venerdì 27 agosto 2021

[Cinema] Takeshi Kitano Filmography (Violent Cop, Sonatine, Brother, Zatoichi)

Ho conosciuto Takeshi Kitano, o Beat Takeshi (suo pseudonimo), nelle vesti di attore, ma (stranamente) non in quelle di regista. Cosa c'è di strano? C'è che tutti i film da lui diretti li ha pure interpretati, ma io non ne sapevo niente. C'è che degli altri film in cui è stato protagonista o co-protagonista pochi sono "arrivati" qui da noi, quindi qualcosa non quadra. E tuttavia col dubbio di aver già visto alcuni suoi film, mi sono approcciato alla visione di questi quattro film della sua filmografia senza alcuna reminiscenza. Cosicché dopo Sion Sono e soprattutto Takashi Miike, altro regista giapponese, considerato anch'esso uno dei più importanti registi orientali viventi, sviscero nella sua totalità. Ed a proposito di Miike e Kitano, seppur personalmente preferisco il primo, difficile dire chi è il migliore tra i due, sono due registi con stili completamente diversi di fare cinema e/o di fare gangster-movie per esempio, la cosa sicura è che questi due registi sono perfettamente in grado di regalare perle cinematografiche pazzesche. Di sicuro per chi ama il cinema orientale, pellicole da conoscere e possibilmente vedere, come queste qui, che in parte definiscono il suo cinema. Per abbreviare, "Un cinema fatto di temi e stilemi che ritornano più volte lungo tutta la sua filmografia, dalla presenza più o meno silente della Yakuza, un elemento assolutamente ricorrente, dal tema della morte violenta e in particolare del suicidio, la presenza della natura, evidenti riferimenti al cinema noir classico, sia nipponico sia occidentale. La sua regia minimalista, atta per unire una forte e desolante componente drammatica a inaspettati sprazzi di ironia, esaltando ancor di più i momenti di tristezza. Il suo umorismo è quasi sempre nero e di matrice nichilista". Per approfondimenti e tanto altro vi rimando direttamente alla pagina Wikipedia. Ma una cosa tuttavia è evidente, una particolarità che ho notato sorprendentemente, ovvero che Takeshi Kitano è praticamente il Sean Bean del cinema orientale, e non serve aggiungere altro, chi capisce intenda.

Violent Cop (Dramma/Azione/Thriller 1989) - La prima regia di Takeshi Kitano ha uno stile grezzo e discontinuo con un ritmo a tratti incerto, ma porta già con sé quasi tutti gli stilemi del suo cinema. Notevole la capacità di dipingere un antieroe servendosi di una storia dai toni acri e cupi, dove domina il cinismo, dove cane mangia cane, dove non c'è spazio per la redenzione. È lui il Violent Cop del titolo, laconico, scostante con i colleghi, incurante dei superiori, determinato come un automa nel suo lavoro (la sua interpretazione è unica, divertente e straniante, quindi perfettamente inserito nel film, il gioco sul genere poliziesco). Il suo unico rapporto umano sembra essere quello con la sorella portatrice di un handicap e sarà proprio questo legame a causarne la rovina nel disperato, lancinante finale, che è a tutti gli effetti la cosa migliore del film. Il film infatti, o la storia, parte abbastanza bene e sembra seguire una determinata strada, salvo poi un po' perdersi e non ritrovare quasi più la bussola. Alcuni fatti sembra accadano per puro caso mentre altri son descritti in maniera abbastanza confusa. Anche dal punto di vista della regia si poteva fare certamente molto meglio, alcune parti hanno un taglio veramente singolare e spesso non si capisce cosa stia accadendo sullo schermo. Il finale risolleva le sorti della pellicola, una pellicola comunque ben costruita, capace di mettere in luce quelle che saranno le peculiarità della cinematografia di Kitano con grande lucidità e trasporto. Nonostante qualche rallentamento eccessivo la trama si lascia seguire con piacere, miscelando l'azione più truce (presente qualche scena piuttosto cruda) con momenti intimi di incredibile dolcezza. Non a caso la violenza visiva che esplode senza preavviso ed è alternata a momenti più riflessivi rappresenta la cifra stilistica più evidente di un film che si distingue anche per l'interpretazione del suo protagonista e la particolarità della colonna sonora. Insomma un esordio apprezzabile ma non certo sfolgorante per un attore/regista di culto che in seguito farà certamente di meglio. Eppure penso che con qualche accorgimento questo film sarebbe potuto essere molto migliore dato il suo potenziale, ma non tutte le ciambelle vengono bene al primissimo tentativo. Voto: 6,5
Sonatine (Dramma/Azione/Gangster 1993) - Uno dei migliori film (di quelli fin qui visti) di Takeshi Kitano, capace di fondere con consumata esperienza brutalità e innocenza, sangue e romanticismo. Una pellicola che si snoda attraverso una narrazione a tratti molto lenta per poi esplodere in accelerazioni improvvise ed inaspettate. Egli scava nei suoi personaggi, analizza le cause della loro inquietudine e della loro tristezza. Il suo viso è perfetto per interpretare Murakawa, stanco yakuza e uomo disilluso, desideroso di abbandonare una vita che conosce troppo bene e dalla quale appare ostico affrancarsi. La sua fuga è destinata ad arenarsi su una spiaggia di Okinawa, qui insieme agli ultimi fidati uomini della sua banda troverà un non luogo, apparentemente fuori dal tempo e sconosciuto alle ferree leggi della criminalità, un posto dove rifugiarsi e potersi illudere che il fato sia in vena di deroghe. Il deserto dei tartari di questo Ronin moderno è un'oasi di pace, dove l'attesa viene ingannata in maniera giocosa, con scherzi e giochi infantili. L'abitudine alla violenza degli yakuza si trasforma, rigenerata da una semplice capanna sulla spiaggia e dal rumore delle onde, un luogo di pace che purtroppo sarà anch'esso raggiunto da un destino scritto molto tempo prima e che ritufferà nel suo mondo Murakawa, costretto ad affrontare quella realtà angosciante cancellata in maniera illusoria dalla permanenza sull'arenile. Il linguaggio cinematografico del regista/attore non è tra i più semplici, ma affascina grazie ad una poetica sanguinaria e malinconica, l'attitudine alla tragedia è ancora una volta resa mirabilmente in un finale che non ti aspetti e che colpisce con veemenza (la colonna sonora è quasi assente e la fotografia è sempre ottima). Decisamente un grandissimo lavoro, che unisce con sorprendente lucidità abbondanti dosi di violenza ad una poetica di fondo che rende/renderà Takeshi Kitano un autore unico nel suo genere. Voto: 7

