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lunedì 28 febbraio 2022

I film del mese (Febbraio 2022)

Sapete già che da quest'anno non farò più un post apposito per gli Oscar, con le mie personali considerazioni, proprio quest'anno che dei 34 film più "importanti" ne ho già visti 5, e che altri (altri 5) ho recuperato questo mese ed altri ancora (altri 4) recupererò il mese prossimo, e poi successivamente, in modalità che ancora non ho deciso, altri ancora (e tutti dalle piattaforme in cui c'è disponibilità). Perché non c'è (dato che anche ciò è stato abolito) nell'elenco della Promessa cinematografica la lista completa, ma tutti i film nominati/candidati vedere voglio, e sempre vorrò. In tal senso, di tutte le categorie dell'Oscar 2022, solo in quella dei film d'animazione posso giudicare con più criterio, dato che dei 5 ne ho visti, anche contando quelli di questo mese, quattro, e infatti, vorrei che vincesse l'Oscar I Mitchell contro le macchine, non mi dispiacerebbe se lo vincesse Luca, ma penso che alla fine (ahimè) vincerà Encanto (fuori gioco Raya e l'ultimo drago). Posso comunque, ed inoltre, pronosticare dei premi tecnici a Dune, e non tecnici a Don't Look Up, mentre anche nessuno (dell'unico) ad È stata la mano di Dio. Degli altri Crudelia con i costumi ha molte chance, Il principe cerca figlio con trucco ed acconciatura invece poche. E tra i film più nominati e papabili, ritengo sopravvalutato Il potere del cane, e io spero non venga smentito. Infine tra i migliori film internazionali, di cui prima ho nominato il film di Sorrentino, non mi dispiacerebbe che vincesse (anche se non ho visto) il giapponese Drive My Car. A proposito del cinema orientale e giapponese, proprio ieri (la rassegna era dal 14 al 27 febbraio) si è conclusa l'edizione 2022 del JFF Plus, il festival in streaming organizzato dalla Japan Film Foundation e promosso per l'Italia dall'Istituto Giapponese di Cultura. Venti film a disposizione di visione (con i sottotitoli in italiano), ma alla fine son riuscito a vederne solo due (che oggi porto), ovvero una pietra miliare ed un film d'animazione, quest'ultimo nel solco del mio viaggio all'interno di codesto cinema giapponese. Ecco quindi tutto il calderone mio cinematografico del mese.

The Grudge (Horror/Thriller 2020) - Reboot del remake (statunitense) del film di Takashi Shimizu. Certamente ha qualche momento valido dal punto di vista tensivo, grazie a Jumpscare abbastanza azzeccati, ma sembra tutto fine a sé stesso poiché la novità è ormai spenta e appare come un flebile ricordo. Bisogna dire che anche l'affastellamento narrativo non è stata una buona soluzione perché seguire linee diverse non sempre è facile, rischiando di entrare in confusione o mettere troppe parentesi tra uno snodo e l'altro. Il (notevole) cast fa la propria parte senza grandi pecche (la Andrea Riseborough se la cava più che dignitosamente), così pure la regia (del personalmente sconosciuto Nicolas Pesce) che non mostra deficienze evidenti, anche se non ha particolarità da vantare e la visione scivola via in maniera cadenzata, senza annoiare ma senza esaltare più di tanto. Non possedendo quella marcia in più che non lo condanni all'anonimato. Voto: 5+

