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martedì 17 maggio 2022

[Cinema] Speciale Premi Oscar 2022

Inizialmente doveva esserci oggi lo speciale omaggio, in occasione del suo settantesimo compleanno (che cadeva tuttavia sabato scorso), a Robert Zemeckis, dato che della sua filmografia me ne mancavano solamente due, ma purtroppo non ho trovato il suo film esordio (1964 - Allarme a N.Y. arrivano i Beatles!) ed ho dovuto rinunciare, per ora almeno, ma in ogni caso l'altro che mancava ho già visto (La fantastica sfida) e due rivedrò nel corso di quest'anno (uno peraltro ci sarà nel listone di questo mese). Così ne ho approfittato (annunciandolo peraltro a fine Marzo) per fare uno speciale sulla 94ª edizione dei premi Oscar, uno speciale che avevo da quest'anno abolito, lo ripropongo, però con diverse modalità e finalità. Infatti se lo scopo era commentare i film premiati con le mie personali considerazioni, conscio d'averne peraltro visti giusto una manciata, stavolta ecco un mini listone di recensioni di ben 8 film candidati e/o premiati recentemente visti. Visti grazie a Disney Plus e Sky, da quest'ultimo tra l'altro l'occasione era di vederne anche un altro in più, difatti Spider-Man: No Way Home potevo vedere a 0,99 centesimi, ma ho declinato l'offerta. Dopotutto spendo già quasi 100 euro al mese per i miei abbonamenti, tra Fibra, DAZN, Sky (comprendente Netflix) e Prime (più Disney Plus che tuttavia e fortunatamente non pago), che spendere anche solo un euro in più non era giustificato. Presumibilmente nel corso dell'anno sarà incluso nell'abbonamento, per cui inutile avere fretta, come questo anche tutti gli altri, e al momento dei principali 34 ne restano 12 (tra l'altro dagli scorsi Oscar ne rimangono ancora 5), certamente vedrò, e a tempo debito. Nel frattempo ecco com'è andata con questa tranche cinematografica legata all'Academy.

La persona peggiore del mondo (Romantico/Dramma 2021) - Questo film sembra tante cose insieme: commedia romantica, film quasi comico (in certi momenti soprattutto all'inizio), film drammatico, non riesci a dargli una definizione, ma certamente è un film riuscito, frutto di una sceneggiatura originale e brillante che racconta in maniera originale le vicissitudini amorose di una ragazza Norvegese senza istinto materno. In questo senso il film di Joachim Trier (già visto all'opera con l'interessante Thelma) fa centro nel dipingere l'inconsistenza e l'indecisione del giovane di oggi, in rapporto anche a un contesto che toglie sempre più spazio ai "vecchi" e alle loro abitudini. Un bel lavoro di scrittura e di regia, elegantemente diviso in piccoli capitoli (programmaticamente) senza fulcro e un po' asciutto di emozioni e sensazioni. Viene un po' il dubbio che l'hype da Oscar e il battage pubblicitario ne abbiano esagerato le potenzialità, tuttavia buon film, anche perché a contornare il tutto un'ambientazione azzeccata, con una società scandinava perfetta di cui ti viene voglia di scoprire i meccanismi più segreti e dei personaggi secondari perfettamente delineati (paradossalmente anche meglio della protagonista) che fanno ridere e commuovere per la loro umanità. Brava comunque la Renate Reinsve (vincitrice a Cannes 2021, dove il film è stato presentato, di un premio) nelle sue trasformazioni emotive e onesto il suo ruolo senza scadere in provocazione libertaria. Nel complesso un film particolare da non sottovalutare, ma che l'Oscar difficilmente poteva vincere. Voto: 6,5
 
