La terza ed ultima stagione de I giocattoli della nostra infanzia racconta la storia delle Tartarughe Ninja, di due fumettisti relativamente sconosciuti che s'imbattono in un'idea che farà esplodere la Tartamania, mettendo sottosopra l'industria del giocattolo, di quella dei Mighty Morphin Power Rangers, ispirata alle serie giapponesi Super Sentai, l'innovativa visione del compositore Haim Saban è diventata una dinastia che regna da decenni in TV e nel mondo dei giochi, dei My Little Pony, di questi piccoli quadrupedi che hanno reinventato la bambola moderna in un'epoca dominata da Barbie e Fragolina, regalando un'immensa gioia ai bambini, ma anche ai fan adulti, e infine del Wrestling agonistico, da WrestleMania alla mania dei giocattoli: i fautori dell'invasione del wrestling sugli scaffali dei negozi riflettono su trionfi e battute d'arresto, personalmente anche a questo giro ho apprezzato, nonostante nessuno di questi giocattoli neanche sfiorati, ma dalla televisione tante belle e grandi cose ho visto. Rispetto alle stagioni precedenti (e quindi anche alla seconda, qui) ci sono meno ricostruzioni di aneddoti e retroscena, alcuni episodi sono meno riusciti (o interessanti, indovina quale) di altri, e a volte si esagera con la ripetizione della stessa gag, ma nel complesso abbastanza buono, e soprattutto ancora e sempre godibile, anche perché il mood fortunatamente non cambia. Alla fine una serie documentaristica davvero piacevole, da amante della cultura pop imperdibile, per tutti i nostalgici e per gli amanti della cultura nerd se non l'avete ancora vista, vedetela.
American Horror Story (10a stagione) - Dopo dieci stagioni la stanchezza inizia a farsi sentire tra i fotogrammi di questa serie e, credetemi, mi dispiace dirlo (passi la nona stagione solo per gli anni '80). Stavolta si divide in due e stante le trame è una scelta tanto saggia quanto forzata: entrambe le storie non ce la avrebbero fatta a reggere una intera serie (forse inserirle nelle Stories, diluendole, sarebbe stato meglio), ma procediamo per ordine. Red Tide, ancora si parla di vampiri? Ma davvero? Ok, in questo caso si tenta di far vedere i succhiasangue sotto una luce nuova ed alcune idee originali ci sono, ma non bastano per svecchiare un argomento trito e ritrito. Fa piacere rivedere l'ex bambino terribile Macaulay Culkin, ma se ci pensa un attimo ci si accorge che la storia sarebbe andata avanti lo stesso senza il suo personaggio e quello interpretato da Sarah Paulson. Death Valley, per la prima volta in AHS si affronta apertamente il tema degli alieni ed è spassoso vedere come gli sceneggiatori si siano divertiti a giocare con la storia americana dagli anni '50 ad oggi e non mancano momenti inquietanti, ma la tutta la parte ambientata in tempi odierni è a dir poco scialba, con quei quattro ragazzetti davvero odiosi ed un finale banalissimo. Insomma al netto del sangue che scorre a fiumi anche questa serie si rivela molto meno politicamente scorretta di quello che vorrebbe far credere. Non la peggiore, ma la inserisco tra le stagioni no. Voto: 5,5
DuckTales (3a stagione) - Così finisce, dopo 4-5 anni di scivoli sull'ottovolante, di avventure in ogni angolo del globo alla ricerca dei tesori più incredibili e dopo aver affrontato, fra le altre, le insidie di streghe, alieni e terroristi globali, DuckTales, la strepitosa serie Disney re-immaginata da Francisco Angones e Matt Youngberg nel 2017. Le prime due stagioni avevano stabilito il riavvio dell'amata serie animata ed avevano introdotto la versione moderna di Paperon de Paperoni e la famiglia dei paperi, ma la terza stagione è davvero il punto in cui la nuova visione della serie (preferita dai fan) decolla. In un continuo gioco di citazioni all'opera di Carl Barks e all'atto d'amore del suo fan più eccellente, Don Rosa, gli sviluppatori mettono al bando ogni remora e riscrivono "La Storia" (fantastici i cameo di Pippo o Paperina per dirne alcuni). Dewey, Huey e Louie hanno finalmente delle personalità completamente differenti (anche se si scherza sul fatto che tutti li distinguono solo per il colore della maglietta), e si scopre una volta per tutte chi sia la loro mamma, la strepitosa Della Duck. In DuckTales gli autori hanno risposto a tantissime delle domande che ci eravamo sempre tutti chiesti, ma soprattutto sono riusciti a trasmettere allo spettatore la dimensione eroico-avventurosa di Scrooge McDuck e di Donald Duck. Il finale di serie prende davvero tutto (il meglio) dalla serie e lo lega in un bel fiocco, chiudendo la sua corsa con il botto, con un finale epico (ma non ci si aspettava di meno, visti i precedenti), della durata di oltre un'ora. E' un peccato vederlo andare definitivamente, è stato un po' uno shock infatti sentire che la terza stagione sarebbe stata l'ultima avventura, ma sono grato per la corsa sfrenata ottenuta. Voto: 7
