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mercoledì 31 agosto 2022

I film del mese (Agosto 2022)

Altri quattro grandi ed iconici film nella seconda stagione (come avvenuto nella prima, qui) della docuserie gemella dei "giocattoli", che racconta la storia e la realizzazione (di alcuni) de I film della nostra infanzia più importanti. Essa propone infatti titoli di livello assoluto, per raccontare la genesi di alcuni grandi cult del cinema. Si tratta di una stagione un po' più lineare con racconti di produzioni meno tribolate, ma sempre nel senso dell'arricchimento culturale e dell'intrattenimento. Nel dettaglio e secondo le mie preferenze cinematografiche, si parte dal discreto Pretty Woman, la commedia romantica con Richard Gere e Julia Roberts che inizialmente doveva chiamarsi "Tremila", si continua con il bellissimo Forrest Gump, film che ai Premi Oscar del 1995 ottenne ben 6 statuette a fronte di 13 nomination e che malgrado i problemi di casting e budget divenne un classico degli anni '90, si prosegue con lo straordinario Jurassic Park, il film del 1993 diretto da Steven Spielberg e tratto dal romanzo di Michael Chrichton (ottenne un successo tale da dare il via a un enorme franchise che continua ancora oggi) che sconvolse il modo di fare cinema, e si finisce con il capolavoro Ritorno al futuro, con Robert Zemeckis e Bob Gale che da anni avevano in progetto l'idea di realizzare il film, ma che sono stati più volte bloccati dagli insuccessi delle loro produzioni precedenti. Conoscevo già bene la storia di Eric Stoltz, ingaggiato per il ruolo di Marty McFly perché Michael J. Fox durante il periodo delle riprese era impegnato con il telefilm Casa Keaton e della sua successiva sostituzione in corso di riprese, ma ho scoperto tante altre curiosità, tra cui la storia legata al nome del film, che agli inizi non doveva chiamarsi Ritorno al Futuro. E insomma altro grandissimo tuffo nostalgico, ed un altro a disposizione ancora c'è, ma nel frattempo goduto al massimo. Ecco invece le proposte moderne (ma non solo).

Assassinio sul Nilo (Dramma/Giallo 2022) - Kenneth Branagh tenta di bissare il successo dell'Orient Express riadattando un altro classico della Agatha Christie già portato sullo schermo più volte, ma se nel 2017 è riuscito a vincere facile (pur restando diverse spanne sotto rispetto al cult di Sydney Lumet) grazie ad un cast all-star e ad una trama gialla fra le più belle della storia del genere, qui non si può dire altrettanto, con un intreccio molto meno appassionante e un cast, Annette Bening a parte, di volenterosi ma insipidi "sconosciuti". Inutile e pernicioso il tentativo (del Branagh regista) di umanizzare (il Branagh attore) Poirot inventandogli un passato traumatico con tanto di incidente di guerra e amore perduto, il fascino del personaggio sta proprio nel suo essere "disumano", impermeabile ai sentimenti e alle passioni terrene, che lo mette sempre al di sopra delle parti e gli permette di avere un punto di vista non inquinato sulle varie situazioni che lo circondano. Sarà pure di buon intrattenimento, ma il passo indietro è evidente (un remake decisamente inferiore all'originale). L'eccellente comparto tecnico salva (in corner) la baracca. Nel complesso, un film apprezzabile dal quale mi aspettavo molto di più. Voto: 6