Il giorno sbagliato (Thriller/Azione 2020) - In bilico tra "Un giorno di ordinaria follia" e "Duel", un discreto thriller ansiogeno in grado di regalare buon intrattenimento senza eccessivo impegno. Momenti tesissimi prima, inseguimenti d'azione poi e un finale che può essere prevedibile. Soggetto appunto non originalissimo, regia (positivamente scattante nelle scene d'inseguimento, veramente spettacolari, nonché in quelle più violente) e confezione tipiche da thriller americano, ma ha il suo perché e una cattiveria psicologica non consueta. Discreta la prova di un imbolsito Russell Crowe, appena sufficiente il resto del cast. Nel complesso, pur nelle sue anomalie ed esagerazioni, il film mi è piaciuto e mi ha tenuto incollato allo schermo. Nulla di eccezionale, nessun capolavoro, eppure la pellicola scorre, non molla mai e si lascia guardare. Vederlo per ricordarsi di non suonare mai il clacson agli incroci. Voto: 6
Riders of Justice (Dramma/Azione 2020) - Revenge-movie danese che riesce a restare in bilico tra diversi umori per tutta la durata, tra stralci ironici, momenti drammatici ed altri puramente action/thriller. Mads Mikkelsen come sempre (e dopo il riuscitissimo Un altro giro) offre una prova superlativa in un personaggio violento e di poche parole, sempre sul punto di esplodere, mentre il cast di contorno (Nikolaj Lie Kaas uno dei tanti) offre l'alleggerimento da commedia ma serve anche per una riflessione sul dramma delle malattie mentali e degli abusi (che colorano un film altrimenti oscuro, in cui è pressante il dubbio sul senso della vita, esplicato dal caso). L'inutilità della vendetta, l'amicizia e l'elaborazione del lutto sono alla base di un film che intrattiene ed emoziona, benissimo confezionato. Un incastro (quasi) perfetto al quale si perdona qualche cosa di già visto e un'impostazione un po' troppo "americaneggiante". Voto: 6,5
 
I Croods 2 - Una nuova era (Animazione/Avventura 2020) - Il fatto che siano passati molti anni dal primo (non memorabile) episodio rende meno fruibile e oggettivamente forzato il progetto. Ciò detto il sequel è per molti versi più compatto dell'originale con una parte preparatoria (il domani e l'incontro coi "superior") solo parzialmente detonata dal fragoroso finale, culminante nella stordente battaglia riconciliatoria. Più elaborato risulta il disegno dei personaggi con la solidarietà maschile tra Grog e Filo che sfocia in un dissacrante rapporto omoerotico, mentre l'innesto di Speranza e la leadership della nonna riconsegna vigore al lato femminile. Qua e là ci sono spunti divertenti, molto ben realizzati sfondi e animazione (psichedelicamente colorata), ma comunque niente di che. Voto: 6
 
Il principe dimenticato (Commedia/Fantastico 2020) - Una sorta di metafora, divisa tra sogno e realtà, sull'essere genitore. Ma l'escamotage della dimensione parallela (alla strenua di un Inside out qualunque) avrebbe funzionato se utilizzato in maniera occasionale, cosa che non è, per cui il film (scontato e senza colpi di genio) finisce per annoiare dopo poco tempo (abbastanza grezzo il mondo fantastico). Molto tenero rimane comunque il legame padre/figlia, che inevitabilmente si fa più tenue allorché la piccola entra nella fase adolescenziale, portando lo spettatore a essere solidali con il papà messo da parte (il quale, essendo il vero bambino mai cresciuto, dovrà imparare a cavarsela da solo). In questo senso bravo il protagonista (il sempre simpatico Omar Sy), modesto (nonostante i nomi) il resto del cast. E rimane comunque un film non troppo disprezzabile, che sarebbe potuto però essere migliore, se il regista Michel Hazanavicius, quello de Il mio Godard e di tanti altri, tra cui l'ottimo The Artist (5 Oscar nel 2012, tra cui miglior film e regia), avesse giocato meglio le carte a sua disposizione. Voto: 5,5
 
