiEliminaEh sì, non per caso li ho citati. E per quanto riguarda Daredevil, non per caso è risultata la migliore del mazzo.
EliminaIl miniaturista mi intrigava ma è rimasta una serie ancora non vista. Mi spiace che non sia così bella come si prospettava perché avrei preferito guardare la serie piuttosto che comprare l'ennesimo libro destinato a prendere polvere in eterno! ^^
RispondiEliminaVisto che è breve magari la guarderò lo stesso.
Impressionanti sono gli oggetti miniaturizzati, è indubbiamente l'elemento più convincente, il resto è contorno..
EliminaAmando le bambole e le loro piccole cose, apprezzo anche le miniature. In effetti rimasi un sacco affascinata dal caso presente nella serie "CSI scena del crimine" dove Grissom si trovò ad affrontare un serial killer che gli spediva le miniature della scene del delitto rifinite nei minimi dettagli! xD
EliminaNon guardo CSI, comunque sì, davvero spettacolari certe miniature ;)
EliminaNuooooo... maccccome!!!! Io adoro CSI! xD
EliminaPreferisco NCIS ;)
EliminaMi oppongo! xD
EliminaOk, comunque stiamo sempre lì ;)
EliminaHigh Score ce l'ho in lista da mesi!
RispondiEliminaIl cartone sembra carino e io adoro la fantacienza, peccato per la cancellazione. Potrei accontentarmi ma per ora ho alte priorità sulle serie animate, Netflix e Disney+.
Mi hai incuriosito per quella italiana, penso proprio che potrebbe piacermi.
Peccato sì, che il meglio probabilmente doveva ancora arrivare, anche se alla fine è stato tutto abbastanza soddisfacente ;)
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