Little Joe (Sci-fi/Dramma 2019) - L'idea è interessante, forse non originalissima alla base, e crea anche una certa inquietudine, ma a volte lo sviluppo che ne consegue appare un po' troppo piatto, senza grandi acuti, se si escludono quelli nella parte finale. Il ritmo narrativo non è dei più fluidi e la scelta di utilizzare musica popolare giapponese risulta piuttosto fastidiosa, influendo sulla visione. Nonostante i difetti riscontrabili, Little Joe (della regista austriaca Jessica Hausner, di cui primo film che vedo) ha del potenziale da esprimere, un discreto apporto del (buon) cast (in particolar modo quello della protagonista interpretata dalla premiata a Cannes 2019 Emily Beecham) e una sceneggiatura che sembra ispirarsi a classici del cinema fantascientifico (in particolar modo da L'invasione degli ultracorpi), cercando di portare nuova linfa in un mix tra dramma e psicologia. Non male ma forse nello stile fin troppo algido e controllato, nella scrittura fin troppo lento ed astratto, nella "risoluzione" fin troppo ambiguo, per coinvolgere e/o convincere pienamente, tuttavia meritevole di visione. Voto: 5,5
Enola Holmes (Dramma/Giallo 2020) - Ciò che mi ha destato l'attenzione l'occhio è il regista Harry Bradbeer, cioè lo stesso della serie Fleabag. Il meccanismo in Enola Holmes, i continui ammiccamenti e sfondamenti della quarta parete è un'espediente che viene preso pari pari da quella serie, solo che i risultati non sono certo gli stessi. Ironia all'acqua di rose invece di quella tagliente della serie. La storia, anche per come è narrata, aveva delle enormi potenzialità, che tuttavia non vengono sfruttate al meglio, si percepisce che l'opera è meno incisiva di quanto avrebbe potuto essere e non risulta del tutto realizzata. E poi, oggi va tanto di moda insistere su questo femminismo, su questo girl-power, va bene, va bene, lo abbiamo capito, ora basta! Condizionare una intera pellicola su questo argomento alla fine è solo una forzatura. Ne viene fuori un film carino e godibile (quella che funziona è la faccia tosta della giovane e bravissima protagonista Millie Bobby Brown, la quale tiene sulle sue spalle gran parte dell'opera) ma che non supera la sufficienza, avrebbe potuto essere molto meglio. Voto: 5,5

Il bambino nascosto (Dramma 2021) - Questo film di Roberto Andò (Una storia senza nome) mi sembra più un'opera incompiuta che altro. Un soggetto interessante dove troviamo due anime perse che si incontrano e che sono "costrette" a convivere fino quasi ad amarsi. Poi però resta poco, la successione degli avvenimenti non incide e si prova poca empatia, soprattutto verso il giovane protagonista (le sotto-trame offrirebbero numerosi spunti ma vengono prosciugate dai colori napoletani). Un film che si regge sulla prestazione (più che discreta) di Silvio Orlando, ma che in fondo rimane a volte su registri letterari come se il regista sia rimasto prigioniero del suo stesso romanzo e che non sia riuscito a depurarlo di qualche lungaggine. E tuttavia, seppur un po' ripetitivo in alcuni momenti e forse poco appagante nel finale, comunque un lavoro di tutto rispetto, che nonostante sia riuscito solo in parte e poteva essere migliore, si segue con interesse. Voto: 6

Animatrix (Animazione/Sci-fi/Azione 2003) - Sette registi (perlopiù giapponesi, ma ci sono pure gli allora Larry e Andy Wachowski) per nove cortometraggi d'animazione attinenti al mondo di Matrix tanto da rendere indispensabile la preliminare conoscenza del primo film della saga di cui raccontano gli antefatti oppure sviluppano storie collaterali. Gli stili sono differenti (tecniche grafiche diverse, alcune piuttosto discutibili) come sono difformi i risultati raggiunti (alcuni episodi sono davvero interessanti, altri sembrano essere stati creati solo per tappare i buchi), ma si tratta nel complesso di un progetto (che sarà d'ispirazione quasi vent'anni dopo per la realizzazione di Love, Death & Robots) di qualità mediamente buona con alcune punte d'eccellenza dal punto di vista visivo e narrativo. Spiccano tra gli altri gli episodi 2/3 sulla genesi di Matrix, l'episodio 8 dal carattere Noir e l'episodio 9, il più sperimentale. Certo, la discontinuità degli episodi e la loro brevissima durata minano la buona fruizione della pellicola non dando molti punti di riferimento allo spettatore, ma ci si può accontentare. Voto: 6

