mercoledì 14 aprile 2021

I film del periodo (1-11 Aprile 2021)

Seppur impelagato da visioni a destra e a manca potevo non sfruttare l'occasione (che spero non unica sarà) di spulciare per un mese (tra inizio marzo ed inizio aprile), e in modalità gratis (in seguito ad un acquisto fatto da me per il mio compleanno), nel catalogo cinematografico Prime Video di Amazon? Ovviamente no, e complice la zona rossa e la conseguente compagnia di mio fratello (quasi ogni sera l'appuntamento era alle 21) di film ne ho visti tanti (lui predilige l'horror, ma non disdegna il thriller, la commedia e la fantascienza). Così tanti che ho dovuto dividerne le "conseguenze" in due, oggi la prima parte, la seconda al prossimo "periodo", periodo successivo a questo qui, in cui c'è di tutto, tutto il mio solito (stessa cosa al prossimo giro). Poiché, oltre a visioni "libere", eccone altre, diciamo così, "obbligatorie", infatti tra Amazon Original e nuove proposte in Exclusive, recuperi da Oscar e non solo (già segnati da tempo), qui sono (e saranno successivamente) presenti. In più un film per l'Angolo Vintage ed uno per la Japan Animation, insomma di tutti i generi e colori, buona lettura e/o visione.

Sound of Metal (Dramma 2019) - E' la storia di un batterista metal alle prese con un'improvvisa sordità che gli cambierà la vita. Uno strano piccolo film, scarno e coinvolgente. Una piacevole sorpresa. Scritto da Derek Cianfrance e diretto dall'esordiente Darius MarderSound of Metal è una parabola esistenzialista interamente arpeggiata sui chiaroscuri degli stati d'animo del protagonista. A qualche eccesso di dilatazione temporale fa da contrappeso un impeccabile lavoro sul suono, che restituisce pienamente la condizione di disagio di Ruben. Interessante e riuscito è infatti il tentativo di conciliare sensazioni soggettive con l'esigenza di renderle condivisibili al pubblico attraverso tecniche sonore di distorsione e sovrapposizione, un "incubo" anche per noi. Lontano da sentimentalismi, colpisce per la sua veridicità. Il regista dirige difatti un'opera prima scevra da cliché ma ricca di amore per un racconto trattato con una delicatezza unica. La presa di coscienza non è un percorso semplice e così non deve sembrare. Il dramma del protagonista, un ex tossicodipendente di buon cuore, viene analizzato senza sconti e senza patetismi, frugando fra le sue paturnie e le sue speranze di riscatto. Alla fine, a trionfare, sarà una più serena accettazione della vita con le sue svolte e i suoi cambiamenti. Il tutto narrato in modo scarno, diretto e coinvolgente. E' candidato ai Premi Oscar 2021 in sei categorie (un po' troppo parrebbero), tra cui Miglior Film, Migliore Sceneggiatura, Miglior Sonoro (l'unico che meriterebbe indubbiamente) e Miglior Attore, il protagonista Riz Ahmed in effetti è bravissimo e regge sulle sue spalle gran parte della riuscita del film (ma non sono da meno gli altri attori coinvolti in prima persona), un film forse superficiale ma bello. Voto: 7+

