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giovedì 26 marzo 2020

Le serie tv del mese (Marzo 2020)

Ci sono serie che vedi alcune puntate ma che poi puoi anche non giudicare, anche perché se non la vedi nella sua interezza è pure complicato farlo, e poi ci sono serie che vedi da anni ed a cui non rinunceresti per niente al mondo, che per quanto offrano solo puro e semplice intrattenimento non puoi non vedere, però oggettivamente giudicare è complicato. Parlo di NCIS, perché nonostante io abbia recensito le scorse stagioni (la 13a e prima ancora la 12a), ora non mi sento in grado di pronunciarmi. Quello posso certamente dire è che è stata una stagione in linea con le precedenti, con casi criminosi avvincenti ed indagini che sviscerando nel passato, hanno permesso di scoprire qualcosa in più su tutti i membri della squadra. A proposito di squadra, ben due nuove reclute hanno rimpiazzato l'agente speciale DiNozzo dopo l'abbandono avvenuto lo scorso anno, e proprio questi due (un uomo ed una donna) hanno vivacizzato la 14a stagione di uno show che non chiude i battenti, anzi, raddoppia ancora ed ancora. Pian piano mi metterò in pari, nel frattempo che ciò avvenga, vedrò, ed ho visto, com'è ovvio, tante altre serie, per l'appunto ecco quelle che ho visto in questo turbolento mese di marzo.

The Deuce (3a stagione) - HIV e VHS, dietro questi due acronimi c'è la terza ed ultima stagione di The Deuce - La via del porno, la serie tv HBO con protagonisti James Franco (nel doppio ruolo dei gemelli Vincent e Frankie Martino) e Maggie Gyllenhaal (Eileen "Candy" Merrell, ex prostituta ormai pienamente emancipatasi come pornografa), entrambi coinvolti inoltre come produttori. Si chiudono le fila di un'epoca irripetibile, di tragedie e grandi ambizioni, di fiumi di soldi che vengono sostituiti da altrettanti fiumi di soldi. La città si sta trasformando, i personaggi si evolvono a volte adeguandosi ai nuovi tempi altri ne vengono travolti. C'è la disgregazione di una comunità e la trasformazione fisica di un territorio. La nuova mafia che prende il posto della vecchia, il formato video che mette in cantina la pellicola, l'AIDS che miete vittime. The Deuce 3 ci porta pienamente negli anni '80, coi personaggi principali ormai all'apice della loro "carriera" e che devono fare i conti con le loro scelte. Scelte che catapultano tutti i personaggi in una parabola discendente, trasportando ognuno nel turbine dei propri problemi esistenziali e distruggendo l'aureo mondo costruitosi, come visto nelle precedenti stagioni. Una stagione finale molto buona (densa di storie, al plurale, quanto le precedenti, qui la recensione della season two), attenta alla ricostruzione scenografica (e musicale, con una nuova sigla nella sua sonorità decisamente azzeccata) che tende a rendere realistico un mondo ormai scomparso. The Deuce non avrà avuto quel successo che meritava, ma è una serie di tutto rispetto, tra realismo della messa in scena e sviluppo dei personaggi (nonostante solamente alcuni siano stati degnamente "approfonditi" per il finale, però tutti benissimo interpretati, oltre Franco e alla Gyllenhaal, Emily Meade, Chris Coy e Margarita Levieva si sono caratterizzati per prove attoriali importanti, capaci di trasmettere il peso dei loro rispettivi personaggi, anche le parti minori, come quella di Michael Gandolfini, sono state di un certo livello). Anche questa stagione regala dei buoni momenti e molto bella e malinconica la coda finale del 2019. Un fantasma "vivo" che ritorna negli stessi posti ad oltre trent'anni e vede i fantasmi di quell'epoca. Ed è perciò una stagione che chiude degnamente il tutto, che nonostante gli immancabili difetti (e il politicamente corretto), si fa decisamente valere. I creatori David Simon e George Pelecanos sono stati infatti attenti a bilanciare e a mettere qualità in ogni singolo pezzo produttivo di The Deuce e si sono affidati a regie capaci di trasmettere e far respirare a pieno l'atmosfera degli anni Settanta (un po' meno quelle degli anni Ottanta), e di far rivivere con grandi scenari e ambientazioni, un'epoca irripetibile della storia di New York e della nostra contemporaneità. Voto: 7

