Pagine

martedì 18 febbraio 2020

I film visti in settimana (10-16 Febbraio 2020)

E' stata una settimana decisamente altalenante, anche se nessun vero alto e nessun vero basso, una settimana comunque cinematograficamente interessante, con alcune sorprese, sia in positivo che in negativo. E se nella realtà niente di gratificante, grazie ai film della settimana, un po' di risate e movimento c'è stato.

City of Lies - L'ora della verità (Thriller 2018) - Un film sulla corruzione delle forze dell'ordine e sulla sfiducia che ne deriva, ma anche la storia di un uomo onesto vittima del sistema. Un nuovo Serpico (Sidney Lumet, 1973) quindi? No, ma la morale e l'amaro che ci pervade dopo la visione sono gli stessi. Contrastanti le critiche, troppo cattivi con Johnny Depp (soprattutto dopo la sua interpretazione di Grindelwald), che qui torna ai suoi livelli. Altro che bolso e svogliato (Depp si è perso un pezzo per volta, ogni tanto, però, ci regala interpretazioni che ricordano il grande talento che era, fin dai tempi di Edward mani di forbice), è il personaggio che è ferito, morente, privo di interesse su ogni cosa. L'unico sussulto, l'unica vibrazione, è andare a vedere le partite di baseball del figlio con cui non ha più rapporti. Il motivo? L'ossessione per un caso mai risolto (che forse mai verrà risolto), l'omicidio del rapper Notorius (e di Tupac, a proposito di quest'ultimo peccato che All Eyez on Me non sia riuscito a rendergli onore). Il film, diretto da Brad Furman e basato sul romanzo LAbyrinth di Randall Sullivan (che ripercorre appunto, tramite le indagini del detective Russell Poole, aiutato dal giornalista Forest Whitaker alias Jack Jackson, l'omicidio di Notorious B.I.G. e l'omicidio di Tupac Shakur), è ben ritmato, riesce a catturare anche quelli a cui il mondo del rap non interessa (come me, anche se le loro storie continuano ad affascinarmi sempre) e lascia addosso una tristezza, una pesantezza come pochi. Demolisce l'America e le forze dell'ordine (di un paese corrotto), ci lascia soli in mezzo ad uno schifo e l'ultima frase schiaccia l'anima: a cosa è servito tutto questo? City of Lies perciò, ingiustamente snobbato, che ricorda con piacere quel filone poliziesco che tanto funzionò negli anni '90, è buon film, un thriller estremamente piacevole in grado di raccontare una serie di vicende che ancora oggi affascinano e non trovano risposta. Il film infatti, nonostante non faccia gridare al miracolo, riesce ad intrattenere dall'inizio alla fine lo spettatore. L'unica richiesta palese del film è quella della massima attenzione. Di fatto, la palese mole di informazioni che devono essere digerite, se affrontante sotto gamba, potrebbero penalizzare fortemente la visione. Ad ogni modo, promosso. Voto: 6,5

Un amore sopra le righe (Commedia, Dramma 2017) - Nella perfetta incarnazione di quel che in Francia vengono definiti i bobo (contrazione di borghese e bohémien), Nicolas Bedos (con l'ausilio della sceneggiatrice, qui anche attrice e in ogni caso compagna Doria Tillier) in Un amore sopra le righe racconta la storia di vita sentimentale e artistica di una coppia radical chic nel corso dei decenni, partendo dai primi anni Settanta e arrivando all'oggi, con lui che interpreta uno scrittore di successo e lei nei panni della quasi-inseparabile moglie e segreta artefice del trionfo letterario del marito. Un amore sopra le righe è dunque la ironica e furba auto-rappresentazione di un mondo culturale tipicamente transalpino, dove però il caratteristico intellettualismo francese è incanalato in un racconto mainstream e dai contorni volutamente conciliatori. Tutte le trasgressioni che vengono rappresentate nel film sono infatti utili a porsi come ingredienti lievemente eccentrici di un banalissimo canovaccio sentimentale, dove a fare da patetica chiusa non poteva non essere una terribile malattia e dove tutta la narrazione è incastonata nell'ambito di una prevedibile struttura a flashback. Un amore sopra le righe inizia difatti con un giovane studioso che si propone di intervistare la donna che è stata per quarant'anni al fianco del grande scrittore, morto di recente, e che si rivela ben presto essere la scusa attraverso cui costruire tutta la parabola filmica, oltre che l'occasione per rivelare piccoli e innocenti segreti mai riferiti a nessun altro. Non manca, certo, a Nicolas Bedos una certa capacità di messinscena e un certo qual gusto nella costruzione delle sequenze, ma quel che limita la portata di Un amore sopra le righe, oltre alla finta dialettica tra irriverenza e buon senso borghese, è anche una ambiguità di fondo che rimanda ancora a un'irrisolta tentazione verso delle scelte trasgressive. Quello che manca al film è la concretezza, un'organicità e una sostanza narrativa che lo conducano fuori dai territori del pastiche di matrice teatrale e che giustifichino la sua ambiziosa durata. Va da sé che meriti comunque una visione, ma io credo che sia meglio e migliore Il mio Godard, paradossalmente più intellettuale ma più divertente, sicuramente più "spinto" ma certamente più vero. Voto: 5