La guerra di domani (Azione/Sci-fi 2021) - Un action fantascientifico (un po' Terminator e un po' Starship Trooper) che fa bene il suo dovere, non nascondendo la sua natura di puro intrattenimento. Seppur non presenti nulla di nuovo, ed il pretesto temporale venga sfruttato con poca originalità dalla sceneggiatura, ciò che rimane negli occhi sono i momenti delle battaglie con queste idre bianche, delle specie di Alien cattive almeno come il lucertolone di Ridley Scott, che anziché avere sangue acido, sparano spuntoni a rotta di collo. Un gran bel momento di azione selvaggia, l'incursione nel palazzo abbandonato per recuperare una squadra e qualche altro espediente (il piano sequenza in digitale iniziale, la regina madre), fiumi di piombo e missili. Poi nell'epilogo il regista Chris McKay si lascia prendere un po' la mano calcando una battaglia finale sopra le righe (per lui è comunque un deciso passo indietro questo, soprattutto ripensando al bellissimo ed iconico LEGO Batman - Il film). Si rivedono Betty Gilpin e Yvonne Strahovski, ma soprattutto J. K. Simmons, in un ruolo di giusta cafoneria. Un action banale nella scrittura (specie dei caratteri), ma tecnicamente di buon livello. Ci si può mediamente accontentare. Voto: 5,5
His House (Horror/Thriller 2020) - Una coppia di immigrati in Inghilterra nella casa assegnata loro infestata da presenze. L'horror entra in campo a poco a poco, gli spaventi sono dosati abbastanza bene ma è un orrore interiore, generazionale, legato a usi e culture africane e in fin dei conti solo un pretesto per raccontare un orrore sociale, il dramma dei clandestini (l'influenza di Jordan Peele si nota). Difficile infatti definirlo horror, anche se gli elementi sovrannaturali sono ben visibili, visto il taglio visionario e simbolico (non sempre lineare) che la regia (esordiente ad opera di Remi Weekes) sceglie. Lo spinoso problema dell'integrazione, non tanto razziale ma culturale (i ragazzi di colore inglesi che sfottono l'immigrata africana) è evidente nella moglie che non vuole restare e che porta con sé tradizioni, credenze e fantasmi, gli stessi che tormentano il marito che vuole a tutti i costi la nuova vita. Decisamente più interessante la prima parte della seconda, perché fondamentalmente funziona più come dramma che come horror. La coppia protagonista funziona, buoni gli effetti visivi. Insomma, come horror niente di speciale (non è mai riuscito ad inquietarmi ed il finale poteva essere migliore), ma premio l'interessante commistione di generi. Voto: 6

Spider-Man: No Way Home (Azione/Avventura/Sci-fi 2021) - C'è voluto un cavallo di razza per risollevare la Marvel dopo gli ultimi un po' deludenti e/o non convincenti film, c'è voluto Spiderman, con questo godibile (decisamente più di Eternals) film, ventisettesimo dell'MCU. Con un film difficile da commentare, particolare, studiato apposta per emozionare. Un viaggio lungo 20 anni se si vuole e che verrà ricordato con l'hype più alto di sempre per un film su Spiderman. Se lo si vuole analizzare a livello narrativo non è questa gran trama (il precedente Spider-Man: Far From Home mi è piaciuto di più come scene d'azione e storia) e di sicuro ha i suoi difetti e diverse forzature di trama, ma è piuttosto un pretesto affinché succeda quello che alla fine aspettavano tutti e infilarci dentro quanto più possibile e in modo massiccio del fan service in modo da accontentare tutti, e ci riesce bene, tra l'altro sono riferimenti e trovate intelligenti e non buttate lì a caso. Una storia semplice ma condita del solito umorismo e soprattutto dall'effetto nostalgia nel rivedere i "vecchi" Peter Parker ancora in azione. Certamente è un film bulimico e qualche personaggio ne soffre immancabilmente, specie nei "cattivi" dove il rapporto è sproporzionato, però il film è divertente e tiratissimo fino alla fine. Piacevole tutto sommato e se ci sarà un nuovo capitolo sicuramente questo film offre le basi per un restyling completo ed offrire un personaggio molto più maturo. E' questo infatti un degno finale che chiude un ciclo e forse ne apre uno nuovo sull'amichevole Spiderman di quartiere. Voto: 7