Kristy (Horror/Thriller 2014) - Essenziale e lineare "Kristy" si segnala come un buon intrattenimento, un home invasion su scala ampliata con il college a sostituire la consueta abitazione. I grandi spazi e la varietà di ambienti vengono ben sfruttati da Oliver Blackburn, offrendo un'ideale messa in scena per la caccia organizzata da un gruppo di giovani incappucciati e mascherati nei confronti di una studentessa rimasta sola (guardiani a parte, ovviamente liquidati senza troppi affanni) nell'imponente complesso. Il confronto avviene sostanzialmente tra due donne: la protagonista decisa a non lasciarsi sopraffare tanto facilmente e la sua antagonista, leader del gruppo e unica a non avere il viso nascosto. Il confronto tra l'angelica (sempre meravigliosa) Haley Bennett (quella di Swallow) e la luciferina Ashley Greene finisce pari e patta almeno a livello di doti recitative, entrambe convincenti con la vittima designata descritta magari velocemente ma con intelligenza, tanto da permettere allo spettatore di entrare in buona sintonia con la giovane. I primi minuti in questo senso sono fondamentali, culminanti in quel senso di libertà che la protagonista prova in solitaria danzando tra i corridoi del dormitorio, nuotando nella piscina o ammirando il cielo sdraiata nel campo di football, del tutto ignara riguardo l'incombente minaccia. Per la protagonista sarà una notte di terrore ma soprattutto di battaglia, potenziale ennesima vittima di quella che apparirebbe come una setta satanista. A dispetto di altri film appartenenti al filone è riscontrabile un accenno di chiarimenti, sinceramente non proprio indispensabili. Comunque sia utili per spiegare, forzando un poco, la ragione per la quale ogni vittima della gang viene chiamata Kristy, in quello che è un rimando religioso di natura etimologica. Nulla di eclatante, una pellicola onesta e priva di fronzoli capace di alimentare una certa tensione senza mai annoiare. Voto: 6,5
Il principe cerca figlio (Romantico/Commedia 2021) - Ce n'era bisogno? Per quello che ho visto, francamente no. In cosa funzionava soprattutto Il principe cerca moglie? Innanzitutto nel contrasto della maestosità esibita di Zamunda e la sboccataggine del Queen's. Inoltre dietro la macchina da presa c'era un certo John Landis e non un Craig Brewer qualunque. Il contrasto creava le gag ed erano veramente efficaci. Nel principe cerca figlio, non c'è contrasto, non ci sono gag veramente divertenti, visto che il Queens rimane in disparte e tutta la vicenda è ambientata a Zamunda. Il film quindi pigia soprattutto sull'effetto nostalgico nel riproporre certi personaggi, ma non raggiungendo i livelli del precedente (a dirla tutta non proprio eccezionali, però che spasso era). Ovviamente il solito "pippone" antipatriarcale ce lo devi mettere di default nei lavori attuali, per cui, anche sotto questo aspetto è stato timbrato il cartellino e nulla di più. L'aggiunta di Wesley Snipes non serve a granché e probabilmente si doveva insistere di più su questo personaggio che era l'unica vera novità del film. La verve comica di Eddie Murphy non è più quella di 30 anni fa e si vede. Ribadisco che non c'era bisogno di questo sequel (decisamente sbagliato, e sotto tutti i punti di vista), che a dirla tutta sembra più un remake, che a dirla tutta sembra una copia sbiadita di Black Panther. Voto: 4

Quella notte a Miami... (Dramma 2020) - Film di grande impegno che stenta però a decollare. Regina King, che esordisce su grande schermo, non dico giocando sul sicuro, ma quasi (di certo giocando sul "politicamente corretto", e non è un caso che siano poi arrivate tre nomination agli Oscar 2021), mette in scena un incontro tra 4 figure storiche (ma anche pop) della cultura nera americana, un incontro a metà tra realtà e immaginazione. E' un incontro in cui tutti hanno qualcosa che vogliono o dovrebbero cambiare. Una sorta (ma lo è per davvero, scritta da Kemp Powers nel 2013) di pièce teatrale molto verbosa, in cui si mettono principalmente contro le due visioni del mondo rappresentate da Malcolm X e Sam Cooke. Così Cassius Clay diventa solo un enorme MacGuffin e Jim Brown un personaggio completamente di contorno (e la sua scena iniziale leggermente poco credibile). Ecco il film con l'incipit che ha e con questo contesto storico-politico-culturale avrebbe dovuto sfondare. Invece un ritmo non azzeccatissimo e una sceneggiatura un po' vacillante rischiano di rovinare un prodotto comunque godibile. Un prodotto che sfrutta al massimo (forse troppo) la base teatrale del testo, che si affida molto (e bene sì) agli attori (tutti e quattro i protagonisti sono infatti molto bravi, direi che il migliore è Eli Goree, un, futuro, Muhammad Alì dalla spiccata somiglianza fisica e ben caratterizzato nelle spacconate che nascondono un fondo di insicurezza da ragazzino catapultato in cima al mondo), che non risulta affatto pesante, ma che non rimane impresso. Voto: 6+