Brother (Dramma/Azione/Gangster 2000) - Il primo e (ancora) ultimo film di Takeshi Kitano girato in terra americana. Un film meno romantico, più politico e più tradizionale dei precedenti, ma un noir comunque notevole. Kitano e lo Yakuza-Movie, attraverso stragi e bagni di sangue profondi messaggi e riflessioni sulla natura e la crudeltà umana. Egli (anche qui nelle doppie vesti di attore e regista) dipinge il mondo degli yakuza come un mondo complesso, naturalmente dominato dalla violenza e dal sangue, ma anche un mondo dove conta moltissimo l'onore, il rispetto, la fedeltà e il coraggio, e spesso in alcuni personaggi, come per esempio il miglior amico di Kitano, è veramente difficile inquadrarlo nella posizione del cattivo seppur fa parte di una "famiglia" di assassini. Un film coinvolgente, dove (appunto) tutti i personaggi sono estremamente interessanti e tutti hanno veramente qualcosa da dire. Su tutto e tutti domina un senso di solitudine e di fatalità dove, però, nell'ultima parte affiora una voglia di riscatto morale. Ma siamo in un noir, e questo riscatto avverrà solo dopo un bagno di sangue e non prima (attenzione: parziale spoiler in arrivo!) di una simbolica rinuncia alla vendetta. Film molto violento, freddo, ma (come ho già detto) anche piuttosto notevole. Colpiscono l'eleganza della messinscena in generale e i toni freddi della fotografia (grazie ai quali, però, risaltano ancora di più i momenti di violenza) che usa soprattutto colori funerei e colpisce anche l'apparente lentezza della narrazione che trasmette l'inquietante sensazione che tutte le situazioni possano degenerare da un momento all'altro. E, nonostante tutto, il regista lascia scorrere, in filigrana, una vena di salutare ironia che non guasta mai. Brother non è tuttavia uno dei migliori film di Takeshi Kitano, la violenza un po' troppo parossistica ed esasperata, ed è anche un film che forse non riesce a dire completamente tutto ciò che vorrebbe, ma può bastare. Brother per gli amanti del noir e dello yakuza-movie è imprescindibile. Voto: 6+

