giovedì 19 ottobre 2023

Le serie tv del mese (Ottobre 2023)

In un mese di ottobre ancora troppo poco autunnale, l'occasione di rivedere un amico del piccolo schermo, con il suo atteggiamento buono e perennemente gentile, che spiazza sempre i co-protagonisti e lo spettatore stesso. L'assistente medico personale più bianco e teneramente tondeggiante del mondo animato (Baymax chi altro) torna infatti con 6 (mini) avventure in cui aiuta amici, persone comuni, animali a risolvere problemi fisici sempre correlati a questioni emotive. Spin-off naturale pur se chissà fino a che punto necessario del personaggio più riuscito di Big Hero 6 (che nella serie prequel terminata poco prima di questa nuova serie animata di cortometraggi si era già fatto notare anche per ben altre doti, in primis supereroistiche), ci dà tuttavia modo di rivedere scorci di San Fransokyo e soprattutto farsi ammantare di quella dolce svenevolezza di cui ogni tanto sentono bisogno grandi e piccoli. In un episodio si sfiora la tematica omosessuale, in un altro si parla apertamente di mestruazioni. Forse troppo politicamente corretta e/o dispersiva, ma comunque carina. Ecco invece cos'altro ho visto questo mese.

The Blacklist (8a stagione) - Il ritorno dopo aver subito numerosi tipi di ritardi e pause che anche altri spettacoli hanno dovuto sopportare a causa della pandemia. La settima stagione fu persino costretta a fornire un finale di stagione semi-animato prima che la produzione dello show venisse sospesa. È stata una pausa più lunga di quella a cui si era abituati tra una stagione e l'altra, ma ora torna e dà diversi pugni, un po' in faccia e un po' nello stomaco. In un certo senso sono colpi ritardati che finalmente arrivano, ma che lasciano abbastanza freddi. La serie purtroppo è da parecchie stagioni che è alla deriva, hanno raschiato talmente il fondo del barile che ormai non c'è più nessun barile. Lo stesso James Spader (sempre magnifico) miracoli non ne può fare quando una sceneggiatura è a livelli imbarazzanti. Il problema non è solo allungare il brodo, è che proprio hanno abbandonato sotto-trame importanti, a discapito dei personaggi sempre meno incisivi. E' il caso di Liz, che volente o meno finalmente lascia, diventata inevitabilmente uno zimbello. Qualcosa sta finalmente cambiando? Si vedrà. Voto: 5,5

Archive 81 - Universi alternativi (1a stagione) - Gradevole sorpresa per un prodotto che viaggiando sui ritmi seriali classici riesce a distaccarsene per imprevedibilità narrativa. Attinge il meccanismo investigativo e i risvolti orrorifici da importanti registri recenti e non dissipando nel proprio curato grafismo indizi e soluzioni con magnetica continuità che non trova momenti morti. Ha il merito di spingersi oltre i propri confini abbracciando diverse sfumature dell'occulto senza risultare mai banale. Oltre a questo ho trovato magnifici i riferimenti a Lovecraft che alzano sicuramente la qualità del prodotto. Horror o thriller che sia, Archive 81 ha la rara qualità di riuscire a catturare lo spettatore e a tenerlo incollato allo schermo fino alla fine. Peccato solo che tutto si interrompa sul più bello, una seconda stagione infatti non ci sarà, e che il finale lasciato aperto lasci l'amaro in bocca. Ma in ogni caso un bravo al cast, alla regia e soprattutto agli sceneggiatori. Voto: 7