Ai confini del male (Thriller 2021) - Un po' improbabile come thriller, per le situazioni presentate e per i personaggi di un Edoardo Pesce poco credibile e di un Massimo Popolizio ancora peggio. Anche la soluzione al mistero lascia parecchi dubbi e buchi di sceneggiatura. Insomma il tutto un po' rivedibile, che sia stato prodotto della fretta di produrre non lo so, ma sicuramente ragionandoci un po' di più, a mio avviso, poteva essere più coinvolgente e migliore. Non tutto è infatti lineare, anzi restano molte zone d'ombra e il citazionismo non bilancia una palese artificiosità. Thriller (diretto non benissimo dal regista Vincenzo Alfieri, quello de Gli uomini d'oro, decisamente migliore a questo) che oscilla un po' troppo tra elementi sociologici e rovelli psicologici che rischiano di soffocarsi a vicenda in un'ambientazione che accentua la difficoltà di sciogliere nodi inestricabili. Ai confini del mediocre (improponibili certi paragoni). Voto: 4
Peter Rabbit 2 - Un birbante in fuga (Avventura/Commedia/Fantastico 2021) - Forse sono stato una voce fuori dal coro per quanto riguarda il primo Peter Rabbit, che mi era tutto sommato piaciuto. Molto ironico, un po' Paddington ma comunque godibile ad ogni età. Questo secondo episodio mi sembra molto categorizzante in quanto a target, concentrandosi su un pubblico giovane. Sicuramente il tema principale è la capacità o la possibilità di rimanere se stessi senza snaturarsi. Stanco di essere additato come personaggio negativo, Peter fugge insieme a un ladruncolo, e iniziano le disavventure. Il film ha ancora nello humour un suo punto di forza, seppure qui sia troppo infantile. La tecnica mista di live action e CGI funziona ancora bene. Molto, troppo di già visto, qualche tratto simpatico ma niente di che. Un sequel che riprende le fila del capitolo precedente (squadra che vince non si cambia, Will Gluck torna alla regia, tornano anche Rose Byrne e Domhnall Gleeson, e Nicola Savino doppia ancora Peter), senza esagerare e senza grandi guizzi creativi, però abbastanza fresco e godibile a vedersi. Voto: 6
 
I Mitchell contro le macchine (Animazione/Sci-fi/Avventura 2021) - Non è certo la trama il punto forte di questo film. Di storie di robot ribelli troppo evoluti che vogliono conquistare il mondo ce ne sono a bizzeffe. Quello che fa del film un gioiellino nel suo genere è il livello di "bellezza" raggiunto dall'animazione. Pur essendo un CGI, questo film è un bellissimo fumetto in movimento. Ogni inquadratura, ogni sequenza è una stupenda tavola colorata. Sembra di vedere un "cartone animato" di definizione incredibile. Il film, dei semi esordienti Mike Rianda e Jeff Rowe è prodotto dagli autori di "Piovono Polpette" e "Lego Movie", e la loro mano si vede, animazione perfetta, tecnica mista come se fosse uno dei film rivisti in post-produzione dalla stessa Katie Mitchell, idee a profusione, ritmo serrato, colonna sonora pazzesca, citazioni su citazioni ma mai fini a sé stesse, e soprattutto personaggi delineati alla perfezione, credibili ed adorabili (perfino il carlino). I sottotesti poi sono ben spiegati, ma senza risultare stucchevoli o banali grazie ad una trama in ogni caso ben articolata e a delle trovate geniali. Bravissima Netflix a farlo uscire poco dopo gli Oscar, così da evitare la concorrenza imbattibile di Soul (anche se io l'avrei dato a Wolfwalkers) perché questo è un film da Oscar, e (se Disney "pressione" non farà) lo meriterebbe. Un buonissimo film per tutta la famiglia, divertente, colorato e simpaticamente chiassoso. Voto: 7+
 