Ricomincio da me (Commedia 2018) - Ho visto almeno tre film con il titolo italiano Ricomincio da me, ma questa volta ha una sua valenza logica dato che nel film di Peter Segal (La famiglia del professore matto, 50 volte il primo bacio e il recente, ma deludente, Il grande match) si parla di un nuovo inizio, di nuove opportunità e di affetti ritrovati. La storia non brilla per originalità ma riesce a mettere a segno delle stoccate vincenti per quanto riguarda il lato commedia, mentre sembra un po' forzata per quello che riguarda l'aspetto sentimentale, soprattutto perché appare affrettata e un po' spenta in alcuni frangenti importanti. Complessivamente, Second Act (come da titolo internazionale) riesce (anche grazie ad una Jennifer Lopez sempre bellissima, comunque molto più parte che nel suo ultimo film visto, quel mediocre Il ragazzo della porta accanto) a superare il pericolo della banalità, offrendo un incipit gradevole, simpatico e interpretato in maniera diligente (anche dal resto del cast, quest'ultimo comprendente anche Vanessa Hudgens e Treat Williams), lasciando soddisfatti chi guarda. Sicuramente lontano dall'essere un capolavoro ma prodotto apprezzabile, un filmetto leggero e piacevole. Voto: 6
Native Son (Dramma 2019) - Per un'ora si assiste a una storia ordinaria, come tante, non piatta ma poco incline a movimentare le cose. Dopo diventa una vaccata dove la sceneggiatura si avvita su se stessa in un vortice di situazioni e atteggiamenti, soprattutto quelli del protagonista, incapaci di seguire una logica costruttiva che sappia come raccontare qualcosa di vero e trasparente. Il ritmo lento di certo non aiuta lo spettatore a lasciarsi coinvolgere e, soprattutto, a farsi convincere da un film poco incisivo e pretestuoso. Un film che parte con una storia di rivalsa sociale abbastanza interessante ma che dopo il fattaccio diventa veramente studiata male e poco credibile. Non capisco cosa si voleva dimostrare, molta confusione e poche certezze, tra cui l'interpretazione di Ashton Sanders, ma esso non basta a salvare questo film della HBO, presentato al Sundance Film Festival (nel 2019), diretto da Rashid Johnson, tratto da una sceneggiatura di Suzan-Lori Parks, che si basa sul romanzo omonimo di Richard Wright, che ha pure come protagonisti attori non di primo pelo quali Margaret Qualley, Nick Robinson, KiKi Layne, Bill Camp e Sanaa Lathan, dalla mediocrità. Voto: 5

Peppermint - L'angelo della vendetta (Azione 2018) - I revenge movies al femminile di buona qualità possono contarsi sulle dita di una mano. Duole ammetterlo, ma è così. Forse perché la costellazione Jennifer Garner non era ancora entrata in contatto con quella di Pierre Morel, regista francese capace di lanciare Liam Neeson nell'olimpo degli attori action, regalandogli di fatto una seconda carriera. Peppermint è infatti una bella sorpresa, ed è non solo di buona qualità ma è forse uno dei pochi revenge movies che ha dalla sua una certa plausibilità, perché la vendetta di questa madre che ha visto morire davanti ai suoi occhi marito e figlioletta, non è immediata. Si prende infatti il suo tempo, la trasformazione da casalinga ad arma letale non avviene in un giorno o notte, ma in 5 anni, anni in cui (ma non vediamo il suo training, quest'ultimo volutamente escluso) ha imparato a difendersi e ad usare le armi. Al contrario il film non segue strade nuove rispetto alla tipologia di film (le dinamiche sono infatti sempre le stesse), ma il ritmo è serrato, mai un attimo di pausa (ottime le scene d'azione e di combattimento) e con una Jennifer Garner che torna i fasti fisici di Alias (che unendo le sue indubbie doti atletiche ad una recitazione credibile offre una prova di tutto rispetto). E così come intrattenimento compie il suo dovere, tanto che, seppur è innegabile non accorgersi delle sue banalità (e di cattivi non proprio in parte), questo è un film d'azione, duro e puro senza tanti sofismi, decisamente riuscito. Voto: 6,5

