lunedì 23 dicembre 2019

[TAG] il mio Natale ideale

Quando il Moz chiama, si risponde, un po' in ritardo lo so, ma partecipo a questo Tag (in cui comunque sono stato nominato, da Ema certamente e non ricordo da chi altro) per al meglio augurarvi buon Natale. E non importa se molto sul natale passato, presente, futuro (qui) e ancora sui miei natali del passato in versione pop (qui) ho già detto ed ho già idealizzato (seppur diversamente da questo specifico Tag che ho appena completato), parlare del periodo più magico dell'anno fa sempre piacere. Ed è così che mi ritrovo a dover cristallizzare il mio Natale perfetto (che sarebbe poi in parte quello passato da bambino), tramite vari argomenti che Miki (il fruitore dei Tag nostalgici ma non solo) ha fornito. Ovviamente l'ho avvisato del post (ho mandato un messaggio) e soprattutto non nomino nessuno, a poche ore dal momento clou non avrebbe infatti senso farlo. E quindi altro da dire non c'è, si parte!

IL MIO NATALE IDEALE

COLONNA SONORA
Ardua la scelta, diciamo che amandole tutte qualunque canzone va bene.
Tuttavia se dovessi scegliere mi butterei su un canzone, non propriamente natalizia, ma su una ode alla gioia che in 50 anni ha avuto diverse versioni,
e questa è ovviamente, se non l'avete ancora capito, Oh Happy Day

MOOD
Per me il Natale è qualcosa che conserva sempre un fascino particolare, adoro l'atmosfera e quindi di buon umore sono sempre in questo periodo.
E' come essere in una palla di vetro, con neve e in sospensione temporale.

[TAG] Essere ''blogger'' alle soglie del 2020?

Inizialmente non avevo tanta voglia di farlo, una ragione semplicemente non c'era, ma poi ho cambiato idea, e grazie alla nomina di Sam Simon del blog Vengono fuori dalle fottute pareti, ho avuto l'occasione di dire la mia e quindi in tal modo continuare questo TAG che, inventato da Nino Baldan, ha fatto il giro dei blog. Un giro così lungo, è passato da Pensieri cannibali, Moz, Cupa voliera, Ema (e tanti altri) che alla fine appunto (ero uno degli ultimi che non l'aveva ancora fatto), si è concluso adesso, adesso che risponderò ad alcune domande sull'essere blogger in quest'epoca di social media.

Quali sono le ragioni che ti hanno spinto ad aprire un blog?
In realtà non mi passava neanche per la testa di farlo all'inizio, poi, come ho anche scritto in varie occasioni e da introduzione alle pagine Il blog e Chi sono, una vicina di casa, che era blogger ed ancora è (di cucina), mi mise una pulce nell'orecchio. Titubai, non avevo il coraggio, ma mi incuriosiva tantissimo, ci ho messo un po', però alla fine mi son deciso e l'ho fatto, e non me ne sono pentito (non ancora almeno..).

Come nasce l'idea dietro ai tuoi post?
Inizialmente questo era una specie di diario, una finestra sul mio mondo, in cui scrivere delle mie passioni (concentrate prevalentemente al cinema, alla televisione, alla musica ed ai videogiochi), dei miei ricordi e di tanto e molto altro. Tuttavia nel tempo, poiché vedevo e vedo tuttora tantissimi film e tante serie tv, quest'ultime hanno preso il sopravvento, ed è così che, pur non rinunciando a scrivere di un po' di tutto, il diario si è trasformato in un blog di recensioni. Ed è così che l'idea che sta dietro ai miei post, nasce quando vedo un film o una serie tv.

sabato 21 dicembre 2019

Bellezze cinematografiche/serialtelevisive edizione 2019

Uno dei momenti più attesi dal mio pubblico maschile, e femminile chi lo sa (sono aperto a tutti), è finalmente giunto. E' il momento infatti della mia ode alla bellezza ed alla sensualità. Il Saba Beauty Awards è un premio difatti, anche quest'anno in un'unica versione (sia cinematografica che serialtelevisiva), che appunto premia le più belle donne apparse in tutte le pellicole e serie tv viste durante l'anno. In tal senso, poiché è ovvio che la scelta può essere stata "condizionata" dalle scene particolarmente hot di alcune di queste protagoniste, raccomando ai lettori che se le foto di seni nudi o altro vi infastidiscono e le trovate disdicevoli, di ignorare questo post. Agli altri invece, che apprezzeranno il suddetto post, di non essere volgari e di non esagerare nei commenti. A tutti comunque calma e sangue freddo. Ma prima di cominciare vediamo chi è la madrina di quest'anno, l'anno scorso fu Margot Kidder (la Lois Lane di Superman, qui), oggi ed ora, se non l'avete ancora riconosciuta, è Doris Day, la fidanzata d'America, scomparsa a maggio scorso all'età di 97 anni. Se non sapete chi è (cosa comunque plausibile visto che attiva come attrice dagli anni quaranta ai sessanta) vi invito a rivolgervi a Google. Detto ciò, torniamo a noi, e vediamo chi quest'anno non ci sarà, anche se ne avrebbe avuto tutto il diritto. Sì perché per evitare di vedere sempre le stesse protagoniste, devo rinunciare a qualcuna. E quest'anno in ambito cinematografico devo rinunciare alla bellissima Jennifer Lawrence di Red Sparrow, alla deliziosa Blake Lively di Chiudi gli occhi, alla graziosa Katherine Langford di Tuo, Simon, alla sensualissima Emily Ratajkowski di Come ti divento bella!, alla dolce coppia Shailene Woodley/Brie Larson di The Spectacular Now, alla "Bella" Thorne di Sei ancora qui ed alla selvaggia Miriam Leone di Metti la nonna in freezer, mentre in ambito televisivo al fantastico trio di giovani donzelle Lili Reinhart, Camila Mendes e Madelaine Petsch della seconda stagione di Riverdale.

venerdì 20 dicembre 2019

Le migliori colonne sonore dei film visti nel 2019

Eccolo qui l'ultimo post cinematografico, quello che chiude (anche se domani ci sarà quello speciale) le classifiche di questo 2019. E non poteva che essere quello relativo all'elemento mancante, dato che in questi giorni ho premiato gli attori/attrici e tutti gli aspetti tecnici, ovvero quello musicale, a chiudere (come già capitato l'anno scorso, qui, e gli anni prima) il tutto. Sì perché l'aspetto musicale, relativo alla migliore colonna sonora originale, alla migliore colonna sonora non originale (ovvero le musiche) ed alla miglior canzone, merita un suo spazio singolo, dopotutto è anche grazie a ciò che il cinema può definirsi cinema.