Ultima notte a Soho (Dramma/Horror 2021) - Rispetto ad opere passate, nelle quali Edgar Wright sapeva fondere a meraviglia forma e contenuto (basti pensare a Baby Driver - Il genio della fuga), in quest'ultima la sceneggiatura non è all'altezza della vibrante regia, che regala momenti indimenticabili (soprattutto nella fascinosa ricostruzione della swinging London). Forse un po' troppo derivativo per emozionare (le influenze Argentiane sono evidenti, sia in talune scelte fotografiche sia per quanto riguarda elementi della storia) fino in fondo, ma esaltante nella scelta dei pezzi (la versione di Cilla Black del capolavoro Bindiano "Il mio mondo"). Inizia come un dramma onirico-psicologico, per poi sfociare sempre più in un thriller dal sapore sovrannaturale (ad un certo punto non si capisce bene che binari percorra). Se la storia infatti, non priva di qualche ingenuità, non è del tutto originale, la forma è assolutamente inappuntabile. E l'aspetto visivo è la migliore freccia all'arco di un film che appaga e delizia appieno l'occhio (anche per la presenza di Anya Taylor-Joy) ma che lascia un po' di amaro in bocca (convince meno sul piano narrativo per una serie di smagliature nella trama e qualche personaggio poco centrato). Buono, senza gridare al miracolo. Voto: 6
La ragazza di Stillwater (Dramma/Thriller 2021) - Se Tom McCarthy ci aveva strabiliato con il precedente film (Il caso Spotlight), qui la sua conversione a una storia più sofferta e per certi versi più europea non sortisce gli effetti sperati. Valicare le due ore di durata si rivela infatti un'impresa abbastanza difficile e che l'esperienza interiore del protagonista, un Matt Damon quasi sempre in scena, da sola non riesce a sostenere. A tratti sembra qualcosa di televisivo, anche se questo non significa che la fattura sia poco curata. Manca però un vero coinvolgimento e nessuna performance è memorabile. Un film non del tutto riuscito, un dramma solido ma pesante, a tratti quasi didascalico e non esente da passaggi sentimentali ricattatori, al quale avrebbe giovato una maggiore concisione. Buono comunque l'epilogo malinconico anche se nel segno di un ritrovato rapporto padre/figlia. Insomma, un film potenzialmente interessante (sorvolando sull'operazione "Amanda Knox", perché il film è anche quello) ma che si porta dietro tutti i difetti di un certo cinema "medio" contemporaneo statunitense. Voto: 5,5

Escape Room 2 - Gioco mortale (Horror/Thriller 2021) - Sequel diretto (stessa regia, stessa resa, cambiano i fattori ma nella sostanza il risultato è sempre lo stesso) di Escape Room, che a sua volta era una versione "complottista" scollegata dalle due omonime pellicole precedenti. Sorta di "campionato" dei superstiti (ritroviamo l'eroina di turno nel predecessore) alle prese con micidiali stanze a enigmi, quiz e trabocchetti, sempre più ingegnose, straordinarie e con panorami a 360° (spiaggia e faro, la metropoli alla Blade Runner, etc). Il complotto dei creatori del gioco mortale continua, e richiede un'overdose di sospensione dell'incredulità, l'intrattenimento c'è (se si preferisce dare più attenzione all'aspetto visivo-emozionale piuttosto che alla sceneggiatura), ma il livello è sceso (ci sono almeno un paio di grandi cavolate in questo sequel, anche se l'impegno profuso per creare nuove stanze mortali è nuovamente apprezzato). Una nuova saga? Voto: 5,5

