Ecco la seconda parte della lista dei film visti questo mese. Scelte o meno, pellicole visionate dalle piattaforme streaming a mia disposizione (a pagamento o meno), ovvero da Netflix, Sky e Prime Video, da Mediaset Infinity (compreso Plus), Paramount Plus e RaiPlay, a infine Disney Plus, TimVision e occasionalmente YouTube. Sporadicamente anche da Apple Tv Plus, Pluto TV e siti vari (anche non legali). Il secondo speciale cinematografico del mese è incentrato (come quello di febbraio scorso) su i film candidati e/o premiati ai Premi Oscar di quest'anno.
Paddington in Perù (Fantastico/Avventura 2024) - La terza (chissà se sarà anche l'ultima) avventura porta l'orsetto peruviano e la famiglia Brown in Sudamerica, tra la foresta amazzonica e la visita alla zia Lucy. La trama, pur semplice, è ben strutturata e riesce a emozionare soprattutto nel finale, mantenendo intatto il tono tenero e ingenuo del protagonista che continua a mettersi nei guai con dolcezza. Il film alterna momenti comici e avventurosi, con ritmo vivace e scenari suggestivi. Gli effetti digitali degli orsi restano evidenti, ma non compromettono il coinvolgimento. Antonio Banderas aggiunge un tocco curioso al cast, mentre l'atmosfera rimane quella tipica della saga: calda, familiare e capace di divertire grandi e piccoli. Non raggiunge la magia dei primi due capitoli, ma resta un'avventura simpatica e godibile. Voto: 6+
Ballerina (Azione/Thriller 2025) - Uno spin-off di John Wick (da poco conclusasi, qui) che riprende la stessa formula: vendetta, carneficina e azione spettacolare. La trama è basilare e prevedibile, ma le scene di combattimento sono coreografate con grande energia, spesso più violente e inventive rispetto alla saga principale. Ana de Armas convince nelle sequenze fisiche, anche se il personaggio rimane poco sviluppato. Camei di Reeves e Reddick fanno da richiamo ai fan, mentre ambientazioni suggestive come il villaggio alpino aggiungono atmosfera. Film godibile e adrenalinico, ma troppo lungo e narrativamente povero: puro intrattenimento senza sorprese. Voto: 6
Vitalina Varela (Dramma 2019) - Pedro Costa torna a distanza di anni dal suo ultimo film (che non ho visto) con Vitalina Varela, ambientato nella favela di Fontainhas a Lisbona. L'opera, costruita su atmosfere rarefatte e quadri a camera fissa, affida alla luce il compito di scolpire volti e gesti, lasciando il resto immerso in un buio simbolico. La protagonista (stessa del titolo), moglie di un uomo emigrato e ormai morto, prende possesso della sua casa e affronta il peso di un'esistenza parallela, accompagnata da un prete disilluso. Il regista elimina ogni elemento narrativo tradizionale e si colloca nello slow cinema, evocando spiritualità e contemplazione più che realismo. Il risultato è un film rigoroso e visivamente potente, ma anche estenuante e compiaciuto, che affascina e irrita allo stesso tempo, personalmente più l'opzione seconda. Voto: 5,5
Manhunt (Poliziesco/Thriller 2017) - John Woo (anni dopo La congiura della Pietra Nera) torna alle origini con un action ambientato in Giappone, remake di una vecchia pellicola nipponica. Il film scorre con ritmo serrato e regia spettacolare, ricco di sequenze d'azione coreografate con precisione e senza eccessi gratuiti. La trama, basata su intrighi criminali e poliziotti corrotti, resta prevedibile e poco credibile, con dialoghi talvolta deboli, ma il cast è solido e la confezione tecnica di buon livello. Non raggiunge la profondità dei suoi capolavori, né aggiunge novità al suo cinema, ma come puro intrattenimento funziona e conferma la mano del maestro. Voto: 6
Magari (Dramma 2020) - Esordio alla regia per Ginevra Elkann con una dramedy familiare dal tono malinconico e intimista. La sceneggiatura, pur debole e poco originale, riesce comunque a restituire il quotidiano di una famiglia disgregata con sincerità e qualche spunto interessante. Il ritmo è pacato ma sostenuto dalla durata contenuta, mentre la regia dimostra stile e padronanza, anche se ancora acerba. Scamarcio e Rohrwacher offrono prove solide, ma sono i tre giovani protagonisti a rubare la scena con naturalezza. Fotografia curata e atmosfera elegante rendono il film piacevole, pur senza lasciare un segno profondo: un debutto promettente, seppur discontinuo. Voto: 6