MIGLIOR CANZONE
3. Non spettacolare come quella del precedente lungometraggio del franchise di The LEGO Movie, ma ugualmente di gran presa
2. E' cantata dalla stessa protagonista del film questa dolcissima melodia, trattasi di Joanna Kulig e del film Cold War, e niente, proprio bella

giovedì 19 dicembre 2019

Le migliori attrici e i migliori attori, più altri premi, dei film visti nel 2019

Se un film è finito nella Top 15 e nella lista dei migliori film del genere ci sarà stato un perché, e la mia risposta a questi perché (almeno per una buona parte di questi perché) ve la do io oggi tramite questo post. Infatti, e in tal senso, non cambia il metodo (e il modo, invariato dallo scorso anno, potete vedere qui) di suddivisione dei premi, le colonne sonore ci saranno domani, e vengono qui e oggi (virtualmente) premiati gli attori e le attrici, con loro (a fine post) tutti i premi tecnici più importanti, che più mi hanno convinto durante l'anno. E siccome sono tanti non perdo tempo e ve li presento. Tuttavia una piccola nota, i link alle recensioni ci saranno in ordine di apparizione.

I MIGLIORI ATTORI
8. Ex aequo in ottava posizione per il trio "violento", a Chris Pine e Ben Foster ci si aggiunga Jeff Bridges che in foto non c'è, di Hell or High Water,
per il figlio di Denzel, John David Washington, strano suprematista bianco in BlacKkKlansman, per il bravo Timothée Chalamet,
Chiamami col tuo nome non mi è piaciuto ma innegabile è il suo talento, per il sensibile Steve Carell di Benvenuti a Marwen,
per l'Adam Driver sobrio di Paterson e quello frizzante di BlacKkKlansman, per l'allunato Ryan Gosling di First Man,
per la coppia Hugh Jackman/Zac Efron di The Greatest Showman, per il sardonico James Franco di The Disaster Artist,
e infine per il virulento Michael Shannon de La forma dell'acqua
7. Denzel Washington è sempre sul pezzo, sia che si tratti di un film drammatico (End of Justice) che un action (The Equalizer 2)

mercoledì 18 dicembre 2019

I migliori film visti genere per genere del 2019

E mi ritrovo anche quest'anno nello stilare questa strana lista di film. Infatti, suddividendo i suddetti per genere ne viene fuori un bel "mappazzone". Qui difatti (come già accaduto precedentemente, qui) vengono escluse, ma dopotutto fare una classifica con 47 titoli quest'anno era impensabile (almeno per me), le prime 15 posizioni in "favore" di altri film dello stesso genere, o anche no. In ogni caso sono anche questi tanto belli da consigliarne, oltre a quelli di ieri, appunto la visione, giacché in considerazione vengono presi film da 7 di voto (che non è poco per i miei standard). E nel dettaglio 32 film per 9 categorie/genere, e a proposito, se il genere documentario non è presente non è poi una sorpresa (dato che non ne ho visto nemmeno uno), fa specie che non appaiano (anche se uno di entrambe è presente nella Top 15) neanche un film romantico/sentimentale che soprattutto di fantascienza, ma a volte dipende anche dalle annate oltre ai film di genere che si producono (che siano questi non un granché). Dimenticavo, nelle didascalie delle immagini troverete i link delle recensioni.

AZIONE + AVVENTURA/FANTASY
Azione: Revenge / American Assassin / Nella tana dei lupi / Fantasy: Ant-Man and the Wasp

martedì 17 dicembre 2019

La Top 15 dei migliori film visti quest'anno (2019)

Il momento tanto atteso (almeno spero lo sia per chi mi segue) è arrivato. Siamo infatti al momento clou, a quel momento in cui si svela la classifica dei Top film dell'anno. Ebbene questa classifica, colpa forse dei miei giudizi abbastanza critici, ma più che giusti a parer mio, contiene una lista numericamente di pellicole decisamente "light", almeno rispetto alla precedente contenente 28 (consultabile qui), però è inutile girarci intorno, sono solo questi i film (vi basterà cliccare sull'immagine per leggere la mia recensione) che mi hanno davvero entusiasmato e convinto. E quindi, condivisibile o meno, ecco la mia Top 15.

15. Sorprendente horror che crea tensione, angoscia e paura in modo efficacissimo, film non perfetto ma originale e ben interpretato, insolito però convincente e brillante. (7+/10)
14. Film strano eppure stupefacente, l'assurdamente vero processo di creazione di una pellicola "controversa", tutto ben espresso grazie soprattutto a James Franco. (7+/10)

lunedì 16 dicembre 2019

I peggiori film visti dell'anno (2019)

Ahimè bisogna partire prima dal basso per arrivare in alto, cominciare dal peggio prima del meglio è quindi così fatto. Infatti mi trovo qui oggi (ma è necessario) a mostrarvi la selezione finale dei peggiori film dell'anno, a consegnare virtualmente alcuni Razzie Awards ai film al di sotto della soglia della mediocrità (ed anche più sotto ancora). Difatti, e come già successo lo scorso anno (qui), dopo le mie personali delusioni, ovvero quei film (non brutti e non del tutto sconsigliati) da cui mi aspettavo tanto e che invece hanno dato poco (e fortunatamente per loro che per gli altri, il 5 e 5,5 sono qui esentati), e dopo una selezione di titoli (divisi in base a generi) decisamente mediocri (dal 4 al 4,5 di voto) sarà il turno dei 7 film più brutti dell'anno, ovvero quei film assolutamente da sconsigliare in toto e da evitare senza problemi, senza aver rimpianti (quelli li ho avuti io avendoli ahimè visti). E insomma e in sostanza, eccoli:

DELUSIONI
Potevano sicuramente fare di più, è l'unica cosa che mi vien da dire, la delusione derivata dal discordante Venom, dall'insipido Maria Maddalena,
dal soltanto estetizzante Il filo nascosto, dal fiacco La prima notte del giudizio, dal sciatto Free Fire, dal soltanto pruriginoso Mektoub,
dal disordinato The Predator, dall'anonimo La ragazza nella nebbia e dalla castroneria di Widows, è stata infatti tanta, peccato.

sabato 14 dicembre 2019

Le migliori attrici e i migliori attori, più le sigle e colonne sonore, delle serie viste nel 2019

Quando si giudica un film oppure una serie sono tanti i fattori da tenere in considerazione, innanzitutto la narrazione, la regia e quindi la sceneggiatura, ma anche e soprattutto le interpretazioni e le partiture musicali complete. E sono proprio queste (come le scorse volte, qui i premi del 2018) ad essere prese in esame nella classifica che chiude lo spazio serial di quest'anno. I migliori attori/attrici e le migliori sigle più le colonne sonore sono infatti gli ultimi premi ad essere assegnati. Ed ecco perciò a chi sono stati virtualmente consegnati.

I MIGLIORI ATTORI
7. Ex aequo per un sempre efficace Jonas Nay, anche nella seconda stagione della serie Deutschland, per la solida coppia Paul Giamatti/Damian Lewis di Billions, quarta stagione e quarta nomination per entrambi, per l'agguerrito cast maschile dell'ultima stagione de Il trono di Spade
e per un/il luciferino Cody Fern dell'ottava stagione di AHS

venerdì 13 dicembre 2019

La Top 16 delle serie viste nel 2019

Sapete già (o almeno spero se avete letto il post di chiusura anno bloggeristico 2019) che nel corso dell'anno ho visto 44 serie per un totale di 46 stagioni ed avete già letto delle peggiori serie (è stato ieri), ma siete già a conoscenza di tutte le migliori e la migliore serie (sempre secondo il mio modesto parere) di quest'anno? Alcuni probabilmente sì, agli altri eccovi il mio resoconto, delle serie che non solo hanno raggiunto la sufficienza, ma l'hanno superata ampiamente, meritandosi ovviamente un posto in questa classifica, ridottasi ulteriormente, questa volta siamo a 16 (20 in precedenza, qui), e l'occasione di essere ri-consigliata (dopo esser già stata al tempo delle loro recensioni, recensioni che trovate cliccando sull'immagine) a molti.