Clifford - Il grande cane rosso (Commedia/Fantastico 2021) - Favoletta per bambini, piena di buoni sentimenti, carina e nulla più, anche se con due messaggi importanti, non solo quello sul potere dell'amore, perché non importa se il protagonista è, come in questo caso, un animale, l'argomento è indubbiamente da interpretare in senso generico, la diversità (qui doppia, visto che Clifford oltre ad essere di stazza fuori dal normale è di un improbabile colore rosso fuoco) non è un deficit, bensì un valore aggiunto. Ma oltre a ciò, è semplicemente un filmetto fanciullesco, imprescindibile in età pre-scolare ma trascurabile in età adulta. Quest'ultimi noterebbero i cliché, l'evidente divisione tra buoni e cattivi, una lunghezza esagerata per quello che vuole raccontare, un uso non eccelso del digitale, e ne rimarrebbero scoraggiati. Tuttavia, dialoghi non perfetti sì, ma la storia presenta qualche scenetta gradevole che suscita sorrisi in maniera sincera. Non c'è grande originalità nei temi trattati ma Clifford è simpatico e mette tutti (soprattutto bambini) d'accordo. Vedibile sì, ma intrattenimento solo per famiglie. Voto: 5,5

Fear Street Parte 1: 1994 (Horror/Thriller 2021) - Liberamente ispirato ai romanzi di R. L. Stine (non i famosissimi Piccoli Brividi, né Just Beyond, ma una serie dedicata ad un pubblico più maturo) questo primo horror targato Netflix non risulta per nulla malvagio (di gran lunga superiore alle aspettative). Ben confezionato e citazionista (non soltanto del classico Scream) tra fughe, sovrannaturale e omicidi (anche abbastanza sanguinolenti) non annoia praticamente mai risultando un gradevole passatempo. Benché appunto piuttosto convenzionale come slasher movie (anche il coinvolgimento stregonesco non propende dalla parte dell'originalità) abbastanza gradevole per regalare una visione innocua fino alla fine, anche e nonostante alcune imperfezioni nella sceneggiatura, alcuni dialoghi banali e delle situazioni abbastanza ingenue. Bravi gli attori principali (perlopiù adolescenti), accattivanti i "mostri" e non invasiva la CGI. Un po' forzato il dualismo tra città limitrofe completamente agli antipodi. Livello tensivo abbastanza valido, regia (della Leigh Janiak di Honeymoon) nella norma e colonna sonora di buona fattura (anche se le canzoni sono buttate dentro un po' a casaccio). Vedibile ma non eccezionale, in attesa dei prossimi capitoli. Voto: 6+
Il Divin Codino (Biografico/Dramma 2021) - Biopic che si concentra sulla vita dell'uomo Roberto Baggio, in particolare sul rapporto col padre, mentre il piano sportivo ruota tutto attorno ai mondiali del 1994, con quel rigore maledetto. Pellicola (diretta da Letizia Lamartire) che ha il pregio di non cercare di rimettere in scena spezzoni di partite, e il difetto di essere un'opera agiografica, poiché l'unico punto di vista è quello del protagonista. Opera frammentaria, poiché tutta la straordinaria carriera del "Divin Codino" sembra cristallizzata su quel rigore sbagliato, quasi fosse quell'errore ad averlo reso così amato, e non le incredibili giocate con le maglie di Fiorentina, Juventus, Milan, Inter, Bologna. Di tutto questo non c'è il minimo accenno, solo l'esperienza finale nel Brescia di Carletto Mazzone (uno stranamente perfetto Martufello). Troppa carne al fuoco, forse, perciò sarebbe stato probabilmente più opportuno puntare su una miniserie, così da offrire un'immagine più completa dell'uomo e del campione. Pellicola ben interpretata (bene Andrea Arcangeli, molto somigliante all'originale e molto bravo anche un intenso Andrea Pennacchi), ma riuscita a metà, comunque utile a offrire uno scorcio sulla vita di uno degli sportivi più amati d'Italia. Voto: 5,5