È stata la mano di Dio (Dramma/Commedia 2021) - È stata la mano di dio, del (presunto) dio del pallone, Maradona, a salvare la vita di quello che sarebbe diventato uno dei registi italiani più osannati e premiati (il che giustifica la scelta italiana per gli Oscar 2022, candidatura prontamente ricevuta, chissà che vinca, ma spero di no): Paolo Sorrentino, che nella finzione diventa Fabio Schisa. Già, perché in quel giorno del 1987 (quando i suoi genitori andarono in Abruzzo, dove morirono asfissiati dal monossido di carbonio emesso da una stufa) lui doveva assolutamente recarsi allo stadio per veder giocare l'idolo della sua città. Ed è proprio di questo che parla il film del regista partenopeo targato Netflix, un'opera tra sogno e realtà. Peccato che a un film sulla carta così intimo e personale, diviso tra i toni da commedia della prima parte e quelli sepolcrali della seconda, manchi la "mano" di Sorrentino, non bastando quella di dio. Non c'è quasi traccia delle sue invenzioni spiazzanti, dell'uso straniante della musica, dei dialoghi sopraffini di altre ben migliori sue opere. È stata la mano di Dio è un modesto romanzo di formazione che certamente avrà avuto un valore catartico per il regista, ma che non riesce a coinvolgere, nonostante la parata di figurine grottesche disseminate qua e la, i tributi a Fellini e ad Antonio Capuano e la ripresa di una Napoli notturna e tutt'altro che da cartolina. Un po' riuscito, un po' noioso: sopravvalutato. Voto: 6
Il talento del calabrone (Dramma/Thriller 2020) - Non il brutto film che si prospettava, che molti hanno ritenuto essere, anche se riuscito solo in parte. E' un thriller d'ambiente dove il telefono la fa da padrone, con poca azione e tanti dialoghi come al cinema se ne sono visti parecchi (da "il terrore corre sul filo" al danese "il colpevole", tutti per la verità superiori a questo) e che riesce ad accendere spesso l'attenzione dello spettatore grazie al bel lavoro da villain di un inedito Sergio Castellitto. Certo, Lorenzo Richelmy nella parte del DJ smargiasso è una mezza chiavica e Anna Foglietta è prigioniera di un personaggio scritto coi piedi, ma a consuntivo la pellicola è più che positiva, con un finale in linea con il racconto esposto. Godibile, sceneggiatura migliorabile, buoni spunti di riflessione. Voto: 6
 
Encanto (Animazione/Fantastico/Musicale 2021) - Una storia di magia come nel più tipico stile disneyano, leggermente più raffazzonata rispetto alla media come script (tutto ci viene snocciolato in maniera molto basica ed è prevedibile dove si andrà a finire) ma godibile e interessante per il cambio di rotta che non vede villain né vere minacce incombenti se non incomprensioni familiari da risolvere (e che rischiano di distruggere l'equilibrio costituito). Punto di forza è infatti il gioco delle complesse e conflittuali relazioni familiari, imperniate sul ricatto delle aspettative nei confronti di figli e nipoti (di cui soffre la protagonista senza "talenti" magici). Punto di debolezza è l'affidamento di spiegazioni a canzoni (certo molto vivaci) dai testi poco decifrabili. In mezzo sta il politicamente corretto che esalta l'ambientazione latino-americana ma in chiave più esotica che etnica (con prologo storico poco comprensibile). Meglio abbandonarsi al tripudio visivo che rende il film un vero "encanto". C'è roba di cui avrei fatto a meno, poche le gag, ma soprattutto manca di forza narrativa e di cuore (di Coco per esempio), manca tutto ciò che ci faceva mettere una cassetta Disney nel registratore 15 volte al giorno. A mio avviso una visione (solo) discreta, fermo restando che la Disney ha fatto di molto meglio. Difatti ci aveva abituati a prodotti di una certa qualità e non solo quella visiva, è questo un passo indietro quindi, ed io l'Oscar non gli darei. Voto: 6+
 
Ariaferma (Dramma 2021) - Questo film di Leonardo Di Costanzo ha il merito di volere essere, e di riuscire ad essere, uno spaccato realistico della vita carceraria, al di là dei molti stereotipi che spesso dipingono questo mondo. Il rapporto speciale che nasce tra Gaetano e Carmine (che porta, loro malgrado, i due a confidarsi e a specchiarsi l'uno nell'altro) ci spinge a capire che tutti gli esseri umani sono uguali, a dispetto del ruolo anche opposto che rivestono all'interno della società. Il film ha uno svolgimento meditato e interessante, appoggiandosi alle rimarchevoli interpretazioni di Toni Servillo e Silvio Orlando, ma il finale, che arriva imprevisto a troncare di botto la narrazione, lascia come l'impressione di un discorso non del tutto risolto. Nonostante ciò, salvificamente riuscito. Voto: 6,5
 
