giovedì 9 settembre 2021

Speciale Cinema Italiano Anni '80

Per come l'avevo concepito, si chiude oggi, al suo secondo giro, lo speciale sul cinema italiano, e dopo quello su gli anni Settanta di maggio scorso, ecco gli anni '80. Anni non esattamente floridi per i nostri, dalla fine degli anni settanta si avvertono infatti i primi sintomi di una crisi che esploderà a metà degli anni ottanta e che si protrarrà, con alti e bassi, fino ai giorni nostri. Tuttavia qualcosa di buono c'è stato (per giunta con qualche exploit clamoroso), una piccola parte c'è pure qui, film di cui alla regia non solo nuove leve troviamo, ma anche alcuni grandi, che in precedenza hanno dato valore alle categorie del thriller e dell'horror, poi divenute successivamente marchio di fabbrica. Però di giallo all'italiana poche tracce, ecco che invece l'horror, peraltro sconfinante nello splatter e nel gore, rimane "vivo", dando vita a diversi sottogeneri, lontani per trame e ambientazioni ma equiparati dalla presenza di effetti grandguignoleschi dal grande impatto emotivo. Suscita interesse internazionale il genere cannibalistico (o cannibal movie), e tanti altri non sfigurano. Addirittura con l'allentarsi dei confini della censura ecco spuntare la commedia sexy all'italiana, che non farà felice la critica ma solo il pubblico, ma questo è un altro discorso, collegandomi a quello appena scritto/detto, vediamo come mi è andata con i film scelti per espletare questo Speciale e conseguentemente la mia Promessa cinematografica in corso.

Cannibal Holocaust (Horror/Avventura 1980) - Nel 1980 Ruggero Deodato partoriva questo film destinato a diventare una perla del genere cannibal e a generare delle polemiche per le vere scene di violenza a discapito di animali realmente riprese dal regista. Cannibal Holocaust, le cui vicissitudini post-produttive (tra cui processi, condanne, ritiro delle pellicole dai cinema e successive riabilitazioni, censure in svariati paesi del mondo) lo hanno reso ben più famoso che per le sue doti filmiche intrinseche, ha dalla sua il merito di aver anticipato di circa una ventina d'anni film come The Blair witch Project o Rec, basati sull'idea del Found Footage, cioè del ritrovamento di un (finto) documento filmato, celante storie raccapriccianti. Il film è diretto con mano sicura e buon senso del racconto da parte di Deodato e si avvale anche della bella colonna sonora di Riz Ortolani, dai toni melodiosi, che fa da contrappunto alle immagini, ma spesso eccede in sensazionalismi e sgradevolezze varie, perpetrate nei confronti tanto di animali quanto di essere umani. Omicidi, violenze sui malcapitati di turno che culminano in stupri da parte della spedizione formata da tre uomini e una donna, che, alla fine, verrà ripagata della stessa moneta, in un crescendo fatto di crudo realismo, dove l'occhio di chi guarda è messo a dura prova. Interessanti le trovate della pellicola graffiata e traballante, che suggerisce l'idea dell'effetto realtà e senza infamia e senza lode le tanto criticate prove recitative del cast, mentre la morale secondo cui sono i civili, gli abitanti delle metropoli occidentali ad essere i veri selvaggi e non gli indigeni delle foreste, appare un po' semplicistica e riduttiva rispetto ad un fenomeno così complesso come quello dell'Imperialismo. Ma bisogna dire che l'effetto su chi guarda, per questo e per il resto, è (sempre e comunque) a tratti devastante (a distanza di quarant'anni la pellicola rimane ancora impressionante e capace di far venire i brividi, soprattutto di disgusto, anche agli amanti dello splatter più estremo). Potrà piacere o non piacere, facendo anche ribrezzo, ma ciò che vuol dire è reso con estrema efficacia. Giustamente controverso, un film disturbante, osceno, astutissimo e ben diretto, probabilmente il cannibal movie per eccellenza. Voto: 7

