Seconda parte di questa ottombrina challenge a tema horror (di genere, sottogenere e varianti), anno 2025. Per questo segmento i principali protagonisti sono vampiri, fantasmi e demoni, ma non mancheranno anche altri luciferini soggetti. Ricordo che la visione di suddetti film è avvenuta per la maggior parte tramite piattaforme streaming legali (e a pagamento), in alcuni casi tramite piattaforme streaming non legali. QUI il post della Challenge comprendente il Banner completo. PARTE I
Nosferatu (Horror/Fantastico 2024) - Il "Nosferatu" di Robert Eggers è un'opera visivamente magnetica che omaggia i capolavori di Murnau e Herzog, pur cercando una propria voce. Il regista torna all'horror dopo il sottovalutato The Northman, scegliendo di reinterpretare il mito di Dracula con grande cura estetica e atmosfere gotiche. Il Conte Orlok, reso mostruoso e inquietante da Bill Skarsgård, abbandona l'antieroe romantico per tornare a incarnare il terrore puro. La prima parte è tesa e gotica, la seconda più frammentata ma comunque suggestiva, culminando in un finale poeticamente disturbante. Fotografia, trucco e atmosfere claustrofobiche sono eccellenti, anche se la trama resta classica e il cast non sempre brilla. Pur non aggiungendo molto alla mitologia del personaggio, Eggers realizza un horror d'autore che, sebbene meno originale dei suoi primi lavori, resta un prodotto curato e coinvolgente. Un film che non era necessario, ma che si fa comunque apprezzare. Voto: 7
Neverlake (Horror/Thriller 2013) - Una fiaba nera italica che sorprende per atmosfera e ambizione. Ambientato in Toscana, il film intreccia folklore etrusco e suggestioni gotiche, costruendo un mistero che si sviluppa con ritmo sospeso e tensione crescente. La regia è elegante e attenta, con una fotografia plumbea e un accompagnamento sonoro efficace. Il cast internazionale funziona, anche se la protagonista risulta talvolta poco espressiva. La storia, originale e ben strutturata, riesce a coinvolgere senza ricorrere a cliché hollywoodiani, pur peccando in un finale troppo esplicito e didascalico, che avrebbe guadagnato in ambiguità. Nonostante qualche effetto digitale discutibile, il film resta una piacevole sorpresa nel panorama italiano, capace di evocare Fulci, Phenomena e suggestioni iberiche senza risultare derivativo. Voto: 6,5
The Night House - La casa oscura (Horror 2021) - Un dramma psicologico con venature paranormali che punta più sull'atmosfera che sul terrore esplicito. Dopo il suicidio del marito, la protagonista (interpretata con intensità da Rebecca Hall) indaga su un passato oscuro che si manifesta tra presenze inquietanti e simboli esoterici. La narrazione gioca con il tema del doppio e mantiene un alone di mistero, pur risultando a tratti criptica e diluita. La regia di David Bruckner dosa con intelligenza tensione e simbolismo, evitando facili spiegazioni e lasciando spazio all'interpretazione. L'ambientazione lacustre e la fotografia amplificano il senso di inquietudine. Il finale, seppur non del tutto originale, chiude con coerenza un racconto che parla di dolore, identità e abissi interiori. Un film che non punta allo spavento facile, ma lascia il segno. Voto: 6
The Innocents (Horror/Thriller 2021) - Un disturbante thriller paranormale che esplora l'infanzia come territorio ambiguo e misterioso, dove Bene e Male sono concetti ancora in formazione. Ambientato in una periferia nordica, il film segue un gruppo di bambini che scoprono di possedere poteri sovrannaturali, dando vita a dinamiche sempre più inquietanti. Il regista evita gli stereotipi dell'horror tradizionale, preferendo una narrazione rarefatta e silenziosa, dove la tensione cresce lentamente e si insinua sotto pelle. La regia è elegante, gli effetti speciali dosati con intelligenza, e il cast di giovanissimi attori sorprende per intensità e naturalezza. Pur con qualche lentezza e una sceneggiatura non sempre originale, The Innocents riesce a coinvolgere e inquietare, offrendo una visione insolita e profonda del lato oscuro dell'infanzia. Voto: 6,5
Lo squalo (Horror/Thriller 1975) - "Jaws" è un capolavoro che ha ridefinito il concetto di suspense al cinema. Steven Spielberg orchestra la paura con una regia magistrale, costruendo la tensione attraverso l'attesa e l'uso sapiente del non visto: lo squalo appare poco, ma la sua presenza è costante, amplificata dalla colonna sonora iconica di John Williams. La prima parte del film è un crescendo di ansia e inquietudine, mentre la seconda si trasforma in una lotta primordiale tra uomo e natura, con i tre protagonisti (Roy Scheider, Richard Dreyfuss e Robert Shaw) perfettamente caratterizzati e in stato di grazia. A 50 anni dalla sua uscita (motivo per cui merita di essere celebrato e visto o rivisto), e a parte che non invecchia mai, resta un'opera tecnicamente impeccabile, simbolo della paura atavica dell'ignoto e pietra miliare della cultura pop. Voto: 9
Cruel Peter (Horror 2019) - Un horror gotico che punta su atmosfere cupe e ambientazioni suggestive, con una confezione visiva curata e una fotografia volutamente tetra. La storia mescola elementi di ghost story ed esorcismo, ma soffre di una certa prevedibilità e di scelte registiche discutibili, come l'eccessivo buio nelle scene chiave, che penalizza la tensione visiva nonostante gli effetti grafici siano credibili. Il film, ambientato in una Sicilia decadente e folkloristica, cerca un respiro internazionale ma finisce per appiattirsi su modelli già visti, perdendo in originalità. Il cast è professionale ma non memorabile, e il finale lascia qualche perplessità, con snodi narrativi poco approfonditi. Pur non rivoluzionando il genere, resta un prodotto dignitoso, interessante per chi apprezza l'horror classico dalle tinte gotiche. Voto: 6
Lamb (Horror/Fantastico 2021) - Una fiaba nera islandese sospesa tra dramma, mistery e sfumature horror. Racconta la storia di una coppia segnata da un lutto, che trova conforto nell'arrivo di una creatura ibrida, metà umana e metà animale, accolta come figlia. Questo evento miracoloso sembra colmare un vuoto emotivo, ma nasconde un conflitto profondo con le leggi della natura, che prima o poi reclama ciò che le appartiene. L'opera si muove tra silenzi, paesaggi gelidi e simbolismi ancestrali, riflettendo sul rapporto tra uomo e ambiente, sul desiderio di possesso e sulla maternità negata. Stilisticamente curato, lento e rarefatto (con una fotografia che esalta l'isolamento e la tensione latente) lascia spazio ai silenzi e ai sottintesi, con un finale (seppur telefonato) disturbante e simbolico. Un'opera insolita, da vedere con sguardo attento. Voto: 6+
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