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mercoledì 31 agosto 2022

I film del mese (Agosto 2022)

Altri quattro grandi ed iconici film nella seconda stagione (come avvenuto nella prima, qui) della docuserie gemella dei "giocattoli", che racconta la storia e la realizzazione (di alcuni) de I film della nostra infanzia più importanti. Essa propone infatti titoli di livello assoluto, per raccontare la genesi di alcuni grandi cult del cinema. Si tratta di una stagione un po' più lineare con racconti di produzioni meno tribolate, ma sempre nel senso dell'arricchimento culturale e dell'intrattenimento. Nel dettaglio e secondo le mie preferenze cinematografiche, si parte dal discreto Pretty Woman, la commedia romantica con Richard Gere e Julia Roberts che inizialmente doveva chiamarsi "Tremila", si continua con il bellissimo Forrest Gump, film che ai Premi Oscar del 1995 ottenne ben 6 statuette a fronte di 13 nomination e che malgrado i problemi di casting e budget divenne un classico degli anni '90, si prosegue con lo straordinario Jurassic Park, il film del 1993 diretto da Steven Spielberg e tratto dal romanzo di Michael Chrichton (ottenne un successo tale da dare il via a un enorme franchise che continua ancora oggi) che sconvolse il modo di fare cinema, e si finisce con il capolavoro Ritorno al futuro, con Robert Zemeckis e Bob Gale che da anni avevano in progetto l'idea di realizzare il film, ma che sono stati più volte bloccati dagli insuccessi delle loro produzioni precedenti. Conoscevo già bene la storia di Eric Stoltz, ingaggiato per il ruolo di Marty McFly perché Michael J. Fox durante il periodo delle riprese era impegnato con il telefilm Casa Keaton e della sua successiva sostituzione in corso di riprese, ma ho scoperto tante altre curiosità, tra cui la storia legata al nome del film, che agli inizi non doveva chiamarsi Ritorno al Futuro. E insomma altro grandissimo tuffo nostalgico, ed un altro a disposizione ancora c'è, ma nel frattempo goduto al massimo. Ecco invece le proposte moderne (ma non solo).

Assassinio sul Nilo (Dramma/Giallo 2022) - Kenneth Branagh tenta di bissare il successo dell'Orient Express riadattando un altro classico della Agatha Christie già portato sullo schermo più volte, ma se nel 2017 è riuscito a vincere facile (pur restando diverse spanne sotto rispetto al cult di Sydney Lumet) grazie ad un cast all-star e ad una trama gialla fra le più belle della storia del genere, qui non si può dire altrettanto, con un intreccio molto meno appassionante e un cast, Annette Bening a parte, di volenterosi ma insipidi "sconosciuti". Inutile e pernicioso il tentativo (del Branagh regista) di umanizzare (il Branagh attore) Poirot inventandogli un passato traumatico con tanto di incidente di guerra e amore perduto, il fascino del personaggio sta proprio nel suo essere "disumano", impermeabile ai sentimenti e alle passioni terrene, che lo mette sempre al di sopra delle parti e gli permette di avere un punto di vista non inquinato sulle varie situazioni che lo circondano. Sarà pure di buon intrattenimento, ma il passo indietro è evidente (un remake decisamente inferiore all'originale). L'eccellente comparto tecnico salva (in corner) la baracca. Nel complesso, un film apprezzabile dal quale mi aspettavo molto di più. Voto: 6

Little Joe (Sci-fi/Dramma 2019) - L'idea è interessante, forse non originalissima alla base, e crea anche una certa inquietudine, ma a volte lo sviluppo che ne consegue appare un po' troppo piatto, senza grandi acuti, se si escludono quelli nella parte finale. Il ritmo narrativo non è dei più fluidi e la scelta di utilizzare musica popolare giapponese risulta piuttosto fastidiosa, influendo sulla visione. Nonostante i difetti riscontrabili, Little Joe (della regista austriaca Jessica Hausner, di cui primo film che vedo) ha del potenziale da esprimere, un discreto apporto del (buon) cast (in particolar modo quello della protagonista interpretata dalla premiata a Cannes 2019 Emily Beecham) e una sceneggiatura che sembra ispirarsi a classici del cinema fantascientifico (in particolar modo da L'invasione degli ultracorpi), cercando di portare nuova linfa in un mix tra dramma e psicologia. Non male ma forse nello stile fin troppo algido e controllato, nella scrittura fin troppo lento ed astratto, nella "risoluzione" fin troppo ambiguo, per coinvolgere e/o convincere pienamente, tuttavia meritevole di visione. Voto: 5,5

venerdì 26 agosto 2022

Le serie tv del mese (Agosto 2022)