8 giorni alla fine (Miniserie) - Se dovessi riassumere a caldo quello che mi ha dato e detto questa serie risponderei dicendo che è una serie pomposa, finto intellettuale, infarcita di incomprensibili sottintesi e accadimenti assurdi raccontati con uno stile inappropriatamente trash. Troppa gente, troppo scema e che purtroppo pare si salverà. Poi riflettendoci, e pensando che forse così tanto assurdo il tutto non è, basta vedere questi ultimi tempi, dove la gente è alquanto scema per davvero, per accorgersi appunto che credibile è il contesto, che forse quello che i protagonisti fanno per sopravvivere all'Apocalisse è pure comprensibile. In questo senso, cosa faresti se ti rimanessero solo otto giorni da vivere? È questo infatti l'interrogativo che ci viene proposto nella serie tv tedesca originale Sky, che è andata in onda a settembre scorso su Sky Atlantic. La serie difatti, creata da Rafael Parente e Peter Kocyla per la regia di Stefan Ruzowitzky, racconta proprio gli otto giorni che precedono l'impatto con l'asteroide Horus, un gigantesco meteorite che si dirige verso la Terra a una velocità di 30mila km/h. Otto episodi (ognuno dei quali ci porta di un giorno più vicini all'impatto) nei quali si intrecciano le vite di diversi personaggi (ma soprattutto di una normale famiglia di Berlino), tutti accomunati dal desiderio di sfuggire a una catastrofe annunciata, c'è chi sfrutta il potere del proprio status, chi intraprende pericolosi viaggi illegali e chi, semplicemente, attende il sopraggiungere della fine. Ecco, in questo senso 8 giorni alla fine è bravo a riportare in maniera efficace l'immagine di una società in preda al caos, con tutte le dinamiche (tutte) e le sfumature (tutte) che ne derivano. La narrazione piena di avvenimenti, però, gioca a sfavore della caratterizzazione dei personaggi che vengono tratteggiati solo in maniera superficiale, soprattutto quando si tratta di indagare le motivazioni dietro alle loro scelte. Ed è così che tuttavia vediamo semplicemente (nonostante l'efficacia) le solite pantomime (che non siano già state viste) di gente che sbarella (scema la madre, la figlia e pure la sorella). Gente che si comporta in modo egoistico (i politici in primis), sadico (gli psicopatici in primis) e frivolo (i giovani in primis), anche compassionevole certo, ma in questo caso con persone che in un disadattato (che crede di essere il nuovo Messia) cercano la via dell'illuminazione. A livello tecnico la serie non eccelle in modo particolare, soprattutto nella regia, infatti le riprese apparentemente non troppo curate e talvolta "traballanti" sembrano rispecchiare una tecnica ingenua. Va bene che è funzionale al realismo che la serie vuole esprimere, ma si poteva fare meglio. A proposito di realismo, bisogna oggettivamente dire che soddisfacenti sono le performance degli interpreti, giovani e adulti, che sanno trasmettere in modo credibile le complesse emozioni di chi si trova in una situazione drastica (tra gli attori nessuno conosciuto, a parte Nora Waldstätten di Mondo senza fine). Tra i pregi anche il ritmo, serrato e ben scandito, e la colonna sonora artistica di David Reichelt, che già dalla sigla d'apertura dona quel tocco inquietante e apocalittico come l'atmosfera richiede. Peccato che l'inquietudine lasci spazio ad altro abbastanza presto, che la componente "esplorazione della natura umana" non riesca ad essere emotivamente impattante. Perché va bene che 8 giorni alla fine va oltre i classici prodotti disfattisti ad alta tensione, però decisamente migliore era la pellicola These Final Hours, che consiglio invece di vedere al posto di questa miniserie, che potrebbe incredibilmente non concludersi (non sia mai) con questi soli 8 episodi. Voto: 5,5
Riverdale (3a stagione) - Non c'è pace a Riverdale (o Eldirvare), perché dopo la cattura del feroce Black Hood, un nuovo antagonista entra in scena per terrorizzare, con le sue sembianze sovrannaturali, i nostri affezionati eroi, eroi (4, sempre loro, ma non solo) che si ritroveranno appunto ad affrontare un nuovo nemico, tra drammi famigliari, nuove comparse ambigue e amori spezzati. L'ormai popolare serie teen infatti, serie liberamente ispirata ai personaggi degli Archie Comics, giunge alla sua terza stagione e porta in dote alcune novità. Purtroppo porta anche tanto disordine. Appurata difatti una perdita totale di credibilità (persa puntata dopo puntata, stagione dopo stagione), anche se essendo ispirata a fumetti era chiaro che poca dovesse e potesse esserci, la terza stagione viaggia, colpa di una trama poco sviluppata e di molti buchi nel corso degli episodi, nella confusione. Nei 22 episodi che compongono la suddetta stagione (che presenta comunque una struttura molto simile alle due precedenti) tutto è fugace, il disorientamento è attivo, non è un caso che la struttura scenica sia quasi paragonabile ad una matrioska, dove all'interno di una grande storia vi sono altrettante macro storie, peccato che molte nascano e si risolvano nel giro di poche scene. Come detto quindi, la confusione è tanta, però questa non c'è solo nella sceneggiatura. Se nella prima stagione Riverdale si mostrò al pubblico come uno spettacolo dark e a tratti crime (che convinse e sconvolse, qui la recensione), se nella seconda invece quello stesso spettacolo diminuì di consistenza (qui la recensione), ora si aggiunge anche l'età del proibizionismo degli anni '20 e '30 con il diffondersi degli speakeasy, il mondo crudele e affaristico dei gangster, le lotte clandestine alla Fight Club con un accenno musicale alla storia di Rocky Balboa e, per non farci mancare nulla, tutto questo è legato da un gioco fantasy (simile a Dungeons & Dragons) molto pericoloso che in modo inquietante si ripercuote nella realtà della serie. Insomma si affoga nel mare del citazionismo gratuito, dopo il sempre presente politicamente corretto e il gioco degli stereotipi. Eppure rimane magnetica per i suoi colpi di scena e paradossalmente proprio per l'aspetto del mordi e fuggi, ma soprattutto per la sua bizzarria e stravaganza (legata sia al discorso della credibilità che al resto), che sin dalla prima stagione ha contraddistinto questa affascinante serie. E infatti, al netto di più grosse sbavature rispetto alle precedenti stagioni, al netto dei suoi difetti (nell'insistere sempre negli stessi percorsi), Riverdale continua a mietere vittime (vittime intese come spettatori, in senso buono) ed a rimanere spettacolo di buon intrattenimento. Voto: 6