...e tu vivrai nel terrore! - L'aldilà (Horror/Fantastico 1981) - A detta di molti il capolavoro di Lucio Fulci, ma dato che questo è solo il suo secondo film che vedo (il primo è stato Una lucertola con la pelle di donna), non posso dire niente. Di certo è ingenuo e carente in tantissime sue componenti, però è anche vero che delle scelte splatter da un lato "artigianale" sono ben fatte, così anche dei guizzi registici. Egli con L'aldilà raggiunse infatti un notevole livello artistico, con un prodotto altamente disturbante (soprattutto per l'epoca), realizzato in maniera artigianale ma dotato di uno spirito macabro non indifferente. Nonostante una sceneggiatura (appunto) piuttosto scadente e a tratti pasticciata, il regista romano riuscì difatti lo stesso a dare vita ad una pellicola morbosamente affascinante, riuscendo a donare alla sua opera uno stampo quasi onirico che appare evidente nel finale angosciante e disperato, di una potenza visiva inimmaginabile, un finale così tanto leggendario da essere stato spesso omaggiato, anche recentemente (vedasi The Void - Il vuoto). Il film presenta incubi d'ogni sorta partoriti dalle porte dell'inferno ed ovviamente abbonda in scene cruente e parecchio sanguinarie rese molto verosimili dagli ottimi effetti speciali. Bellissime alcune sequenze ed alcune inquadrature, impreziosite dagli eccellenti movimenti della macchina da presa, ottima la scena iniziale realizzata con un angosciante color seppia e tutta giocata su chiaro-scuri decisamente azzeccati, indimenticabili la maggior parte degli omicidi sui quali svettano per crudeltà quello iniziale del pittore, seguito da quello del malcapitato Michele Mirabella immobilizzato e alla mercé di tarantole carnivore. Buona la colonna sonora e le ambientazioni, peccato perché una trama meno approssimativa avrebbe fatto de L'aldilà non solo un opera di culto ma un vero capolavoro del brivido. Però tutto sommato un bel horror. Voto: 7

Dèmoni (Horror/Azione 1985) - Se non fosse per l'ultima mezz'ora Dèmoni sarebbe un pregevole splatter-movie, realizzato con mestiere e ben elaborato. La pellicola infatti comincia nel migliore dei modi, grazie ad una trama semplice e diretta, che pur non priva di ingenuità e frivolezze, si lascia seguire con entusiasmo (idea interessante sul cinema come luogo dove si compie la maledizione). Lamberto Bava ce la mette tutta dietro la macchina da presa, non è certo ai livelli del leggendario padre Mario (recentemente ho visto Gli orrori del castello di Norimberga), che tra l'altro cita con un chiaro omaggio a La maschera del demonio, ma non delude, forse aiutato anche da Dario Argento. Questi, accreditato come produttore e sceneggiatore, diresse probabilmente in prima persona alcune sequenze. Impossibile inoltre non notare in svariate scene l'utilizzo di luci e colori caratteristico della filmografia Argentiana. Il crescendo orrorifico è ben studiato, nulla di innovativo intendiamoci, ma la tensione regge anche quando il film entra nel vivo dell'azione. Gli effetti speciali sono di buon livello, come anche la colonna sonora, seppur questa, affidata ai Goblin ed a pezzi di note band hard rock, un po' stona (le orecchie). Il cast svolge il compito attestandosi sulla media di queste produzioni. Costituito da volti più o meno noti annovera, tra gli altri, il regista Michele Soavi e Natasha Hovey, starlette lanciata da Carlo Verdone, apparentemente destinata ad una magnifica carriera ed invece scomparsa ben presto nell'anonimato. L'ultima parte però è improponibile, si boccheggia alla ricerca di soluzioni shockanti per chiudere in bellezza ed invece si scade in ridicolaggini di bassa lega. L'elicottero che si schianta all'interno del cinema, il protagonista che katana alla mano e moto sotto le chiappe affetta demoni a tutto spiano sono invenzioni fin troppo grottesche per poter essere considerate riuscite. Anche il finale è scontato, troppe analogie con i canonici zombie-movie e colpo di scena finale per nulla sconvolgente. A conti fatti non riuscitissimo, ma piuttosto divertente. Voto: 6
Zeder (Fantascienza/Horror 1983) - Pollice "medio" per il secondo horror padano di Pupi Avati, dopo il folgorante esordio de La casa dalle finestre che ridono. Quasi impossibile evitare il paragone: Zeder è molto probabilmente una spanna sotto al precedente lavoro, ma mantiene lo stesso fascino per quanto riguarda le originali ambientazioni per degli horror e la trama intrigante, tuttavia pagando pegno anche stavolta per la lentezza. Se infatti da una parte rimangono intatte l'atmosfera e il senso di angoscia, dall'altra vengono meno la solidità della trama (poco più che un canovaccio) e la lucida analisi dei personaggi. Le invitanti premesse vengono difatti vanificate da uno sviluppo narrativo alquanto "scontato", e i pochi momenti degni di menzione (l'incipit, il risveglio di don Luigi Costa) vengono penalizzati da un incedere eccessivamente lento e farraginoso. I protagonisti poi, sempre appesi sul filo di una "perversa" ambiguità, avrebbero potuto ricevere un trattamento migliore in sede di sceneggiatura (stavolta Maurizio Costanzo non "morde"), risultando a volte bidimensionali e alquanto stereotipati. Il bravo Gabriele Lavia interpreta Stefano, giovane scrittore bolognese incuriosito dalla traccia lasciata sulla bobina della macchina da scrivere regalatagli dalla moglie, vi si parla di un fantomatico terreno K, in grado di ridare la vita alle persone che vi sono sepolte, terreno riconducibile ad una zona di necropoli di Rimini dove una società francese sta costruendo un albergo. Esattamente come il restauratore de La casa dalle finestre che ridono, Stefano si appassiona fin troppo alla vicenda, scoprendo verità nascoste dietro una torbidezza d'animo generale e mettendo a repentaglio la vita propria e della moglie. Gli effetti speciali e orrorifici sono quasi del tutto assenti, Zeder è senz'altro un buon film che punta sulle atmosfere e sulla tensione in crescendo, regalando anche qualche discreto momento di spavento. Tuttavia nella "metaforica" massa Zeder non brilla certamente, ma si mantiene vivo a spallate. Ultime note, musiche efficaci ma un po' invadenti di Riz Ortolani, curiose analogie col libro (successivo) di Stephen King "Pet Sematary" da cui verrà tratto nell'89 il buonissimo film omonimo. Voto: 6