La fiera delle illusioni - Nightmare Alley (Dramma/Thriller 2021) - C'era una certa fremente attesa per il ritorno in regia del messicano Guillermo Del Toro, dopo il successo ed i premi de La forma dell'acqua del 2017, e purtroppo questo suo film (remake dell'omonimo noir di Edmund Goulding) parzialmente le delude. Non posso fare paragoni con l'originale del '47 perché non l'ho visto ma il film di Del Toro è come un viaggio sulle montagne russe tra alti e bassi. Se tecnicamente e visivamente egli sa infatti mettere in piedi uno spettacolo per gli occhi, dal punto di vista narrativo paga pegno ad una certa discontinuità e prevedibilità delle situazioni. La parte iniziale, con il circo e i suoi strambi occupanti (non a caso perfettamente a fuoco con l'estetica del regista), pare più frizzante e coinvolgente, con in prima linea Willem Dafoe, Toni Collette e il primo Bradley Cooper versione ruspante. Con il prosieguo, il trasferimento nelle atmosfere sciccose newyorchesi e il Bradley Cooper in chiave decisamente più noir e tragica, la storia perde mordente e appare tirata per le lunghe. Il gioco va difatti per le lunghe e le due ore e mezza di durata si fanno sentire. Alla fine i pregi superano i difetti questo è certo, ma mi aspettavo comunque qualcosa di più perché il materiale messo a disposizione era davvero interessante, e qualche taglio avrebbe sicuramente giovato, con tutto il rispetto per la sempre fantastica Cate Blanchett. Al di là di tutto il film sembra infatti a più riprese sfilacciato, come se i rapporti tra i personaggi non riuscissero a consolidarsi col passare del tempo. Anche le scene più drammatiche, di conseguenza, appaiono riuscite solo a metà. A colpire, invece, è senza ombra di dubbio l'atmosfera, e il beffardo finale. Non male, ma neanche tanto bene. Voto: 6
CODA - I segni del cuore (Dramma/Commedia 2021) - Questo è un film che si potrebbe etichettare sbrigativamente con l'aggettivo "carino", è fatto per scaldare il cuore e fare versare qualche lacrimuccia e ci riesce con discreto mestiere, ma se non fosse stato per i premi ricevuti (ne ha vinti tre) credo che non l'avrei sicuramente selezionato per una visione. Anche perché l'originale, I segni del cuore è infatti il remake (americano) de La famiglia Bélier, film del 2014 diretto da Éric Lartigau, mi era piaciuto tanto e non aveva di certo bisogno di essere "rigirato", già perché nonostante qualche cambio rispetto all'originale (dall'ambientazione rurale si passa a una cittadina che vive di pesca, il personaggio del fratello è qui più grande) rispecchia quasi pedissequamente le scene madri non aggiungendo alcunché di veramente memorabile, anzi, inferiore anche per la mancanza di momenti comici che ravvivavano il film orgogliosamente francese. Rimangono la potenza del messaggio sulla diversità e la bravura del cast (qui composto prevalentemente da attori senza udito, non lo è Emilia Jones, ma brava anche lei, anzi, la si apprezza particolarmente), ma è troppo poco per essersi meritato l'Oscar al miglior film (un film appunto carino, ma niente di più). E non lo meritava di certo l'originale per dire (all'epoca snobbato), ma sappiamo già che l'Academy a conto suo va, e che la non originalità premiata va, la qualità invece, di no mi sa. Voto: 6+
 
