In tutta sincerità mi aspettavo un film diverso, un film che non prendesse il genere horror da un senso lato, ma direttamente, tuttavia non mi è dispiaciuta questa commedia, e non ne rimpiango la scelta (nonostante sperassi davvero in qualcosa di più). Una commedia grottesca con un po' di "umorismo nero" che rimane però sempre ben salda nel genere comedy, e in questo senso Hubie Halloween (diretto da Steven Brill) è un film decisamente più adatto alle famiglie, anche perché la comicità non tocca (quasi) mai lo scurrile, che ad altri, ma sicuramente è un prodotto da guardare senza troppe aspettative. E certamente è un film anch'esso perfetto (nonostante l'elemento primario mancante) per la notte delle streghe, in quanto della notte di Halloween il film ne sviscera le "componenti". Si tratta infatti, ed è soprattutto questa, una gustosa parodia della cinematografia di questo periodo. C'è difatti tutto il mondo Halloween all'interno del film. Di un film, un caleidoscopio di cult dell'orrore (si ricalcano classici, parecchi classici, c'è pure qualcosina proveniente direttamente dall'anno scorso, ovvero da Trick 'r Treat), che racchiude tutto l'immaginario della festività. A conti fatti un compendio della Storia di Halloween in quanto cita, e sovverte in chiave (appunto) parodistica, tantissimi elementi cardini della celebrazione. Tanto che, più che una commedia, Hubie Halloween, ennesima collaborazione tra il colosso Netflix e la casa di produzione di Adam Sandler qui protagonista (tuttavia questa la prima volta che mi ci imbatto, è il primo film che vedo), è una vera parodia citazionista delle più note situazioni di horror famosi, con uno stile spiazzante e volutamente da B movie. Rivedibile certo, sotto diversi punti di vista, ma nell'insieme godibile e leggero.
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domenica 31 ottobre 2021
mercoledì 27 ottobre 2021
I film del periodo (11-24 Ottobre 2021)
Mancano ormai pochi giorni ad Halloween, e molti ne approfitteranno per fare festa, ma altri ancora per vedere un film horror, chissà magari proprio quello che vi consiglierò per il 31, perché sì in via del tutto eccezionale pubblicherò domenica. Un film che io tuttavia avrò già visto, quindi un altro film vedrò quella sera, e fortunatamente ricca sarà la scelta. In ogni caso una serata all'insegna dell'orrido, che tanto piace, sicuramente sarà. Non è stato invece orrido (nel senso di brutto) quest'ultimo periodo cinematografico, anche se nessun film è riuscito a fare il botto. Periodo che oltretutto è stato all'insegna dei recuperi, con film segnati da tempo ed alcune aggiunte dell'ultimo minuto, tra pellicole visionate da Prime Video, altre grazie al Guardaroba e allo Streaming, persino uno dalla TV, tempo fa passato in chiaro. Lo si potrebbe quindi definire come uno Speciale Recuperi, ma non definirlo o meno così non cambia la sostanza, ho visto questi film ed ecco com'è andata.
