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giovedì 7 marzo 2019

Maze Runner - La rivelazione (2018)

Ha fatto appassionare milioni di spettatori in tutto il mondo, diventando una delle saghe cinematografiche distopiche, e letterarie, più amate dai giovani, e finalmente è tornata per l'ultimo capitolo della sua mirabolante storia, ecco finalmente il terzo e ultimo capitolo della saga young-adult tratta dai fortunati best-seller di James Dashner, ecco Maze Runner - La rivelazione (Maze Runner: The Death Cure). Alla regia troviamo ancora una volta Wes Ball, che aveva già diretto i primi due capitoli della saga: Maze Runner: Il Labirinto e Maze Runner: La Fuga. E dal momento che squadra che vince non si cambia, nel nuovo film ritroviamo Dylan O'Brien (ultimamente visto in gran forma in American Assassin) nel ruolo del protagonista Thomas, Kaya Scodelario (vista di recente in Pirati dei Caraibi: La Vendetta di Salazar e dopo in Tiger House) come Theresa, Thomas Brodie-Sangaster e Nathalie Emmanuel (rispettivamente Jojen Reed e Missandei de Il Trono di Spade) nei panni di Newt e Harriet, accompagnati dagli altri ex-radurai Minho (Ki Hong Lee), Sonya (Katherine McNamara) e Frypan (Dexter Darden), e tornano anche i "cattivi", interpretati da Patricia Clarkson e Aidan Gillen. Un capitolo su cui la prima cosa da dire sarebbe che si è fatto attendere, anche troppo, perché la distanza di ben tre anni si è fatta sentire, e purtroppo vantaggi e svantaggi hanno pesato. Le riprese infatti erano già iniziate nel 2016, ma un grave incidente sul set ha costretto a fermare la produzione, rimandando l'arrivo del film. Un film che, nonostante le buone premesse, tende a lasciare parecchi punti in sospeso, facendo sorgere più domande e dando pochissime risposte. Perché certo, da un lato questo ritardo è andato a svantaggio del film, dal momento che negli ultimi due/tre anni si è andato molto perdendo l'interesse verso la saga, mentre dall'altro ha permesso forse al regista di prendersi più libertà nella narrazione senza incappare in critiche (soprattutto dei cultori della saga letteraria), peccato che, sarà che è passato diverso tempo dal film precedente, che gli attori hanno definitivamente perso i tratti fanciulleschi che li contraddistinguevano nei due prequel, sarà il completo distacco dall'ambientazione originale del labirinto o più semplicemente il fatto che ci sono più proiettili ed esplosioni che parole, ma Maze Runner: La Rivelazione non convince. Il regista difatti, anche se dirige con una certa naturalezza l'ultimo capitolo di Maze Runner, confezionando una pellicola ad uso e consumo dei fan della saga cinematografica (i lettori dei libri di Dashner probabilmente avranno storto parecchio il naso), ed offre nuovamente, una storia altamente action, con contaminazioni futuristiche ed apocalittiche, ed il suo giovanissimo cast, non riesce (almeno non del tutto) a chiudere degnamente la saga.
Il tentativo di Wes Ball di creare un film che sia incontro tra il film d'azione, il thriller e il fantascientifico, riesce ma non in maniera completa, lasciando addosso allo spettatore una vaga sensazione di insoddisfazione, al momento che nessuno dei tre generi riesce ad emergere come riferimento rispetto agli altri. Ciò nonostante, l'ultimo capitolo di Maze Runner è un film più che godibile, egli infatti, nonostante i tanti, troppi, punti interrogativi, scorre grazie alle tantissime scene action che il regista (come detto) gira con una certa maestria, non mancano i riferimenti a sci-fi conosciuti (Hunger Games, Mad Max, etc.) ma l'ottimo utilizzo degli effetti visivi rende Maze Runner – La Rivelazione un vero e proprio intrattenimento visivo specie nella parte finale all'interno di Last City. A pesare sul film sembra essere la sceneggiatura che non riesce a tenere il passo con gli elementi inseriti, personaggi inseriti che si perdono all'interno delle due ore e trenta di film senza trovare una vera e propria collocazione e, invece di dare maggiore spessore ai personaggi che già conosciamo, ne vengono inseriti dei nuovi che però nascono e muoiono nel giro di un'esplosione. Nel nuovo film difatti, Thomas e i suoi compagni si trovano a dover fare i conti con il tradimento di Theresa e con il conseguente rapimento di Minho e di altri loro compagni. La narrazione riprende quindi sei mesi dopo la fine del secondo film, con un'ottima sequenza d'azione che ricorda un misto tra Mad Max e un western di stampo classico. Thomas e Newt pensano infatti che Minho si trovi su un convoglio ferroviario diretto alla base di W.C.K.D. e anche se in modo piuttosto rocambolesco, riescono a prelevare uno dei vagoni e portarlo alla base di ciò che rimane del Braccio Destro, l'organizzazione segreta che si oppone a W.C.K.D. L'operazione porta in salvo decine di ragazzi, ma tra questi Minho non è presente. Thomas, accompagnato da Newt e Frypan, decide quindi di partire verso l'ultima città ancora esistente, dove sono situati i laboratori in cui W.C.K.D. lavora alla creazione di una cura capace di opporsi al virus che sta decimando la razza umana, nella speranza di poter salvare il proprio amico. Nella loro missione, vengono seguiti anche da Jorge (Giancarlo Esposito) e Brenda (Rosa Salazar), due membri del Braccio Destro che, dopo averli già aiutati nel secondo film ad attraversare la Zona Bruciata (una parte della terra devastata da potenti eruzioni solari), si offrono ancora una volta come spalla ai protagonisti. Il viaggio verso l'Ultima Città però non è privo di insidie, e Thomas e i suoi compagni saranno costretti ancora una volta ad affrontare innumerevoli pericoli.