Zatōichi (Dramma/Azione/Storico 2003) - Personaggio di culto in Giappone, il massaggiatore cieco viene "riletto" da Takeshi Kitano che realizza una pellicola di evasione allontanandosi dai temi (un po' più impegnati) del suo cinema tradizionale. L'apparente semplicità di Zaitochi è però contraddetta dalla molteplicità dei temi trattati e degli stili adoperati. Non solo film di arti marziali, ma anche pochade, farsa e dramma. Il film realizzato (sebbene si tenda a mettere un po' troppa carne al fuoco) risulta molto piacevole. Eppure ad essere onesti senza la presenza (e il tocco magico) dell'impagabile Kitano, questo suo "film di samurai" meriterebbe al massimo un paio di stelle. Personaggi appena abbozzati, colpi di scena fiacchi e assai poco sorprendenti, discutibile ricorso ad effetti speciali fin troppo artificiali, struttura spezzettata e frammentaria, una parte centrale che arranca faticosamente tra lungaggini e lentezze assortite, ma per fortuna c'è lui, il geniale regista/attore a riempire gli innumerevoli spazi vuoti nelle maglie di una sceneggiatura troppo sfilacciata e a dare una risposta ai tanti "perché" che il film pone. Takeshi Kitano, basta inquadrarlo di sbieco nella sua camminata curva e strascicata per riempire lo schermo ed illuminare un'opera altrimenti deludente, egli, con Zatoichi, mette in scena un'indimenticabile personaggio, tenero, buffo, dimesso e auto-ironico (davvero esilaranti alcuni momenti del film), un paradossale esempio di invincibile perdente (lo so: è un ossimoro) nel quale è difficile identificarsi ma che è davvero impossibile non amare. E poiché Kitano è Kitano, alla fine salvo Zatoichi dalla stroncatura aggiungendo una terza stella e sarei tentato di aggiungerne persino una quarta per premiare un finale a dir poco straniante (nella sua totale assurdità) con balletto in vago stile Bollywood, ma francamente sarebbe un po' troppo: voto sufficiente. Voto: 6

14 commenti:

  1. Ah ragazzi! Di che mito stiamo parlando! Un vero genio.. può fare di tutto (e pochi sanno che anche il Takeshi's Castle è opera sua.. il Mai dire Banzai che tanto ci ha fatto divertire), ma lui spaventa, diverte e commuove come se nulla fosse, con le sue pellicole incredibili.. qui parli nello specifico di due suoi film che adoro: Sonatine e Zatoichi.. grandissimo personaggio Kitano!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Personaggio sì, davvero particolare, per genialità e non solo ;)
      Mi sembra d'averlo già sentito, tu me lo confermi, e sai che ancora fanno il Takeshi's Castle (nuova versione, e thailandese) ed io ogni tanto vedo :D

      Elimina
  2. https://www.filmtv.it/film/25143/zatoichi/recensioni/554906/#rfr:film-25143 peccato non ti sia piaciuto troppo Zatoichi.. ma lui si prende gioco del mondo, con classe cristallina.. ;)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ho letto, ho capito abbastanza bene il sotto-testo, ma è un film strano che mi ha un po' messo in difficoltà :)

      Elimina
    2. Capisco..ma devi entrare nell'ottica kitanese, che sbertuccia chi vuole.. e quando avrebbe potuto fare mai dire Banzai altrimenti? ahah

      Elimina
    3. E ci sono entrato, ma non mi ha colpito come negli altri, comunque ho visto questi quattro e nessuno che rimpiango la visione ;)

      Elimina
  3. Non è che mi facciano impazzire i film giapponesi con gangster e simili.
    Preferisco quelli che esaltano le arti marziali, da guardare a tempo non perso, ma persissimo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Gangster sì, ma diversamente da quelli occidentali (a parte alcuni), film con qualcosa da dire, e di intensamente potente.

      Elimina
  4. Ecco, Brothers mi ha annoiato a morte - che poi, ti sei accorto che il nero è l'assistente del dr House? Zatoichi invece l'ho adorato.
    Sonatine è un capitolo a sé...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Me ne accorgo adesso, anche perché per il dr House mai andato pazzo...
      Probabilmente ad una seconda visione migliorerebbe personalmente, ma anche così Zatoichi piace ;)
      Me l'aspettavo quel finale, però fa male...

      Elimina
  5. Mi rendo conto che è da tantissimo che non guardo/riguardo qualche film di Kitano... Mi hai fatto venir voglia di Sonatine! :p

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Pensiero dovuto, lo scopo è anche questo, ed io d'altro canto ho altri da vedere, Kitano o meno certamente giapponesi ;)

      Elimina
  6. Mi manca Sonatine e ammetto di non ricordare troppo bene Violent Cop, ma sia Brother che Zatoichi mi piacquero molto, è passato però tanto tempo, tra quelli visti il mio preferito forse rimane L'estate di Kikujiro

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ecco, quello mi manca, ma spero di recuperarlo prima o poi ;)

      Elimina