Undone (2a stagione) - Dopo aver convinto pubblico (e quindi anche me) e critica sia per lo splendido (ma non perfetto) impianto artistico che per l'intelligente (ma non perfetta) linea di narrazione che miscela la dimensione onirica e quella reale, alla sua seconda stagione Undone si colloca a metà tra prequel e sequel svelando un interessante racconto sulla fallibilità dell'essere umano e sull'accettazione del lutto. Se la prima stagione di Undone aveva espresso al meglio le proprie potenzialità sfruttando con dovizia l'elemento sci-fi, questa seconda lo adopera principalmente come mezzo per raccontare un tessuto familiare tanto comune quanto composito. Nel complesso la seconda stagione di Undone è migliore della prima (o almeno all'altezza) perché più concentrata verso la meta. Per arrivare a ciò cede sull'originalità, tanto che potrebbe anche essere descritta come un Inception in rotoscope, ma tiene duro sulla qualità delle interpretazioni e sulla capacità di coinvolgere. Nel suo piccolo infatti, Undone riesce a giocare con linee temporali alternative senza perdere il suo nucleo fondante, ma, anzi, rafforzando l'idea che tutti gli esseri sono collegati, che ogni singolo sia il tutto. In quest'ottica il finale si apre a più interpretazioni e potrebbe essere la degna conclusione di una serie che non delude dall'inizio alla fine. Certo i quesiti senza risposta ci sono e potrebbero aprire la strada a nuove stagioni, ma un finale aperto e criptico, con diverse letture mi sembra in perfetta sintonia col mistero e l'incompletezza che richiama il titolo. Voto: 7
The Blacklist (7a stagione) - Per la maggior parte della settima stagione di The Blacklist (rispolverato un po' a caso quest'anno dopo anni dalla sesta stagione) è stata molto buona fino a quando non si arriva agli ultimi episodi, decisamente un po' noiosi. L'episodio finale di questa di certo non ultima stagione è stato un po' deludente. Passare avanti e indietro in uno stato di animazione alquanto orribile ha sminuito l'intera serie, sì, il COVID19 è (stato) un problema, ma l'ultimo episodio avrebbe dovuto essere lasciato per la stagione successiva, ciò avrebbe garantito l'imminente arrivo della stagione 8 e un migliore utilizzo dell'episodio per onorare la morte del nonno di Elizabeth (Brian Dennehy), per non parlare che quest'ultima sta iniziando ad essere fastidiosa. L'abbraccio al "potere malvagio" che si prospetta potrebbe aiutarla, o forse no, il gas in ogni caso sembra comunque pian piano finendo (il mistero su Red sembrava essere svelato, però così non parrebbe essere, anzi, raddoppia con la madre di Liz, quest'ultima divisa su chi sta dicendo la verità, perciò anche basta tutti questi misteri), ma si vedrà poi. Voto: 5,5
Curon (1a stagione) - L'ennesima conferma che di assoluto nel mondo c'è ben poco, perché ciascuno di noi può avere una reazione diversa a quello che si trova a guardare e può essere influenzato da pregiudizi di vario tipo. E allora l'unico modo per farsi largo nelle profondità dei cataloghi è quella di trovare "voci di fiducia" cui affidarsi come guida, sempre cercando il più possibile di provare in prima persona. Curon (prima produzione italiana Netflix) è una serie complessivamente mediocre ma che ottiene l'obiettivo di intrattenere, e di questi tempi non è poco. Le aspettative erano alte e le carte in tavola perché si rivelasse una discreta serie per gli appassionati del thriller con venature horror c'erano tutte, eppure il risultato finale non è stato tanto convincente come speravo o credevo. Non che sia rimasto deluso, però probabilmente poteva essere gestita meglio. Il problema è più nella sceneggiatura e nella recitazione, a volte esasperata, che nella regia e nella fotografia, con una messa in scena che complice la location suggestiva funziona, pur rimanendo in superficie. Personalmente non mi è (troppo) dispiaciuta, perché appunto, nonostante i difetti, riesce comunque a farti trattenere il fiato e a proseguire nella visione. Nei limiti la storia mi ha infatti preso, non originalissima (però almeno diversa dai canoni tradizionali italiani), ma ben accettabile, anche se resta l'amaro in bocca per quello che poteva essere e non è stato. Voto: 6