16. Non perfetta, anzi, non assolutamente migliore della prima, anzi, ma una seconda stagione tuttavia utile, coraggiosa e che si lascia vedere. (7/10)
15. Sorprendentemente brillante questa serie di Maccio Capatonda. (7/10)

giovedì 12 dicembre 2019

Le peggiori serie tv viste dell'anno (2019)

In attesa di scoprire le migliori proposte (secondo il mio modesto parere) seriali dell'anno in corso (ma non solo), era più che ovvio che prima toccasse alle peggiori, alle serie tv che non avessero raggiunto la sufficienza. Non l'hanno raggiunta né le prime otto posizioni né le mie personali delusioni, che come sempre aprono questa mia classifica. Una classifica in cui in tal senso dovrei ovviamente rimarcare il fatto che tutte queste serie prese in esame, sconsigliabili non sono del tutto, dopotutto quello che non è piaciuto a me può piacere ad altri (dipende sempre dai gusti e tanti fattori), ma sono comunque tutte da prendere con le pinze (a parte la prima classificata, anche quest'anno evitabile, ci fu infatti una medesima situazione l'anno scorso, qui). E quindi detto ciò, buona presa visura.

DELUSIONI
Deludono nuovamente, seppur con le dovute differenze in ambito narrativo e gestionale, le nuove stagioni di C'era una volta, Arrow e Ballers, mentre un po' a sorpresa ne rientrano serie che nelle stagioni precedenti non avevano fatto male, parlo di Vikings e I delitti del Barlume, al contrario Das Boot, quest'anno all'esordio, delude non partendo da una base ben avviata, giacché sbaglia in alcuni punti, risultando così un mezzo flop. In ogni caso tutte e sei (a parte lo show abc che ha chiuso i battenti) sono serie che continuerò a seguire, sperando che almeno aggiustino un po' il tiro.

mercoledì 11 dicembre 2019

[Musica] Saba Music Awards 2019

Prendendo come riferimento tutte le canzoni, i video e i cantanti passati tramite le liste pubblicate da me durante l'anno, ossia Le mie canzoni preferite (Dicembre/Gennaio/Febbraio 2019), Le mie canzoni preferite (Marzo/Aprile 2019), Le mie canzoni preferite (Maggio/Giugno 2019), Le mie canzoni preferite (Luglio/Agosto/Settembre 2019), Le mie canzoni preferite (Ottobre/Novembre 2019), eccomi nuovamente quest'anno a stilare (dopo l'esperienza riuscita dello scorso anno, qui) la classifica finale e quindi ad assegnare i Saba Music Awards alle migliori (personalmente parlando) proposte musicali del 2019. E cosi, dopo aver riascoltato e rivisto tutto, ecco infine la mia selezione finale.

Miglior artista/band maschile italiano: Mahmood

Miglior artista/band femminile italiana: Elodie

martedì 10 dicembre 2019

[Games] La mia personale classifica del 2019

Mi ero ripromesso di giocare più spesso, lo sto facendo, ma pochi sono stati i titoli a cui ho giocato quest'anno, solo 7, però ciò è dovuto anche ai titoli in questione, ovvero 2 racing game, che possono "intrattenere" molto più di quel che si prevede (in particolare se parliamo di titoli Codemasters) e soprattutto ai GDR, perché i survival horror qui presenti, in una settimana possono essere completati. Infatti, tra alcuni DLC mancanti di Borderlands, l'avventura mica da ridere di Titan Quest (chi conosce sa) e un capitolo di Assassin's Creed, che per gli adepti deve essere completato per bene (trofei e quant'altro), la mole di tempo utilizzato è stata corposa. In ogni caso 7 giochi sono sufficienti per farne una classifica (ne potrebbero bastare anche 3), per cui ecco la mia personale classifica finale del 2019, dopo quella del 2018 (qui) e delle precedenti.

7. Avventura d'azione ben restaurata ma senza brillantezza. (5,5/10)

lunedì 9 dicembre 2019

[Cinema] Movies Vintage Awards 2019

L'avevo anticipato nel corso della scorsa classifica (qui) che avrei recuperato alcuni film degli anni '80 e '90 quest'anno, e così ho fatto, giustamente quindi non potevo non farne nuovamente una classifica. Una classifica che tuttavia contiene in questo caso due novità, la prima è che ci sono tre eccezioni, ci sono infatti tre film di produzione 2001 mentre avevo detto che la classifica era esclusivamente rivolta a film antecedenti gli anni 2000 (ma mi sembrava corretto fare in questo modo), la seconda è che tre film sono in questa lista pur non avendo una recensione, neanche la vincitrice, solo un commento, mentre nel caso di Flatliners e Predator (tutti comunque avranno un link di riferimento) la recensione è integrata a quella del remake/sequel recensito nell'anno corrente. Ma sia quel che sia, la classifica è fatta, corposa anche questa volta, contenente nuovamente a fine post la lista di alcuni premi (praticamente tutti) tecnici e non tecnici ad attori, registi e tutto il resto, da me assegnati. Non vi resta quindi che scorrere la classifica e (se volete) cliccare sulle immagini per approfondimenti.

18. Poco lineare, morboso come non mai e permeato da un senso di malattia decisamente fuori dal comune, eppure magnetico. (6/10)
17. Di notevole impatto, ambizioso, forse troppo, perché procede per accumulo, ma nel complesso sorprendente. (6+/10)

mercoledì 4 dicembre 2019

Fine anno Bloggeristico 2019

Come potete notare dal titolo del post, è questo il termine finale dell'anno in corso (niente guida tv per le feste, come già accaduto a Ferragosto, tanto ci penseranno gli altri a farlo, per esempio il nostro Mozzino), da lunedì infatti, e per le successive due settimane (dal 9 al 21, compreso il sabato), saranno pubblicate le annuali ed immancabili classifiche finali (dal 22 fino al Primo Gennaio riposerò, tuttavia se ci sarà un post natalizio lo inserirò). Perciò arrivati a questo punto, arrivati alla chiusura appunto di questo mio anno, il 2019, il quinto da blogger, è giusto fare un bilancio. Prima tuttavia di dare un po' di numeri, vediamo com'è stato. Innanzitutto è stato un anno di alti e bassi, in tutti i sensi e in tutti i termini. E' stato un anno, rispetto agli altri (e di gran lunga come percentuale di post), più cinematografico che televisivo, che musicale, che videoludico, che soprattutto personale (intesi ricordi, tag e quant'altro, pochi rispetto al recentissimo passato). E' stato un anno in cui qualcosa è cambiato (l'aggiunta degli archivi), si è rinnovato, e qualcosa è rimasto uguale (inteso il blog), nessun cambio di tema infatti, ma qualcuno nel layout, e soprattutto nella schematica di recensione, che dall'anno prossimo si evolverà ancora. In tal senso vorrei che mi diceste se vedete (dai vostri schermi e dai vostri browser) questa stella "piena" ★ e questa stella "vuota" ☆, perché li utilizzerò (almeno spero) per giudicare in modo un po' diverso film, serie, giochi e quant'altro. E insomma è stato un anno, una stagione piena (come sempre d'altronde), anche se rispetto agli altri anni ho riposato di più, ma è stato utile e necessario, tanto che anche nel 2020 osserverò periodicamente turni di riposo settimanali. Una stagione che quindi finisce, ma una nuova è già cominciata, perché ovviamente in questi giorni di compilazione delle classifiche e di periodo di inattività, continuerò a vedere pellicole e serie, che saranno poi recensiti dal 2 Gennaio in poi. Ma questo è un altro discorso, torniamo a noi e alle statistiche, ai dati correnti e raggiunti.