Come si sa, un atto conclusivo deve dare tante risposte alle innumerevoli domande poste nelle prime due pellicole, e non che le dia, ma siccome a causa di ciò, necessita di 2 ore e 30 di proiezione per poter snocciolare a fondo tutti i temi toccati in questi anni, qualcosa non va per il verso giusto. Non è un caso infatti che alla fine il film, finisca solo per offrire un prodotto di grande intrattenimento visivo. Il ritmo, che è battente quanto un martello pneumatico, permette di non avere quasi mai un attimo di tregua (anche se alcune scene avrebbero tranquillamente potuto essere tagliate per snellire la narrazione, pur senza sacrificare l'atmosfera suggestiva), facendo classificare la pellicola nel puro genere action, visti i conflitti a fuoco, gli inseguimenti e i tanti scontri. Conflitti avvincenti, mai confusionari, sempre facilmente leggibili (e fallire in questo è un rischio nel quale ci si può incappare facilmente, quando c'è di mezzo tanta azione e tanti effetti speciali), ma narrativamente parlando è stata messa un po' troppa carne al fuoco e il tentativo di rendere il tutto particolarmente costruito e intricato risulta alla lunga difficile da digerire, anche se questo non va a pesare in maniera esagerata sul giudizio finale che si può avere sul film. Un film che a conti fatti chiude in maniera degna la trilogia solo dal lato "commerciale", film che offre sì un intrattenimento di buon livello e riesce a rendere il finale più facile da ricordare rispetto agli altri due film, complice una visione più concreta della storia e un impegno nella realizzazione del lato tecnico più evidente, però i difetti non mancano, anzi, il film ne ha più di uno. E questo nonostante il tutto venga comunque affrontato in maniera molto matura da parte di un cast giovanissimo, che ci regala delle interpretazioni efficaci, in primis quella della star di Skins, Kaya Scodelario, che appare una spanna sopra a tutti gli altri ragazzi apparsi sulla pellicola. Il rapporto nato tra il suo personaggio e quello di Dylan O'Brien (che sta dimostrando, col passare del tempo, un'ottima attitudine alla recitazione) è senza dubbio uno dei motori portanti dell'intera opera, risultando fortemente centrale, se non fondamentale, per lo sviluppo di tutto lo script. La componente teen, quindi, riesce ad ottenere una discreta sufficienza, superando con maturità lo scoglio di dover affrontare una saga che per disparati versi era divenuta più impegnativa di quanto necessitasse. Merito che va dato al regista è quello di aver dato ad ogni personaggio (almeno i principali) un'evidente crescita emotiva rispetto al primo capitolo. Anche se, l'interpretazione di tutti i membri del cast (tra questi anche lo "spaccato" furioso Walton Goggins), per quanto gradevole, non basta a conferire pathos alle scene, dal momento che queste non vengono sostenute nel modo giusto dalla sceneggiatura.
Perché purtroppo la grande pecca di Maze Runner è indubbiamente l'aver voluto inserire così tanti temi e così tanti elementi nel secondo capitolo della saga, che hanno compromesso, in parte, la buona riuscita del capitolo finale, il quale ha il difetto di risultare "raffazzonato" in più riprese. Un problema che si nota ogni qual volta si tenta di dare una risposta ad un mistero del passato e ad un problema riscontrato durante lo sviluppo dei fatti, è questo difetto verrà di certo riscontrato sia da chi è meno affine a questa saga cinematografica, sia (e soprattutto) da chi ne è un appassionato. Altro aspetto "non necessario" è la tipica piega da disaster movie che prende la pellicola verso la risoluzione finale, già anticipata ne La fuga, ma a tratti troppo marcata. La lunghezza poi è a dir poco estenuante per un film che punta la sua estetica interamente sulla traccia degli inseguimenti "fino all'ultimo respiro" e trova i suoi punti di forza in momenti di mirabolanti effetti visivi, per questo non definisce chiaramente la sua essenza di carattere conclusivo. Una certa prepotenza delle immagini non lascia spazio a uno sviluppo completo della trama, lasciando così irrisolti alcuni spunti interessanti e favorendo un gusto che si abbandona a un intrattenimento per lo più caotico. È un peccato che il film non approfondisca il suo lato "distopico" e post-apocalittico: i temi del virus mortale e dell'epidemia, dell'invasione e della lotta per la sopravvivenza in un mondo governato dal Male, il concetto di resistenza, i temi profondi della lealtà e dell'amicizia, avrebbero potuto innalzare la soglia dell'interesse e della curiosità in special modo da parte degli adolescenti, principale target di pubblico per un prodotto di questo genere. Maze Runner: La Rivelazione risulta comunque un lungometraggio da recuperare per tutti coloro che si sono appassionati per le vicende del giovane Thomas e del suo gruppo di ribelli, per tutti quelli che hanno bisogno di sapere "come va a finire" e per tutti quanti sentano la necessità di abbandonarsi a due ore di puro intrattenimento con un finale colmo di speranze per un avvenire migliore. Si perché nonostante tutto, nonostante il discreto lavoro di regia, di ambientazione e di personaggi che si allontanano in maniera evidente dai film precedenti, e la pellicola finisca col lasciarsi dietro un senso di insoddisfazione (quest'ultimo capitolo infatti si è fatto attendere e probabilmente questa attesa è il motivo per cui ci si aspettava qualcosa di più), questo è un buon film di intrattenimento, film che, confezionato ad hoc per divertire ed emozionare i fan della saga che aspettavano da tempo la conclusione, chiude almeno non deludendo troppo lo spettatore. Voto: 6