Arcane (1a stagione) - Non ho mai giocato a League of Legends, ma, informandomi qui e là, mi pare che, tolti alcuni dettagli d'ambiente, la serie tv (distribuita su Netflix) sia abbastanza indipendente dal videogioco. E in questo senso che gran lavoro hanno fatto, perché questa è probabilmente la più convincente trasposizione filmata tratta da un videogioco, ampiamente fruibile anche al di fuori del circuito degli appassionati. Una serie curatissima non solo nel mai abbastanza lodato comparto grafico (siamo davvero allo stato dell'arte per design dei personaggi, sfondi, tecnica di animazione) ma anche nella storia avvincente e nella caratterizzazione dei numerosi personaggi che trovano tutti una loro ragione di essere. La Storia infatti insegna (a parte rarissime eccezioni) che la qualità non è facile quando il punto di partenza è il videogioco, ma qui siamo all'assoluta eccellenza. Arcane è anzitutto estetica: un uso dei colori magistrale che si abbina ad animazioni eccellenti, a impreziosire un contesto steampunk ricco di dettagli e sfumature. 9 episodi in 3 atti per una serie di vicende con un decorso frammentato che non cede neppure sotto il profilo della scrittura: ciascuno dei personaggi è arricchito da un afflato drammatico che non si dimentica e si lascia gustare perfettamente anche in età adulta. La sigla è potente: apprezzo particolarmente gli Imagine Dragons, e la canzone originale della sigla, Enemy, calza come un guanto al mood generale, anzi di più, ad essere adeguata è l'intera colonna sonora, strumentale e non. Benché affatto innovativa (nelle premesse narrative quanto nella caratterizzazione estetica), una serie davvero unica, eccezionale veramente. Non vedo l'ora di vedere come continua, la conferma fortunatamente c'è. Voto: 8
A Discovery of Witches (3a stagione) - Già detto del fascino misterioso di A Discovery of Witches, del suo essere imperfetta e allo stesso tempo attrattiva, delle sue manchevolezze e della sua ordinarietà, ma anche di quello strano charme che ha saputo esercitare sullo spettatore una certa curiosità. Viaggi nel tempo, discriminazione razziale, lotte di potere sono soltanto alcuni dei tantissimi temi che la serie propone fin dalla prima stagione. La stagione conclusiva, tra alti e (molti) bassi, chiude il cerchio della storia, nonostante le modalità siano state molto rapide e sbrigative. L'ultima stagione soffre della mancanza di 3 episodi: a differenza delle stagioni precedenti (qui la recensione della seconda), la terza è composta da soli 7 capitoli e non dai classici 10. Questa defezione si manifesta con prepotenza nella fase conclusiva della serie attraverso una sceneggiatura affrettata e diversi tagli evidenti. Dopo tre stagioni di pathos crescente, il climax degli episodi finali non conduce infatti ad un momento di massima tensione, ma al contrario si affloscia su se stesso, facendo perdere alla storia la forza fino a quel momento acquisita. Un aspetto positivo della terza stagione riguarda la componente visiva (CGI potenziata), da segnalare è anche la sempre crostante atmosfera magica che avvolge la serie (ambientazioni alquanto suggestive). Peccato che queste migliorie non siano sufficienti per salvare una terza stagione (la più breve, la meno riuscita, e certamente la più debole) che pecca di mancato approfondimento nello sviluppo della trama. Alla fine è come se avessi (malauguratamente) visto un nuovo (ma più adulto) capitolo di Twilight, e non era assolutamente quello che speravo, credevo e/o immaginavo di voler vedere. Voto: 5