martedì 3 dicembre 2019

Il Franken-Meme di Nocturnia (Edizione 2019)

Quest'anno complice la situazione generale di "assestamento" nella blogosfera, giacché ormai non nascono più nuovi blog, anzi, sono più quelli che chiudono, e quindi c'è poco movimento, ho conosciuto pochi nuovi/vecchi blog. Ma non potevo anche quest'anno, e per il quarto anno consecutivo, non partecipare al meme dei memi, ad Il Franken-Meme di Nocturnia (di Nick Parisi del blog Nocturnia), un meme utile a far conoscere e farvi conoscere i miei e i nostri blog preferiti, Qui l'edizione 2018, Qui l'edizione 2017 e Qui l'edizione 2016. Ed infatti eccomi qui nuovamente, nonostante pochi nuovi volti e nonostante nel corso degli anni ho già nominato il 60% dei blog che seguo (che sono più di 200), a segnalare i blog che quest'anno hanno attirato la mia attenzione e mi hanno appunto permesso di conoscere nuovi blogger, che potrebbero chissà diventare anche nuovi amici. Ma prima di iniziare alcune precisazioni, in primis come spiegato già nelle passate edizioni per non fare torto a nessuno, dato che di blog ne seguo appunto tanti e di svariati generi, non farò una classifica di gradimento, ma darò segnalazioni utili, cercando di non menzionare blog già menzionati nei precedenti post, in secundis ribadisco le regole, visitabili per intero nel post di Nick QUI, anche se l'unica regola è di essere rispettosi non commentando inopportunamente o in modo incivile. Comunque quest'anno ho deciso di seguire per intero le direttive fornitemi dal post originale ed ovviamente di utilizzare ancora i banner originali. Detto ciò cominciamo con le segnalazioni. Come sempre i primi sono:
I MUST ! Cioè quei Siti che per voi sono il massimo, i migliori, quelli fondamentali da visitare quasi ogni giorno, oppure ogni volta che fanno uscire
un nuovo articolo o una nuova recensione.


Menzione d'Onore

MOZ O'CLOCK

E i vostri Must quali sono?

lunedì 2 dicembre 2019

Recuperi on demand (2017-2019)

L'avevo detto, e promesso, che seguendo le vostre indicazioni, i vostri commenti ad i post dei peggiori film del mese, in cui a fine post elencavo la lista dei film da me scartati ed evitati, avrei provato a recuperarne alcuni. In tal senso ringrazio non solo chi mi ha lasciato un commento per esprimere il suo parere in merito, per consigliarmi appunto di recuperare alcuni film, ma anche chi ha confermato (avendolo visto) i miei dubbi, ed ovviamente tutti gli altri. E così eccomi oggi a farvi vedere quali ho scelto di recuperare e recensire. A tal proposito è utile fare una premessa, la mia rivalutazione è partita dall'inizio, sin dai post dei peggiori del mese del lontano 2017, e che come metro di valutazione ho scelto la soggettività, ovvero ho scelto in base alle mie preferenze in fatto di genere cinematografico, infatti ho nuovamente scartato certi film perché non rientravano nei miei gusti e ho inoltre ri-scartato alcuni perché avevano all'interno elementi ed attori da me (ora) poco sopportabili o non più nelle mie grazie (tra questi Nemiche per la pelle, Duri si diventa, La grande Gilly Hopkins, Difret, Unless, Cobain, Patty Cake$, Final Portrait, Don't kill it, Appuntamento al parco, Tammy, The Last Days on Mars, Brutti e cattivi, 120 battiti al minuto, The Congress e Le Weekend). Ed ho scelto invece (grazie a voi amici blogger) di recuperare (come avrete intuito dal banner) questi sei film, This Is Where I Leave You, Stonehearst Asylum, Ogni giorno, The Monster, Mio figlio e The Domestics. Ecco quindi cosa ne penso.

venerdì 29 novembre 2019

Gli altri film del mese (Novembre 2019)

Sono già passati tre anni da quando il "Gigante Buono" ci ha lasciati, parlo ovviamente di Bud Spencer, nostro compagno di gioco e scazzottate, che insieme al suo fidato scudiero Terence Hill, ha allietato la nostra infanzia e continua tuttora a regalarci momenti di svago assolutamente riconoscibile. Ebbene, a 90 anni dalla nascita dell'attore, dalla nascita di Carlo Pedersoli, History l'ha celebrato tramite un documentario (che ovviamente ho visto), intitolato Le mille vite di Bud Spencer. Un documentario che attraverso filmati di famiglia inediti, backstage esclusivi dei suoi film e interviste ai familiari ne ha raccontato la sua incredibile storia, passando attraverso curiosità poco note come il suo passato da imprenditore e pilota d'aerei. Lui che ha vissuto davvero mille vite diverse, anche se con il suo vero nome probabilmente ne ha vissuta solo una, quella più intima e familiare. Ed è quella di cui tratta, oltre a quella prettamente cinematografica, la suddetta emozionante finestra di approfondimento. E insomma è stato davvero bello conoscere certi aspetti che non conoscevo. Tuttavia, ancor più bello è stato, a distanza di un po' di anni dall'ultima volta, rivedere, grazie ad Italia Uno, che ne ha mandato in onda la Extended Version, Shining. A proposito di versioni e quant'altro (di director's cut per esempio), molti non gradiscono che si faccia ciò, ma io penso che se un film sia un capolavoro o un film cult, lo sia a prescindere dalla versione proposta, che questa poi sia nuova o vecchia agli occhi degli spettatori. Infatti, l'aura di film mitico, come è questa pellicola diretta dal maestro Stanley Kubrick ed interpretata magnificamente da Jack Nicholson, è rimasta intatta. Una pellicola certamente non perfetta come 2001: Odissea nello spazio, anche perché molti dubbi ancora lascia, soprattutto sul finale, ma è indubbio non dare a questo film d'atmosfera, musicalmente accattivante e dannatamente inquietante, i propri meriti. E infatti anche se non ha avuto il giusto spazio tra le mie recensioni (mancanza di posto nel calendario già prestabilito) l'avrà (insieme a tutti gli altri film antecedenti gli anni 2000 visti quest'anno) nelle classifiche finali. Perché appunto quest'ottimo film, che ha avuto un sequel in queste settimane (un'anteprima ho avuto grazie sempre ad Italia Uno, andata in onda alla fine del film), iconico come pochi, è fantastico.