Babygirl (Erotico/Thriller 2024) - Il film di Halina Reijn si presenta come un thriller erotico con ambizioni di riflessione sul desiderio femminile, ma il risultato è un guazzabuglio superficiale e spesso involontariamente comico. La storia della CEO insoddisfatta che si lascia sedurre e sottomettere dal giovane stagista non aggiunge nulla di nuovo al genere, scivolando presto nei cliché e in dialoghi imbarazzanti. Nicole Kidman offre una prova coraggiosa, ma la sua interpretazione non basta a riscattare un film che manca di tensione e di erotismo; Dickinson resta anonimo e Banderas è del tutto sprecato. La Coppa Volpi assegnata a Venezia e la nomina del National Board of Review appare invero una scelta discutibile, perché premia un'opera che, al di là della patina "indie", si rivela noiosa, poco incisiva e destinata a cadere nel dimenticatoio. Voto: 4,5
Mr. Morfina (Azione/Commedia 2025) - Jack Quaid protagonista di un action comedy surreale e ironica, dove un difetto genetico che lo rende insensibile al dolore diventa il pretesto per una sequenza di combattimenti demenziali e spettacolari. I registi puntano tutto su ritmo e inventiva, trasformando un soggetto assurdo in puro intrattenimento, tra splatter e comicità. La sceneggiatura è debole e prevedibile, ma la regia energica e il tono stravagante rendono il film godibile. Quaid convince come eroe involontario, affiancato da un cast in parte e da un villain spietato. Non un capolavoro, ma un divertente popcorn movie che mantiene il sorriso fino alla fine. Voto: 6,5
Le assaggiatrici (Storico/Dramma 2025) - Silvio Soldini porta sullo schermo una vicenda poco nota della Seconda guerra mondiale: le donne costrette a fare da assaggiatrici ai pasti di Hitler, rischiando la vita a ogni boccone. Ambientato nel rifugio del dittatore in Prussia orientale, il film alterna momenti di forte tensione (soprattutto nelle scene intorno alla tavola imbandita) a sottotrame che ne rallentano il ritmo. La regia rigorosa e pittorica costruisce un'atmosfera opprimente, ma lascia spazio anche ai sogni e alle speranze delle protagoniste. Il cast femminile convince, mentre la confezione internazionale e le accurate ricostruzioni danno respiro all'opera. Nonostante qualche lunghezza e un epilogo poco incisivo, resta uno dei lavori più maturi del regista, capace di trasformare un episodio marginale in un dramma intenso e significativo. Voto: 6,5
OSCAR MOVIE
Io sono ancora qui (Biografico/Dramma 2024) - Walter Salles sceglie di raccontare la dittatura brasiliana degli anni '70 attraverso la dimensione familiare, evitando lo sguardo corale delle dittature cilena e argentina e concentrandosi sulla vicenda privata di Ruben Paiva, ex deputato laburista arrestato e scomparso dal regime militare. La sua assenza diventa il nucleo drammatico di un film che alterna la crudezza della repressione alla quotidianità borghese, con la moglie Eunice costretta a farsi carico della famiglia e a lottare per conoscere la sorte del marito. La sceneggiatura, pur lineare e priva di grandi guizzi, riesce a rendere tangibile il clima di paura e tensione, sostenuta da dialoghi incisivi e da un crescendo emotivo che evita facili ricatti. Fernanda Torres domina la scena con una prova straordinariamente intensa, premiata moralmente con la Coppa Volpi, e il film, pur non rivoluzionario, si impone come opera civile toccante, capace di trasformare la dimensione domestica in un potente atto di denuncia. Voto: 7,5
A Real Pain (Dramma/Commedia 2024) - Un film che parte come commedia on the road, con la dinamica da buddy movie americano, e si innesta su un tema pesante come la memoria dell'Olocausto. Jesse Eisenberg sceglie una struttura semplice, quasi scolastica, senza mai spingersi davvero oltre: il dolore storico rimane evocato ma non approfondito, e le tensioni tra i due cugini restano più accennate che scavate. La chimica tra gli attori funziona, con Kieran Culkin che ruba la scena e Eisenberg che ripropone il suo solito nevrotico newyorchese. Ci sono momenti di intimità e riflessione che danno spessore, ma il film non trova mai un vero punto di svolta, lasciando un finale incompiuto. Nel complesso, un'opera tenera e rispettosa, che suggerisce più di quanto mostri, ma resta confinata entro i limiti di un racconto convenzionale. Voto: 6,5