Miss Julie (Romantico/Dramma 2014) - Impossibile non salvare la bravura del cast (tre interpreti, Jessica Chastain, Colin Farrell e Samantha Morton, mica pizza e fichi), la caratterizzazione ambigua dei rispettivi personaggi e i costumi, mentre tutto il resto rimane avvolto in una nube di mistero: che senso ha portare avanti per due ore un'idea che, per quanto interessante, viene sviluppata con contenuti tanto esigui da poterne realizzare a stento un corto? Un alternarsi di desiderio, repulsione, verità, menzogna, sadismo, masochismo senza alcun filo logico, che lascia assolutamente staccati perché impossibile da comprendere nel turbinio confuso della loro schizofrenia galoppante. Dialoghi inutili che si protraggono all'infinito (secondo un'impostazione dannatamente teatrale, ma da copione) per giungere alla conclusione che servi o padroni si è nell'anima. Fallimentare, è quest'opera di Liv Ullmann (che quest'anno ritirerà l'Oscar alla carriera). Voto: 4,5
Don't Look Up (Commedia/Fantascienza/Dramma 2021) - L'idiozia dei complottisti e negazionisti di ogni fatta sbertucciata da una pellicola che ha in sé qualcosa di geniale ed esilarante. Dopo aver letto ogni sorta di recensioni su questa pellicola mi son deciso a guardarla e farmi un'opinione mia. Tecnicamente c'è ben poco da eccepire, certo non tutto gira a dovere o è di prima mano, ma i momenti di grande divertimento sono numerosi oltre ad essercene qualcuno di giusta riflessione verso temi sempre più attuali riguardanti il destino del nostro povero pianeta. Don't Look Up ha un'impostazione tipica dei disaster movie degli anni '90, ma viene virata in tonalità satiriche dove la risonanza data dai vari media soffoca appunto l'essenza del messaggio. In teoria l'umanità avrebbe i mezzi per salvarsi, ma compie atti che portano alla sua completa distruzione (sono così, siamo così, e siamo fottuti). Tantissimi insomma spunti di riflessione su come, seppur in modo grottesco ed esagerato, viene dipinta la nostra società, cinica, ipocrita, opportunista e superficiale. Un'opera che si può dire quindi ben riuscita. Per quanto tuttavia, e in sostanza, il film di Adam McKay (quello di Vice - L'uomo nell'ombra) risulti imperfetto, inizialmente troppo lento e sovraccarico di attori noti (non manca proprio nessuno), di personaggi in certi casi troppo caricaturali, è senza dubbio un gran film, un film meritevole delle candidature e chissà di una statuetta. Voto: 7,5

Il potere del cane (Dramma/Thriller 2021) - Ambientato nel Montana americano durante gli anni '20, un Western che ricorda nelle atmosfere e in uno dei temi principali un film di Ang Lee. La Jane Campion realizza una pellicola rarefatta, dal ritmo lento, più concentrata sull'introspezione psicologica che sulla storia. Riuscito visivamente, e fotografato ottimamente, trova un limite nell'essere eccessivamente criptico e un po' contorto (non ho capito il titolo, per niente spiegato). Eppure si lascia guardare ed a tratti affascina l'ambiguità e la caratterizzazione dei personaggi quasi enigmatici e altalenanti nei loro comportamenti, tuttavia, alla fine permane un senso di rammarico e di insoddisfazione per un film che non soddisfa pienamente. Recitazioni insomma, bene Benedict Cumberbatch, un po' in sordina e prive di nervo le prove di Kirsten Dunst, Jesse Plemons (che faville avevano fatto in Fargo) e Kodi Smit-McPhee. Non male ma inferiore alle aspettative, allorché si arriva stremati e annoiati al decisivo finale. Non do meno perché da qualche parte un merito pure l'avrà, questo film (ben 12 nomination). Voto: 6