I See You (Horror/Thriller 2019) - La cara vecchia provincia americana con i suoi piccoli orrori indicibili, come quelli qui presentati, storia di una famiglia già sull'orlo di una crisi di nervi e ora alle prese con qualcosa di soprannaturale, o forse no. Script intelligente questo, capace di incuriosire e riuscire a distruggere in un amen con convinzione tutto ciò che è stato mostrato solo qualche decina di minuti prima. Thriller psicologico e horror si fondono alla sotto-trama dell'indagine poliziesca per una lettura a più strati che interessa e alza notevolmente l'asticella delle aspettative grazie a un buon numero di specchietti per le allodole piazzati ad hoc. Parte in modo prevedibile ma cresce piano e con costanza ed esce alla distanza, fino ad ingranare poi la quinta nella seconda parte che diventa tesissima (in questo senso le musiche incalzanti aiutano non poco a incrementare l'intensità dei momenti di tensione). Il grande pregio del film di Adam Randall è infatti quello di mischiare con oculatezza le proprie carte, facendo virare il canovaccio narrativo in direzioni opposte e complementari quando meno ce lo si aspetterebbe (abbastanza inquietante è il fenomeno del froggy). E dalla crisalide di un thrillerino senza nerbo sboccia così progressivamente un noir crudo e polifonico, uno dei thriller più avvincenti degli ultimi anni. Dove il film (ambientato in un contesto lussuoso e sinistro nel contempo) mostra qualche debolezza è nella scelta degli interpreti, tutti piuttosto incolori, a partire da una quasi irriconoscibile (letteralmente) Helen Hunt. Ci sono inoltre alcuni punti non chiari, ed anche se non si riesce a "legare" del tutto coi protagonisti, resta tuttavia solida la struttura e la riuscita della pellicola, una pellicola intelligente e sorprendente. Voto: 7
Borat - Seguito di film cinema (Commedia 2020) - Torna il folle personaggio kazaco, protagonista di un film datato 2006, un film che sinceramente mi disse davvero poco all'epoca, anche perché la comicità del personaggio troppo surreale per i miei gusti, lo stesso con questo sequel, in cui a tratti si ride senza capire bene il perché. Il bersaglio stavolta è l'America Trumpiana (il protagonista deve consegnare un dono del presidente del Kazakistan al vicepresidente USA), ancora sotto forma di un finto documentario ma senza aggiornare il tipo di comicità che è sempre quella politicamente scorretta, misogina molto volgare e quasi mai realmente divertente. Sacha Baron Cohen tuttavia, si rivela dissacratore come sempre, gioca su ironie e situazioni forzate per farci riflettere, e ci riesce anche con questo film (dove la realtà supera, in parte, la comicità di Borat), e qui sta la sufficienza del voto che ho attribuito. Per il resto sono scarse le battute (alle volte un po' disgustose e poco divertenti) e le scene provocatorie/imbarazzanti (che a me non sempre piacciono, non così esplicite almeno). Se vale la pena vederlo? Direi di sì, ma se avete apprezzato e avete riso col primo Borat e con il Dittatore, non aspettatevi altrettanto da questo film, un film di cui due candidature agli Oscar mi sembrano esagerate, anche se nota di merito proprio per l'interpretazione della figlia di Borat: la brava e coraggiosa Maria Bakalova, che ne ha ricevuta una. Voto: 6

La notte ha divorato il mondo (Dramma/Horror 2018) - Prendendo spunto dal classico romanzo di Richard Matheson "Io sono leggenda" nonché dallo Zombi Romeriano, il francese Dominique Rocher realizza l'ennesima variante sull'apocalisse zombi, mettendo in scena un ragazzo rimasto isolato in uno stabile. Bandendo quasi del tutto le scene splatter, egli si concentra sul protagonista (un Anders Danielsen Lie non sempre efficace) e le sue reazioni alla solitudine (alcune, bisogna dirlo, di imbarazzante stupidità), ne risulta un film quasi autoriale, con pochissimi dialoghi e alcuni accenni sia ironici che malinconici, fondamentalmente riuscito ma che sconta una certa lentezza (tutto fila via silenziosamente e quasi senza colpo ferire, fino a un gesto francamente assurdo del protagonista, che scatena un po' d'azione, con la "complicità" di Golshifteh Farahani, ma ormai siamo quasi ai titoli di coda e tanto fa) e un finale aperto deludente. Un film insomma solo sufficiente, giusto per gli appassionati del genere, come me, che prova a fare qualcosa di diverso ma finisce per non inventare davvero nulla di nuovo. Voto: 6