Cannibal Ferox (Horror/Avventura 1981) - Per smentire la tesi del cannibalismo un'antropologa newyorkese parte per la giungla della Colombia insieme a due ingenui compagni. Sul posto incontrano due avventurieri: uno dei due, un sadico cocainomane, dopo aver commesso ogni tipo di violenza, scatenerà l'inevitabile reazione dei selvaggi indios. A distanza di un solo anno dall'uscita di Cannibal Holocaust di Ruggero Deodato, Umberto Lenzi, anche sceneggiatore (nonché padre cinematografico del genere cannibal movie), ne propone una variante alquanto esibizionista e modaiola, una variante che tuttavia non aggiunge praticamente niente di nuovo, che sa di già visto (precedentemente, tra l'altro con due attori nuovamente presenti). Una variante che presenta le efferatezze e le immagini tremende di Cannibal Holocaust ma non ne possiede la profondità, arriva allo stomaco dello spettatore, ma non all'animo (con solo un pizzico di moralità). Un'operazione certamente "limite" e iper-violenta con un primo tempo promettente e agghiacciante che si fa sostituire troppo presto da un intreccio più debole, ripetitivo e incontrollato (c'è in mezzo un po' di poliziesco, ma in una pellicola come questa ha ben poco senso). Le sequenze di sangue possono anche regalare qualche fremito, il problema è che il film in sé, sia di un'insensatezza sconfortante. Violenza sempre esplicita e tendenzialmente gratuita: crani scoperchiati con "sashimi" di cervello umano fresco, donne agganciate per i seni, evirazioni (quella dell'avventuriero Mike è però molto ridicola), piranha affamati, atrocità sugli animali (queste ultime si potevano risparmiare) e chi più ne ha più ne metta: è un film che ha il pregio di funzionare forse più come provocazione che per tutto il resto. Certo però che l'ultima sequenza della laurea (e lo sguardo catatonico della protagonista Lorraine De Selle sopravvissuta) qualche brivido lo dà (per la stronzaggine sia chiaro). Voto: 6