Riviera (3a stagione) - E' tutta un'altra storia, ma non è detto sia cosa buona e giusta. Sono rimasto un po' sorpreso dal fatto che abbiano realizzato una trama completamente diversa, ero confuso dove stavano andando...a sbattere. L'ultima (per fortuna) stagione di questa serie infatti, che probabilmente avrebbe già dovuto essere cancellata ormai, che riparte con metà del cast originale e per questo lascia un po' infreddoliti (ma potevano anche sostituire Julia Stiles che non si notava comunque la differenza), passa dall'essere un dramma ambientato nel cuore di una famiglia corrotta sulla Costa Azzurra a un thriller cospirativo argentino. Roba che, visti i risultati non soddisfacenti delle passate stagioni e di una seconda ancor più frustrante, poteva rivelarsi una soluzione vincente, e invece niente di tutto ciò, perché mentre la terza stagione caratterizza luoghi e costumi glamour, nonché pistole e sequenze di inseguimenti, si rimane seriamente impressionati, ma negativamente, da quello che su schermo avviene e si vede. Istituti psichiatrici, magheggi politici e sperimentazione da fantascienza, roba tanto strana nel mood di serie (e soprattutto banale nello script) che solo fino ad un certo punto si può sopportare. Rimane la sigla, con annessa canzone, la punta di diamante della serie, mentre della terza stagione è lodevole solo la chiusura della "nuova" storia, ma per il resto l'ennesimo buco nell'acqua (di Saint-Tropez). Voto: 5
Flash (5a stagione) - La quinta stagione di The Flash riparte dalle poco convincenti ultime stagioni (la quarta qui), con l'obiettivo di rialzare la qualità di uno show, in verità, caratterizzato da un forte calo qualitativo. Grazie alla presenza di un villain molto più interessante, l'obiettivo della truppa di Greg Berlanti può dirsi in parte riuscito, ma siamo comunque lontani da una vera e propria ripresa a tutto tondo. I 22 episodi che compongono la stagione alternano ancora una volta lunghi periodi di buio totale a sporadici picchi qualitativi, in modo fin troppo disomogeneo (la sottotrama di Nora interessante all'inizio, ma poi alla lunga stanca, per non parlare dei tanti, fastidiosi, atti di stupidità da parte del Team Flash che, va bene la sospensione dell'incredulità, però passarci sopra è difficile). Per fortuna, comunque, a risollevare parecchio le sorti dello show ci hanno pensato gli ultimi episodi, qualitativamente nettamente superiori al resto e capaci di anticipare avvenimenti molto interessanti (e alquanto drammatici) per il futuro. Non resta, dunque, che attendere la prossima stagione per saperne di più. Voto: 5,5
Concordo su Curon, non ci ha creduto fino in fondo. Peccato.
RispondiEliminaMa continuerà? :O Chissà...
D'accordo anche su DuckTales, ottimo reboot per amanti della Disney...
Moz-
Volevo aspettare ma non potevo aspettare l'anno prossimo per DuckTales ;)
EliminaLa possibilità c'è, ma forse lasciarlo finire così ci sta..
Eppure Blacklist era costruito bene.. poi ovvio che serti schemi stritolino..
RispondiEliminaEh sì, l'inizio fu sorprendente infatti!
EliminaArcane potrebbe essere interessante per me anche se non conosco il videogioco...
RispondiEliminaUltimamente sono stata presa da mille cose ma spero di riallacciare il mio rapporto con la tv e Netflix.. xD
Non è importante conoscerlo, anche perché paradossalmente c'entra poco con la/e storia/e che qui magistralmente viene partorita, va bene che basta il steampunk per conquistarmi, ma bella davvero, e quindi dico che non dovresti proprio perderla ;)
EliminaArcane ❤
RispondiEliminaWow
EliminaL'ultima stagione di AHS ha deluso anche me, nonostante abbia adorato la parte sui vampiri, soprattutto grazie alla bravura della piccola, diabolica figlia del protagonista. La seconda parte sugli alieni l'ho trovata al limite dell'imbarazzante, ahimé.
RispondiEliminaUna scelta, della doppia storia, che non ho capito, e questo più altro non ha pagato.
EliminaOh, mi hai incuriosito co I Giocattoli ecc. ecc., ora lo metto in lista!
RispondiEliminaInvece io sono lieto di scoprire che quella schifezza (grafica) di DuckTales sia giunta a conclusione. Non ne sapevo nulla 😛 Con uno stile classico avrei potuto amarla anche io e invece...
AHS 10 l'ho saltata, forse ci riprovo con la 11 che attraversa vari periodi storici e a me piace il passato (si vocifera lo Studio 54 🤩). E a parte Flash, che non seguo, le altre non le conosco.
Quelli sì, per un collezionista come te i giocattoli meglio che i film ;)
EliminaMa no, secondo me invece graficamente è il meglio di questi tempi, certo lo stile classico è insuperabile però è ugualmente spettacolare.
Su AHS che dire, forse anche basta...