Cobra Kai (2a stagione) - Lo scorso anno la prima stagione di Cobra Kai, la serie tratta dalla saga cinematografica di successo Karate Kid, fu una delle grandi sorprese dell'anno (qui la recensione). Quest'anno, dopo aver visto la discreta seconda stagione, non si può più parlare di sorpresa, ma di conferma. Cobra Kai per la sua autoironia e il tono leggero, per il suo essere tenacemente legato al suo passato anni '80 però fiero di abbracciare le nuove generazioni (confermandosi intelligente nel non puntare solo sull'effetto nostalgia), è una bella serie da consigliare. La prima stagione si concludeva con la fine della scuola e il sorprendente ritorno in scena dell'indimenticabile Sensei John Kreese, il diabolico e malvagio maestro di Johnny in "Karate Kid". Il nuovo Cobra Kai, forte della pietà e del desiderio di Johnny di concedere al suo maestro una seconda possibilità, gli apre le porte. Dall'altra parte Daniel LaRusso non intende restare a guardare, restaurando la palestra di karate che apparteneva al suo mitico maestro Miyagi. Se il Cobra Kai di Johnny, un anno fa rifugio dei perdenti e ora a metà strada tra scuola di bullismo e centro di formazione, insegna a reagire ai colpi della vita, il nuovissimo Miyagi Do di Danny prepara i suoi (pochi) studenti a difendersi dalle prepotenze. La rivalità tra le due scuole di karate, con i suoi bizzarri incroci (sentimentali e di sangue), sarà al centro di tutti e 10 gli episodi dell'estate che fa da sfondo a questa nuova e buonissima stagione. Tra i vari tuffi nostalgici nel passato (che ancora e fortunatamente non sono inseriti ad arte solo per solleticare i ricordi felici di quei quarantenni nostalgici che amano abboccare a questi ami infingardi) fa capolino la modernità: Tinder, Facebook e la vita degli adolescenti si pone come contrappunto ideale ad un oceano di ricordi impossibile da prosciugare, il tutto all'interno di una quotidianità dove il confine tra bene e male, ma soprattutto tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, è sottile, labile, in costante mutazione. In tal senso il meglio si tocca negli ultimi due episodi di questa stagione, Yin e Yang di una serie che sta toccando grandi vette di simpatia, energia e affetto, con un frame conclusivo che ci lascia con la bocca aperta e il cuore a mille. Certo, alcune situazioni sembrano ricalcare la scorsa stagione, però ancora efficace è l'inversione di ruoli, certo, alcune cose sembrano ripetersi, assomigliando ad una riedizione riveduta e corretta del triangolo Johnny/Ali/Daniel, che qui tuttavia diventa un quadrato con l'aggiunta della new entry Tory al terzetto Miguel/Sam/Robbie, ma questo avviene solo perché alcune trame sono quasi obbligate a ripetersi negli anni. E insomma Cobra Kai non riesce a scampare alla maledizione delle seconde stagioni, non c'è più quel senso di novità (ma non solo), però che bello. Voto: 7