Come to Daddy (Thriller/Commedia 2019) - Spassoso mix tra commedia e thriller/noir che parte da un presupposto tutto sommato originale (dove un "ricongiungimento" familiare porterà a galla diversi e inquietanti segreti e sorprendenti colpi di scena), molto buona la narrazione, abile nel far crescere la curiosità per una vicenda all'inizio difficilmente prevedibile, anche grazie alle prove di un cast ben scelto, con un Elijah Wood sempre più propenso a ruoli fuori dall'ordinario (perfettamente a suo agio nel ruolo dell'ingenuo figliolo, dallo sguardo sognante e indifeso del Frodo che interpretò nel Signore degli Anelli, che torna a casa dal padre, speranzoso di poter riallacciare un rapporto perduto fin dalla prima infanzia). Non mancano le parti più propriamente Pulp, quasi tarantiniane nel loro mix tra violenza grafica e umorismo nero (Ant Timpson si diverte a confezionare un mix di situazioni e stilemi paradossali, senza timore di incappare nel nonsense). Nel complesso una bella sorpresa che risulta intrigante e molto accattivante, nonché ben girato e fotografato. Suggestiva la location del film, quasi tutto girato in una casa palafitta affacciata a strapiombo sul mare, che di notte si illumina come un disco volante degli anni '60 (come commenta Norval alias Elijah Wood in una delle prime scene), un film seppur non originalissimo (in cui la tensione tende comunque e purtroppo a calare più volte) interessante e godibile fino in fondo. Voto: 6,5

Jackals - La setta degli sciacalli (Horror/Thriller 2017) - A volte sono i dettagli a fare la differenza tra un voto positivo e uno negativo, se Jackals infatti (diretto da Kevin Greutert, non proprio un regista di primo pelo) fosse stato curato maggiormente nei particolari, narrativamente parlando, si sarebbe potuto sorvolare sulla mancanza di originalità e sulla flebile caratterizzazione dei personaggi, invece ci sono dei momenti che inficiano la storia alla base, e anche durante il suo evolversi, che non possono sfuggire allo spettatore, anche a quello meno pignolo, e che non consentono di arrivare a una valutazione positiva, nonostante una certa atmosfera tensiva che riesce a ricreare, che però non viene sfruttata come si dovrebbe. Il cast non se la cava male, un paio di interpreti possiedono un pedigree rispettabile (su tutti Deborah Kara Unger), la regia appare capace e il ritmo tutto sommato tiene botta fino alla fine, ma sono i dettagli a fare la differenza (maledetti, piccoli, fottuti dettagli). Nonostante tutto il film non è pessimo e una visione disinteressata può anche meritarsela. C'è ben di peggio, in giro. Voto: 5,5
The Boy - La maledizione di Brahms (Horror/Thriller 2020) - Il primo The Boy mi aveva piacevolmente colpito per via di una sceneggiatura fuorviante che non lasciava presagire il colpo di scena. Questo The Boy 2 è il seguito inutile che non ha senso di esistere. Abbiamo tanti film sui bambolotti demoniaci, e questo sequel si accomoda sul treno di questo filone di pellicole. Con la differenza che qui la costruzione dei personaggi è forzata e stupida (non si riesce a comprendere poi la scelta di una famiglia, traumatizzata per aver subito una rapina violenta in casa, di trasferirsi in una villa isolata in mezzo a un bosco), i dialoghi sono banali, i cliché commerciali dell'horror non mancano (il bambolotto non inquieta più ormai, l'effetto la seconda volta svanisce). Infatti mentre il primo iniziava lasciando intendere elementi sovrannaturali (presenze o una bambola alla Annabelle) ma poi virava su imprevedibili soluzioni molto "materiali" (rivelando un'egregia personalità), stavolta la regia (dello stesso William Brent Bell) fa un lungo passo indietro virando verso i prototipi sovrannaturali e demoniaci (la bambola di cui sopra). Il risultato non è male ma delude per il retromarcia rispetto al miglior predecessore. Bella la location (e bravi gli attori, in particolar modo Katie Holmes e Ralph Ineson) ma troppo poco per salvare questo horror, un horror che si guarda e si dimentica presto. Voto: 5