Mollami (Commedia 2019) - Il senso di colpa di Valentina (la quasi esordiente Martina Gatti) ha un nome e un volto: Renato un pupazzo grosso e blu ghiotto di patatine (a prestargli la voce è Neri Marcorè). Da quando dieci anni prima il fratello morì in un incidente in mare, di cui lei si sente responsabile, non la molla mai. Inaspettatamente la svolta della sua vita arriva proprio quando il padre, interpretato in modo convincente da Gianmarco Tognazzi, decide di ricoverarla in un rehab, a sua insaputa, affinché lei smetta di drogarsi, l'unico modo che ha, a quanto pare, per non vedere Renato. Sarà quello il momento in cui la ragazza deciderà di riprendere in mano la sua vita. L'esordio alla regia di Matteo Gentiloni è una commedia fuori dagli schemi che si limita a raccontare una storia di sofferenza dell'anima, intrecciandola con il difficile rapporto familiare complicato dalla scomparsa del fratello. Pur raccontando una storia drammatica, il regista non intende intristire lo spettatore e introduce così un elemento costante, dalle sembianze così strambe da renderlo simpatico anche quando non lo è, creando una sorta di disinnesto alla drammaticità che non perdura mai per più di qualche minuto. Un film (prodotto da Sky Original) fresco, dai colori vivi, non troppo impegnativo da seguire, che tra una risata e l'altra lascia spazio alla riflessione laddove però tutto sembra un infinito gioco anche quando non dovrebbe esserlo (da sottolineare comunque la prova di Caterina Guzzanti, che nelle sue poche scene riesce a far emozionare). Un film insomma originale (tra le tappe di questo particolare road movie una a Monopoli, con il porticciolo teatro di alcune delle scene più importanti), che usando un linguaggio cinematografico insolito e atipico, ma al contempo efficace, riesce a fare centro. Voto: 6+

Ecco infine i film scartati ed evitati: Daughter of the Wolf, The Jurassic Games, Security, Restiamo amici, Kristen.

20 commenti:

  1. A mio avviso dovresti essere più selettivo... hai già visto 6underground?!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Lo sono già abbastanza, però in certi casi non posso fare a meno di seguire i miei gusti, che mi porteranno sicuramente a vedere nonostante tutto 6 underground :D

      Elimina
  2. Una curiosità: come li scegli?
    Ti affidi al palinsesto o li vai cercando in base al tuo gusto?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Innanzitutto vedo cosa passa il convento, ovvero Sky soprattutto, e poi decido chi vedere (quindi registrare) e chi scartare ;)

      Elimina
  3. Ciao! 👋 Recupererò sicuramene "City of Lies - L'ora della verità" e "Ricomincio da me"! :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non so se il primo potrà davvero piacerti, comunque ti consiglio anche Mollami ;)

      Elimina
  4. Tra questi volevo recuperare Un amore sopra le righe visto come Bezos aveva saputo colpirmi ed emozionarmi qualche mese fa con La belle epoque. Nonostante il tuo giudizio tiepido, gli concederò una chance.
    Non avevo mai sentito Mollai, che anche solo per la trama, mi incuriosisce!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Mai sentito perché appunto è uno Sky original, disponibile solo su Sky, però sì la curiosità è stata importante nella scelta, e non ne sono rimasto deluso. Per quanto riguarda Bedos, al contrario, è paradossale, ma nonostante questo film vedrò il suo successivo ;)

      Elimina
  5. Anch'io ho visto diversi film intitolati "Ricomincio da me", ma non questo e nemmeno gli altri della lista.
    Comunque, tutto sommato, potevi vedere di peggio. 😅

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sì potevo, perché effettivamente qualcosa di peggio c'era, ma ho fortunatamente evitato :D
      Ah vedi, però questo credo che dovresti comunque vedere, potrebbe piacerti ;)

      Elimina
  6. Tappa a Monopoli? Urca, tra tutti questi titoli è proprio "Mollami" l'unico a incuriosirmi! Il pupazzone è la versione di Gentiloni dell'Armadillo di Zerocalcare 😁

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non conosco l'armadillo, ma questo è un pupazzone davvero simpatico ;)
      Sì, probabilmente Claudia potrebbe pure aver visto qualcosa senza però accorgersene.

      Elimina
  7. Vedrò sicuramente Ricomincio da me, sono abituata alle commedie strappalacrime con Jennifer Lopez che stavolta sembra sia stata pure brava ahahahah
    Peppermint l'ho visto ma Jennifer Gardner dovrebbe avere ormai superato l'età che aveva in Alias, magari qualcosa di nuovo?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Brava è una parola grossa, però sicuramente efficace ;)
      Non saprei, per lei è nuovo, il genere no, ma credo che ne vedremo ancora di film così..

      Elimina
  8. Non ho visto nessuno di questi film... O___o

    Tenterò di recuperare almeno Peppermint! :--)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Diciamo che a volte me li vado a cercare film che nessuno ha visto e nessuno conosce :D
      Poi fammi sapere com'è secondo te, se ho ragione o torto ;)

      Elimina
  9. Mi mancano tutti e potrei dare una possibilità alle due commedie (quella italiana più difficilmente) e al thriller.
    Se mi capitano, ci si rilegge qui ma non trattenere il fiato perché non guardo un film da settimane (a parte Birds of Prey al cinema) 😝

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Eppure quella italiana è la migliore...mentre sul thriller non so se può davvero piacerti, comunque ti direi di dare una chance a Peppermint, in ogni caso quando vuoi, io sono sempre qui ;)

      Elimina
    2. Rieccomi per Ricomincio da Me.
      A me è piaciuto più il lato sentimentale (per la sorpresa sulla figlia) che per la commedia, che è la solita storia sul ricominciare da capo.

      Elimina
    3. Beh sì, e si è visto indubbiamente di meglio ;)

      Elimina