West Side Story (Romantico/Dramma/Musical 2021) - Non ho mai fatto mistero della mia avversione ai musical (non è questa la prima volta e non sarà l'ultima), ma al di là di questo io non ho problemi se un film è girato bene, tanto che ho amato la rivisitazione moderna del genere in La La Land. West Side Story, ad una prima visione per me è (solo) un bel film. Non è infatti al livello di quel gioiello, ma pur con le sue variazioni tutto il film è un valido remake che non impallidisce di fronte all'originale, e che non solo rende omaggio al calco originale, ma anche soprattutto al cinema di quell'epoca. A proposito dell'originale, dello suddetto ricordo prevalentemente alcune immortali canzoni, qui rivisitate in maniera eccelsa, come eccelsi sono i costumi, le scenografie e coreografie. La regia stessa di Steven Spielberg è sempre precisa e non è semplice per un 70enne che per la prima volta affronta il genere/musical, ma solo lui poteva cimentarsi nell'impresa del remake del più classico e celebre dei musical, lui il "cantore" per eccellenza del cinema americano. Remake ma con ambientazione sempre negli anni del film originale, quasi a sottolineare che i problemi di integrazione e razzismo sono sempre un prerogativa tipicamente americana, ieri come oggi. Sotto questo punto di vista tali tematiche sono ancora più messe in evidenza in questo remake dove corre sottile l'equilibrio fra inclusione del sogno o essere trattato come spazzatura. Al netto di qualche variazione stilistica non imprescindibile, il risultato è infatti discretamente soddisfacente, fatta salva ovviamente la mancanza di originalità dell'operazione. Si tratta nel complesso di uno spettacolo visivamente appagante, con un'ambientazione metropolitana affascinante, performance musicali eccellenti e un'ottima prova del cast, un cast che non abbisogna di nomi altisonanti per funzionare (il premio Oscar ad Ariana DeBose lo conferma). Tutto è davvero ben fatto, e le due ore e mezza scorrono via piacevolmente. Non sarà un capolavoro, ma questo era il remake (nell'anno con più operazioni di questo genere) che più statuette meritava, in ogni caso buonissimo film, utile per fare conoscere un classico alle giovani generazioni (che forse come me non ha mai visto). Voto: 7
 
Madres paralelas (Dramma 2021) - Ci sono fondamentalmente due sottotrame in questo film. Quella minore non è sviluppata adeguatamente. Quella principale magari centra in parte la componente psicologica, ma utilizza dispositivi già abusati, oppure forzati e poco rilevanti, ma certamente prevedibili. Film quindi sottotono questo di Pedro Almodóvar, che non c'entra del tutto il bersaglio (sicuramente meno che in Dolor y gloria). Egli che ha i sui fans che digeriscono e amano tutto quello che fa. Io, pur non essendo fra questi, ne riconosco il talento e non perdo nessuna delle sue pellicole. Questo Madres Paralelas aveva tutti i presupposti per destare la mia attenzione, l'incrocio fra un dramma personale con il ricordo di un pezzo di storia drammatica spagnola. Purtroppo l'aspettativa è stata parzialmente delusa. Ha prevalso l'esercizio stilistico, con attrici perfettamente messe in scena (si parla di Penélope Cruz e Milena Smit, anche se nel caso della prima mi è sembrata esagerata la candidatura agli Oscar), il senso dei due drammi emerge in tutto la sua prorompenza, peccato che il tutto non sembra avere un senso compiuto. La complicità dei fatti è una forzatura e seppure col cuore in mano (perché il film è denso di emozioni) alla fine prevalgono i dubbi. In sostanza un film slegato, seppure con temi forti che il regista spagnolo ci mette davanti: la maternità, la morte di un figlio scambiato, una famiglia disgregata, il valore del ricordo, la dignità dei morti, lo sfogo saffico. Ma a parte questo la storia non appassiona come dovrebbe, il film si dimentica in fretta. Voto: 5,5
Drive My Car (Dramma 2021) - Conoscere l'opera dello scrittore russo Anton Pavlovic Chekov (Zio Vanja) avrebbe certamente aiutato ad apprezzare (nel mio caso ancora di più) Drive my car del giapponese Hamaguchi Ryusuke, che comunque sa accendere la sfera emotiva con discreta sensibilità, senza mai cercare sentimentalismi d'accatto che sarebbero anche fin troppo facili per un film del genere. Un film seppur volutamente arido nella rappresentazione dei sentimenti, e con alcune digressioni superflue, riflessivo e malinconico ma anche rasserenante grazie al calore d'un abbraccio. Drive my car (adattamento cinematografico dell'omonimo racconto di Haruki Murakami) inizia con un lunghissimo prologo, quasi quaranta minuti, dopo i quali partono i titoli di testa. E' importante perché il film è tutto un gioco di rimandi in cui il teatro è anche rappresentazione del reale. Due esistenze alle prese con i propri rimorsi, di una moglie e di una madre che forse potevano essere salvate. L'auto diventa il luogo comune dove le riflessioni dell'attore/regista condivide il suo sguardo con la sua autista, entrambi con un passato che li tiene prigionieri del proprio dolore. Personalmente non lo avrei portato avanti per 3 ore, poiché i concetti espressi potevano essere spiegati in modo più dinamico e più fluido. A parte questo piccolo appunto sulla durata, devo riconoscere però a Drive my car una certa capacità di rendersi appetibile, coinvolgendo lo spettatore con una storia ben calibrata tra sentimenti e rimpianto esistenziale, tra orgoglio e amoralità, espressi in maniera sobria, malinconica e allo stesso tempo con serena accettazione. Buona la regia e la prova del cast (in cui posso solo "riconoscere" il Masaki Okada di Confessions, altro buonissimo lungometraggio), abili nel mettere gli accenti giusti in una storia garbata e intima. Sicuramente non capolavoro, ma un film ben fatto, che l'Oscar ha meritato. Voto: 7
 
