Pagine

lunedì 18 marzo 2024

[Games] Videogiochi del periodo (Gennaio/Febbraio 2024)

Una nuova stagione videoludica doveva ancora iniziare (Qui quella del 2023) che io già sapevo a quali titoli giocare in questo 2024, che si prospetta in tal senso scoppiettante, proprio perché molti di quelli (secondo i miei gusti e/o parametri) "selezionati" sono giochi famosi ed intriganti. Un assaggio in questo post, con tre titoli da non sottovalutare. Sempre che riesca, dovrebbero essere a fine anno 19 i titoli giocati, a completarli tutti, cosa non scontata dato che l'abilità personale e la longevità del gioco stesso, può variare dalla media di completamento fissata. Ma ce la metterò tutta per farcela, perché molti dei giochi non vedo l'ora di giocare e finire. E pensare che sono tutti giochi (come frequentemente ricordo) ricevuti gratuitamente nel corso dei mesi od anni scorsi, da Epic Games e Prime Gaming, l'ultimo gioco da me e per me comprato infatti, l'ho acquistato quasi due anni fa, anche se a gennaio scorso ne ho comprato uno, ma per mio fratello, un gioco di strategia, genere di cui sono poco avvezzo. Prediligo altro come si può anche da questo post vedere, giochi che nonostante tutto mi hanno soddisfatto.

The Evil Within - E' chiaro che giocare prima il sequel non renda facile questa recensione, anche perché sono passati pure 10 anni dalla sua uscita, ma bisogna farlo ed io innanzitutto vorrei dire che i due capitoli sono abbastanza diversi tra loro, però ugualmente capaci di convincere, divertire ed intrattenere. Tra i due episodi differenti meccaniche e direzioni, la linearità narrativa del secondo si scontra con la complessità di questo primo, la complessità delle meccaniche del secondo si scontra con la semplicità di questo primo, ma alla fine si equilibrano, rendendosi entrambi gran bei giochi. Già perché The Evil Within è un titolo angosciante e sorprendente, un survival horror "vecchia scuola" che spiazza il giocatore e non fa nulla per metterlo a proprio agio. La totale assenza di punti di riferimento restituisce una sensazione di perenne smarrimento, la ruvida rappresentazione di un gameplay orientato alla pura sopravvivenza tiene alti i livelli di adrenalina per tutta la durata dell'avventura e la frastagliata architettura dei livelli contribuisce a rendere ancora più caotico e illogico un canovaccio narrativo che sembra scritto da un branco di scimmie urlatrici sotto effetto di sostanze psicotrope. In questo senso difficile, se non impossibile, non avvertire un retrogusto di già visto o provato in questa avventura nei baratri più profondi della follia. The Evil Within non è un campione di innovazione per propria natura, e difficile è trovare spunti davvero inediti. L'animo old school si fa sentire in scelte spesso opinabili e in situazioni discutibili. Ma a parte ciò, ed a parte che questo gioco trasuda la visione del papà di Resident Evil in tutta la sua laboriosità, The Evil Within riesce a essere uno shooter piuttosto avvincente, nelle sue 20 ore necessarie per portarlo a termine. Rispetto al secondo è più intenso (non mi ha mai stancato riuscendo ad incuriosirmi ora dopo ora), ma anche più impegnativo, forse troppo, soprattutto in certi frangenti (tanto che ho dovuto chiedere aiuto in certi complicati punti), in ogni caso e nel suo complesso un gioco riuscito. Un gioco cupo, esistenziale, efferato nella sua brutalità, che turba e inquieta il giocatore, un gioco grottesco, malato e malefico, un horror senza compromessi che magneticamente non ti lascia. Eppure, nonostante le diverse frecce al suo arco, The Evil Within è lontano dall'essere un titolo impeccabile. Purtroppo il comparto grafico e i tempi di caricamento alle volte eccessivi, e poi la narrazione, forse troppo enigmatica e con una messa in scena che non esalta il dramma interiore dei personaggi come altri esponenti del genere, non fanno volare il gioco dove avrebbe dovuto. The Evil Within non centra totalmente il suo scopo e, pur rivelandosi comunque un titolo di valore, la sensazione generale è quella di essere davanti a un prodotto che poteva essere molto più convincente con maggiore attenzione su tutti gli aspetti critici. Ma a volte ci si può pure accontentare, poiché alcuni momenti memorabili non mancano e l'atmosfera che si respira è di quelle forti che coinvolgono. Voto: 7+
Assassin's Creed: Syndicate - Quasi un trauma tornare indietro, ma complice un regalo inaspettato mi sono messo a giocare all'ultimo episodio con la struttura classica, prima del nuovo corso accaduto con Origins. Giocarci dopo infatti non è stato facile, proprio perché le nuove "modifiche" hanno risolto finalmente alcuni problemi, e rivedere gli errori già commessi in Rogue riproposti anche con questo Syndicate, anche in maniera più netta, è stato deludente nonché sfiancante. In primis bisogna tuttavia dire che Syndicate è il classico AC che eccelle nell'ambientazione e pecca in quasi tutto il resto (comprese troppe cose secondarie da fare che danno l'impressione di essere messe lì per allungare inutilmente la durata del gioco), ma rispetto al precedente od ai precedenti, peggiore è sia la trama, sempliciotta e piatta nonché ripetitiva nel corso delle missioni, anche se bella l'idea dei gemelli assassini ma sarebbe stato ancora più bello se le abilità fossero completamente diverse (e se ci fosse stato un qualsivoglia approfondimento), sia il gameplay, bella l'idea del rampino ma i comandi sempre (ancor di più) odiosi, come nel caso di tre pulsanti insieme per una singola azione (e comunque guidar carrozze anche no). Un passo avanti e due passi indietro insomma, per questo nono capitolo ambientato in una splendida Londra vittoriana. Ecco, partendo dal fatto che l'ambientazione mi ispirava e mi è piaciuta tantissimo, bella Londra e con questo gioco un po' me la sono potuto gustare, specialmente è stato bello rivivere questo periodo storico, penso ormai sia questo il senso di un AC, ma per il resto tutto come prima, anzi peggio. Tecnicamente parlando il gioco è ottimo, però nessun guizzo interessante, i difetti cronici raggiungono il loro apice. Tirando le somme il gioco tuttavia non mi è dispiaciuto e sufficientemente divertito, soprattutto da amante della saga, ma la narrazione della trama mi ha deluso molto (la storia non è neanche cosi male, se non fosse che termina con un nulla di fatto), per fortuna dopo è arrivato Origins. Voto: 6