27 commenti:

  1. Ciao! Ho sentito parlare di alcune di queste serie, ma non ne ho vista nessuna!

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  2. Sai bene che non guardo le serie.
    Comunque, parlando di Riverdale mi hai fatto tornare in mente che qualche pomeriggio fa ho beccato su Italia uno un film con Luke Perry.
    Ho cambiato canale, sai? Non sono ancora pronta a pensarlo morto.

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    1. L'ho tralasciato nella recensione, probabilmente nella prossima (alla quarta) parlerò della sua mancanza...però lo ricordo dicendo che in questa terza fa il suo dovere.

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  3. Cobra Kai vista ed apprezzata ( anche se gli uno dell'ultimo episodio sono risibili ).
    Riverdale sono fermo alla 3x01 non so se riuscirò a proseguire, la trovo carina, ma troppo lunga ( se avesse cinque, sei episodi di meno a stagione la apprezzerei di più ).
    8 giorni alla fine non la conoscevo, ma un po' mi intriga.

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    1. Alcune scelte sono discutibili effettivamente, tipo qualche scempiaggine, ma nel complesso anche la seconda funziona ;)
      Sono aumentate in modo leggermente ingiustificato, avrei preferito anch'io meno puntate, però se tira, tira, altrimenti niente.
      Visto il momento 8 giorni alla fine cade a fagiolo.

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  4. Cobra Kai piccolo gioiello e spero duri ancora.
    Mentre Riverdale alla lunga ha stufato anche me per quel che dici... troppo una girandola di cose.