Colonel Panics (Horror/Thriller 2016) - Un film che non rende le cose facili per il pubblico, una pellicola cyberpunk 3.0 ad alto tasso erotico (in questo senso la splendida Tia Tan che interpreta sia la prostituta che il futuro cyborg non ha molte battute, ma lascia sicuramente un'impressione positiva), visivamente micidiale e caratterizzata da un'inquietante musica elettronica, che diventa piuttosto difficile da seguire. Passato, presente, realtà virtuale e artificiale, anche questa di ieri e del futuro (presente), si incrociano e il film diventa un po' confuso, in modo surreale, anche per il fatto che lo stesso attore protagonista (incaricato di risolvere un problema con un virus che sembrerebbe aver infettato un gioco per adulti virtuale) interpreta entrambi i ruoli giocando sicuramente un ruolo nella questione. Il senso di "sviamento", tuttavia, sembra adattarsi all'estetica generale della produzione, che si concentra sull'aspetto visivo, almeno quanto sulla sceneggiatura (che una deriva pericolosa e letale ovviamente prenderà). In questo senso, l'aspetto tecnico del film è sorprendente, sei bombardato da immagini e sequenze impressionanti, caleidoscopio visivo incredibile (seppur ripetitivo). Questo e soprattutto alcune scene, danno al film un senso di grottesco, in maniera molto cruenta, e in combinazione con le tante scene di nudità e sesso, l'elemento di sfruttamento. Tuttavia il regista riesce anche a comunicare una serie di messaggi su temi molto seri, come la situazione del nazionalismo nel paese (siamo in Giappone se non lo si fosse capito), il conflitto con la Corea del Sud per quanto riguarda il caso delle comfort women durante la seconda guerra mondiale e il futuro dell'arte in relazione con la tecnologia. Insomma di tutto e di più, in un film criptico e folle (forse troppo) che nonostante la narrazione un po' confusa, impressiona, poiché Cho Jinseok riesce a combinare in modo elaborato tre diversi generi, attraverso un'arte che deriva dall'aspetto tecnico e dall'estetica generale del film. Di un film non facile, non eccezionale, ma degno di nota. Voto: 6+
La forma della voce (Animazione/Romantico/Dramma 2016) - Un film d'animazione molto pessimistico, e ci può stare, ma che, nella sceneggiatura, rivela grossi limiti. C'è una differenza netta fra la forma e il contenuto: bella la forma, i cui disegni sono sopraffini, e anche le atmosfere, ma il contenuto non è assolutamente all'altezza, né della forma né degli altissimi livelli che si è proposta: praticamente quasi tutto quel che è significativo per l'uomo. Disabilità, amicizia, amore, rapporto fra fratelli, senso di colpa eccessivi, altruismo, squilibri materni che si pagano da figli, depressione, aggressività, bullismo. C'è proprio di tutto, le atmosfere sono rarefatte il giusto per dare l'illusione di toccare in profondità questi temi, ma la realtà è deludente: su tutte queste cose, il film (diretto da Naoko Yamada) non sa insegnare nulla, nonostante abbia le pretese di farlo. I personaggi sembrano avere un'evoluzione, ma in realtà non ce l'hanno, ripetendo in modo stereotipato il solito cliché che "è solo tutta colpa mia". Sarà vero che la società giapponese valorizza questi aspetti, ma non si può sempre ripetere le solite cose, peraltro in un film lungo (2 ore), e già molto lento di suo. Almeno si fa capire come l'affetto sia l'unica cosa che tiene vivo un senso positivo dell'esistere, questo è il punto più lodevole, assieme alla toccante descrizione del difficoltoso universo della disabilità, e dei danni del bullismo. Tutte cose buone, assieme agli aspetti puramente visivi: che però non riescono a mitigare quel retrogusto sgradevole di rassegnazione alla depressione, attorno cui il film (adattamento del manga A Silent Voice di Yoshitoki Ōima) sembra che voglia convincere il pubblico, anche in modo morboso (pesante è il continuo rimando al suicidio sullo sfondo, e non solo). Nel complesso sono rimasto piuttosto deluso da La forma della voce, non perché sia un brutto film, ma in quanto avevo accumulato troppe aspettative. Inevitabilmente mi è sembrato un'occasione sprecata, anche in quanto la realizzazione tecnica è di prim'ordine e mi spiace non sia riuscito a suscitarmi grandi emozioni. Voto: 6
venerdì 22 ottobre 2021
Le serie tv del mese (Ottobre 2021)
Dopo 6 lunghi ed intensissimi mesi (intervallati da un solo e comprensibile intermezzo), si conclude la missione "recupero serie", di quelle serie non recentissime (2/3 anni o giù di lì) che avevo da tempo in lista di visione. Una missione che tuttavia continuerà saltuariamente nei prossimi mesi e proseguirà dall'anno nuovo. Sono ancora tante infatti le serie (o miniserie, perché anche quelle contano), nella maggior parte già concluse, che devo recuperare, recuperare oltre a quelle anche recenti (e non già o ancora concluse) che ho da vedere. Vado indietro e a rilento lo so, ma non ho quattro occhi o dispongo di tutte le piattaforme, però pian piano quello che soprattutto merita vedrò, il meglio del meglio è l'obbiettivo. A tal proposito non potevo che sceglierne così bene, di tutte queste 7 serie viste infatti, nessuna ha totalmente deluso, ed anzi, come nel caso di queste ultime stagioni di serie, tutte e 4 a modo loro mi mancheranno, e spiego il perché nelle recensioni, che vi invito a leggere, se mai sareste interessati nel recuperarle anche voi così come ho fatto io, che appunto, nessun rimpianto nessun rimorso, anzi.