Blacksad: Under The Skin - Efficace ed interessante sono i termini per descrivere Blacksad: Under the Skin. Nonostante il ritmo volutamente lento, la grafica un po' ferma agli inizi anni 2000 e alcune incoerenze stilistiche non proprio fedeli agli anni '50 in chiave noir, il gioco ne esce complessivamente bene. La storia, come tutta la meccanica investigativa, interrogatori compresi, è il punto di forza assoluto. Blacksad: Under the Skin funziona, ed è un solido gioco poliziesco, con la brillante trovata di poter "modellare" il comportamento del protagonista in base alle scelte che verranno compiute durante la storia. Immergersi nell'America pelosa (simil Zootropolis) di Blacksad, accompagnati dalle note jazz e impegnati a ragionare su prove e indizi, è stato molto divertente. I personaggi accattivanti, la storia non banale e i sottotitoli in Italiano (mentre il voice-over rimane in Inglese) contribuiscono a rendere le indagini molto piacevoli. Peccato soltanto per una realizzazione tecnica non all'altezza rispetto al tutto il resto (la longevità sufficiente, quel che basta giusto per finire il gioco), che però non inficia l'esperienza di gioco, un videogioco non perfetto e, per certi versi, anche fin troppo guidato (quick time event poco efficaci). Però la storia raccontata (stimolante e ricca di colpi di scena) è molto interessante e non è facile dipanare la matassa di bugie e inganni legati a quello che in apparenza è solo un suicidio fino a che non si arriva all'inaspettato finale. E a parte qualche problema legato perlopiù al comparto audio, si tratta in conclusione di un titolo apprezzabile per i fan del fumetto (omonimo di cui si basa) o da chi adora questo genere di storie (io infatti ho apprezzato). Un'avventura grafica in terza persona piacevole, ma anche elegante, pregevole e autoriale sotto vari aspetti, un titolo senza troppi giri di parole bello. Gli sviluppatori sono riusciti a trovare un giusto equilibrio tra una narrazione lineare e meccaniche interattive, mettendo il giocatore in condizione non solo di godersi una bella storia, ma anche di sentirsi parte integrante di essa. Voto: 6,5

2 commenti:

  1. Ma come sei stato cattivo con TEW 😝
    Per me capolavoro invecchiato benissimo. Un titolo che abbiamo giocato praticamente contemporaneamente, solo che io aspetto a parlarne perché sto provando a platinarlo (devo finirlo ancora un paio di volte e l'ho accantonato, sto facendo la speed run completandolo in meno di 5 ore e poi toccherà a livello difficoltà estremo, Akumu 😱).
    Però concordo sui caricamenti lenti 😵
    Ovviamente io pratico sempre lo stealth, se possibile e non ho amato molto i momenti troppo action e shooter ma è un gusto personale.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. In qualche punto estrema difficoltà per me, e non è bello quando è quasi impossibile, mettiamoci qualche piccolo bug ed ecco perché quel voto, comunque lusinghiero, anche perché indubbio il valore del gioco ;)

      Elimina