giovedì 25 settembre 2025

Le serie tv del mese (Settembre 2025)

Ecco la lista delle serie tv e/o miniserie viste questo mese. Programmate o meno, opere visionate dalle piattaforme streaming a mia disposizione (a pagamento o meno), ovvero da Netflix, Sky e Prime Video, da Paramount Plus, Disney Plus e TimVision, sporadicamente anche da Apple Tv Plus e siti vari (anche non legali).

Squid Game (3a stagione) - La terza stagione rappresenta una conclusione dignitosa per la saga ideata da Hwang Dong-hyuk, riuscendo a chiudere il cerchio narrativo iniziato con la prima, folgorante stagione. Sebbene sia di fatto la seconda parte della stagione precedente, riesce a trovare un finale che, pur non raggiungendo le vette iniziali, si dimostra all'altezza del compito. Il merito va soprattutto allo showrunner, che ha saputo portare a termine la sua visione nonostante le pressioni evidenti da parte di Netflix, più interessata allo sfruttamento commerciale del brand che alla sua evoluzione naturale (reboot e/o spin-off anche no). Questa terza stagione punta più sul "cosa" che sul "come": i giochi sono visivamente spettacolari e più complessi, ma il racconto soffre di una certa fretta, con personaggi meno approfonditi e una mitologia interna che perde coerenza. Il risultato è una chiusura che lascia buoni ricordi, ma anche interrogativi irrisolti, segnando una parabola discendente rispetto all'impatto iniziale. Nonostante tutto, Squid Game 3 riesce a salvarsi e a offrire un epilogo coerente per Gi-hun e gli altri protagonisti, a cinque anni dalla prima messa in onda. La serie conferma il suo status di fenomeno culturale, capace non solo di intrattenere, ma anche di stimolare riflessioni profonde su disuguaglianza, disperazione e i limiti morali dell'essere umano. In un mondo sempre più diviso, le scelte dei personaggi risuonano con le nostre, rendendo Squid Game un racconto disturbante ma necessario. Voto: 7

Cobra Kai (6a stagione) - La sesta stagione di Cobra Kai è stata per me un mix di emozione e delusione. Dopo un inizio promettente, la serie ha perso il contatto con la realtà, diventando sempre più assurda e ripetitiva (sempre più surreale). I primi episodi sono stati piatti e dimenticabili, con dinamiche stanche e personaggi poco incisivi. Il Sekai Taikai ha riportato un po' di interesse, ma tra regole confuse e scelte narrative discutibili, anche questa parte ha faticato a convincere. Solo nell'ultima parte la serie ritrova un po' di sé stessa: nostalgia, emozioni e un finale che, pur imperfetto (tra forzature narrative e buonismo eccessivo), rende giustizia al protagonista e chiude il cerchio. Pur perdendo il contatto con la realtà, Cobra Kai resta godibile se accettato come puro intrattenimento sopra le righe, un po' come Holly e Benji: improbabile, ma irresistibile. Cobra Kai ha avuto alti e bassi, e forse è andata avanti troppo a lungo (qui la quinta), ma è stato un bel viaggio. Tecnicamente solido, ma narrativamente prudente, Cobra Kai saluta i fan con affetto, omaggiando il mito di Karate Kid e lasciando un messaggio chiaro: trovare il proprio equilibrio è la vera vittoria. Voto: 5,5

Riverdale (7a stagione) - La settima stagione di Riverdale disorienta e delude. Dopo sei stagioni dense di trame intricate, relazioni complesse e sviluppi sovrannaturali, la serie si reinventa completamente con un'ambientazione negli anni '50, cancellando di fatto tutto ciò che era stato costruito. I personaggi vengono riscritti, i loro traumi e percorsi di crescita ignorati, e le relazioni centrali (come quella tra Archie, Betty e Veronica) vengono svuotate di significato. Sebbene il finale riesca a commuovere, l'intera stagione appare scollegata dal resto della serie, con un tono predicatorio e una forte enfasi su tematiche sociali come razzismo e omofobia, trattate però in modo ripetitivo e poco integrato nella narrazione. Il risultato è un reboot mascherato da conclusione, che lascia l'amaro in bocca a chi ha seguito fedelmente la serie fin dall'inizio. Voto: 5

Disincanto (Serie Completa) - Creata da Matt Groening, una serie animata che si distingue dalle sue opere precedenti per l'approccio narrativo più seriale e complesso. Ambientata nel regno fantasy di Dreamland, segue le disavventure della principessa Bean, dell'Elfo e del demone Luci, affrontando con ironia temi come la vita, la morte, l'amore e la sessualità. La serie si fa notare per la cura dell'animazione e delle scenografie, oltre che per la dinamica tra i protagonisti, che regala momenti divertenti e talvolta toccanti. Tuttavia, non mancano i difetti: l'umorismo è spesso meno efficace rispetto a I Simpson o Futurama, e la trama, soprattutto nelle stagioni finali, tende a diventare confusa e ripetitiva. Il titolo stesso, "Disincanto", risulta poco incisivo nel rappresentare l'identità della serie. Nonostante ciò, il percorso dei personaggi e la volontà di sperimentare una narrazione più articolata rendono Disincanto un esperimento interessante, seppur imperfetto, nel panorama dell'animazione per adulti. Voto: 6,5

BONUS

Elfen Lied (2004) [Serie - 13 Episodi + 1 OAV] - Un anime che osa, ma vive di estremi: violenza grafica, tristezza profonda e fanservice discutibile. La trama, pur valida e ricca di temi forti come discriminazione, amore, vendetta e trauma, soffre di buchi narrativi e un finale tronco con cliffhanger irrisolti. Alcuni personaggi brillano (Lucy, Nana, Kurama), altri risultano stereotipati e irritanti (Kōta, Yuka). Il sangue non è gratuito: contribuisce a un'atmosfera tragica e intensa. L'opening "Lilium", in latino e visivamente ispirata a Klimt, è una gemma. Non perfetto, ma coinvolgente e consigliato a chi cerca emozioni forti e riflessioni profonde. Valutazione 6,90

RIN - Le figlie di Mnemosyne (2008) [Serie - 12 Episodi] - Un anime noir-fantasy con forti elementi ecchi e torture porn. Ambientato tra anni '90 e futuro, ruota attorno a Rin, investigatrice immortale, e all'albero mitologico Yggdrasil, i cui frutti donano immortalità alle donne e trasformano gli uomini in angeli violenti e inquietanti. La serie alterna casi investigativi a salti temporali, ma soffre di ripetitività e una trama orizzontale debole (mix eccessivo di generi trattati in modo confuso), appesantita da scene erotiche forzate e personaggi poco sviluppati. Solo negli episodi finali Rin acquista profondità, mentre gli angeli portano tensione e morbosità che salvano l'anime dal naufragio. Disegni e ambientazioni convincono, ma il fanservice sadomaso domina la narrazione. Un esperimento audace, disturbante e imperfetto. Valutazione 6,75

2 commenti:

  1. Squid Game, attesa molto, l'ho mollata là.. lenta e inconcludente..sembra scritta da altri..

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    1. Ti arrendi troppo facilmente... ma comunque non concordo, nonostante una certa esitazione sicuramente presente.

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