Quattro buone giornate (Dramma 2020) - L'inferno della tossicodipendenza e rapporto madre/figlia. Il film si fonda sull'interpretazione delle due attrici e l'affiatamento fra la Glenn Close e la Mila Kunis è molto buono. Il tossico dipendente è una bomba ad orologeria pronta ad esplodere in qualsiasi momento e siamo sempre sul sottile confine tra volontà di uscire dal tunnel e tentativo manipolatorio della figlia nei confronti della madre. La storia è già rivista, ma tutto sommato ben raccontata ed attenta nel non scivolare nel retorico o nello straziante in maniera gratuita. Per quanto sorretto da struttura piuttosto convenzionale, non dissimile a prodotti mediamente televisivi un po' usa e getta, Quattro buone giornate ha infatti il merito di essere sorretto da una sceneggiatura che evita facili ricatti melodrammatici, attenendosi ad un realismo che riesce a focalizzare piuttosto verosimilmente l'incubo di una dipendenza che genera derive esistenziali difficilmente dirimibili. Rodrigo Garcia (che ha già usufruito del talento della grande diva altre volte e in diverse forme e vesti) dirige con professionalità un film che non brilla per qualità tecniche particolarmente evidenti, un film a tratti intenso e coinvolgente, anche se più spesso frenato da eccessiva verbosità su questioni marginali. Un film nella media e certamente interessante (non mancano comunque le forzature) ma che se non fosse stato nominato agli Oscar (peraltro per la canzone originale, neanche poi così tanto eccezionale) non avrei sicuramente visto, dopotutto di memorabile non c'è praticamente niente. Voto: 6
 
Gli occhi di Tammy Faye (Biografico/Dramma 2021) - Ascesa e caduta di una celebre coppia di telepredicatori americani. Un fenomeno quasi sconosciuto da noi, che il film aiuta senz'altro a comprendere meglio. Sebbene la narrazione sia abbastanza tradizionale e la regia (di Michael Showalter) non denoti una grande personalità (il suo The Big Sick funzionava decisamente meglio), il film si avvale di un'eccellente ricostruzione ambientale e di ottime scelte di casting. Lodata la prova della Jessica Chastain (premiata con l'Oscar), va sottolineata almeno la prova di altri due attori, Cherry Jones e soprattutto Andrew Garfield, che cesella con minuziosa cura i termini di un personaggio che si dimostra, quello sì e al contrario della consorte un po' ingenua, un po' aliena, davvero rivoltante e spietato come il più pericoloso dei rettili. Anche se, malgrado le ottime interpretazioni di costoro il film non regala momenti indimenticabili, tutto è prevedibile e convenzionale. La durata si fa sentire, si è ripetitivi e la sceneggiatura non riesce a dare una vera spiegazione sulla natura di alcuni gesti dei protagonisti. Tutto rimane vago e il film viene presto dimenticato, peccato, poteva essere migliore. Infatti, a parte la Chastain, gonfia di viso come un tacchino riempito per la festa, col suo trucco scientemente posticcio non meno di quello "aggrappato" alla sagoma del vero personaggio di Tammy (basta questo per due Oscar in uno), che vale tutto il film, il suddetto non presenta altri motivi di entusiasmo né pregi artistici di sorta per elevarsi ad opera di rilievo. Voto: 5,5