BoJack Horseman (6a stagione) - L'ultima stagione di BoJack Horseman si dimostra all'altezza di tutti gli episodi precedenti (e delle stagioni precedenti, Qui la quinta), capace di mettere il protagonista a confronto con il proprio passato così da portare alla luce (in maniera definitiva) la sua anima disperata, ma ancora dotata di un piccolo barlume di luce. Come se i problemi ed i drammi da cui BoJack ha tentato di fuggire negli anni non fossero già stati notevoli, se ne aggiungono nella stagione di chiusura, alcuni di rilevanza assoluta e tale che tutto prende un senso, si focalizza e diventa sempre più chiaro il senso della vita che ogni personaggio ha affannosamente cercato nel corso delle stagioni, poi rendicontato nell'episodio finale. Un finale di stagione profondo e toccante, in grado di suscitare sicuramente forti emozioni senza comunque dimenticarsi, in vari momenti, di puntare anche su un registro satirico efficace. Quello di BoJack Horseman è, senza dubbio, un lascito importante e non poteva concludersi diversamente. Un finale sospeso e senza certezze, come la vita. Monologhi profondi, viaggi introspettivi nei vari personaggi (le paranoie di Diane, la fedeltà del cane Mr. Peanubutter e dell'amico Tod) per una serie che ha saputo usare l'umorismo in modo emozionante. Per questo, inutile negarlo, BoJack mi mancherà. Non sono pronto a dirgli addio, ma devo, addio amico (tossico) mio, e grazie per tutto il pesce. Voto: 8,5
Fleabag (2a stagione) - Continua con la medesima, tagliente ironia l'avventura relazionale e sentimentale della protagonista che questa volta alleggerisce il carico dell'individualismo per cercare un equilibrio con i familiari, in particolare con la problematica sorella. In più, la nostra prende una bella sbandata per un simpatico e attraente prete cattolico, con le schermaglie, le reticenze e i problemi che questo comporta. Restano integri lo humor impietoso, le mezze frasi e le allusioni mimiche, anche se con un tocco più dubbioso e amaro, ma di certo non sentimentalistico. La seconda stagione, forse e nonostante metti un po' frettolosamente una chiusura al cerchio, è anche superiore alla già notevole prima (Qui). Il punto di forza di questa serie, oltre alla naturale empatia con la protagonista, è l'accuratezza dei dialoghi. Battute sagaci e acutezza nello sguardo, aiutano ad una migliore comprensione di tutti i personaggi, senza per questo inficiare nel ritmo e nella capacità di non sfiorare mai la banalità. Phoebe Waller-Bridge è magistrale nel tratteggiare sia l'ego femminile che l'inesausto bisogno che abbiamo di una famiglia che ci avvolga e ci circondi. Memorabili due scene (entrambe con due new entry nel cast): il confronto nel confessionale con la fantastica figura del prete (interpretato benissimo da Andrew Scott) e il confronto con la donna d'affari con cui Fleabag cerca di andare a letto (di rilievo in questo caso il cameo di Kristin Scott Thomas). Adorabile e sorprendente il contro-sfondamento/ri-(s)velamento della quarta parete, come la serie stessa, che peccato finisca così, perché a lei mi ci ero affezionato, non mi sarebbe dispiaciuta infatti un'altra stagione. Non sapremo dunque nulla di come Fleabag ha risolto il suo lutto, ma forse questa è la vita. Voto: 7,5
lunedì 18 ottobre 2021
[Cinema] Sion Sono Filmography - Parte 3 (The Whispering Star, The Forest of Love, Exte: Hair Extensions)
Il Giappone torna protagonista, anche se in questo blog (cinematograficamente parlando) lo è sempre stato e continuerà ad esserlo, ma quest'anno è stato, è ancora, particolarmente attivo (più che nella media). Non contando le Olimpiadi di Tokyo, che comunque importanti, ma soprattutto vincenti per i nostri colori sono state, prima il lungo (e corposo) viaggio (non ancora concluso) nell'animazione giapponese, poi alcune saltuarie incursioni cinematografiche lontane dal mondo animato, infine due filmografie di due registi d'oltreoceano molto conosciuti, una grande mole insomma. Pochissimo tempo fa infatti è stato il turno (il primo) del grande Takeshi Kitano, adesso, oggi, è il turno (addirittura il terzo, qui il secondo) dello strambo (e lo dico affettuosamente) Sion Sono. Contando difatti