giovedì 28 novembre 2019

I peggiori film del mese (Novembre 2019)

L'attenzione sui social è già poco alta, ho sbagliato forse a pensare che spingere il "lettore" alla curiosità (senza rimandare visivamente ai titoli facenti parte le liste) ne avrebbe alzata la soglia (in parte pure su blogger e in altri lidi), e così, come potete notare, il banner standard attivo negli ultimi mesi per le liste dei peggiori e degli altri film del mese, è stato sostituto da uno classico. D'ora in poi infatti, anche grazie ad un sito di collage più flessibile dei precedenti che utilizzavo, tutto tornerà all'origine, i banner torneranno ad essere diretti e "coinvolgenti". Un'altra novità è che da questo mese la lista dei film scartati ed evitati conterrà solamente i titoli (e senza rimandi linkati), praticamente non specificherò il motivo per cui ho deciso di non vedere (almeno fino a quando qualcuno mi fa cambiare idea o mi insinua il dubbio) un determinato film. Comunque al di là di tutto questo, ecco le peggiori visioni del mese.

Alla fine ci sei tu (Dramma, Usa 2018)
Tema e genere: Agrodolce commedia romantica sul senso del tempo e della vita.
Trama: La vita di Calvin (un ragazzo ipocondriaco, Asa Butterfield) viene stravolta quando incontra Skye (Maisie Williams) un'adolescente che soffre di una malattia terminale. La sua nuova amica lo assume per aiutarla a completare la sua lista di cose da fare prima di morire, una missione che lo costringerà ad affrontare le sue peggiori paure, e a vivere in maniera nuova l'innamoramento con la bella ma apparentemente instabile Izzy (Nina Dobrev).
RecensioneAlla fine ci sei tu è un film abbastanza intenso, toccante e commovente, da meritare apprezzamenti. Un film che non scivola (quasi) mai in inutili pietismi, evitando (quasi sempre) eccessi d'enfasi e retorica. Una storia quindi emozionante, divertente e commovente al contempo, inno all'amicizia e che celebra il senso profondo della vita. E' soprattutto, infatti, una storia di un'amicizia insolita e poco convenzionale, specie nel modo in cui scaturisce, in un malinteso di fatto e ancor più, si sviluppa, con diversi momenti simpatici, in cui fanno capolino i divertenti confronti-scontri, con i due poliziotti dal cuore tenero. Quanto più la pellicola procede, tanto più il film perde la sua connotazione leggera, collocando sullo sfondo il black humour della prima parte, acquisendo un tono decisamente più drammatico, facendo emergere l'aspetto introspettivo del racconto. Un racconto (di formazione) nel suo complesso godibile, perché discretamente tratteggiato e perciò capace di non annoiare né di lasciarsi andare a buonismi fastidiosi, dal buon impatto emotivo, ben interpretato e ben girato, che ci rammenta, come conti di più la qualità del tempo che abbiamo a disposizione, piuttosto che la sua durata. E quindi qual'è il problema del film? E' che di originale ha ben poco, anzi, molte situazioni sembrano ricalcare quel gioiellino che era Quel fantastico peggior anno della mia vita, altre sembrano ricalcare i molti classici film di formazione della cinematografia statunitense degli ultimi anni, altre le classiche commedie romantiche giovanili. Insomma tutto già visto, e in misura forse migliore. Certo, ci sono alcune differenze, ma la base è quella, finale compreso. E così nonostante il film riesca ad intrattenere, e nonostante si lasci vedere, non riesce a distinguersi, risultando così solo un film sì carino ma facilmente (troppo facilmente) dimenticabile.
Regia/Sceneggiatura/Aspetto tecnico/Cast: Il cast mi è sembrato discreto, le interpretazioni convincenti (anche se Maisie Williams pare un po' spaesata, stessa cosa Asa Butterfield, che pare avere sempre la stessa espressione, e non è la prima volta, mentre Nina Dobrev è sempre bella e questo basta, gli altri invece nella media), la regia (firmata da Peter Hutchings, che non mi dice proprio niente) senza macchia, il ritmo degli eventi è fluido (le musiche in tal senso fanno il loro dovere) e i dialoghi alternano battute simpatiche con altre più portati all'emozionalità che un soggetto così deve avere nelle proprie corde. Un soggetto che però, se avesse avuto anche una punta di originalità, sarebbe forse risultato meno dimenticabile del previsto.
Commento Finale: Ormai il tema malattia terminale giovanile sta diventando un genere a parte, visti i tanti titoli che trattano gli stessi temi. Alcuni risultano piuttosto banali, altri invece più coinvolgenti e meno frivoli. Nel caso di Then Came You, possiamo parlare di una via di mezzo tra quella che è la poca originalità del soggetto con la capacità, comunque, di rendersi gradevole e spiritosa, in alcuni momenti. Tuttavia il ricorrere ad una certa (seppur inevitabile) retorica, unita alla non capacità di distinzione, non aiuta la pellicola a stare sulla soglia di galleggiamento.
Consigliato: No, se avete già visto film simili, sì se invece questa potrebbe essere la prima volta.
Voto: 5,5
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mercoledì 27 novembre 2019

Le altre serie tv (Novembre 2019)

Guardando la prima stagione della serie Fox The Passage, si ha la sensazione di trovarsi di fronte ad un prodotto che strizza un po' l'occhio a TWD e un po' alla serie targata Guillermo del Toro The Strain. Un virus proveniente dalla Bolivia che trasforma le persone colpite in vampiri succhiasangue. Vampiri che possono comunicare sia tra loro che con le persone non infette. A combattere questa minaccia un team di scienziati che in questo virus sperava di trovare una cura definitiva a tutte le malattie. A guidarli sono il Dottor Jonas Lear (Henry Ian Cusick di Lost) e la dottoressa Nichole Sykes (Caroline Chikezie). Legati a questa vicenda sono anche i due protagonisti della serie, ovvero l'agente federale Brad Wolgast (Mark-Paul Gosselaar) e la giovanissima Amy Bellafonte (Saniyya Sidney). Il team di scienziati infatti dopo alcuni esperimenti su condannati a morte che per sfuggire all'esecuzione hanno deciso di fare da cavie per l'esperimento chiamato Noah iniettandosi il virus per studiarne gli effetti, ha trovato in Amy la possibile soluzione finale. Una persona molto giovane difatti potrebbe controllare l'effetto del virus in modo da limitarne/annullarne gli effetti collaterali. Saranno però alcuni effetti non considerati e la particolare abilità di coloro già infettati a rimettere tutto in discussione e a portare con sé gravi conseguenze per tutti. Virus, trasformazioni, mutazioni, cure e succhiasangue. Ecco gli ingredienti principali di The Passage. Tipici ingredienti, che vanno dall'horror al fantasy e al thriller, anche troppo tipici, perché anche se in questa prima stagione è però forte il fattore umano, quello dei legami tra i vari personaggi, in particolar modo quello che lega l'orfana Amy all'agente Wolgast, sconvolto da un passato familiare molto triste, quello tra Amy e uno degli infetti, lo scienziato Tim Fanning, personaggio chiave di questa stagione, e ultimo, ma non per importanza quello tra il collega di Wolgast, Clark Richards (Vincent Piazza) e un'altra cavia, la bionda sexy Shauna Babcock (Brianne Howey), tutto è stato già visto. E come se non bastasse ciò, a farla da padrone in questa serie dove almeno fortunatamente i vampiri non brillano come in Twilight (hanno la pelle liscia quasi fosse una guaina e somigliano un po' a quelle salamandre strane che si trovano nelle foreste pluviali, il loro vomitare sangue richiama invece altri vampiri già visti in televisione) è la prevedibilità, quest'ultima in aggiunta ad una dose massiccia di stupidità.