17 commenti:

  1. "La fiera delle illusioni" lo vedrò di certo. Mi piace Del Toro e quindi vorrei vederlo con i miei occhi.
    Io cmq sono una di quelle persone che non ha troppo amato La forme dell'acqua quindi chissà... nei miei controsensi potrei trovare in questo ultimo film qualcosa che mi colpisca! :p

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    1. Ahia, mi ferisci così, ma lo spero, anche perché a Guillermo sempre bene si vuole ;)

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  2. Bocciatissimo Drive my car, rispetto ai tuoi voti. Coda non un remake ma una copia sfacciata.. anche da West side story mi aspettavo di più.. La fiera in lista (anche io ho delle priorità..ahah)

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    1. E molta fuffa anche Madres paralelas

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    2. Sapevo che avremmo avuto una differente visione di vedute già prima, tuttavia a parte Coda, che comunque non mi è dispiaciuto soprattutto perché copia dell'originale, sono due film che mi hanno preso, al contrario degli altri, quindi personalmente giusto così. In ogni caso c'è effettivamente ben poco in Madres...un po' come in Nightmare Alley, ma poi mi saprai dire.

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  3. Non ne conosco nemmeno uno, ma guarderò "La persona peggiore del mondo" quando passerà in tv.

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    1. Ma chissà quando però, che in tv ormai raramente li mandano..

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  4. Io sono tra quelli che ama alla follia Del Toro, quindi inutile chiedermi quale film sceglierei se dovessi o potessi vederne solo uno tra quelli che hai presentato oggi.

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    1. Per me il precedente è comunque uno dei suoi migliori, ma questo purtroppo no.

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  5. Onestamente mi attrae poco della tua lista, non c'è qualcosa che mi interessi davvero.

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    1. Davvero davvero? Eppure c'è l'imbarazzo della scelta, però dai ci sta.

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  6. Eh, non ho visto nessuno di questi film...
    Ieri sera però ho visto il Willy's Wonderland di cui abbiamo discusso in precedenza... Che dire? Un filmaccio scemo, che però alla fine mi ha divertito, nonostante la progressiva implausibilità del tutto. Del resto ho visto film molto più quotati che non mi hanno fatto per niente impazzire, questo non mi è dispiaciuto (ovviamente senza prenderlo sul serio, eh!)

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    1. Difficile prendere sul serio sì, ma alla fine offre intrattenimento che altri neanche riescono ad offrire.

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  7. Condivido il tuo pensiero per quanto riguarda West Side Story, la fiera delle illusioni e madre paralelas. Nonostante non credo che le rivedrò, la recitazione di Penelope Cruz in certi momenti mi ha toccato. Gli altri non gli ho ancora visti però l'unico che m'incuriosisce è Drive my car.

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    1. Non a livello di altre migliori per la Cruz però.
      Quando lo vedi vorrei certamente conoscere il tuo pensiero/giudizio ;)

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  8. Non avevo idea che Zemeckis fosse così vecchio!
    Spendi 100 euro al mese per gli abbonamenti? Ma sei pazzo! Io 27 di Fastweb e 15 (30) diviso con Fabrizio per DAZN, Disney+, Infinity e Netflix e già mi sembra esagerato perché li sfrutto poche ore al mese... appena finisce l'offerta annuale torno a scaricare illegalmente! Lo streaming serve solo per le vecchie serie che non si trovano in download pirata.

    Dei film di cui hai parlato non ne conosco uno, non mi è capitato manco per sbaglio di intravederne uno e non penso che ne guarderò mai uno, non fanno per me. In caso contrario, come sai, ripasserò a commentarti 😉

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    1. Beh, gli anni passano per tutti, anche per i maestri del cinema ;)
      Ma io li sfrutto ogni giorno, con Sky poi è tutto più comodo, sono le partite che mi fregano e DAZN maledetto...
      Effettivamente no, però il noir di Del Toro potresti almeno provare :)

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