Ho posseduto pochi giocattoli di marca da quando ero bambino, al massimo mi saranno passati tra le mani qualche mattoncino di una famosa azienda ultimamente molto in voga, proprio i LEGO sì, di cui "storia" è raccontata in una delle 4 puntate della seconda stagione (qui il mio commento alla prima) de I giocattoli della nostra infanzia (sempre reperibile su Netflix), dagli umili inizi nella campagna danese, questo produttore di mattoncini in plastica assemblabili è diventato il più grande produttore di giocattoli al mondo. Ogni puntata è nuovamente accompagnata da una voce narrante brillante, che con ironia e leggerezza detta i tempi di una narrazione, scandita da tanti filmati di repertorio, e riempita con interviste ai personaggi simbolo dei vari marchi. Facendo diventare il tutto molto interessante, tanto che si segue la "storia" dell'odiato Hello Kitty (grazie al motto "Piccolo regalo, grande sorriso" alla base della sua filosofia, il fondatore di Sanrio Shintaro Tsuji ha fatto di una gattina un fenomeno globale) senza grossi problemi. Ma ben più interessante è decisamente anche il resto, dato che si parla dei giocattoli di Star Trek (dopo anni di cattiva gestione del brand e incongruenze nei prodotti, il noto franchise di una saga fantascientifica deve affrontare il competitivo mercato dei giocattoli) e di Transformers (dal connubio tra ingegnosi giocattoli giapponesi e una storia targata Marvel Comics, Hasbro ha dato vita a una linea che ha cambiato per sempre il settore). Insomma una bella serie documentaristica nostalgica davvero ben fatta, ma ecco (in attesa dell'ultima) cos'altro ho visto questo mese.

Upload (2a stagione) - La prima stagione era costituita da una trama semplice, in grado di coinvolgere lo spettatore verso una realtà ignota, attratto da una storia dal genere fantascientifico, dove l'elemento della vita dopo la morte lo portava a spingersi fino all'ultimo episodio. Ma, in questa seconda stagione, composta da solo sette episodi, realizzati in epoca Covid, le trame creano abbastanza confusione, dovuta anche alla quantità delle storie che vengono raccontate, tralasciando quelle di alcuni personaggi, concentrandosi su altri, ma non su tutti. Azzardando una linea narrativa che si basa sull'uso della tecnologia, già fortemente utilizzata nella società odierna. Forte del successo della prima stagione, gli sceneggiatori di Upload hanno cercato di aggiungere ulteriori sviluppi ad una appassionante trama, ma finendo con il perdere quel che si voleva raccontare, ovvero il mondo di Lakeview e dei suoi abitanti, arrivando frettolosamente a un finale di stagione confuso (ha l'ambizione di puntare più in alto, ma non ha la forza e il tempo per farlo). Forse, sarebbe stato meglio non aggiungere ulteriore carne al fuoco, concentrandosi prevalentemente sull'evoluzione di alcuni personaggi, che, purtroppo finiscono con l'apparire fugacemente. Ovviamente non mancano intuizioni degne di nota (ancora figlie dell'eredità di Black Mirror), per il resto, questa seconda parte di Upload ha troppo il sapore di una stagione di passaggio per rimanere impressa come lo faceva la precedente, risultando così meno accattivante e meno fresca, e risolvendosi troppo frettolosamente sul finale (ovviamente monco). Voto: 6,5