Time of Eve: The Movie (Sci-fi/Romantico 2010) - Di solito adoro qualsiasi prodotto che tratti l'intrigante dilemma etico e sociale dell'intelligenza artificiale e quindi del rapporto tra l'uomo e l'incessante avanzare della tecnologia. Mi sono avvicinato dunque a questo film (diretto da Yasuhiro Yoshiura, quello di Patema Inverted) sperando di trovare quegli stessi stimoli e riflessioni psicologiche e filosofiche ricevuti in passato da opere del calibro di "Ghost in the Shell" e/o simili. Mi sono dovuto presto ricredere ed abbassare di molto le mie aspettative sull'opera in questione: Time of Eve è ricco sì di spunti e riflessioni interessanti e di momenti toccanti, ma il tutto sa di già visto. Il film è l'unione di sei episodi in sostanza autoconclusivi in cui si esplorano, una alla volta, le storie dei frequentatori del bar "Time of Eve". Pur essendoci una sottile trama di fondo, nel film si nota molto l'impianto originario dell'anime. Il clima che si respira è molto calmo e rilassato, e i temi trattati circa "l'umanizzazione della macchina" sono diluiti a tal punto che ti scivolano addosso quali semplici spunti di riflessione: non ti colpiscono in modo diretto e pesante come succede in altri prodotti di ben altra levatura. In conclusione, Time of Eve è sì un dolce racconto sulla discriminazione e sui sentimenti, godibile, tutto sommato, nella sua semplicità e scioltezza, ma per niente profondo nella sua analisi filosofica, etica e morale. Vedibile ma dimenticabile. Voto: 5,5

ANGOLO VINTAGE
Fuga da Los Angeles (Azione/Sci-fi 1996) - Quindici anni dopo 1997: Fuga da New York, John Carpenter torna sul luogo del delitto, sul luogo di uno dei suoi capolavori per realizzare il sequel di appunto, uno dei suoi film più belli ed iconici. In realtà più che un seguito sembra un remake con qualche variante. Ma per quanto diverse invenzioni visive tentino di prendere le distanze dall'originale, il sapore di già visto si sente e qualche momento kitsch forse poteva essere evitato (il surf sullo tsunami, Pam Grier transgender). Troppe, infatti, le situazioni che si ripetono a partire dall'ambientazione notturna che non raggiunge, ovviamente, i risultati stupefacenti del primo capitolo. E' sempre un cinema godibile, ma l'operazione di resuscitare dopo tanto tempo il personaggio di Jena non appare perfettamente riuscita. In definitiva poche idee per un lavoro comunque professionale e dignitoso. Sufficienza che raggiunge solo e grazie a Kurt Russell. Voto: 6

Rashomon (Epico/Dramma 1950) - Uno di quei film giustamente entrati nella storia del cinema, è infatti un lavoro che lascia (ancora) sbigottiti, dotato di una potenza contenutistico/visiva che scaturisce in maniera dirompente non solo dall'intrigante svolgimento degli accadimenti, ma anche dell'encomiabile lavoro fatto in sede di regia, luci e musiche. Un film magnifico con il quale (il grande maestro, eccellentissimo guru) Akira Kurosawa affrontò il tema della verità e dell'esperienza visiva di ogni singolo individuo che può essere il più delle volte soggettiva causa svariate motivazioni, tra le quali: vanità, codardia, meschinità o più semplicemente (seguendo un pensiero pessimistico) perché radicata inesorabilmente nella natura umana (da qui l'effetto Rashomon). Il regista analizza attraverso una storia "aperta", interpretabile come meglio si crede, quanto possa essere riveduta, corretta, modificata insomma contaminata un'immagine ed il relativo messaggio che trasporta. Rashomon è anche come una rappresentazione della falsità dell'uomo, spesso bugiardo non solo con gli altri ma anche con se stesso, il regista però nel finale lascia un barlume di speranza abbandonando l'evidente pessimismo del resto dell'opera, facendo intuire che in mezzo alla massa ci si può ancora imbattere nell'uomo sincero e generoso determinato al raggiungimento del bene anche a costo di perdere la ragione. Il film (capolavoro senza se e senza ma) venne premiato con il Leone d'oro a Venezia (e vinse anche l'Oscar) e cominciò a sdoganare in Europa il fino ad allora misterioso cinema orientale. Voto: 9