Climax (Dramma/Horror 2018) - Un film sicuramente non facile da digerire, Gaspar Noè punta tutta sulla tecnica e l'estetica a scapito della trama, praticamente inesistente (ma al contrario di Love va dritto all'obiettivo per quanto "solo" sensorialmente e nichilisticamente). Il film infatti (strutturato in maniera volutamente atipica, inizia con i titoli di coda e verso metà film ci sono i titoli di testa), è così suddiviso: l'80% della durata comprende urla e deliri di gente drogata (e sballata già di suo), nel restante 20% si vedono balli sfrenati e musica a palla. Il regista conferma di non conoscere mezze misure, o lo si ama o lo si odia (ma io ancora preferisco rimanere nel limbo), e ancora una volta gira una storia frenetica, quasi allucinata, che ci mette di fronte alle debolezze umane e alla cattiveria gratuita di cui siamo capaci (a volte), offrendo una storia abbastanza interessante (un viaggio lisergico basato su una storia realmente accaduta in Francia) ma piuttosto caotica, in corso d'opera, dove i continui cambi di ritmo non sempre risultano azzeccati. L'ultima parte è quella più statica e le scelte registiche appaiono piuttosto fredde e fastidiose. Difficile seguire i continui cambi di prospettiva delle inquadrature (marchio di fabbrica di Gaspar Noé), che vuole accentuare con questo sistema il senso di angoscia e la follia dei suoi personaggi (interpretati tutti ed efficacemente da un cast non professionista, a parte Sofia Boutella). Visione comunque sufficiente anche se non si comprende il motivo per cui catalogarlo come horror (non ci sono scene davvero forti). Voto: 6

L'impero dei cadaveri (Animazione/Horror/Sci-fi 2015) - La Londra vittoriana è sempre stato un terreno fertilissimo per storie cupe e macabre ma anche per distopici e retro-futuristici deliri steampunk (vedasi Steamboy). Questo cartone animato prodotto dai Wit Studio (basato dall'omonimo romanzo di Project Itoh) non solo riunisce entrambi gli stilemi ma fa interagire anche famosi personaggi letterari e storici e così qui abbiamo una allucinante ed allucinata vicenda che mette insieme il Dottor Watson, gli zombie ed il mito di Frankenstein tra azione estrema, drammaticità, fantascienza ed immancabili temi sociali. Ovviamente, trattandosi di un film giapponese, non mancano introspezioni psicologiche e riflessioni filosofiche sulla vita (e in questo caso sulla morte) e sull'esistenza. Alla fine sono temi già visti ma qui sono stati sapientemente incrociati in maniera alquanto originale e l'animazione quasi perfetta è un piacere per l'occhio. Il difetto è però l'eccessiva lunghezza che in alcuni punti rende la sceneggiatura difficile da seguire bene, senza contare che alcuni passaggi sono oscuri di per sè, infatti, alcuni personaggi, protagonista compreso, risultano insufficientemente caratterizzati e, soprattutto nella parte centrale, il racconto diventa dispersivo. Personalmente parlando, non sono stato coinvolto più di tanto, ma lo promuovo lo stesso, nel complesso difatti, il film si dimostra essere sufficientemente apprezzabile. Voto: 6,5

ANGOLO VINTAGE
Creepshow (Horror/Fantasy 1982) - Nel suo genere, ovvero nel mondo degli horror a episodi, questo film rappresenta uno dei livelli più alti in assoluto. Uno dei cult degli inossidabili anni '80. Citato sempre più spesso ed omaggiato una volta sì ed una volta no, Creepshow è un divertente film a episodi ispirato ai vecchi fumetti horror della EC Comics. Un gustoso mix condito da una forte vena grottesca e da humour nero come la pece. Le due menti sono Stephen King, autore dei cinque racconti horror (in uno recita pure), e George A. Romero, regista della relativa trasposizione cinematografica, che formano una coppia formidabile, e hanno abbastanza libertà nel confezionare un film intelligente che prima ti spaventa, poi allenta la tensione fino a farti sorridere con dei finali comici fino al paradosso (una pellicola briosa, dai colori accesi e non priva di alcune gustose invenzioni visive). Come spesso capita la qualità è variabile, i primi due non sono male, ma sono i più deboli, mentre gli altri tre sono davvero notevoli (il terzo punta sul sadico, mentre il quarto sullo splatter e il quinto sulla claustrofobia e il disgusto). La regia, gli effetti speciali, la fotografia e le interpretazioni sopra le righe degli attori, sono esplicitamente "fumettistiche". Attori del calibro di Leslie Nielsen, Ted Danson, Adrienne Barbeau ed Ed Harris li interpretano con convinzione ed auto-ironia, diretti, con mano felice, dal regista de La città verrà distrutta all'alba. Si tratta di intrattenimento puro, un film che si fa vedere ma che non è certo memorabile, anche se ha un paio di momenti particolarmente riusciti, ed un eccellente interpretazione di Leslie Nielsen in un ruolo inusuale, per lui. La prima volta che l'ho visto da bambino sono rimasto traumatizzato dall'ultima storia (quella degli scarafaggi). L'ho rivista oggi e mi ha traumatizzato di nuovo. A mio parere è la migliore del film: il contrasto tra l'appartamento totalmente bianco e lindo che sembra impenetrabile e questi scarafaggi enormi è veramente d'effetto. Nel complesso un piccolo cult che si lascia sempre vedere più che volentieri. Voto: 7