10 commenti:

  1. Il commento che ho lasciato al tuo post di ieri, calzerebbe a pennello anche qui.
    Ma dimmi, rischierei di farti arrabbiare se aggiungessi questo film alla lista degli off limits che ti inviai l'altro giorno? :P

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    1. Beh è diverso, questa è comunque una saga letteraria di tre romanzi, quello di ieri di uno.
      No, non mi arrabbierei, anche perché come vedi dal mio voto non è poi un granché questo film, decisamente non memorabile ;)

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  2. Io ho scoperto questa saga proprio quando è uscito il terzo capitolo al cinema.
    Per l'occasione, in tv, trasmettevano il primo e l'ho guardato per caso. Siccome indubbiamente il primo capitolo è davvero accattivante, in tempo record (ovvero il giorno successivo) ho recuperato il secondo e sono andata al cinema a vedere il terzo.
    Decisamente meno fighi, ma quando inizi una saga, poi vuoi sempre capire dove vuole andare a parare.
    Purtroppo non ho avuto le risposte o le delucidazioni che speravo ma mi tengo stretta le emozioni del primo capitolo.

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    1. Esattamente come me, del primo infatti ne ho parlato bene, ed ho continuato con gli altri proprio per sapere come andava a finire, e nonostante tutto, è andata a finire non malissimo ;)

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  3. Quindi un film non riuscito. Che peccato. C'era davvero bisogno di inserire tutti questi temi?
    Da appassionato della saga, ovviamente seguirò il tuo consiglio, intendo recuperarlo, purtroppo quando me lo passerà il convento (o quando metterò l'ADSL, col cellulare posso fare il mirroring e guardare SkyGo), il portatile mi è stato riconsegnato ma da cadavere, è ufficialmente morto e al momento non me ne posso permettere uno nuovo.

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    1. Non riuscito almeno non del tutto, e non solo per l'inserimento di tanti temi, però si lascia comunque vedere ;)

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    2. Sono riuscito a vederlo una decina di giorni fa. In effetti è il più fiacco dei tre, parte bene ma poi si perde per strada (mi sono anche addormentato sul finale, riaprendo gli occhi pochi minuti prima dei titoli di coda, senza sentire il bisogno di guardare la parte che mi ero perso.
      Voto più che giusto.

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    3. Sì perché comunque qualcosa di buon c'è ;)

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  4. Mi è capitato ieri: dieci minuti iniziale di collezione assurda di bubbole cinematografiche da far passare la voglia a chiunque... infatti l'ho finita là: si può prendere in giro lo spettatore ma deve esistere una sorta di pudore...è vero anche che se, detto spettatore, è disposto non solo a sospenderla l'incredulità, ma bendarla e tappargli la bocca del tutto fino al The end, allora si, vediamo pure questi film come se nulla fosse...

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    1. E dai, che sia esagerato è normale, non puoi mica trovarti sempre di fronte a capolavori, e a volte non sempre una pessima sceneggiatura non può del tutto escludere il divertimento e l'intrattenimento allo spettatore, soprattutto se è quello che cerca...

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