20 commenti:

  1. I Groods 2 prima o poi lo recupero ma senza fretta per come ne parli. Ma Speranza con la maiuscola perché ti riferisci al ministro? 🤣
    Anche secondo me Don't Look Up vincerà qualcosa. È piaciuto molto anche a me, visto per il lato demenziale si è poi rivelato più profondo, anche se in molti lo hanno confuso. Alla fine Di Caprio si è anche scomodato a spiegarlo, dicendo che avrebbe voluto usare il tema dell'ambiente ma che quello non ha successo al cinema.

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    1. No, ma nel film ha doppia valenza, ecco perché maiuscolo :D
      Vedendo gli ultimi giorni, siamo davvero dei "casinisti", per non dire altro di peggio.

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  2. Concordo con molti tuoi pareri stavolta, a cominciare dal paraculo Il potere del cane passando dal sopravvalutato E' stata la mano di Dio, omaggiando anche io la simpatica novità Don't look up per finire allo stupefacente Rashomon. Encanto invece mi è piaciuto più di Luca e di Coco, e anche di I Mitchell che finisce per stufare un pochino..

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    1. Mi sembrava strano, su qualcosa dovevamo non concordare, ma ci sta ;)

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  3. Non ho mai visto Peter Rabbit 1, ma Lorenzo adora Paddington (e anch'io), quindi penso che gli farò vedere questo film. Gli piacerà.

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    1. Penso anch'io di sì, ovviamente prima il numero uno e poi questo sequel ;)

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  4. Ho amato È stata la mano di Dio, a mio parere il più bel film di Sorrentino visto finora. Mi è piaciuto molto anche Don't Look Up.
    Per il resto lascerei perdere. Nessuno dei titoli mi interessa.

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  5. Mi dispiace essermi persa il JFF Plus, scopro ora da te della sua esistenza... probabilmente non lo pubblicizzano tanto quanto altri? Comunque Rashomon lo avevo visto alle superiori ed è uno di quei film che hanno contribuito a cementare il mio amore per il cinema, è davvero un capolavoro senza tempo!

    Quanto agli altri film del calderone:

    The Grudge, visto all'epoca dell'uscita, non mi era per nulla dispiaciuto. Probabilmente è meno incisivo della versione nipponica e anche del primo remake americano, ma Nicholas Pesce sa il fatto suo e alcuni momenti mi avevano messo davvero paura.

    Il giorno sbagliato l'ho visto il giorno giusto e forse è per quello che mi ha divertita un sacco. Crowe versione borzo incazzoso è semplicemente perfetto.

    I Mitchell contro le macchine è, per me, il film d'animazione più bello dell'anno scorso. Ho riso tantissimo e mi sono persino commossa, se vincesse un Oscar stapperei una bottiglia. E' sicuramente meglio di Encanto, che pur mi è piaciuto molto per la bellezza dei colori, delle animazioni e della colonna sonora, ma in definitiva è un pastiche di altri film Disney più riusciti.

    E' stata la mano di Dio... non mi ha presa. E mi dispiace. Tecnicamente e formalmente ineccepibile, mi ha lasciato ben poco nel cuore, mentre avrei voluto emozionarmi assieme a Sorrentino. Stessa cosa vale per Il potere del cane, altro film che trovo sopravvalutatissimo, distante sia dalla storia che narra sia dallo spettatore, nonostante la bellezza formale e la bravura di un Cumberbatch mai così odioso.