Halloween Kills (Horror/Thriller 2021) - Secondo capitolo della nuova trilogia di Halloween diretta (nuovamente) da David Gordon Green. Seguito che amplifica il ri-collegamento col primo capitolo, sia con i flashback, sia con i personaggi (c'è Anthony Michael Hall che interpreta la versione adulta del bambino accudito da Laurie nel primo capitolo del 1978 di John Carpenter, ma ce ne sono anche altri). Ottima l'idea anche di continuare direttamente dalla fine del film del 2018 (qui) e si può dire che Halloween Kills è una gioia per gli amanti dello slasher, ovvero sangue e splatter a fiumi, la macchina di morte Michael Myers contro la cittadina. I difetti però non mancano, da alcuni dialoghi imbarazzanti a situazioni un po' forzate, che sono perdonabili nell'ottica di non aspettarsi nulla di eclatante. C'è anche una venatura di critica sociale a dir la verità non incisivissima. Buona in ogni caso la confezione, che come nel precedente cerca di non discostarsi troppo dall'originale, e molto fantasiosi alcuni omicidi. C'è anche una spruzzata di ironia che non guasta. La musica creata da John Carpenter ci è ormai entrata in testa ed il film è godibile. Il finale aperto preannuncia il duello definitivo tra Myers e la Strode (ultimi 30 minuti che valgono il film). Voto: 6+

Belli ciao (Commedia 2022) - La coppia formata da Pio e Amedeo ci regala (a distanza di anni dall'ultima volta, era il 2014 quando uscì Amici come noi) l'ennesima commedia Made in Italy che sfrutta i classici stereotipi regionali tra Nord e Sud. Di film di questo genere ne esistono a migliaia e anche in questo possiamo riscontrare gli stessi tipi di pregi e gli stessi difetti. La comicità dei protagonisti è fresca e più di una volta si riesce a sorridere di gusto, nonostante la trama sia decisamente scontata. Gennaro Nunziante conosce bene il pubblico e i meccanismi della commedia e sfrutta egregiamente il cast confezionando un film piacevole (brava Gegia nei panni di Eleonora). Molto meno peggio di quanto si potesse pensare infatti, egli già regista dei film più riusciti di Checco Zalone (Quo Vado? su tutti), mette in piedi una commedia light stracotta e stravista che, per quanto strizzi fastidiosamente l'occhio alle più grevi commedie Vanziniane, tutto sommato ne esce medio-bene. Certo, Pio e Amedeo non sono Checco ma riescono a tenere botta per buona parte del film, che però si perde nel finale. Tutto sommato, grazie alla durata extra breve, si guarda senza troppe difficoltà e qualche cliché sulla "milanodabere" fa comunque sorridere. Voto: 5,5

ANGOLO VINTAGE
Ed Wood (Biografico/Dramma/Commedia 1994) - Singolare biografia di un regista assolutamente privo di talento (era definito il peggior regista del mondo) ma anche personaggio memorabile della Hollywood degli anni d'oro del cinema. Ed Wood è un atto d'amore nei confronti del cinema da parte di Tim Burton, un regista dal talento assoluto e visionario la cui capacità di creare suggestione è (anche qui) dimostrata da quest'opera che si avvale del prezioso contributo di Johhny Depp (vero alter-ego del regista) ma soprattutto di Martin Landau, valore aggiunto nei panni di un memorabile Bela Lugosi sul viale del tramonto. Un'opera che offre allorché una galleria di personaggi inverosimili ma reali, e decine di situazioni grottesche raccontate con sincera devozione. Una toccante parabola sulle aspirazioni di un perfetto incapace, reso tanto simpatico nella sua smisurata ingenuità (assimilabile per certi versi al Tommy Wiseau raccontato nella altrettanto singolare biografia The Disaster Artist) quanto convinto di poter parlare con Orson Welles da pari a pari. Adeguatissimi il bianco e nero e la musica. E tuttavia, tutto è abbastanza superficiale. Capiamo qualcosa in più solo nei titoli di coda, ma durante il film il tutto sa un po' di incompiuto. Non tra i miei preferiti, né tra i suoi migliori secondo me, ma davvero un buonissimo film, che fa venire voglia di vedere i film di Wood, pure con una certa indulgenza. Voto: 7