The Book of Boba Fett (1a stagione) - Difficile valutare The Book of Boba Fett nella sua interezza, perché si presenta come una giustapposizione di parti, alcune decisamente mediocri, altre notevoli. Di fatto, si tratta di un filler, che ha l'onere di riempire un vuoto, fungere da ponte per la prossima stagione di The Mandalorian e arricchire la mitologia di Star Wars. Arrivare al punto in cui la serie trova la sua ragion d'essere è faticoso, non lo nego, soprattutto perché non riesce a distribuire con coerenza la materia narrativa e, nei primi quattro episodi, c'è chi non sembra sapere cosa stia effettivamente facendo sul set. Ma quando funziona, lo fa con una consapevolezza rara che lo rende un prodotto interessante per diverse ragioni, tra cui la riflessione sulla crossmedialità, la serialità e la "cultura convergente". Ma al di là di questo, la cosa importante è che a un certo punto riesce a coinvolgere emotivamente come faceva The Mandalorian, anche se solo in parte. Dunque, permettetemi di dare una sorta di 6 politico, perché dare un voto a questo strano oggetto sbilenco è complesso e forse nemmeno corretto. Difatti e in conclusione, la serie nel suo insieme non ha convinto del tutto. Ci sono stati alcuni momenti eccellenti che la salvano, facendole guadagnare la sufficienza. Per il resto, si sperava in una maggiore compattezza e una caratterizzazione più efficace di alcuni personaggi. Voto: 6

sabato 20 agosto 2022

[Cinema] Horror Fest 2022

Non sapendo quale speciale cinematografico proporre, giacché e paradossalmente come successo in occasione dello speciale sugli Oscar 2022 doveva esserci inizialmente un omaggio in occasione del compleanno di un regista famoso, in questo caso Tim Burton che compirà 64 anni il 25, ma siccome introvabile è il suo film d'esordio (infatti mai visto), ovvero Pee-wee's Big Adventure (però lo festeggerò comunque a fine mese con la visione di un suo film), ho rispolverato un mio vecchio (due anni fa la prima ed unica edizione) pallino, da amante del genere horror ho difatti organizzato la mia seconda piccola festicciola a tema. Per fare ciò tuttavia, e per avere più scelta (ecco fantasmi, entità demoniache, mostri umani e non umani, zombie e pneumatici cinetici), ho dato fondo ad un po' di liste. Da quella esclusivamente del genere horror a quella dei recuperi, da quella delle prime occasioni (praticamente la seconda tranche dello speciale di febbraio Registi alla prova) fino a quella delle curiosità. Ed ecco cosa mi è "toccato" vedere, in alcuni me ne sono pentito, ma mi sono comunque divertito, nel bene e nel male.

The Pact (Horror/Thriller 2012) - Nicholas McCarthy il talentaccio c'è l'ha e la sua opera prima (da un suo precedente cortometraggio) può dirsi un lusinghiero biglietto da visita (vedremo successivamente con Oltre il male, Holidays nel segmento "Easter" e The Prodigy - Il figlio del male, anche meglio e/o peggio esprimerlo), seppur il tentativo lodevole del regista statunitense di divincolarsi dalla classicità e dai cliché, riesce a metà. The Pact sarebbe potuto essere davvero un film avvincente e invece il suo potenziale non viene sfruttato al meglio, infatti nella sceneggiatura sono presenti dei buchi enormi che destabilizzano e confondono lo spettatore, quando invece dando maggiori spiegazioni sarebbe potuto essere un esperimento importante, un misto tra ghost story, dramma famigliare e follia reale. Il risultato è sufficiente, piacevole e basato su buone idee. Nonostante il basso budget a disposizione e attori non proprio di livello (ma Caity Loitz è sempre un piacere da vedere, al contrario di Casper Van Dien) si riesce a creare, tuttavia, un bel filmetto che intrattiene bene e che riserva qualche discreta sorpresa. I dubbi su alcuni passaggi rimangono e resta il rimpianto per un'occasione sprecata, detto ciò questo The Pact è un horror discreto, senza infamia ne lode, ma godibile. Voto: 6