martedì 26 novembre 2019

Le mie canzoni preferite (Ottobre/Novembre 2019)

Nell'ultimo post musicale dell'anno, l'ultimo prima della classifica finale che premierà (per il secondo anno consecutivo) i migliori artisti musicali dell'anno corrente (suddetto post che tra poche settimane arriverà), c'è tanta carne al fuoco, dopotutto l'estate musicale è finita (soprattutto è finito il tempo dei tormentoni) ed è tempo di nuovi sound. Infatti Ottobre è cominciato e Novembre è quasi finito, e nuove sonorità si sono affacciate, tuttavia il grosso spetta ad artisti non di primo pelo, che son tornati prepotentemente. Volete sapere di chi sto parlando? Basta cliccare play qui (dove trovate come sempre la playlist completa) oppure ascoltarle una ad una tra due righe o poco più.

E' un omaggio sicuramente, e in quel modo dovrebbe essere visto il video e soprattutto essere ascoltata la canzone,
un interessante remix di Rhythm of the Night, che segna il ritorno dei The Black Eyed Peas

lunedì 25 novembre 2019

[Cinema] Fantascienza Vintage

Ci sono film che si è visti ma che poi abbiamo dimenticato (non è questo il caso), e poi ci sono film che si conoscono anche senza averli visti. Con le dovute precauzioni (e di ciò dirò dopo) è questo il caso. Sì perché alcuni sono così famosi che basta nominarli per riconoscere immediatamente di cosa e di chi si sta parlando. Lo sanno bene chi di cinematografia conosce abbastanza, chi come me, da appassionato, è in grado di capirne la portata, in grado di coglierne l'essenza e di conoscerne la nomea. E infatti, questi quattro film di fantascienza scelti per esplicare (e concludere, è l'ultima della lista) la mia promessa cinematografica, sono quattro famosi film di fantascienza, quelli forse tra i più importanti del panorama di genere. Ma andiamo con ordine. Ho scelto di vedere Il mondo dei robot perché dopo aver visto Westworld la serie, mi sono accorto di non avere visto l'originale, in tal senso è giusto fare un riscontro tra i due prodotti, e così ho deciso di recuperarlo. Ho scelto di vedere Brazil, perché pur apprezzando Terry Gilliam, anche se i suoi ultimi lavori mi hanno lasciato un po' perplesso, non avevo ancora visto (pur conoscendone bene l'estetica e la sua natura) il suo film più celebrato, e così non ho perso questa occasione. Avevo già scelto a tempo debito di vedere Stalker di Andrej Tarkovskij, giacché ne avevo sempre sentito parlare, sapevo della sua esistenza (addirittura ne ho sempre colto gli omaggi o le citazioni), però non avevo approfondito, ma era giusto anche recuperare un altro famoso film di fantascienza del celebrato regista russo, un film che, reclamizzato come "La risposta della cinematografia sovietica a 2001: Odissea nello spazio" non avevo ancora visto. E il film è ovviamente Solaris, di cui credo di aver visto però il remake con George Clooney, quindi qualcosa già sapevo, tuttavia sempre ben altra cosa è vedere il materiale originale, e così anche questo film è entrato nel quartetto, nel quartetto di film sempre conosciuti ma mai visti (almeno non interamente) da me.

venerdì 22 novembre 2019

Your Name. (2016)

Tema e genere: Pensate che la vostra vita sia troppo monotona e vorreste trovarvi al posto di qualcun'altro che pensate si trovi in una situazione migliore della vostra? Un modo esiste ed è Your Name., film d'animazione giapponese del 2016 scritto e diretto da Makoto Shinkai, tratto dal medesimo romanzo scritto dallo stesso regista del film.
Trama: Taki, liceale di Tokyo, e Mitsuha, la figlia di un sindaco di un paesino di montagna, un giorno scoprono che nel sonno sono finiti misteriosamente e miracolosamente l'uno nel corpo dell'altra e iniziano a comunicare tramite dei promemoria. Mentre goffamente superano le sfide che derivano da questa nuova e inedita situazione, tra i due nasce un legame d'amicizia che ben presto si trasforma in qualcosa di più romantico.
Recensione: Ecco un altro film di un regista giapponese ancora personalmente sconosciuto, come successo con The Boy and the Beast, e come in quel caso (di cui alla regia c'era Mamoru Hosoda) è sicuro che prossimamente recuperi i suoi precedenti lungometraggi d'animazione, ovvero 5 cm al secondo, Il giardino delle parole (quest'ultimo già in lista) e Viaggio verso Agartha (anche se su questo ho un dubbio se l'ho visto o meno), diretti tutti da Makoto Shinkai, ultimamente già nuovamente al cinema con Weathering with You (che ovviamente non mi perderò). E come in quell'occasione mi sono ritrovato a vedere un bel film d'animazione, anzi, di più, perché è una meraviglia per gli occhi e per il cuore l'opera di Shinkai. Un viaggio bellissimo, una ricerca continua dell'altro e contemporaneamente di sé, illuminata da immagini e disegni stupendi, scenografie mozzafiato degne dei migliori direttori della fotografia dei film su pellicola. E dire che, volendo essere gentili, il punto di partenza di Your Name. è quanto di più banale si possa trovare rovistando negli archetipi di anime e manga: il filo rosso del destino e lo scambio di corpi sono temi usati e abusati, per quanto questo film sia la dimostrazione che non ci stanchiamo mai delle vecchie storie, soprattutto se raccontate con garbo ed emozione. Ed è così anche qui, qui dove c'è più della storia d'amore tra adolescenti, c'è la ricerca della consapevolezza di sé stessi specchiandosi negli occhi e nella vita dell'altro e la rappresentazione di una forza unica che trascende ogni difficoltà e ogni dimensione spazio-temporale. L'aggiunta di una vena fantascientifica dona al film un'ulteriore dose di magia ma, e questo è l'unico difetto, lo rende a volte difficile da seguire e un po' troppo ingarbugliato. In ogni caso la scena finale è memorabile ed iconica e potrebbe rimanere impressa in mente per un bel po' di tempo (anche se una simile è rimasta già impressa da tempo, il primo emozionante incontro tra Johnny e Sabrina, se non sapete chi sono, vi tolgo il saluto). Ma andiamo con ordine.