1899 (1a stagione) - La nuova serie di Baran bo Odar è accattivante non c'è che dire, ma al tempo stesso ha il respiro corto. E' più rilevante da un punto di vista tecnico e scenografico, con gli interni della nave, realmente claustrofobici, e nei paesaggi metafisici che si aprono nei passaggi e negli interstizi della nave stessa. Vuole essere imprevedibile ed in parte ci riesce, però è innegabile che peschi da riferimenti cinematografici precisi come Dark City, Matrix ed altri. Di conseguenza che non è neofita di questo tipo di pellicole, parte dell'imprevedibilità tende a scemare. A livello visivo nulla da dire, sono le carte migliori di questo lavoro, i personaggi un po' meno, lasciati in balia di se stessi e con dialoghi qualitativamente non sempre all'altezza. Una volta capito il meccanismo anche il finale stesso non mi ha colpito più di tanto, ma devo ammettere che offre dei risvolti interessanti. Il precedente Dark del regista svizzero naturalizzato tedesco era di tutt'altro livello sia pure nella sua estrema complessità, ma una seconda stagione di questa serie l'avrei vista, se non fosse che non ci sarà. Voto: 6,5

Cyberpunk: Edgerunners (1a stagione) - Un'opportunità mancata, ecco come mi viene di riassumere Cyberpunk: Edgerunners. Non ho né letto il libro né giocato il gioco, quindi non so se lì riescono a fare di meglio, ma questo anime è stato leggermente deludente: c'era il potenziale per un qualcosa di estremamente bello e coinvolgente, ma hanno scelto di realizzare un semplicissimo anime tamarro e ricco di stereotipi. La serie parte bene, con una ambientazione interessante e un protagonista dalle ottime premesse. Lo stile cyberpunk si nota tutto, graficamente risulta particolare e accattivante, così come tutto quello che ruota intorno la tecnologia e pure i comprimari sembrano sopra le righe al punto giusto per rendere l'opera una quella che sarà in grado di farsi ricordare. Sfortunatamente, non riesce a decollare, per una strada che risulta raccontata in modo non sempre coerente e uno sviluppo dei personaggi che risulta a tratti forzato e poco credibile. La trama non è così appassionante come avrei sperato, manca qualcosa che ti prende veramente, un mistero o un qualcosa in più che riesca a intrattenermi. Pertanto ci si "accontenta" di una serie di scontri fatti bene, spettacolari e splatter, fatti per sorprendere e stupire. Ha sicuramente stile da vendere e il tutto è accompagnato da un'ottima colonna sonora. Può bastare per tanti, ma io avrei gradito qualcosa di più, le mie aspettative probabilmente erano troppo alte. Voto: 6,5
Cabinet of Curiosities (1a stagione) - Nella presentazione che precede ogni episodio, Guillermo del Toro promette meraviglie (come il suo Pinocchio): una promessa mantenuta solo in parte in questa serie (antologica) in cui si alternano autori diversi in cabina di regia (alcuni anche molto conosciuti e di cui già visti alcuni dei loro lavori, mi riferisco a Vincenzo Natali, David S. Goyer, Ana Lily Amirpour, Panos Cosmatos e Jennifer Kent). Gli episodi migliori sono quelli in cui prevale l'aspetto fantascientifico (L'autopsia e La visita), mentre si rivelano deludenti i due tratti da racconti di Lovecraft (Il modello di Pickman e I sogni nella casa stregata), meno lovecraftiani di Lotto 36 e Ratti del cimitero. Poco originale Il brusio, fuori contesto L'apparenza. Confezione impeccabile, fotografia ed effetti speciali sono di prim'ordine e talvolta assai macabri. Discontinua, come detto, la qualità degli episodi. Nel complesso non è male, ma si poteva fare meglio. Voto: 6+

What We Do in the Shadows (4a stagione) - Dopo un anno di viaggi, Nandor e Nadja tornano nella casa più caotica e dark di Staten Island per ritrovarla quasi distrutta e non curata da un Laszlo troppo impegnato a badare alla versione baby di Colin Robinson. Anche questa quarta stagione di What We Do in the Shadows tende alla comicità surreale, portando lo spettatore a tifare per l'apertura di un night club per vampiri. La formula del mockumentary, dopo anni ed anni funziona ancora e i filoni narrativi interni al racconto risultano ancora provvisti di un'ironia fresca e coinvolgente. In questo marasma di canini appuntiti e pipistrelli, è sempre il famiglio Guillermo a uscire vero protagonista delle vicende di questo strampalato gruppo di amici. Come nelle stagioni precedenti, anche questa quarta stagione ospita diversi camei di un certo spessore, come Sofia Coppola e Jim Jarmusch. L'universo inventato da Taika Waititi e Jemaine Clement ha ancora molto da raccontare e la perfetta chimica generata dal cast continuano a generare grande affetto nello spettatore, che non può smettere di osservare le strane avventure di un quintetto davvero improbabile. Un quintetto pronto nuovamente a sorprendere e divertire nelle prossime già certe stagioni. Voto: 7