questi ulteriori tre film, del regista ho visto 12 film, uno più bizzarro dell'altro, a cominciare (se vi ricordate) da Tag, che per iniziare l'avventura era proprio l'ideale, almeno per me così è poi stato. E pensare che ancora me ne mancano alcuni (per esempio Himizu), ma al momento altri non sono riuscito, e difficilmente a breve riuscirò, a trovare. Tra questi anche una serie, anzi miniserie di 9 episodi (Tokyo Vampire Hotel), che non so da dove reperire. Ma in attesa di ciò (e se qualcuno sa, parli), accontentiamoci di quello che è possibile, in questo caso tre film completamente diversi tra loro, ma ugualmente bizzarri, che meritano indubbiamente qualche interesse.
The Whispering Star (Dramma/Sci-fi 2015) - Film dai risultati discontinui e dai ritmi molto dilatati che proprio per questo richiede una gran pazienza (fantascienza filosofica non per tutti i gusti), ripagata solo in parte dai risultati: l'inizio può incuriosire anche se ben presto le cose si ripetono, la seconda parte sa volare anche alto, raggiungendo dei picchi estetici, a tratti lirici, notevoli e dei momenti narrativi riusciti. A tratti criptico ed ermetico, a volte ripetitivo e noioso, a volte intrigante e stimolante. Pellicola divisiva che conferma la particolarità di un regista che non manca di idee e di talento seppure a corrente alternata, anche nella stessa pellicola. La storia è quella di una postina-androide intergalattica (la Megumi Kagurazaka gran Bellezza già al servizio del regista Sion Sono) che consegna la posta (senza l'assillo del tempo di consegna) ai destinatari sparsi nello spazio. A "guidare" la navicella ci pensa il distratto computer di bordo (ricordate Hal 9000) che deve ricordarsi di modificare la rotta ogniqualvolta vada ad incrociare quella dei meteoriti. All'interno delle scatole vi sono oggetti che ricordano i tempi passati, cose insignificanti, obsolete o solo souvenir di un tempo che fu. Minimale, contemplativo e apocalittico, questo The Whispering Star può essere etichettato come l'ennesima pellicola sul futuro distopico oppure un contenitore vuoto da riempire con le proprie impressioni legate all'esistenza umana. Ecco, è decisamente l'espressione compiuta di un nichilismo cosmico e assoluto che mostra la vanità e l'insensatezza dell'essere e dell'esistenza, e la fissità e l'immutabilità di quest'ultima. Più che un film, sembra un'opera di poesia audiovisiva, bizzarra e fragile come un messaggio dentro una bottiglia. Un'opera formalmente ineccepibile e di grande suggestione che però non riesce a convincere fino in fondo, nonostante risulti, come sempre per i canoni del regista, così elegante, iper-citazionista e splendidamente realizzato. In un bianco e nero, che favorisce l'immersione a-temporale e la fascinazione, di quest'opera mi rimarranno ben impresse solo poche sequenze veramente efficaci, prima tra tutte l'ultima consegna. The Whispering Star, un film che fa sembrare Stalker un action con Bruce Willis, che sa ripagare l'occhio ma non il cuore, dilaniato dalla disperazione più nera, zero ottimismo, non c'è possibilità di fuga né scioglimento, proprio per nessuno. Voto: 6,5
mercoledì 13 ottobre 2021
I film del periodo (1-10 Ottobre 2021)
C'è già stato uno Speciale Cinema della piattaforma streaming (a pagamento ed in abbonamento) Disney Plus (lo trovate Qui), ma un altro dovevo farlo. Dovevo perché, con l'obiettivo di vedere più film possibili inerenti agli ultimi Premi Oscar (ma non solo), era imprescindibile farlo entro quest'anno. Cosicché, pur se solo otto film, stavolta li ho inseriti (al contrario dell'altro) tra i film del periodo, il primo di questo mese, che arriva un po' prima, ed un altro arriverà tra due settimane, per lasciare "spazio" allo Speciale di Halloween di fine Ottobre. Ma tornando a questo buon periodo, ovviamente cinematograficamente parlando, che è stato, perché almeno due film entreranno nella Top finale annuale, ho recuperato sia i quattro film candidati agli Oscar nel 2021 che le ultimissime nuove uscite (di quelle che mi interessavano), della Disney e di conseguenza della Pixar, la vera punta di diamante della casa di Topolino. Per scoprirli vi basterà leggere, roba di 8 minuti.