Ecco infine i film scartati ed evitati del periodo: Il Capitale Umano - Human CapitalQuello che veramente importa, Genitori vs Influencer, Zoo - Un amico da salvare, In kayak verso casa, Robert the Bruce - Guerriero e Re, 1918 - I giorni del coraggio, Wonder Park.

42 commenti:

  1. Il secondo The Boy cambia molte carte in tavola, a me ha un poco deluso, però questo credo sia il destino di molti franchise. Specialmente dei capitoli II.

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    1. Purtroppo sì, alla regola non si sfugge, rari d'altronde i casi in cui il secondo è a livello o persino migliore del primo..

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  2. Hai ragione, Gaspar Noè o lo si ama o lo si odia. Io ho capito di amarlo perché fino adesso non mi ha mai deluso, eccessivo ed esagerato com'è. Qui, alla parte psichedelica ho preferito la prima parte di interviste molto umana, poi un delirio tra assurdità e bellezza.

    Per il resto con gli horror che stuzzicano ma che devono aspettare il periodo giusto, ho visto solo i candidati agli Oscar entrambi promossi anche da me. Sound of Metal mi ha conquistato con facilità, One night in Miami a poco a poco, capito che da quella stanza non si usciva, che contavano le parole all'azione. Il bello e il rischio di vedere i film a scatola chiusissima.
    Ah, e pure Borat, su cui la pensiamo allo stesso modo ;)

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    1. Ma guarda, una cosa è certa, nonostante tutto vorrò vedere sempre le opere di Noè, è una calamita cinematografica :D
      Gli horror e pure i thriller, quelli migliori che consiglio a te ed a tutti ;)
      Da il titolo non comprendevo, pensavo la musica era invece il suono, con le cuffie è stato ancora più d'effetto per me, e poi la storia che decisamente ti coinvolge...One Night nulla di eclatante, più la situazione che è incredibile che non il film stesso...mentre su Borat difficile aggiungere altro.

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  3. Come sai, per me I see you e Come to daddy (right noooow... over me) partono bene ma proseguono meh. Climax invece l'ho adorato ❤

    Devo vedere L'impero dei cadaveri. Purtroppo i romanzi qui da noi sono introvabili...

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    1. Il "meh" che piace però, personalmente almeno, mentre il Climax è quello che non c'è..
      A me è bastato il film, non eccezionale ma fatto bene ;)

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  4. Un sacco di carne al fuoco per me che, come sai, adoro i thriller e gli horror.
    Quanto al Principe cerca figlio, ho letto recensioni persino più crudeli della tua.
    E no, non c'era proprio bisogno di questo ennesimo sequel mal riuscito.

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    1. Beh sì c'è bella roba in quel genere, potresti divertirti ;)
      Ci credo, potevano decisamente risparmiarselo, sperando che non ne producano altri..

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  5. Ciao Pietro! Ti sei dato a qualche horror, anche a qualche film asiatico... mi sa che non c'è troppa roba del mio genere, però :-(

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    1. Asiatico? Sì uno, la scorsa volta ce n'erano due però...e di tuo genere penso almeno Sound of Metal dovrebbe interessarti ;)

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  6. Di questi ho visto Sound of metal e One night in Miami... entrambi bei film, entrambi con qualche candidatura all'Oscar, nessuno dei due proprio eccezionale, Creepshow devo assolutamente recuperarlo, degli altri ho in lista Climax ma mi pare non ti abbia convinto più di tanto...