Deliria (Horror/Thriller 1987) - Debutto alla regia di Michele Soavi, dopo le comparsate in vari film di genere di Dario Argento, Lamberto Bava (in Dèmoni di cui sopra), Joe D'Amato. Buon esordio il suo, con uno dei primi slasher di stampo italiano. Il regista riesce infatti a confezionare una pellicola interessante e sotto alcuni aspetti davvero caratteristica. Trama solida, dinamica buona, fotografia accettabile sono gli elementi positivi di Deliria. I difetti invece sono gli effetti sonori e la musica, essi allontanano in modo quasi strutturato la tensione, attori improvvisati ma in linea di massima "simpatici". Michele Soavi prende indubbiamente diversi spunti da alcune pellicole del (suo) Maestro Argento, difatti sono evidenti diversi richiami, ma comunque in linea di massima egli riesce a farsi "rispettare" presentando un prodotto accattivante e davvero crudo, dopotutto in questa pellicola lo splatter/slasher è padrone, da notare, sottolineare la crudeltà, il cinismo del Killer che si "sbarazza" facilmente delle sue prede. L'inizio della pellicola è buono, il regista presenta le personalità dei vari protagonisti, i passaggi iniziali ricordano a tratti quelli di "Halloween" pellicola di John Carpenter, ma non la raggiunge in qualità. Come accennato, dinamica ben costruita "incastra" beffardamente tutti nel teatro. Segue una inevitabile, efferata carneficina, grande lavoro della regia che regala allo spettatore omicidi interessanti, particolari (a volte un po' grotteschi) che accompagnati da una valanga di urli e di "sostanza" rossa deliziano (o disgustano, è pura soggettività) il palato di ogni spettatore. Ben curata anche l'icona del Killer, inoltre il suo "abito" è davvero suggestivo. Il finale è abbastanza teso, la trazione non mancherà, il regista riesce a costruire sequenze mozzafiato e molto movimentate. Ovviamente il (forzato) colpo di scena finale è una grossa stonatura, inoltre il regista dona al suo film una (inopportuna) vena umoristica (occhio al Killer nell'ultimissima scena) che fa abbassare inesorabilmente le quotazioni del film. Deliria è in fin dei conti un prodotto da apprezzare, film che sotto alcuni aspetti segue il solito filone cinematografico anni '80 e pone le basi sul solito "gruppetto" di ragazzi che cercheranno di sopravvivere al maniaco di turno, le musiche quasi rock (Must anni 80) come detto risultano essere banali, film che comunque allo stesso tempo si distingue in buona parte dalla massa grazie ad alcune trovate "fantasiose" che oggigiorno scarseggiano "mostruosamente" nel mondo cinematografico Horror. Voto: 6,5

12 commenti:

  1. Mi sembra di non averne visto nemmeno uno, nonostante ci sia molta carne al fuoco, in quanto questi film siano tutti nelle mie corde.
    Magari qualcuno lo recupererò.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Carne sì, da mangiare cruda, e da vedere a stomaco vuoto :D

      Elimina
  2. Mi sarebbero bastati Non ci resta che piangere e Palombella rossa, che comprendo benissimo non siano il tuo target, ma il post avrebbe dovuto specificare film "di genere". ;)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Giusto, me ne ricorderò la prossima volta ;)
      Comunque non c'entra il target, è che Non ci resta che piangere per esempio ho visto :)

      Elimina
  3. Visti tutti, li adoro tutti.
    Certo, a Zeder darei molto di più.
    Cannibal Holocaust grandissimo film, proprio come costruzione: io nemmeno lo considero "solo" un cannibal movie.

    Moz-

    RispondiElimina
    Risposte
    1. No infatti, non è solo quello, però indubbiamente quel campo fatto bene, crudo davvero..

      Elimina
  4. Deodato ha provato per anni a dare un seguito a "Cannibal Holocaust", ha provato a lungo a convincere Barbareschi a riprendere il suo ruolo, ma secondo le parole dello stesso regista a quanto pare l'attore non gli ha mai nemmeno risposto, anzi sembra che Barbareschi pensi che quel film porti sfiga. Deodato a più riprese si è detto pentito per le torture fatte agli animali per le riprese del film, io sinceramente non gli credo molto....
    Lorraine De Selle si è riciclata come produttrice televisiva, ha collaborato anche a cose come "Linda e il Brigadiere" mentre la Kerowa, la donna appesa per le tette pare sia ancora bellissima, l'ultima volta che si è vista è stata sempre per la Rai in un piccolo ruolo nella prima stagione di "Un Medico in Famiglia", lo so questo è il vero horror....

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E' vero, l'orrore più puro, la Rai :D
      Diciamo che quelle scene adesso non potrebbe fare, e le scuse o il pentimento non sarebbe bastato...perciò lasciare le cose come stanno è meglio.

      Elimina
    2. Comunque ci hanno fatto il fumetto di " Cannibali Holocaust 2" almeno quello....

      Elimina