The Mandalorian (3a stagione) - La terza stagione si potrebbe definire di transizione. Non c'è d'aspettarsi i picchi della seconda, specie il finale. L'azione più densa è riservata agli ultimi episodi della riconquista di Mandalore. I personaggi non subiscono particolari sviluppi, se si esclude però Lady Kryze, l'unico carattere ben approfondito al punto da essere una vera e propria co-protagonista di questa stagione. Più che nei personaggi la terza stagione cura più il contesto. C'è una mappatura dei contendenti in gioco come i residui dell'Impero e la Nuova Repubblica, ma soprattutto si concentra sul popolo Mandaloriano nelle sue origini e come collettività vagante per la galassia, divisa e senza patria. In tale contesto Lady Kryze è un catalizzatore (simpatici i cameo di Jack Black e Christopher Lloyd). Nel complesso è una stagione che magari raccoglie poco ma in compenso semina molto. Se avrà seminato bene lo si vedrà nel prosieguo. Voto: 7,5

1923 (1a stagione) - Lo spin-off di Yellowstone è un ritratto interessante degli anni che precedono la Grande Depressione, un racconto coerente e compatto che tuttavia presenta alcune pecche. 1923 non riesce infatti a raggiungere i livelli dell'originale, e ciò che resta al termine di questa prima stagione è soprattutto un senso di insoddisfazione legato ad un finale fiacco e tre vicende che raramente stupiscono. Le idee messe in campo sono tante, e indubbiamente non è semplice gestire tanti personaggi da dover poi ricollegare alla serie madre (al momento ferma), ma 1923 resta una storia a metà, che in questa prima parte raramente brilla (bello comunque rivedere Harrison Ford, splendidamente accompagnato da Helen Mirren). Visto che ci sarà una seconda stagione, lo spazio per rimediare c'è, e anche se si è davanti ad un mezzo passo falso, c'è da scommettere che Taylor Sheridan troverà nuovamente la giusta strada, o perlomeno così si spera. Dopotutto questi primi episodi aprono la strada a una seconda stagione i cui avvenimenti, appena accennati, hanno la promessa di essere sempre più avvincenti. Voto: 6+

City on a Hill (3a stagione) - Alla fine penso che l'avranno vista, oltre me, quattro gatti questa serie, serie che arrivata alla terza ed ultima stagione chiude i battenti. Ed è un peccato, perché anche se non è riuscita mai a decollare, la serie prodotta da Ben Affleck e Matt Damon, condotta da Tom Fontana ed interpretata da Kevin Bacon, qualcosa da dire aveva e una discreta qualità esprimeva. City on a Hill si è lentamente trasformato nel corso delle due stagioni in una interessante critica ai metodi incrementali di riforma sociale. Continuando a mettere in primo piano la relazione caustica tra l'ormai ex agente dell'FBI Jackie Rohr (Bacon) e l'assistente procuratore distrettuale DeCourcey Ward (Aldis Hodge), la terza stagione riprende i filoni della narrativa sull'edilizia pubblica della seconda stagione. Continua a spingersi oltre nelle macchinazioni politiche e nelle ramificazioni dei rapidi sconvolgimenti. Ma, sebbene questa stagione, principalmente, funziona bene nell'esplorare la disuguaglianza finanziaria che affligge la città, la suddetta non ha ancora trovato un modo per rendere interessante la vita della famiglia di Rohr e Ward. Ripetitiva, poco coinvolgente e/o coerente, in un qualche senso addirittura patetica. Alla fine insomma resta poco, passando sopra ad un finale comunque soddisfacente in parte, per una stagione buona ma non buonissima, come tutta la serie, che forse è meglio che sia finita. Voto: 6

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