    Meglio Don't Look Up, ma io forse non faccio testo perché sono una "bimba di McKay" fin dai tempi di The Anchorman e trovo il suo stile accattivante e interessantissimo.

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    1. Io ho scoperto l'esistenza da un blog, e uno o due che conosco ne hanno parlato, poca pubblicità probabilmente sì, ed è un peccato, perché anche vedere solo Rashomon è come vedere tutto!
      Non conosco Nicolas Pesce, ma ne ho letto e sentito parlare bene, dovrei vedere qualcosa di suo prima di questo interessante ma comunque inutile reboot (paura sì, Jumpscare azzeccati paradossalmente meglio di altri).
      Mi ha fatto paura però Crowe così, nell'arena stavolta pollice verso per quanto è bastardo qui :D
      Siamo d'accordo su i due film d'animazione, per quanto Mitchell non è il migliore da me visto quest'anno ;)
      Odioso dici? Forse guardingo, ma non saprei, ecco probabilmente non l'ho capito, come Sorrentino...
      Ti capisco, ma comunque McKay è senza dubbio brillante, lui e i suoi film :)

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  6. Ho visto solo "Il giorno sbagliato" e sicuramente la visione mantiene alto l'interesse dello spettatore anche se, come giustamente scrivi, non è nulla di eccezionale. Dato che preferisco i film del passato però, mi riprometto di vedere Rashomon. A presto.

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    1. Stranamente anche più credibile di altri, lei non è certo sovrumana qui.
      Non perderlo assolutamente, per il motivo che dici e perché è un capolavoro ;)

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  7. sinceramente non ho trovato nuovi spunti per dire ecco questo lo andrei a vedere. Forse perchè mi piace il calcio opterei per il film su Maradona, anche se il regista non mi ha mai affascinato( tolto il film con Sean Penn ma sarà per i Talking Heads???)comunque sono sempre una grande latitante . Per essere sincera seguo solo te! Bacione

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    1. Su Maradona è solo un'accenno comunque, il calcio non è presente per fortuna.

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  8. Il bello è che la mano divina aveva tutto per farsi odiare dal sottoscritto, eppure l'ho molto apprezzato. Mi spiace tu non l'abbia gradito :( e non mi è dispiaciuto nemmeno il calabrone, nonostante le innegabili mancanze.
    Invece per me meritava molto di più il potere del cane...

    PS: Rashomon ovviamente è un capolavoro u.u

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    1. Brutto no, semplicemente non l'ho gradito abbastanza per dargli un voto alto o per meritarsi premi...meglio la parte commedia alla drammatica, evitabile la vecchia e tante altre cose.
      Ovvio sì, senza nessun dubbio!

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  9. Un reboot del remake di The Grudge... Inutile persino scriverlo. Da evitare proprio.
    I Mitchell lo vedrò a breve, mi hai incuriosito dalla recensione, e ne ho visto il trailer. Non guardo molti film animati (credo l'ultimo sia stato Inside Out, di cui mostro una sequenza a lezione), ma questo mi ha colpito.
    Su Fuga da Los Angeles hai ragione, è quasi un remake, più che un sequel. Alla fine non dispiace, ma non è riuscito. Però interessante il finale. Comunque l'idea di base del terremoto a Los Angeles è stata così forte che poi l'hanno rubacchiata in un arco narrativo di Batman, dove a Gotham City succede la stessa cosa.

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    1. Se lo potevano certamente risparmiare, quello sì, The Grudge però non è peggio di tanti altri.
      Non arriva al livello di Inside out, ma ci sono spunti comunque interessanti ;)
      In Batman ma non solo, anche in tanti film spazzatura..

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  10. Un altro remake di "The Grudge"?
    Ho perso il conto di quanti ne sono già usciti.

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