Tema e genere: Pascal Laugier firma una pellicola che esplora la dicotomia tra reale e finzione. Una pellicola che va al di là del suo essere un film dell'orrore. Qui il cliché trito e ritrito della bambola horror acquisisce un senso nuovo e diverso. Vedere per credere.
Trama: Pauline e le sue figlie adolescenti, Beth e Vera, ricevono in eredità una vecchia villa piena di cimeli e bambole antiche che rendono l'atmosfera casalinga tetra e inquietante. Durante la notte, due intrusi penetrano nella casa e prendono in ostaggio le ragazze. Tuttavia, ridotte in fin di vita riescono a salvarsi. Sedici anni dopo, Beth, diventata una scrittrice di successo ritorna in quella casa (dove abitano ora la madre e la sorella) per assicurarsi che tutto vada bene. Sembrerebbe di sì, pian piano però Beth scopre che le cose non sono propri così come appaiono e presto prenderà contatto con una terribile realtà.
Recensione: Ad Halloween si sa gli horror vanno per la maggiore, è consuetudine poi che si debba vedere uno a tema per la notte delle streghe (ambientato in quel giorno), ma ho già visto negli ultimi mesi l'undicesimo capitolo della saga di Michael Myers (qui la recensione) ed anche quella specie di sequel/spin-off di Piccoli Brividi (qui la recensione), ho optato quindi sì per un horror, però per uno non a tema. Ho optato e visto infatti (a dispetto del titolo internazionale e non) un horror (portato in italia da Midnight Factory, l'etichetta tutta italiana specializzata proprio nel settore horror) genuino e senza inutili fronzoli paranormali (comunque perfetto per Halloween, oltretutto riuscito e di buon livello). La casa delle bambole (il "Movies for Halloween" di quest'anno, qui il precedente) è difatti un film molto "fisico" ed anche psicologico. In Ghostland ci sono tanti scontri, tante urla, Jumpscare quanto bastano e rumori sinistri a suggerirti che il mostro è proprio alle tue spalle. E' anche un film molto claustrofobico, perché ad esclusione di alcune scene la maggior parte del set è proprio all'interno di una casa resa inquietante dalle centinaia di occhi che continuamente sembrano osservare le protagoniste della pellicola. Una pellicola che per essere un horror ha un inizio piuttosto scolastico, ma che poi prende altre strade e si rivela tutt'altro. Il francese Pascal Laugier è l'autore di un horror di cui si è parlato tanto e continua a far rumore anche a distanza di un decennio, quel Martyrs (visto tuttavia solamente pochissimo tempo fa, qui la recensione) che metteva in scena sadicamente la voracità delle generazioni più anziane nello sfruttare le carni e le menti dei più giovani. Ma ecco che dopo aver diretto nel 2012 il più convenzionale thriller drammatico I bambini di Cold Rock, egli torni a girare un horror. E sempre nel campo dello sfruttamento di giovani corpi (ancora una volta due corpi femminili, in questo caso due sorelle) ci si muove: solo che in La casa delle bambole - Ghostland il terreno su cui si sceglie di giocare è quello degli stereotipi del cinema e della cultura orrorifica americana, a partire dal continuo riferimento a H. P. Lovecraft. Beth, infatti, che sviene alla sola vista del sangue, vorrebbe diventare una scrittrice horror, Vera, invece, è più radicata nella realtà (da qui il suo nome), ha un ragazzo, delle normali aspirazioni per il suo futuro e un innato senso di ribellione nei confronti della madre, da lei accusata di preferire l'altra sorella.