Onward - Oltre la magia (Animazione/Avventura/Fantasy 2020) - La ricerca del padre ha in questo riuscito (ma non eccezionale) lavoro della Pixar un significato metaforico, si tratta di un racconto di formazione i cui significati sono "stratificati" con simbologie diverse a seconda della fascia di età dello spettatore. Il versante puramente spettacolare è come sempre accade di alto livello, con una magnifica ricostruzione di una società alternativa (l'universo costruito è ricolmo di colori, scenografie suggestive e personaggi con un ricco background) che ha perso la magia a favore della tecnologia (una critica forse leggera nell'economia del film ma giusta). L'espediente è quello solito del viaggio on the road che porta anche alla conoscenza di se stessi, non mancano perciò svariati luoghi comuni sparsi a riempire i vagabondaggi di due fratelli e del loro padre, metà di qua e metà nell'aldilà. Un film che mostra il suo lato emotivo e più divertente nella seconda parte, in quello che è un susseguirsi di crescente azione. L'immaginario fantasy integrato con l'ambiente urbano è arricchito da un percorso rocambolesco che ricorda Indiana Jones, con trabocchetti e trappole. Un'avventura quindi classica, ma appagante, completa ed emozionante come da tradizione Disney. L'utilizzo della magia permette qua e là di sbizzarrirsi in trovate divertente e ben congegnate. E tuttavia, per quanto esso rimanga un buonissimo film (sicuramente meritevole di una candidatura all'Oscar), non ha la forza di imporsi. Qualche forzatura, qualche cliché ed a livello grafico non è un lavoro strepitoso questo (non come altri almeno), però sì, è godibile. Non rimarrà infatti nella storia, ma fa (ed abbastanza bene) il suo sporco lavoro di intrattenimento. A conti fatti, e nonostante tutto, il 22° lungometraggio d'animazione Pixar (il secondo diretto da Dan Scanlon dopo Monsters University del 2013) merita indubbiamente la visione. Voto: 6,5
Soul (Animazione/Commedia/Dramma 2020) - La Pixar raramente sbaglia e qua non sbaglia, anche se ritorna a parlare di anime e senso della vita. In questo senso, Soul forse non ha l'originalità e la brillantezza di un Inside out, per esempio, ma è comunque un film molto riuscito. Molto solido nella narrazione (ci sono frangenti che smontano cliché, altri di grande ispirazione e intensa suspense, con una velo di amarezza di fondo, che scivola spesso nel sorriso) e nella stessa semplicità del suo messaggio, il vivere stesso che diventa uno scopo anche nella semplice quotidianità pur senza rinunciare a scopi più alti. Messaggio valido ma semplice, così come gli avvenimenti. A tratti forzano pure con l'umorismo, le citazioni di personaggi storici fanno pena e di certo gli manca qualcosa in termini di capacità di coinvolgere, rispetto al precedente lavoro di Pete Docter, che gli resta superiore, tuttavia anche Soul mi ha intrattenuto (e con gusto), anche Soul è bellissimo. Un film chiaramente di grande livello, che ha un momento di flessione, forse, verso metà, quando sembrerebbe mettere troppa carne al fuoco (non tutti i personaggi sono azzeccati secondo me), ma poi invece è tutto al posto giusto e anzi la seconda parte del film è tanta roba. Si parla di emozioni, si parla di passioni, di scintilla del vivere umano, anche di assurdità dell'esistenza in qualche punto. Il tutto è molto delicato, leggero e devo dire che il finale lascia una sensazione positiva, di desiderio di andarsi a vivere la vita ogni istante come qualcosa di donato e di importante. Il tutto è poi accompagnato da una buonissima