Pontypool - Zitto... o muori (Horror/Thriller 2008) - Un'idea di partenza niente male, una confezione solida ed efficiente, un discreto protagonista. Si seguono le tre unità aristoteliche (un giorno in una stazione radio) e si punta piuttosto in alto: le premesse per un piccolo cult in effetti c'erano tutte, eppure la tensione si mantiene sempre su livelli piuttosto bassi e le idee a tratti sembrano latitare. Non che il film non funzioni: sia la trama che il modo in cui essa è narrata incuriosiscono e rifuggono abilmente il déjà-vu, ma se si cercano emozioni vere conviene cercare altrove. Insomma non perfetto, a causa della staticità di alcuni passaggi, ma davvero originale per quanto riguarda il nocciolo ideologico: il contagio attraverso la parola. Se la prima parte risulta efficace perché l'orrore è solo suggerito (e fa giustizia degli zombie-movie iperrealistici sino al ridicolo), la seconda, pur non ben definita concettualmente, ha il pregio di introdurre un tema inusitato per il genere: il contagio linguistico. Il punto di forza, però, è l'interpretazione di Stephen McHattie, una grande presenza mai sopra le righe. Tuttavia la sensazione di incompiutezza resta. La regia (ad opera di Bruce McDonald) è buona ma non basta (con Piccoli demoni farà un pelino meglio), la sceneggiatura zoppicante alla fine prevale è resta la sensazione di aver assistito ad un film che poteva essere molto meglio, peccato (finale deludente e ambiguo). Voto: 5,5

mercoledì 10 agosto 2022

Le mie canzoni preferite del mese di Agosto: Speciale Tormentoni Estate 2022

Quest'anno mi toccava, almeno così mi sentivo di fare, ed ecco perciò, con mio sommo (dis)piacere, il mio speciale musicale sui tormentoni di questa rovente estate. Come sapete non che li ami particolarmente, anzi, ma quest'anno così tanti che non potevo non cogliere l'occasione di parlarne/scriverne male. Perché sì, sono più quelli brutti che quelli belli, in una classifica che va dal peggiore al "si fa per dire" migliore tormentone dell'estate 2022. In tal senso, in considerazione ho preso quelle canzoni (italiane) nate proprio come tormentone e non quelle trovatesi in mezzo, che tali non ho reputato. Canzoni tipo Nostalgia di Blanco, No Stress di Marco Mengoni, Piove in discoteca di Tommaso Paradiso, Diva de La Rappresentante di Lista e Disco di Ditonellapiaga, che potrebbero comunque e chissà "tornare" a Settembre. In ogni caso eccovi 19 tormentoni, un numero mica male, tra motivetti trash, in parte orecchiabili e solamente passabili (Playlist Qui).


CATEGORIA TRASH: I PEGGIO TORMENTONI

Un gran bel cambiamento e tocco di originalità da Loca a Toca...stessa "cavolata" per essere gentile...

Non si può vedere e non si può sentire...

Come stravolgere malamente un classico della musica italiana...

martedì 2 agosto 2022

Notte Horror 2022: Body Bags - Corpi estranei (1993)

L'appuntamento fisso dell'estate cinematografica bloggheristica a cui non potevo anche quest'anno mancare, ed alla mia settima partecipazione consecutiva alla Notte Horror (nella scorsa edizione mi superai proprio, vidi infatti l'orrido in tutti i sensi Creepozoids) eccomi al cospetto di un simpatico, disimpegnato e divertente horror/comedy. Un film leggermente trash ed in parte tuttavia cult, ma certamente perfetto per l'occasione. Un prodotto artigianale leggero e scorrevole, di poche pretese, apprezzabile per come riesce a miscelare sangue e risate con semplicità e disinvoltura, e fatto sicuramente con tanto amore e creatività. E' Body Bags - Corpi estranei, film horror ad episodi diretto nel 1993 ed al 75% da John Carpenter, indiscusso Maestro del genere, di cui filmografia sempre più spesso nell'ultimo anno e in quelli precedenti ho visionato e revisionato (e continuerò, intanto ecco Qui). Ebbene, prima non la conoscevo, ma per me questa pellicola è già la più esilarante del caro vecchio John, un film composto da tre episodi, presentati da uno zombi molto somigliante (è lui o non è lui? certo che è lui) al nostro caro regista che prende le veci dello zio Tibia, sempre presente nei nostri cuori (basta che non ce li strappa). Altra cosa fantastica è la partecipazione attoriale, e non, di altri grandi nomi quali Wes Craven o Sam Raimi (piccoli cameo, niente di che), un lavoro divertente tra colleghi insomma. Amici, colleghi e maestri nel loro genere, John Carpenter e Tobe Hooper firmano quindi (con Larry Sulkis in incognito) questo horror a episodi in modo convenzionale e spensierato.