    Moz-

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    1. Sì duri, basta che non cominci poi a stufare come Riverdale, anche se entrambe continuano ad avere appeal ;)

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  5. Tanto anch'io, peccato che comunque la seconda sia stato solo un preludio alla terza ;)

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  6. Quindi vuoi dirmi che The Deuce è arrivato alla terza stagione e si è pure concluso in bellezza? Io resto ferma alla prima, troppo seriosa e lunga per mettermi la voglia di andare avanti. Anche se ammetto che la curiosità c'è, soprattutto per il personaggio della Gyllenhaal.

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    1. Paradossalmente in bellezza e pure in crescendo secondo il mio parere, per il resto peccato sia stata sottovalutata.

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  7. Non leggo la recensione di Riverdale per evitare spoiler (dovevo iniziare la seconda l'estate scorsa ma è saltata e se continua 'sta quarantena, mi sa che mi tocca una maratona, invece di scendere in spiaggia!).
    Idem per la seconda di Cobra Kai, volevo approfittare della prova premium e guardarlo in TV ma se non mi decido a mettere l'ADSL a casa... alla fine farò come per la prima, recuperando per altre vie.

    Però ho letto la conclusione e il voto. Sapevo del calo di entrambe ma come san Tommaso, fino a che non vedo, non credo!

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    1. Beh crederai, ma comunque è un calo fisiologico ;)

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    2. Eccomi, con un po' di ritardo da quanto ti avevo promesso da me.
      Porta tanto disordine e disorientamento, vero! Infatti, come ho scritto da me, stavo sempre a prendere appunti, per non perdermi nulla.
      Resta un buon intrattenimento ma speriamo si riprenda.

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    3. Sì speriamo, anche perché presto vedrò la quarta ;)

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  8. Io sto per finire This is us mentre aspetto l'uscita settimanale di New Amsterdam <3 Dopo la conclusione non so se mi accingerò a cercarne altre perché mi creano troppa dipendenza xD
    Delle tue non ho visto nessuna però non mi ispirano, a dire il vero ed i tuoi voti mi sembra dicano che possa farne a meno in effetti :D

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    1. Mai cominciato This is us, troppo drammatico....preferisco altri argomenti, come quelli delle serie qui viste, e se sai che sono rigoroso sui voti potrebbero invece dire che sono anche meglio, tuttavia se non c'è ispirazione meglio lasciar perdere ;)

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  9. io in questa quarantena mi sono guardata Elite, the Crown ed ora ho iniziato Vis a vis... aspettando La casa di carta :)

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    1. In questa quarantena c'è molta scelta, più di quanto si creda, ma stare dietro ad una dozzina di serie è comunque tosta ;)

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  10. Non credo che vedrò qualcuna di queste serie.
    Ora sono alle prese con le stagioni di The Strain, che ho appena scoperto su Sky... attualissimo direi. Non è niente di eccezionale ma mi sta prendendo. La location innanzitutto, è perfetta, una NYC che man mano diviene surreale, quasi irriconoscibile. Poi la trama, che pur non essendo originale, è tratteggiata in maniera onesta e credibile. Infine i protagonisti, all'altezza dello sviluppo, sono sempre realistici, puntata dopo puntata.
    Se non lo hai visto, te lo consiglio.
    Buona domenica e abbi cura di te.

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    1. Come no, certo che l'ho vista, ne ho anche parlato, e pure bene, bella serie ;)
      Anche a te e pure tu, ciao :)

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    2. Deve essere successo tempo fa perché non me lo ricordo.
      Ora vado a curiosare...

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    3. Sì, due anni fa la recensione della quarta ;)

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  11. purtroppo o per distrazione o per mancanza di tempo non riesco a seguire correttamente le serie e me ne dispiace , perchè spesso vedendo solo degli spezzoni, mi sono resa conto che parecchie valevano la pena di essere seguite.
    Comunque ti seguo sempre con estremo piacere e mi hai sempre insegnato moltissime cose.
    Un abbraccio forte in questa serata

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    1. Un abbraccio forte e virtuale anche a te innanzitutto, per il resto ti dico grazie e che è un peccato, però nessuna colpa, capita ;)

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  12. And the winner is... (per me) Cobra Kai!

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