colonna sonora, tutta sui toni del jazz (colonna sonora anche vincitrice di un Oscar, il secondo della pellicola dopo quello per il miglior film d'animazione). Molto variegata l'animazione, dalla semplicità di figure molto stilizzate alla complessità di quelle più realistiche. Non si crea un effetto straniante, anzi proprio la fusione di stili così differenti è una delle carte in più di questo film. Un film piuttosto singolare il cui merito sta nel saper essere originale e teorico senza perdere mai un filo di leggerezza, sta nel sapersi alimentare del bizzarro contrasto tra l'ambientazione newyorkese caotica del mondo reale e quella ovattata e magica dell'Anzi-Mondo. Un'opera destinata chiaramente a un pubblico adulto (il film invita difatti a vivere ogni giorno con passione, gustandosi ogni più piccola cosa senza sprecare nemmeno un istante, difficile far passare un simile messaggio, per quanto importante, ad un bambino), un'opera capace di divertire e far riflettere, un'opera da non perdere. Voto: 7,5
sabato 9 ottobre 2021
Le mie canzoni preferite (Ottobre 2021)
Ci sono canzoni, non solo tormentoni, che ascolti 2/3 volte e ti piacciono, poi le ascolti spesso e ti accorgi che in verità non è così (quasi le odi), è successo con una canzone dello scorso post musicale di cui menzione inutile fare, e poi ci sono quelle che ti basta una volta o cento volte e ti piaceranno (amerai) sempre. Ma qualunque sia l'opzione, ed altre comunque ci sarebbero come esempio, la musica è impossibile rinnegare, farà sempre parte di noi, e senza non si può stare, giusto quindi sarebbe l'hashtag #NoMusicNoLife per rafforzare il concetto, infatti, già fatto, anche con l'immagine d'apertura che apre la mia lista musicale preferita del mese, mese autunnale ancora in corso, che freddo porterà... che la coperta sia con voi. Infine sempre ricordo le/la Playlist su Youtube anche trovate, buon ascolto.
Con un anno di ritardo scopro questa band, questa canzone, e non riesco a staccarmene.
A tenere alto l'onore dell'Italia due artisti spesso presenti, che insieme ci regalano un gioiellino.
martedì 5 ottobre 2021
[Cinema] Wes Craven Filmography (Benedizione mortale, Dovevi essere morta, La casa nera, Il mostro della palude, Il serpente e l'arcobaleno, Sotto shock)
Un'altra filmografia, di un altro regista molto conosciuto, purtroppo anch'esso come George A. Romero (di lui ne vidi tre di film, a luglio scorso) recentemente scomparso, ovvero Wes Craven, morto a Los Angeles il 30 agosto 2015 a 76 anni dopo aver lottato a lungo contro un tumore al cervello, nonostante stesse lavorando a nuovi progetti. Regista, sceneggiatore, produttore cinematografico e attore statunitense, maestro del genere horror e thriller, famoso per aver diretto pellicole cult come L'ultima casa a sinistra, Le colline hanno gli occhi, Nightmare - Dal profondo della notte e la saga di film di Scream. Ma ne ha girati anche tantissimi altri, per esempio questi sei che ho visto io per omaggiarlo, che non l'avevo ancora fatto, certamente però, e non credo si arrabbierà Cassidy de La Bara Volante se dico questo, giacché lui è un grande esperto e conosce tutto e tutti del cosiddetto regista (la pagina dedicata trovate Qui), che meglio dei titoli citati non ha poi (o prima, durante, la sua carriera) fatto. Rimangono infatti le migliori proposte di un regista non sempre equilibrato o in grado di regalare perle cinematografiche, ma comunque sempre capace di intrattenere, e bene, il pubblico. Un regista, nonostante tutto, sicuramente apprezzabile e da riscoprire.