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    1. Se Parasite metteva d'accordo tutti, quest'anno è più complicato, proprio perché al livello non c'è nessuno..
      Un film strano Climax, la danza mai stata così elettrizzante come qui, però il punto è un altro, insomma bel casino :D

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    2. Ancora non ho potuto vedere tutti i candidati ma tra le cose viste come dici tu non c'è nulla che colpisca in modo così particolare.

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    3. Sì è vero, ma I See You nel mucchio ha comunque una sua luce ;)

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  7. I see you in lista. Eviterò il resto tranne forse Borat. Perdi mezz'ora con Due estranei, se riesci. Un corto fulminante targato Netflix.

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    1. Borat è più circo mediatico che altro, Sound of Metal merita gli elogi..
      Non riesco a stare dietro ai film figuriamoci ai corti, ma ci penserò ;)

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    2. .. infatti.. il tempo è già quello che è.. se lo bruci pure col Principe.. ahah

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    3. E' stata colpa di mio fratello però :D

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  8. Incredibile che Eddie Murphy continui a fare gli stessi errori che lo portarono a fare i suoi film più mediocri. Senza gente brava a supporto (a partire dal regista, come hai giustamente sottolineato), non va da nessuna parte!

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    1. Diciamo che il suo tempo parrebbe ormai finito, ha già dato, ma non si arrende..

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    2. Ho sentito parlar bene di Dolemite Is My Name, ma non l'ho ancora visto!

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  9. Mi ha colpito molto il voto che hai dato a Creepshow che in genere viene considerato un cult al contrario per quanto venga considerato brutto.
    I see you è piaciuto molto anche a me.

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    1. Probabilmente lo è, il brutto che piace, bisogna comunque mettere in conto che è un film in qualche modo precursore, ed è un merito. E non siamo gli unici, I See You incredibile sorpresa ;)

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    2. Creepshow per me è uno dei migliori film della sua decade, ma con Romero sono di parte! :--D

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    3. Ecco, per me no assolutamente della decade, ma almeno pensiamo bene entrambi di questo "simpatico" film ;)

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  10. Questa volta non ne ho visto uno. E nemmeno lo vedrò.

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  11. Che bello poter condividere simili momenti con tuo fratello. Magari il mio commento è soggettivo, perché io il mio lo sento o lo vedo in videochiamata solo un paio di volte al mese in cui cerchiamo di ricapitolare tutto il tempo perso e forse per questo magari provo nostalgia quando vedo o sento di fratelli che riescono a vedersi di persona con regolarità.
    Fra questi film, ne ho visti solo due, I see you, che ho trovato intrigante e sostenuto e qui concordo con il tuo voto e Borat che sinceramente dopo la delusione del primo, il sequel l'ho visto (se può chiamarsi cosi) mentre svolgevo altre facende in casa. Comunque secondo me questo film non merita la sufficienza perché nonostante fosse realizzato sulla ricetta del manifesto, è pieno di luoghi comuni. Molto meglio il primo.

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    1. Sì è bello, anche se non è stata affatto la prima volta, ed anche se a volte è meglio vederli da soli i film :D
      Mi dispiace per il tuo di fratello, ma l'importante è tenersi in contatto, la tecnologia fortunatamente aiuta ;)

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  12. Mi rendo conto che non avevo finito il ragionamento, in sostanza, non mi sono piaciuti i film Borat ma nonostante questo, ho trovato meglio il primo 😜

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    1. Beh guarda a me non è che sia il contrario, cioè non tanto i film (meglio il primo sì ma di poco), quanto e soprattutto la comicità di Borat non nelle mie corde, di quella di adesso preferisco Checco Zalone ;)

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  13. Anche io guardavo sempre i film con mio fratello, ora che è andato a fare l'università all'estero sento molto la mancanza di quelle serate (in genere con film di animali assassini). Ti dò ragione su Principe Cerca Figlio, nonostante io adori il primo film questo proprio non mi serviva, non ha nessuna ragione per esistere. Tranne il conto in banca di Eddie, immagino...

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    1. I film con gli animali assassini? Forti :D
      Anche Eddie dopotutto deve mangiare..