Zombi 2 (Horror 1979) - L'hanno chiamato Zombi 2 perché Zombi non si poteva, avendolo già utilizzato, fallacemente dai titolisti italiani, un anno prima per la seconda pellicola horror della serie sui morti viventi di George A. Romero, in originale Dawn of the dead, tradotto "L'alba dei morti", e così doveva essere, spezzarono invece, tra l'altro, anche il senso dei titoli della trilogia originale, questo infatti non è un sequel. Scevro della critica sociale presente nella pellicola di Romero, si distingue difatti nell'essere il "classico" zombie movie, e divenuto ugualmente però (anche per via del nome in cabina di regia) un cult per gli appassionati del genere. Dopo aver sfiorato spesso il genere (si ricordi di Una lucertola con la pelle di donna) Lucio Fulci con Zombi 2 realizza infatti quello che può essere considerato a buon diritto il suo primo horror (successivamente verrà ...E tu vivrai nel terrore! L'aldilà), un horror (chiaramente di matrice splatter) peraltro ben riuscito. Chiaramente non siamo ai livelli dei film del regista statunitense/canadese, ma il risultato del primo zombie movie del regista italiano/romano è più che buono. I limiti di budget ci sono, ma l'ambientazione esotica è ottima e certe scene gore (grande lavoro nel make-up) rimangono impresse, come quella dell'occhio trafitto ed altre molto divertenti come quella che vede uno zombie "subacqueo" ingaggiare un duello fino all'ultimo morso con uno squalo (la musica del fido Fabio Frizzi, simil Goblin, non è sempre calzante, invece). Nonostante sia pieno di difetti, soprattutto a livello tecnico perché la sceneggiatura è un po' poverella e a tratti trash all'inverosimile, è difatti tra i migliori film del filone "morti viventi", non dimenticando che è del 1979. Bello ed iconico il finale. Voto: 6,5

20 commenti:

  1. Piacerebbe anche a me essere un perfetto incapace come Ed Wood, uno forse che aveva guardato più lontano di tutti ed era riuscito a capire che un giorno le opere più scrause sarebbero diventati oggetti di culto. Tim Burton è il solito genio e, in questo caso, è stato capace di mostrare il personaggio sotto una luce, una volta tanti, diversa. Landau, tra l'altro. è stato un Lugosi credibilissimo.
    Velo pietoso sugli Zombi di Fulci: intrattenimento buono per il 1979 ma che già nel 1980 faceva storcere il naso. Eppure anche lui, come Wood, ha colto in pieno la vera essenza del trash.
    Altri film si questo elenco non lo ho visti e probabilmente non li vedrò mai. Stupisce che ancora qualcuno abbia voglia di mettere in scena Agata Christie, quando la perfezione era stata già raggiunta ai tempi di Peter Ustinov

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    1. Non ho visto niente di Ed Wood, di certo il trash di Fulci piace e il trash sempre piacerà...
      Rimettere mano ad Agatha è infatti solo per profitto, per le nuove generazioni...

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  2. Ho visto solo Clifford che non mi è dispiaciuto, e Il divin codino che mi ha delusa.

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    1. Il primo, come detto, è però troppo fanciullesco nella sua carineria, il secondo tralascia parecchio e si culla in po'..

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  3. Ho visto alcuni di questi film e confermo i tuoi voti e le tue impressioni. Da fan dei romanzi di Agatha Christie, aspettavo con ansia di vedere Assassinio sul Nilo. Il cast comprende degli attori che mi piacciono ed ero certa che il film mi sarebbe piaciuto tantissimo ma purtroppo sono rimasta con la sensazione che si poteva fare di più.

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    1. Molto di più si poteva fare, diciamo che sono andati troppo sul sicuro..