giovedì 21 novembre 2019

[Games] Grid 2

Genere: Racing game, simulatore di guida.
Trama: Un magnate con la passione per le automobili veloci decide di creare una nuova lega, la WSR, dove far correre i migliori piloti del mondo. Il nostro compito è quello di sfidare i più grandi club al mondo per farli partecipare alla nuova lega. Per farlo, ci muoveremo nell'arco di tre stagioni, correndo per gli Stati Uniti, Europa e Asia, per poi partecipare infine ai campionati finali.
RecensioneCodemasters (società di cui racing game sono i loro cavalli da battaglia, è loro il ritorno alle origini del rally, avvenuto con l'ottimo Dirt Rally) ha da poco commercializzato il nuovo capitolo della saga, ma prima ha deciso di pubblicare GRID 2 (ovviamente la versione base) su Steam in modo totalmente gratuito, potevo quindi io non approfittarne? Assolutamente no, e infatti, il sequel di Race Driver GRID, il sequel di un gioco che all'epoca (2008) riuscì a rapire innumerevoli fan, non me lo sono fatto scappare. No perché, non solo tra quei fan c'ero anch'io, ma perché finalmente dopo un po' di tempo dall'ultima volta, mi sono ritrovato a giocare ad un gioco di corse totalmente arcade (il suddetto evita infatti qualsiasi forma di free-roaming, optando di fatto per un comodo menu dove andare a selezionare velocemente la sfida prescelta). Un gioco che si ripropone con gli elementi che caratterizzavano il primo capitolo ma con alcune differenze, e migliorie. Innanzitutto è il più classico canovaccio del tentativo di scalata al successo ad aprirci la porta (senza dubbio il più adatto alle avventure su quattro ruote), ad aprire la porta ad una struttura di gioco abbastanza semplice. Ogni piazzamento in gara porta fan. I fan (nel mondo di GRID 2 infatti non sono i soldi a farla da padrone ma la fama del pilota, fattore cumulabile portando a casa vittorie su vittorie e completando gli obbiettivi degli sponsor) hanno un ruolo importante, poiché più ne acquisiamo più sono gli eventi in cui possiamo partecipare. Le vetture più di 50, nessuna acquistabile. Infatti, l'unico modo per acquistare altre vetture, è quello di ottenerle tramite eventi speciali. Le macchine non possono essere modificate, né al motore né alla scocca, ma possiamo aggiungere decalcomanie e disegni sulle livree delle stesse. Ecco nuovamente invece il sistema del Flashback, infatti, tramite l'apposito tasto possiamo riavvolgere il tempo (molto utile nei casi in cui abbiamo un incidente o sbagliamo qualcosa). Possiamo usare il Flashback al massimo cinque volte, quindi bisogna dosarlo per bene durante l'arco della gara. La durata della carriera si attesta sulle 20 ore di gioco. L'Intelligenza artificiale dei piloti avversari (ognuno provvisto di nome e cognome) risulta efficiente, dando al giocatore un livello di sfida decisamente alto. Difatti i piloti si comportano in maniera realistica, cercando in tutti i modi di ostacolarci. Le location di gioco sono una dozzina o giù di lì, si va da Parigi alla Costa Azzurra, da Dubai a Barcellona.

mercoledì 20 novembre 2019

Valhalla Rising - Regno di sangue (2009)

Tema e genere: All'epoca settimo film (terzo in lingua inglese) di Nicolas Winding Refn, Valhalla Rising è la sanguinosa allegoria di un dio, un viaggio epico drammatico metafisico.
Trama: Anno 1000 d.C. - Dopo essersi liberato dalla prigionia cui un gruppo di pagani lo costringeva, Oneye (Mads Mikkelsen), un guerriero muto e dalla forza strabiliante, accompagnato da un giovane ragazzo che parla al posto suo, si imbatte in un gruppo di cristiani. Li seguirà verso la "Terra Santa", percorrendo il suo tragitto verso il destino, verso dissidi interni che ci saranno e pericoli esterni che arriveranno.
Recensione: Non mi aspettavo un film d'azione, avendo visto altri film del regista svedese sapevo di potermi trovare di fronte qualunque cosa (anche se la trama può indurre in errore). Ma mai mi sarei aspettato di ritrovarmi (dopo precedenti non propriamente convincenti, suoi, non lo era forse anche il deludente The Neon Demon?, e soprattutto di altri) nuovamente di fronte ad un film criptico, di fronte ad un film difficile da valutare, perché appunto particolare, con un finale decisamente ermetico e difficile da comprendere totalmente. Sì perché con Valhalla Rising siamo dalle parti del criptico, del poco comprensibile, del difficile. Ci si ritrova (e non scherzo) a grattarsi la testa per capire dove il regista vuole andare a parare. Valhalla Rising è infatti quel tipo di film in cui per quasi tutta la durata non si parla, quello che si dice è poco interessante o quanto meno interpretabile (diviso in sei atti, i dialoghi sono quasi del tutto assenti e la narrazione è affidata tutta all'espressività degli attori), e in cui la maggior parte delle scene d'azione risultano più che altro volte a ridestare l'attenzione del pubblico. Incredibile, non è vero? E' pensare che poi il film realmente narra ciò di cui sopra (intendo la trama). Il regista danese Nicolas Winding Refn trova grande ispirazione nelle atmosfere e nelle ambientazioni nordiche. Gioca con la fotografia (davvero ben realizzata), suggerisce visioni di tipo biblico. Si fa violento, inoltre, attraverso la musica e il sangue (che scorre a fiumi), ma lascia al pubblico l'ultima parola. Difficile capire cosa vorrebbe dire di preciso il regista, e comunque difficile spiegarlo a parole. E forse, per renderlo al meglio si potrebbe suggerire (a chi abbia voglia di vederlo, anche se in questo caso il target è innegabilmente ristretto) di leggere direttamente la Bibbia o le leggende nordiche a cui tutto il film si ispira. Tutto il resto è una specie di delirio visivo dannatamente cupo, criptico in modo testardo e oltretutto lentissimo. Un film che forse bisognerebbe vedere due volte, per capirci realmente qualcosa.

martedì 19 novembre 2019

The Handmaid's Tale (3a stagione)