Flow - Un mondo da salvare (Animazione/Avventura 2024) - Opera che affascina per la sua semplicità e per la forza del messaggio, ma non è priva di limiti. L'assenza di dialoghi e la scelta di animali non antropomorfi rendono il film unico e coraggioso, capace di trasmettere emozioni solo attraverso immagini e suoni ambientali. Tuttavia, la tecnica minimalista, quasi da videogioco, può risultare poco rifinita rispetto agli standard visivi dei grandi colossi dell'animazione, e alcune sequenze rischiano di apparire ripetitive. La parabola ecologista e il tema della collaborazione tra diversi sono chiari e toccanti, ma a volte troppo espliciti, con un finale che punta più sul pathos che sulla coerenza narrativa. Rimane comunque un gioiellino europeo, premiato e amato, che dimostra come si possa superare i "colossi" con sensibilità e autenticità. Voto: 7,5
Wicked (Musicale/Fantastico 2024) - Adattamento del musical di Broadway ispirato al romanzo di Gregory Maguire, racconta le origini della Strega dell'Ovest e la sua amicizia con Glinda, ambientate all'Università di Shiz. Jon M. Chu mette in scena costumi sontuosi e scenografie spettacolari che immergono nel mondo di Oz, ma ricordano troppo l'estetica di "Hogwarts", mentre le canzoni risultano scialbe e ripetitive, incapaci di lasciare il segno. Cynthia Erivo (Elphaba) sorprende con un'interpretazione intensa, Ariana Grande convince ma non brilla, Jeff Goldblum mago curioso e Michelle Yeoh sprecata. La storia, melensa e prevedibile, ribalta i ruoli classici della fiaba ma senza originalità, con metafore inclusive che suonano posticce. Tecnicamente il film è impeccabile, con effetti mirabolanti e coreografie curate, ma manca di vitalità e sostanza, trasformando quasi 3 ore di spettacolo in un prodotto visivamente ricco ma narrativamente debole, sufficiente a intrattenere senza lasciare un vero segno. Voto: 6
A Different Man (Dramma/Thriller 2024) - Un film che affronta il tema dell'accettazione sociale con echi al capolavoro The Elephant Man. Edward, segnato da una grave deformità, si sottopone a un intervento che gli dona un volto "normale", ma la sua vita non migliora davvero. Il cambiamento esteriore apre nuove possibilità, ma non cancella timidezza, insicurezze e invidia. L'arrivo di Oswald, alter ego estroverso e sicuro di sé, scatena un cortocircuito che porta il protagonista verso la deriva. Il film oscilla tra dramma esistenziale e commedia nera, senza trovare un equilibrio pieno. Alcune sequenze grottesche, come l'incidente a teatro, accentuano la confusione narrativa. Sebastian Stan offre una prova intensa, lontana dai ruoli Marvel, ben affiancato da Adam Pearson e Renate Reinsve. L'opera resta interessante, ma irrisolta. Voto: 6+
The Brutalist (Storico/Dramma 2024) - Brady Corbet firma un'opera monumentale, epica e ambiziosa, finalmente riuscita dopo anni, che richiama i grandi melodrammi americani degli anni '50 pur rivisitati in chiave moderna. Le 3 ore scorrono senza pesare, sostenute da una fotografia sontuosa e da una colonna sonora avvolgente, con colori saturi che esaltano dettagli e atmosfere. La vicenda di Laslo Toth, architetto ebreo ungherese sopravvissuto ai campi e approdato negli USA, diventa metafora del sogno americano tradito: talento e visione piegati alle leggi del capitalismo e del mecenatismo interessato. Corbet intreccia biografia e riflessione sociale con una regia classica e al tempo stesso moderna, capace di dare spessore ai personaggi e di trasformare la loro lotta in simbolo universale. Adrien Brody, straordinario, regge il film con intensità. Qualche eccesso tematico e sentimentale poteva essere limato, ma resta un cinema d'autore raro, maestoso e coinvolgente, che sfiora il capolavoro. Voto: 7,5
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