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  4. Dio che titoli che leggo.. La guerra di domani mi ha fatto scoprire che il mondiale sarebbe stato a Natale.. ahah.. di buono, ultimamente solo, The man from Toronto..

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    1. Beh sì, ma nel suo genere meglio di tante altre robette fatte con 20 mila dollari..

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  5. Assassinio sul Nilo posso solo riassumerlo con "due marroni", mentre Little Joe era stata una delle visioni più interessanti del primo lockdown, almeno per me (dargli lo stesso voto di una cosetta come Escape Room 2 no, dai. Non giocano nemmeno nello stesso campionato!).
    Purtroppo non concordo con i giudizi su His House e Ultima notte a Soho, che ho trovato entrambi coinvolgenti, interessanti e ovviamente molto ben diretti, il secondo ancora più del primo, mentre Spiderman No Way Home porta finalmente un po' di serietà e qualità all'interno di una sag che spero possa diventare ancora più adulta e cupa.
    Mi intristiscono anche voti così bassi a quel trionfo di Fear Street, una delle cose migliori prodotte da Netflix negli ultimi anni e, soprattutto, a Ed Wood, probabilmente il mio secondo film preferito tra quelli diretti da un Burton ancora fresco ed originale.
    E per Halloween e Fulci, beh, solo cuori!

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    1. Eh lo so, ma purtroppo "due marroni" è successo in parte con Little Joe, aspettavo forse qualcosa che poi non è arrivato...deludendomi un po'.
      Sai cos'è, per alcuni film ripenso ad altri, viste così tante cose simili che non mi stupisco più, ultimamente va così e quindi ecco il risultato.
      Personalmente non il Burton che adoro, tutto qui, ma notevole sì ;)

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  6. Davvero una completa e interessante presentazione di film per tutti i gusti. Buona giornata.

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    1. E' infatti quello che cerco di fare/vedere ogni volta, buona giornata a te :)

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  7. Ahiahiahi. Ed Wood almeno x ml e è il capolavoro assoluto di tim burton

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    1. Ah sì? Buono a sapersi, ma personalmente preferisco altro di più..."fantastico" diciamo ;)

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  8. Voti piuttosto bassi.... eppure Assassinio sul Nilo mi incuriosiva avendo visto la versione più vecchia. Visto che sei un esperto, mi consiglieresti una serie tv interessante, simpatica, senza volgarità e sentimentalismo, magari con un messaggio positivo o che insegni qualcosa? Chiedo troppo, lo sò.

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    1. Eh sì, e poi la versione vecchia decisamente migliore.
      Troppo in effetti chiedi, ed in verità così proprio esperto non sono, quindi mi spiace ma non saprei dirti per adesso...

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  9. Ciao Pietro! Mi trovi d'accordo su Enola Holmes, poteva essere meglio (e anche a me, credimi, tutto questo girl-power ha davvero stufato) ma diciamo che si può vedere, se non altro per la gioia di vedere Henry Cavill. Devo ancora vedere Assassinio sul Nilo ma dopo la cocente delusione dell'Orient Express non trovo la forza. Nemmeno a me è piaciuto La Guerra di Domani, non convince proprio a livello basilare di trama, molto già sentita. Su di me l'effetto nostalgia di SpiderMan ha funzionato alla grande, mi sono goduta ogni secondo del film. Ed Wood quando l'ho visto mi ha stregata, forse per il bianco e nero, e l'ottima recitazione, non l'ho più rivisto ma mi è rimasto nel cuore. Grazie!

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    1. Henry Cavill sta monopolizzando il settore personaggi, Superman, Witcher e Sherlock! Un trio niente male ;)
      Ma merita d'esser visto se ami la Christie, e nonostante tutto mi sono divertito a vedere La guerra di domani..
      L'effetto nostalgia ma non solo, mentre Ed Wood lo ricordavo meglio, ma bello comunque :)

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  10. Assassinio sul Nilo ce l'ho in lista!
    His House non mi è dispiaciuto ma pare una leccata di culo per sensibilizzare e favorire l'immigrazione clandestina 👎 (con pernacchione).

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