Benedizione mortale (Horror/Thriller 1981) - Conservando i fanatismi familiari e l'oppressiva ritualità de Le colline hanno gli occhi, Wes Craven si immette lungo la via dello slasher degli anni Ottanta abbinandone le soggettive a simboli minacciosi (ragni, scritte sui muri, spunti demonologici) e uscendone con un epilogo che vira inaspettatamente verso l'irrazionale (una scena visivamente suggestiva e spiazzante ma non del tutto soddisfacente). Un lavoro diretto con stile che in alcune sequenze quasi a sé stanti (il granaio, l'incubo con il ragno, la vasca, l'assalto e l'incendio dell'auto, l'apertura del pavimento), prefigura i sadici tranelli e le mortifere scorrerie oniriche provocate da Freddy Krueger. Una fotografia abbastanza curata, qualche buon colpo di scena ed alcune sequenze, che fanno di questo film una specie di prova generale per il futuro Nightmare. La storia per quasi tutto il tempo mantiene una certa atmosfera intrigante e di notevole tensione, anche se non mancano le incongruenze e alcuni errori tecnici, accompagnando lo spettatore in una visione abbastanza coinvolgente nonostante l'intuibile evolversi dei personaggi. Un difetto del film è sicuramente il ritmo, discontinuo e un po' annacquato nella parte centrale. Suggestivi invece i paesaggi rurali e azzeccato l'accompagnamento musicale di James Horner (futuro premio Oscar). Il cast fa il suo, Michael Berryman fa sempre impressione (in tutti i sensi), Ernest Borgnine bravo come capo spirituale ma io non riesco a non ricordarlo come il tassista in 1997: Fuga da New York, le protagoniste sono tutte uguali e senza grandi doti, si nota però una giovanissima e (già) bellissima Sharon Stone, per fortuna comunque che tali giovini ragazze ci mostrano qualche nudità tanto per gradire. Sicuramente poteva essere più curato e meno enfatico nella parte finale, ma comunque lo giudico sufficientemente valido. Voto: 6
Dovevi essere morta (Horror/Sci-fi 1986) - Un lavoro bizzarro, uno di quei film che potevano fare solo negli anni '80, uno di quei film della serie mai sfidare le leggi della natura e mescolare uomo e macchina, che andrà sempre a finire male, uno spunto che oggi è trito e ritrito, ma che all'epoca era in fase "di sviluppo". Un film che anche se non curatissimo in ogni dettaglio assicura una visione abbastanza godibile, forse eccedendo nel finale che sembra non convincere pienamente (il doppiaggio insopportabile del robot Bibi e la protagonista che cerca di imitare un automa facendo con le mani il verso al granchio se lo potevano risparmiare, così come l'ultimissima scena). Uno dei film sicuramente più strani di Wes Craven (zeppo di citazioni e rimandi al suo cinema), che unisce la mania robotica anni ottanta con momenti di puro delirio (divertenti i pochi, ma giustificati, momenti splatter). Non certamente la sua migliore opera, ma questo Deadly Friend (incredibilmente basato su un romanzo) è un simpatico mix fra Re-Animator o Frankenstein e Corto circuito, che si lascia seguire con piacere forse proprio perché strizza l'occhio a modelli già sperimentati. La sceneggiatura infatti non brilla per originalità ed è anzi carica di stereotipi, ma di sicuro brilla per fluidità di narrazione. La Kristy Swanson (futura Buffy cinematografica) era già un bel vedere, il resto del cast (comprendente "Mamma" Fratelli Anne Ramsey) fa la propria parte senza grandi pecche, il ritmo è abbastanza fluido e la storia si mantiene su livelli accettabili, mostrando anche qualche momento thrilling sanguinolento. Visione senza grandi meriti ma non fastidiosa. Non mi è dispiaciuto alla fine, mi sono anche divertito, una sufficienza di larga manica mi sento di dargliela. Voto: 6