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  14. sinceramente mi trovo in imbarazzo nella scelta, molte cose mi attraggono più della pellicola, ma il più accattivante per me è" Sound of metal" Lo vedrò..grazie com sempre mo caro Pietro

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    1. Non solo musica ma tanto altro, altro di appassionante e coinvolgente, merita indubbiamente una visione ;)

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  15. Io ho visto solo Creepshow, tra l'altro svariate volte (l'ultima l'Halloween scorso). Sono anche riuscito a recuperare il fumetto originale coi disegni di Bernie Wrightson da cui hanno tratto il film.
    Tra l'altro hanno appena finito di realizzare la seconda stagione della serie TV ispirata a Creepshow. La prima stagione era godibile: promossa...

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    1. La serie non ho ancora visto, dovrei rivedere (forse) anche i sequel prima, comunque è possibile più in là ;)
      Il fumetto? Bello, non mi dispiacerebbe vederlo e/o leggerlo :)

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  16. Anche io ho approfittato della zona rossa per provare Prime Video, scaduto oggi ma appena avrò tempo usufruirò di un'altra prova a nome della mia fidanzata. Il prezzo annuale è conveniente ma penso che in futuro opterò solo per il mensile, per usufruirne solo nei mesi in cui ho più tempo (di certo l'estate, in cui scendo al mare ogni attimo libero, lo eviterei).
    In effetti hai visto tanta roba, il post ti è uscito lunghissimo nonostante lo abbia diviso in due.

    Per Il Principe Cerca Figlio concordo che non se ne sentiva affatto il bisogno ma a me è piaciuto. "il solito "pippone" antipatriarcale è l'unica cosa che stronco di netto, a parte il doppiaggio italiano ma io mi sono rifiutato e l'ho visto in originale coi sottotitoli.

    Sul seguito di Borat, conosci la mia. A ciò che scrivi aggiungo che concordo su una parte di volgarità, ha dato fastidio anche a me che non ho mai problemi (vedi la scena del ballo delle debuttanti), anzi! Le candidature sono esagerate, sì, ma è facile ottenerle quando affronti un tema a favore dei piselli circoncisi (anche se il primo film era stato etichettato come antisemita, pensa che coglioni 😅).

    The Boy 2: a me il primo non ha fatto impazzire, originale il colpo di scena finale ma non mi aveva lasciato nulla (a parte l'interpretazione di Maggie). Sul secondo concordo con tutte le tue riflessioni! La svolta paranormale ci stava, non potevi riproporre il matto nei cunicoli e il chiedermi dove volesse andare a parare mi ha tenuto incollato fino alla fine... purtroppo un finale di merda che mi ha fatto pentire di averlo visto.
    Ah, Kate Holmes per doti recitative secondo me faceva schifo ai tempi di Dawson's Creek, ha fatto schifo in tutti i film a cui a partecipato dopo e fa schifo anche qui, con l'aggiunta che ha avuto un calo che ora pare mia nonna. La signora Ema: "ma è alcolizzata?". Boh, io bevo tanto ma dimostro sempre almeno 10 anni di meno...

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    1. Lunghissimo sì, e aspetta di vedere la seconda parte :D
      Comunque anch'io penso di usufruirne ancora, ma credo più annuale che mensile..
      Coi sottotitoli solo quando non è possibile, altrimenti doppiato, il doppiaggio che qui pessimo non è in ogni caso.
      E' più per esser andato contro Trump comunque secondo me che a favore degli ebrei...per quanto riguarda le scene davvero sì, troppo!
      Cambiare le "regole" comprensibile, sì vabbè, ma a quel punto che l'hanno fatto a fare il sequel? La Holmes invece, resta modesta..

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  17. Lieta che I See You sia piaciuto anche a te, lo sto spammando davvero a tutti, anche a chi non ama particolarmente l'horror!

    Ciò detto, beati voi che potete vedere tutti questi film, porca miseria: con me, zona rossa, nera, gialla o verde non cambia, se riesco a ritagliarmi 20 minuti al giorno per poter vedere un film a pezzi è già tanta manna dal cielo!

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    1. Già, anche se poi horror non è, ma non si sa esattamente cos'è ;)
      Mannaggia, ma arriveranno anche per te momenti migliori cinematograficamente parlando, che poi meglio pochi ma buoni :)

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