Tema e genere: Terza stagione per la distopica (drammatica) serie di produzione Hulu tratta dal romanzo Il Racconto dell'Ancella di Margaret Atwood.
Trama: June ha messo al sicuro sua figlia Nichole in Canada insieme all'amica Emily, ma è rimasta a Gilead per cercare di salvare anche la sua prima figlia, Hannah. La situazione a casa Waterford prevedibilmente precipita e June viene affidata a un nuovo comandante, Joseph Lawrence, lo stesso che aveva avuto in affidamento Emily. Lawrence è stato un importante ideologo del regime e tutt'ora riveste una posizione di grande potere, anche se in realtà nutre grandi sensi di colpa. La sua prima preoccupazione però non è la propria coscienza, bensì la salute della moglie, sull'orlo della follia. Nel mentre Serena Waterford inizia a tessere il proprio piano per riavvicinarsi a Nichole.
Recensione: La terza stagione di The Handmaid's Tale si riconferma come uno show di grande effetto e di grande impatto, sia sul piano contenutistico sia sul piano estetico (Gilead è ancora lì, sui piccoli schermi, e da lontano ci osserva, ci minaccia e ci inquieta). Questa stagione infatti (disponibile su TimVision), è il perfetto terzo atto di un racconto la cui evoluzione rispecchia sempre di più i nostri tempi. La prima stagione dell'acclamata serie Hulu aveva colpito per il mondo distopico che era riuscita a portare in scena: dal libro di Margaret Atwood (che a quanto pare starebbe lavorando ad un sequel letterario) alla serie tv, The Handmaid's Tale aveva scosso l'opinione pubblica, acceso dibattiti e fatto pensare che non sarebbe stato possibile essere ancora più cupi. La smentita è arrivata con la seconda stagione, sicuramente non perfetta ma non una passeggiata dal punto di vista emotivo, che è servita a porre le basi per il terzo atto rappresentato, appunto, dalla terza stagione. Se nella seconda stagione la protagonista, ormai chiamata definitivamente con il suo nome di battesimo e non da Ancella, ha affrontato una gravidanza, la rassegnazione e quindi il distacco dalla figlia appena nata, nella terza deciderà di alzare la testa (non è un caso che il suo sguardo ora sia decisamente ben differente da quello che sì è conosciuto). The Handmaid's Tale 3 è difatti la stagione della rivolta, tanto auspicata nelle prime due stagioni ma vista ancora da lontano. Ora, invece, è arrivato il momento di passare dalle parole ai fatti: la prima a pensarla così è proprio la protagonista, che sceglie di non scappare in Canada e salvarsi, ma di affidare la figlia ad Emily (Alexis Bledel) e di restare a Gilead per combattere il nemico dall'interno. Ad aiutarla, oltre ad alcune Ancelle ribelli, anche un insolito alleato, il Comandante Joseph Lawrence (Bradley Whitford), ed alcune Marte.

lunedì 18 novembre 2019

Se la strada potesse parlare (2018)

Tema e genere: Adattamento cinematografico del romanzo del 1974 Se la strada potesse parlare, scritto da James Baldwin.
Trama: Tish e Fonny si amano, lei rimane incinta e lui viene arrestato per un reato che non ha commesso.
Recensione: Se solo potessero parlare, se potessero vedere tutto quel che accade, cosa potrebbero raccontare le strade di Harlem? Forse che finché esisterà un'ingiustizia cieca, un'ignobile intolleranza e un meschino ingranaggio che crea vittime innocenti, la bellezza non basterà a salvare il mondo. Se la strada potesse parlare è uno di quei film che, in sospeso in un dramma familiare, pennellano ed accarezzano la visione con una storia d'amore semplice, tanto essenziale quanto il contesto in cui prende vita. Tra fotografie storiche alla Spike Lee (a tal proposito analogamente al suo ultimo lavoro, BlacKkKlansman, con cui condivide la forma intessuta di immagini di repertorio, è anche un film di denuncia sociale che si propone di sensibilizzare il pubblico sul tema della discriminazione razziale in USA, facendo in modo che si immedesimi nel dramma quotidiano dei suoi protagonisti: una coppia che vede spezzati i suoi progetti di vita matrimoniale a causa dei pregiudizi culturali), estremizzazioni cristiane ed una clandestinità a cielo aperto, Barry Jenkins (artefice del più che discreto Moonlight pochi anni fa), ci descrive una rarefatta Harlem, dove la rivendicazione sociale, ancorché politica, è tanto presente da contagiare una giovane coppia, il cui unico errore fatale è stato difendersi da un assalto mentre compravano delle sigarette (forse troppo rarefatta e un po' troppo melodrammatica, seppur l'ambientazione gli anni settanta delle tensioni a seguito dell'abolizione delle leggi razziali e della pena di morte ancora ampiamente diffusa, è fondamentale ai fini del dramma). L'intera vicenda si articola intorno al giovane ventiduenne "Fonny", a cui da la vita Stephan James, e ad una aggraziata quanto resiliente "Tish", interpretata da KiKi Layne. Una storia di coppia il cui arco trova origine nell'ingenuità dell'infanzia che, poco a poco, subisce un'evoluzione dettata dal destino, nella semplice affermazione di un sentimento che è sempre stato lì in attesa, e che dovrà aspettare aldilà di un vetro per parecchio tempo ancora.

venerdì 15 novembre 2019

The Disaster Artist (2017)

Tema e genere: Tratto dall'omonimo romanzo di Tom Bissell e Greg Sestero, questo film biografico/drammatico (candidato agli Oscar per la migliore sceneggiatura non originale e diretto ed interpretato da James Franco) racconta la storia vera, e tragicomica, della creazione di The Room, una delle pellicole più derise della storia del cinema, un capolavoro trash che ebbe un pesante insuccesso in sala ma che, negli anni, è diventato uno (s)cult imperdibile.
Trama: La strana ma vera storia dell'amicizia tra gli attori Greg Sestero e Tommy Wiseau, che insieme realizzarono The Room, film all'unanimità considerato come il peggiore della storia del cinema.
Recensione: Qual è il film più brutto della storia del cinema? Guardando all'Italia c'è parecchia scelta, uno potrebbe essere per esempio un certo film interpretato da Alberto Tomba, quelli che se ne intendono dicono invece che sia stato The Room (che non ho visto e in verità non so se mai vorrei vederlo, è troppo anche per me che seguo il cinema trash), il film che Tommy Wiseau realizzò agli inizi degli anni 2000, vicenda rocambolesca ricostruita in The Disaster Artist. Un film decisamente strano ma stupefacente, un film in cui c'è James Franco, c'è Seth Rogen, c'è comicità, elementi incredibili al limite dell'assurdo, tuttavia dannatamente veri. Si perché The Disaster Artist, basato appunto sull'omonimo libro di Greg Sestero, si ispira alla vera storia della lavorazione del film The Room, un film talmente brutto da essere entrato nel mito. E così sulla falsariga di altri titoli simili quali Ed Wood e Bowfinger, il film di Franco ci racconta un personaggio eccentrico (un genio visionario o un semplice folle sfigato? a questa domanda non viene data risposta, ma è facile propendere per la seconda ipotesi) e la sua idea di realizzare un film nonostante la totale incompetenza. The Disaster Artist è, quindi, un film nel film, ma è anche la storia d'amicizia tra due uomini, il giovane e sprovveduto attore Greg Sestero (interpretato benissimo dal fratello del regista, il comunque già navigato Dave Franco) e il misterioso e strambo Tommy Wiseau (di lui ancora oggi non si conoscono luogo di nascita, età e provenienza del suo inestimabile patrimonio). Di sicuro però non è un film che vuole fare il verso a quel "stravagante" film, anzi, The Disaster Artist è il mezzo con cui James Franco elude la bruttezza di quel film per indagare sulla sua realizzazione, su come un iniziale entusiasmo produttivo si sia trasformato in un disastro senza pari e, ancor di più, su cosa può essere passato per la testa a Tommy Wiseau (qui interpretato splendidamente dallo stesso Franco) durante tutti quei giorni.